Tempi, gennaio 2018

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32. buon 2018

Te Deum laudamus

Per il tuo amore per gli altri

Per tutto l’affetto ricevuto, imperfetto e zoppicante, ogni incontro e scontro, ogni prodigio e ogni peccato. Perché tutto è promemoria di Costanza Miriano Te Deum laudo per gli altri, per le altre persone che sono nella mia vita. Ti lodo, è ovvio, innanzitutto per mio marito, per i momenti meravigliosi in cui benedico il giorno in cui l’ho sposato, e anche per quelli, rari, in cui mi chiedo chi sia questo signore così diverso e inavvicinabile che dorme nel mio letto. Ti lodo per i miei figli, per quei quattro prodigiosi esseri che davvero non merito, e sia chiaro che ti lodo anche quando mi chiedo cosa ho sbagliato con loro, o, più esattamente, quando io e il loro padre ci domandiamo se per caso abbiamo imbroccato qualcosa di sensato nella loro educazione, così, giusto perché, per la legge dei grandi numeri, è impossibile sbagliare tutto ma proprio tutto. Ma, Signore, ti lodo anche per tutte le altre persone con le quali ho incrociato la mia strada, per qualche momento o per anni, per quelle perse di vista e per quelle che spero di non perdere mai, finché sarò viva. Ti lodo per tutto l’affetto di cui sono stata ricolmata, ti lodo per le volte in cui sono stata perdonata. Infinite volte. Ti lodo per le amiche e gli amici che hanno fatto finta di non vedere i miei difetti, o che mi hanno detto, nonostante tutto, «tu sei un bene per me». Ti lodo per tutte le volte in cui qualcuno ha sorriso della mia

pesantezza, ti lodo per tutte le amiche che non mi hanno chiuso il telefono in faccia anche se sapevano benissimo che le avrei investite con una montagna di cavoli miei, sempre quelli, sempre noiosissimi, sempre uguali. Ti lodo per la montagna di regali ricevuti, concreti e non, per i passaggi ricevuti, i posti letto, i pasti caldi, i consigli, le pacche sulla spalla, le telefonate ascoltate, le lamentele accolte nonostante fossi una bambina che pretendeva ascolto. Ti lodo per tutte le volte in cui sono stata compresa e abbracciata: gloria di Dio è l’uomo vivente, davvero, e tutto l’amore ricevuto, imperfetto, limitato e zoppicante, è stato per me un’eco del tuo amore, perfetto, infinito e forte. Ti lodo perché in ognuno hai messo un’impronta della tua bellezza, e se si aguzza la vista la si trova, anche nella collega acida, anche in quello invidioso. Ti lodo anche se a volte non vorrei, non mi verrebbe di farlo, perché so che se uno

Ti lodo per le volte in cui sono stata perdonata. Infinite volte. Ti lodo per le amiche e gli amici che mi hanno detto, nonostante tutto, «tu sei un bene per me»

si mette contro un fratello si sta mettendo contro di te, e io non voglio, non voglio proprio, desidero solo stare dalla tua parte. So che a ognuno hai dato la possibilità di diventare tuo figlio, attraverso il battesimo, e quindi in ogni creatura umana hai messo un seme di bellezza (magari ricordamelo la prossima volta che vorrei strozzare xw#ò+%, o che sento il disprezzo per £$ò*§ sgorgarmi spontaneo dal cuore che un minuto prima mi sembrava così nobile).

A forma di te

Ti lodo anche per le volte in cui gli altri mi hanno ferita: mi ricordano che il mio cuore è fatto a forma di te, e che nessuno, neanche il migliore dei mariti, neanche la più perfetta delle amiche, mi basta. Non per colpa sua, ma perché il nostro cuore ha una sete infinita, inesauribile. Ti lodo per le delusioni, per le attese mancate, per i piccoli tradimenti, ti chiedo solo che mi servano da promemoria per quando a deludere, mancare e tradire sono io. Ti lodo per i momenti in cui gli altri mi danno fastidio, e a volte senza neanche l’attenuante ormonale: basta un po’ di


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