Consap Magazine Giugno 2011

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solo apparato di sicurezza interna ed esterna del Paese, ed ai festeggiamenti di Carabinieri, Finanzieri, Forestali, Penitenziari e di tutti gli apparati militari, si è in grado di valutare l’enormità delle risorse andate in fumo per i festeggiamenti. Per non parlare poi della festa della Repubblica che quest’anno ha raggiunto livelli di sontuosità forse mai raggiunti in passato, con la partecipazione di oltre ottanta delegazioni estere. Non sarebbe stato più morale e rispettoso degli onesti lavoratori, rinunciare al fasto ed alla sontuosità, determinando forme di celebrazioni sobrie ed essenziali? Ne sarebbero nate delle economie, che pur se non risolutive dei problemi, avrebbero comunque mostrato decoro e rispetto della sovranità popolare. Non ci sono soldi per i rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro, per il riordino delle carriere, per le missioni e gli straordinari, per carburanti e carta igienica, però per le feste ci sono ed in abbondanza. Si chiudono presidi di polizia sul territorio, Commissariati, Scuole, posti di Polizia Ferroviaria, Stra-

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dale e quant’altro per economizzare la gestione, ma non si risparmia sulle feste. Si riducono le assunzioni all’osso, con effetti disastrosi sull’efficienza e sulla funzionalità del sistema sicurezza a causa dell’invecchiamento del personale chiamato a un sempre maggiore impegno e disponibilità a compensazione delle carenze, però si fa festa sontuosa nelle ricorrenze. La cosa è odiosa ed inaccettabile, tra la pagnotta ed il coriandolo, è fuor di dubbio che la prevalenza assoluta sia quella della pagnotta. Invece le scelte fatte nella gestione delle ricorrenze collidono fortemente con i più elementari principi di moralità, offendendo ulteriormente tutti coloro che non fanno della chiacchiera la fonte di approvvigionamento delle loro risorse, ai quali la crisi economica ha portato serio nocumento con rilevante contrazione della capacità di spesa. Avevano fatto numerose promesse che non hanno mantenuto, galleggiando su un mandato di rappresentanza politica ormai rinnegata e senza più la originaria corrispondenza. Hanno fatto molti errori, prima illudendo i tutori dell’ordine, e poi infierendo severamente sui diritti quesiti e sulle aspettative maturate. Hanno congelato le retribuzioni e peggiorato gravemente il sistema pensionistico, minando dalle fondamenta le garanzie per una vecchiaia serena. Una cosa buona potevano almeno farla: risparmiarci le passerelle di festeggiamento istituzionale. Con questa triste situazione c’è poco da festeggiare!!!“


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