63 - VS Dicembre 2012 - Febbraio 2013

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Ricerca Volontariato e Pubbliche Amministrazioni

Dicembre-Febbraio 2013 - Anno VIII - n.63

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A Lecce l’Assemblea Nazionale dei CSV

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L’ITALIA LOW COST SCHIACCIATA SUL PRESENTE

SAPER FARE E SAPER ESSERE, AL VIA I SEMINARI FORMATIVI

Editoriale

I

pp. 8-9

Da marzo i tre seminari organizzati dal CSV Salento per affinare le competenze dei volontari

I

l volontariato della provincia di Lecce è cresciuto e maturato. Ai volontari vengono richieste competenze in grado di far fronte ai nuovi bisogni del territorio. L’agire volontario comporta l’acquisizione di conoscenze che variano dalle abilità tecnico-manuali (il saper fare) alle sempre più necessarie capacità comunicative e relazionali utili al rapporto interpersonale (sapere essere). In particolare, la dimensione della relazione d’aiuto, risulta essere oltremodo delicata e importante

nell’agire dei volontari. La gestione di tale relazione non la si può dare per scontata. Le capacità relazionali, seppur in parte presenti nella scelta stessa dell’agire volontario, necessitano di competenze che mettono in gioco il proprio sé in relazione con l’altro. Per questo Centro Servizi Volontariato Salento ha pensato di organizzare una serie di seminari formativi, distribuiti in tutta la provincia, allo scopo di offrire i primi strumenti per affrontare al meglio la relazione in un’ottica di aiuto.

Saranno realizzati 3 seminari formativi della durata di 6 ore ciascuno. Ciascun seminario si svilupperà in due incontri da 3 ore e saranno affrontati i seguenti argomenti: la relazione d’aiuto: definizione e contenuto; le abilità del volontario: ascolto attivo, ascolto di sé, competenza comunicativa; mettersi in ascolto di... (la relazione d’aiuto in diversi ambiti – laboratorio). Per maggiori informazioni è possibile contattare il CSV Salento oppure visionare il sito www.csvsalento.it.

le parole che contano

“Siamo custodi dei beni comuni, non proprietari” Gregorio Arena

di Luigi RUSSO

LA FORZA DELLA DEBOLEZZA

l papa Benedetto XVI ha da poco “rinunciato” al Pontificato. In sostanza lascia la carica più alta, da vivo, per dedicarsi alla vita di preghiera, al silenzio, all’offerta di sé per il Bene della Chiesa, “nascosto al mondo”. La lettura “politica” di questa sua scelta ha invaso le pagine dei media: effetto degli scandali? Precarie condizioni fisiche? Ma c’è un oltre? E questo oltre può interessare il mondo del volontariato? Cerchiamo di fare una lettura controcorrente. Un papa quasi ottantaseienne, fine filosofo e teologo, decide di immettere in uno spazio fisico, come quello del potere ecclesiastico che ha una inerzia bimillenaria, una dimensione di profonda destrutturazione come la rinuncia. Dice: io non sono indispensabile, quest’opera – la Chiesa – non è di mia proprietà, io sono solo un servo di Dio che è il vero padrone della vigna, io posso portare solo un piccolo contributo ma non sono il salvatore, l’indispensabile, altri devono poter portare il loro contributo, c’è bisogno di ognuno. Questo pensiero del papa ci insegna che occorre avere un senso del limite, e che forse il modo migliore per combattere gli effetti distruttivi del potere - e ci sono in ogni istituzione – non è quello di confliggere frontalmente con il male, provocando inevitabilmente così un suo rinforzo, ma di inviluppare i suoi effetti nel grande utero dell’umiltà. E’ l’umiltà, infatti, l’energia più rivoluzionaria della storia, perché costruisce ponti, sviluppa nelle relazioni il desiderio di confronto, di ascolto, esplicita il bisogno che ognuno di noi ha dell’altro e l’altro di noi. Penso che questa grande lezione di vita del papa valga per la Chiesa, ma anche per ognuno di noi che vive nel mondo dell’associazionismo e della solidarietà. Non c’è altro modo, probabilmente, di costruire vincoli solidali e responsabili, se non attraverso – innanzitutto l’ammissione che siamo pieni di limiti, che abbiamo bisogno l’uno dell’altro, che la solidarietà e il dialogo non sono alimento del nostro narcisismo e del nostro perbenismo, ma strumenti per costruire comunità responsabili e aperte alla speranza.


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