Prospettiva internazionalista

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mantenere se la domanda cinese et giapponese non fosse andata a coprire i suoi debiti), i suoi tagli alle tasse, la deregolamentazione, le privatizzazioni, la mercificazione dei servizi e delle finanze, ha gonfiato la domanda dei suoi titoli e beni immobili e, quindi, i loro prezzi. La fiducia nella capacità di accumulare valore era completamente restaurata. Nel 2004, l'economista Stephen Roach stimava che l'80% dei risparmi netti del mondo si dirigevano verso l'UE. Una quota crescente dei profitti mondiali è stata sottratta alla circolazione generale e trasferita al tesoro statunitense. Dopo lo scoppio della crisi, le politiche "neoliberali" a sostegno di questo processo sono state severamente criticate in quanto la crisi ne ha rivelato il carattere speculativo. Ma dal punto di vista capitalistico, quel era l'alternativa? Le misure auspicate dalla sinistra capitalista, vale à dire, maggiori investimenti produttivi -sotto la direzione statale, ove necessario- e maggiore sostegno alla domanda per il tramite d’aumenti salariali, non avrebbero fatto altro che portare sovrapproduzione ed accelerare ancor più l'inflazione. L’opzione «neoliberale» aveva almeno il vantaggio di allontanare per qualche tempo queste minacce. Distogliendo fondi agli investimenti produttivi e sottraendolo denaro alla circolazione generale, si compensava la tendenza alla sovrapproduzione e all’inflazione. E si rendevano i ricchi ancora più ricchi. In particolar modo i mercanti della finanza. « i profitti reali » - ha detto un uomo di Wall Street- «non si fanno nella produzione, ma comprando e vendendo. » O anche non facendo nulla, visto che i prezzi delle azioni e degli immobili aumentano di giorno in giorno. Fin quando l’aumento dei «valori» compensava gli interessi, indebitarsi era perfettamente razionale per coloro che avevano i soldi. Per un povero, il debito è costoso, ma per un ricco, è fruttuoso. Non è sorprendente che l'illusione che il capitale possa accumularsi nella forma A-A', senza dover

passare attraverso questa fase dolorosa M, si diffonda. Ma in realtà, è solo in questa fase che si crea valore, il valore di C + V (il capitale investito in mezzi di produzione e forza lavoro) si trasforma in C + V + P (plusvalore), è solo in questa fase che il lavoro astratto va a sommarsi al valore del capitale. Naturalmente, con l'inclusione della Cina ed altri paesi con bassi salari, e con il declino relativo dei salari nei paesi avanzati, la creazione di valore è cresciuta, ma non ad un ritmo vertiginoso delle finanze. Il valore del tesoro non è una realtà oggettiva, ma un atto di fede. Difendere la fede nel proprio tesoro è l'obiettivo principale dello Stato capitalista. È in suo nome che si conducono le odierne Crociate. Per mostrare il suo potere, per rassicurare gli azionisti. La falsa promessa di austerità Quando la crisi ha fatto scoppiare la bolla speculativa e mostrato che l'arricchimento era solo apparente, ed in gran parte dovuto all'inserimento di capitale fittizio nel ciclo del valore, la capacità d’accumulare valore è stata nuovamente messa in discussione. C’è voluta un aumento della spesa storicamente senza precedenti e, per conseguenza, del debito dei paesi più ricchi, per sostenere le istituzioni finanziarie ed evitare che la fede nel tesoro privato venga meno. È la fede nello stato che l’ha sostenuta. Ma per sostenere la crescita del capitale fittizio, si è creato ancor più capitale fittizio. E non finisce qui. Con la sua politica di "quantitative easing" (alleggerimento quantitativo), la banca federale americana continua a sostenere i prezzi dei titoli mobiliari (debito pubblico ed ipoteche) che compra alle banche per centinaia di miliardi di dollari creati ex nilo, premendo un pulsante del computer. E l'UE ha ancora creato centinaia di miliardi di euro per salvare dalla bancarotta i suoi membri più indebitati. Anche i paesi che hanno imposto misure di austerità draconiane continuano ad emettere nuovi titoli di 51


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