Quaderni del Cimarosa 2 2016

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ASPETTI E RICEZIONE DEL JAZZ NELLÂśOPERETTA ITALIANA

cavallo, compositore di nove operette tra cui la famosissima e fortunata La reginetta delle rose (1912), Pietro Mascagni con la sua SÏ (1919) su libretto di Carlo Lombardo ed altri nomi come Franco Capuana, Adolfo Bossi, Achille Schinelli, Alberto Curci e tanti altri, tutti in qualche modo incuriositi e compositori occasionali del genere. Da VRWWROLQHDUH OD SDUROD ³RFFDVLRQDOL´ SRLFKp OD GLIIHUHQ]D WUD TXHVWL JUDQGL FRPSRVLWRUL e i compositori di operette veri e propri (appartenenti alla seconda categoria quindi) è solo nei generi affrontati;20 in quanto a formazione, studi accademici e carriera non ci sono differenze sostanziali tra le due categorie, come si può evincere da personalità quali Giuseppe Pietri, Carlo Lombardo, Virgilio Ranzato e, nel caso dellœoperetta da me affrontata, Dino Rulli. Tutti compositori e musicisti validissimi, con una forte carriera accademica alle spalle ma non per questo chiusi nella tradizione. Ed è proprio questa apertura al nuovo la linfa vitale dellœoperetta tra il 1910 ed il 1930, capace di incamerare gusti, tendenze e novità provenienti dalla vita di tutti i giorni. Come già accennato in precedenza la ¾modernità œ gioca un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda la trama sia per le canzoni. Allœinterno della trama delle operette di questo ventennio, come già è stato detto, non è raro trovare argomenti che si rifanno alle moderne scoperte21 o riferimenti ad eventi realmente accaduti in quegli anni. Questo mettere in parallelo trama e musica, librettista e compositore è necessario poichÊ andranno di pari passo e si influenzeranno a vicenda come mai era successo prima, nemmeno nellœopera. Trame innovative con argomenti da giornale, da bar, riferimenti a innovazioni dœoltreoceano richiedevano una musica adatta; ma al tempo stesso queste nuove musiche piene di nuove armonie, tempi sincopati, ritmi del tutto nuovi dovevano essere adattate a nuovi scenari non certo ¾classiciœ e a personaggi poliedrici, capaci di rompere la parete tra palcoscenico e pubblico e creare un forte legame tra teatro e varietà . Altro aspetto da non sottovalutare è il successo di molti brani presi singolarmente grazie alla grandissima diffusione delle relative riduzioni per orchestrina nei cafÊ-chantant.22 La diffusione e lœincredibile produzione di operette, specialmente dopo la fine della prima guerra mondiale, portò ad un veloce esaurimento delle idee librettistiche molto sentito già dagli inizi degli anni ¾20. A proposito della crisi teatrale riporto qui di seguito alcuni stralci di unœintervista del 1925 allœavvoccato Gheraldi, allora amminiVWUDWRUH GHOHJDWR VLD GHOOD FDVD HGLWULFH 6RQ]RJQR FKH GHOOD ³6RFLHWj ,WDOLDQD 7HDWUR dœ2SHUHWWD´ La crisi? Argomento esaurito: ormai ogni sorta di progetti, sanatorie, proposte sensate e fanfaluche hanno invaso i quotidiani e le riviste di teatro stancando il pubblico col loro inutile ripetersi e lasciando naturalmente ¹ destino delle chiacchiere ¹ insoluto il problema della crisi che travaglia il Teatro. PiÚ nulla da dire, dunque, ma molto da fare. [...] bisogna offrire al nostro pubblico delle buone commedie e delle operette divertenti, interpretate da compagnie composte di elementi noti ed esperimentati, non 20

Ma anche i compositori di operette ovviamente si cimentarono in altri generi come lœopera, la pantomima o composizioni strumentali. Nella già citata La reginetta delle rose (1912) di Leoncavallo uno dei numeri chiusi si intitola Il duettino del telefono. Siamo in un periodo in cui i telefoni erano ancora una rarità . PiÚ avanti nellœanalisi dellœoperetta Un signore senza pace approfondirò questo aspetto. 22 Lœimportanza e la diffusione dei cafè-chantant in Italia sono aspetti da me analizzati nel relativo capitolo. 21

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