RIVISTA numero 7 Dicembre 2011

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MBM arquitectes, progetto preliminare “Via del mare” di Messina, 2009, schema planimetrico

vrapposizione tra il PIAU del gruppo MBM di Oriol Bohigas, i progetti dell’ufficio tecnico di Programmi Complessi per una nuova viabilità, e quello di 3T e Geierad per la via del mare e la pista ciclabile (sistema a scorrimento veloce o fronte a mare permeabile della città?). Messina è una città ferita e abusata, che si accontenta di recuperare il suo affaccio a mare trasformando i vuoti della Palazzata in “piazzette tematiche”, in attesa …; in attesa che operazioni infrastrutturali e architettoniche le conferiscano una nuova misura e un nuovo ordine urbano, dove, invece, ogni intervento edilizio è una mancata occasione di riscatto ed una semplice operazione di speculazione, in attesa di instaurare un dialogo tra città e territorio, in attesa di potersi riscattare attraverso il modello Barcelona. La debolezza del progetto del gruppo MBM risiede proprio nell’immagine di perfezione che ci restituisce in cui è chiaro che il disegnare immensi parchi, proporre isole artificiali, inserire tra dune “ricostruite” architetture a ridosso della linea d’acqua, è il modo per non risolvere le vere criticità del tessuto urbano e del territorio, mostrandosi indifferenti al carattere del luogo e alle dimensioni del tessuto su cui si inserisce l’intervento: la scala minuta dell’edilizia residenziale di Tono-Mortelle

deve confrontarsi con le stecche di alberghi fuori scala, mentre le sequenze dei vuoti attrezzati di un modello di parco metropolitano dovrebbero risarcire la città del mancato rapporto col fronte a mare che continua a restare “qualcosa d’altro” distante dalla città e dai suoi abitanti. Sulla costa opposta Reggio Calabria, sebbene con il progetto per il lungomare di Zaha Hadid sembra volersi proiettare nel mondo della logo-architecture, della architettura-immagine, è riuscita a mantenere, all’interno del processo di trasformazione, la propria identità, comprendendo i limiti che tali modificazioni avrebbero comportato, e la pericolosità che, in un territorio caratterizzato da uno scenario complesso, può comportare la degenerazione dell’architettura a sola “comunicazione”. Affermando il proprio ruolo di città che gravita sullo Stretto, sembra aver preferito adottare una strategia in grado di operare attraverso i propri caratteri locali, per cercare di superare il degrado paesistico delle coste, segnate dall’abusivismo, e delle periferie abbandonate dell’interland. Gli interventi previsti e in parte realizzati attraverso i fondi del Decreto Reggio (L.246/89) e il successivo Progetto Urban operano a scale differenti, nelle zone periferiche più compromesse e nella ridefinizione del centro urbano, tramite progetti

MBM arquitectes, progetto preliminare “Via del mare” di Messina, 2009, profilo

architettura tra urbanistica e archistar

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