Nel volgere di pochi mesi il tema della transizione ecologica è dilagato. Capi di governo,
istituzioni internazionali, organismi europei, giornalisti, studiosi, piani economici, come in
una grande orchestra a cui è stato improvvisamente consegnato uno spartito dimenticato
in qualche cassetto, hanno iniziato a suonare la stessa sinfonia. Draghi ha persino messo
nel suo governo un musicista ad hoc, titolare di un ministero che ha proprio quel compito
lì, quello di realizzare la “transizione ecologica”, quasi come se si trattasse di bonificare
qualche terreno paludoso. La repentinità del passaggio, l’oggettiva inadeguatezza degli
strumenti istituzionali predisposti per gestirlo e, soprattutto, le scelte operate a stretto giro
di posta nella gestione dei fondi europei, hanno giustamente portato i movimenti
ambientalisti a denunciare le strategie di “greenwashing”, neppure troppo celate, che si
muovevano e continuano [...]