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STORIA

idrovolanti a boccadarno

Gherardo Lazzeri

I capannoni della CMASA, Costruzioni Meccaniche Aeronautiche S.A. di Marina di Pisa alla fine degli anni Venti. Quello stesso sedime è oggi diventato il Porto di Pisa - Boccadarno. Poster della linea BrindisiAtene-Stambul (l’odierna Instanbul) della Società Aero Espresso Italiana, circa 1926/1929

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occadarno, come viene denominata da sempre la foce dell’Arno, può essere definito il luogo dove cielo e mare si incontrano. Non solo come metafora geografica dell’orizzonte toscano occidentale, ma perché luogo dalla storia singolare, storia che appunto unisce cielo e mare. Accadde circa un secolo fa che, dopo la Prima Guerra Mondiale, la Germania non potesse riarmarsi per le rigide clausole del trattato di Pace di Versailles, ma vi fu un velivolo molto particolare, il primo interamente in metallo (duralluminio) che si poté

costruire invece a Marina di Pisa, dal 1922 al 1932. Si trattava di un idrovolante progettato dall’ingegnere Claude Dornier, che aveva fatto tesoro dell’esperienza maturata nella costruzione di strutture metalliche per dirigibili presso i cantieri Zeppelin. L’idrovolante, che a tutti gli effetti era prima un’imbarcazione e poi un aeromobile, tanto che allora era conosciuto come “barca volante”, fu denominato Wal (‘Balena’), e divenne presto il più diffuso di una grande famiglia di idrovolanti Dornier che grazie alla solida costruzione dette un forte impulso alla nascita dell’aviazione commerciale, e alla diffusione di un mezzo idoneo al pattugliamento di immensi arcipelaghi come quello olandese in estremo oriente. Ciò che rese possibile la costruzione di questi velivoli fuori dalla Germania, fu un accordo stipulato fra industria e finanza, con l’appoggio della Banca Commerciale Italiana, del senatore Attilio Odero e di Rinaldo Piaggio (per citare i soci più noti), che costituì la prima joint-venture italo-tedesca nel campo industriale aeronautico. Era stata scelta Marina di Pisa, preferendola, ad esempio, alla Spagna, per la migliore professionalità e il migliore indotto tecnico industriale offerto. Qui infatti, il 17 dicembre 1921 era stata fondata la Costruzioni Meccaniche (S.A.I.C.M.), società che aveva ottenuto l’usufrutto dei capannoni e del terreno di Marina di Pisa (sulla riva sinistra della foce dell’Arno) che apparteneva alle Industrie Aeromarittime Gallinari, azienda che durante la guerra aveva già prodotto idrovolanti in legno (l’F.B.A.). Claude Dornier, aveva scelto personalmente la ditta pisana e cedette alla neocostituita società i brevetti

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della “Dornier Metalbauten” e così trasferì a Marina di Pisa, dalla Germania, macchinari e attrezzature. E mentre agli inizi il personale era in prevalenza tedesco, con una quindicina di operai e solo qualche dirigen-

te italiano, nel giro di poco tempo la gestione passò quasi interamente agli italiani. Anche i piloti collaudatori inizialmente erano tedeschi (Nimeier e Wagner), ma furono presto sostituiti dal famoso pilota Crosio. Il 5 novembre 1925, la S.A.I.C.M. diventa C.M.A.S.A. (Costruzioni Meccaniche Aeronautiche s.a.) e la sua


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