Corriere ortofrutticolo n 04 2014 web2

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“L’Italia deve assolutamente rimanere un Paese produttivo. E per questo non servono parole ma fatti. Bisognerebbe mettere da parte un po’ d’individualismo tipicamente italiano per darsi un’organizzazione e degli obiettivi comuni pur nel rispetto della tradizione italiana e delle caratteristiche proprie del nostro Paese. Tutto il sistema, dalla produzione alla distribuzione, dovrebbe europeizzarsi un po’ di più. Ci vede deboli nella competizione internazionale l’eccessiva frantumazione. La Spagna ha la fortuna di avere produzioni più concentrate in determinate aree e anche la gestione può essere di conseguenza più efficiente. Non parliamo poi della Francia, che per la frutta ha una zona produttiva nel sud, nel Lionese. Noi abbiamo produzioni in molte zone anche molto lontane tra loro. Ma non dobbiamo dimenticare che questo ci permette una diversifica-

sa del genere nell'ortofrutta”.

zione varietale molto ricca. Questo elemento è stato alla base di una storia nell’ortofrutta che non ha nessuno. Fino a trent'anni fa la nostra leadership in Europa era indiscutibile. Ora la sfida è tornare protagonisti in un tempo completamente cambiato. Il futuro dell’ortofrutta italiana io lo vedo nell’eccellenza, nel far diventare la produzione una produzione di eccellenza. Con i costi che abbiamo, non ci sono alternative. Se i francesi hanno lo Champagne noi dovremmo avere qualco-

Nel presente del settore in Italia, quali fattori trova problematici? “Sicuramente la scarsa efficienza logistica. Pesa molto. L’Italia è svantaggiata dalla sua stessa conformazione, ma non solo. Non siamo competitivi al punto che conviene sbarcare il prodotto d’importazione nei grandi ed efficienti porti del Nordeuropa piuttosto che nei numerosi porti mediterranei, dove anche i noli sono più alti. Siamo penalizzati anche nei trasporti terrestri. Dopo la logistica, un secondo fattore negativo è l’alto costo del lavoro, della manodopera. La soluzione non è avere per forza costi più bassi ma trovare il punto di equilibrio tra qualità e competitività ovvero tra qualità e quantità”. Come vive i rapporti con la gdo italiana? “In Italia la gdo pesa sempre di

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