Oinos - Vivere di vino - 2013 n.2

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CERVARO DELLA SALA OSPITA CLOS DES MOUCHES paolo baracchino

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La mattina successiva abbiamo fatto due degustazioni in contemporanea ed esattamente una del vino bianco Clos des Mouches dell’azienda Joseph Drouhin annate 2010, 2009, 2005, 2000, 1995 e 1992 e l’altra del vino Cervaro della Sala dell’azienda Castello della Sala annate 2009, 2001, 1999, 1996, 1989 e 1986. Si è trattato di due verticali degne di grande interesse. Il Clos des Mouches è di uvaggio solo Chardonnay, mentre il Cervaro della Sala normalmente è composto dal 90% di Chardonnay e dal 10% di Grechetto, uvaggio autoctono dell’Umbria. Devo confessare che sono un appassionato del Cervaro della Sala con almeno dieci anni d’invecchiamento. Trovo che il Cervaro della Sala, quando è giovane, abbia un pò troppo la presenza del legno, anche se si tratta di un legno di altissima qualità, che si manifesta sia all’olfatto che al gusto, principalmente con note vanigliate. Nell’invecchiare il vino si spoglia del legno sempre di più, lasciando spazio alle note tipiche dei due vitigni. Forse molti non lo hanno ben capito, ma il Cervaro della Sala è un bel fiore all’occhiello dell’enologia Italiana. Mi hanno colpito particolarmente il Clos des Mouches annate 1995 e 1992, mentre, in assoluto, per me, il miglior vino di entrambe le verticali è stato il Cervaro della Sala 1989. E mi sono piaciute particolarmente anche le annate 1999 e 1986 del Cervaro della Sala. Nel corso della degustazione è stata data la parola al signor Frédéric Drohuin, al marchese Piero Antinori e al dottor Renzo Cotarella, che hanno parlato dei loro vini, delle annate di produzione e delle loro sensazioni sui vini. Io ho chiuso le orecchie e mi sono immerso completamente nel lavoro piacevole che dovevo svolgere, cioè

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Alla fine del mese di novembre 2012 sono stato ospite del marchese Piero Antinori e di Renzo Cotarella in Umbria, presso il Castello della Sala, insieme a pochi altri appassionati, membri del Grand Jury Européen e giornalisti di varie parti del mondo. Siamo arrivati il giorno prima, così ho avuto modo di passare una piacevole serata con gli amici, consumando una cena accompagnata da alcuni vini delle aziende Antinori.

degustare tutti quei vini. Quando andavo a scuola e dovevo fare un compito in classe aprivo le orecchie per cercare aiuti di tutti i tipi per potere svolgere, al meglio, il mio lavoro. Col vino è tutta un’altra cosa, faccio l’opposto. Ho quindi completato il mio lavoro, sicuramente per ultimo, rispetto agli altri. Che lavoro piacevole! Piero Antinori, resosi conto che avevo terminato la mia degustazione, mi guardava sorridendo divertito e mi diceva: “Paolo devi attendere a parlare” e faceva parlare altri ospiti, lasciandomi in frenetica attesa. Vari ospiti parlavano genericamente dei vini e Piero Antinori, che ben mi conosce, sa che io amo parlare analiticamente di tutti i vini degustati ed è per questo che desiderava che fossi io, con la mia analisi, a chiudere la bella e piacevole degustazione. E ciò è effettivamente avvenuto, infatti Piero Antinori e Renzo Cotarella finalmente mi hanno chiesto, sorridendo, di parlare, sapendo che avrei iniziato con la forza di un fiume in piena. Il piacere di degustare, per me, si completa potendo trasmettere agli altri le mie sensazioni, emozioni e anche critiche sui vini. Dopo diversi minuti, terminavo la mia esternazione, mossa, visibilmente, dalla passione che nutro nel degustare i vini, ricevendo un appagante plauso generale, avendo fatto un analitico esame di tutti i vini degustati. Successivamente alle degustazioni, siamo stati ospiti a pranzo in compagnia di Gianfranco Vissani, che ha cucinato un piacevole pranzo accompagnato coi vini bianchi della degustazione e con due vini rossi d’eccezione, il Grand Echezeaux di Joseph Drouhin annata 1990 e Clos des Mouches rosso annata 1983.


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