Oinos - Vivere di vino - 2017 n.4

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verso l’Oriente con lo sguardo rivolto a Venezia, un angolo appartato, caldo, velato e avvolgente. Qui e solo qui si potrà godere di una proposta food creata ad hoc per un ambiente così speciale: piatti d’estetica floreale ispirati al “pasto estetico” di Silvia Bisconti, che in quella che diviene “la casa di Raptus & Rose a Venezia” diviene realtà tangibile, anzi, edibile. Grazie alla maestria dello chef Luca Veritti, la Rose Room è un corner dove gustare una piccola cucina leggera, raffinata e fresca, che rifletterà il succedersi delle stagioni, originata dal verde della natura e che dalla natura coglierà i più suggestivi decori per i piatti: foglie, fiori, bacche dalle forti cromie, a corollario di piccoli assaggi e una varietà di delicatezze culinarie. “Da quest’estate abbiamo voltato pagina e iniziato un nuovo percorso al ‘Met Restaurant’, ormai sentivamo sinceramente il bisogno di rinnovarci – ci racconta Gloria Beggiato – e fortunatamente il destino ha voluto che, proprio nel momento giusto, incontrassi Silvia Bisconti, una donna straordinaria. Abbiamo gusti simili e ci assomigliamo

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molto sia come personalità che nel modo di gestire, lei il suo atelier e la sua moda e io il mio albergo e il mio ristorante, il tutto nel segno dell’eccellenza. Così, durante una bellissima e lunghissima cena, abbiamo deciso d’intraprendere insieme il progetto di restyling del Met, anche se un cambiamento nella proposta di ristorazione era già nell’aria. La nostra creatività non solo ha portato all’interno del locale un curioso e intrigante allestimento d’abiti e opere d’arte, facendolo divenire quasi uno showroom, ma si è espressa anche nel cibo, influenzando un nuovo percorso di cucina più semplice, legata ai cicli naturali e con piatti decorati in modo davvero speciale”. Ma avete introdotto anche uno sharing table… “È un tavolo che esprime molti concetti, partendo dal fatto che è costruito con ‘briccole’ veneziane esauste, i famosi pali di rovere primo fusto piantati sul fondale e utilizzati per segnalare le vie d’acqua e le maree alle imbarcazioni, la cui vita all’interno della laguna è di circa 10/20 anni, quando, ormai corrose, devono essere periodicamente sostitu-

ite – continua Gloria Beggiato – così, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, riteniamo importante trasmettere dei segnali relativi alla possibilità e necessità di coltivare il concetto di materiale di riuso. Le briccole sono la storia e i ‘guardiani’ di Venezia, dove l’uomo da sempre ha un rapporto simbiotico con l’acqua, su cui pose le proprie imbarcazioni e le sue stesse abitazioni. La palafitta fu l’elemento


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