

Corriere dell‘Economia

Sintesi esplicative di documenti e studi a carattere economico di rilievo nazionale, europeo ed internazionale, con link ai documenti ufficiali.
Min.Lavoro: aperta la piattaforma per richiedere gli incentivi per l’Autoimpiego
Governo: presentato il documento programmatico di bilancio (DPB) 2026
INPS: ADI – inclusione sociale e lavorativa
INPS: cumulo pensione con redditi da lavoro autonomo
EUROSTAT: Inflazione annua al 2,2% nell’area euro. Fino al 2,6% nell’UE
ISTAT: Prezzi al consumo - Settembre 2025 - Dati definitivi


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Banca d’Italia: Bollettino Economico Ottobre 2025


L’economia mondiale continua a essere condizionata dalle tensioni commerciali. Gli accordi recenti tra Stati Uniti, UE e altri partner stanno ridefinendo gli equilibri internazionali, ma l’incertezza sulle politiche commerciali rimane elevata. I dazi più alti hanno già frenato il commercio globale.
Negli USA, la crescita del PIL prosegue ma con un mercato del lavoro più debole; in Cina, la domanda interna resta fiacca. Il FMI prevede per il biennio 2025-26 una crescita globale leggermente inferiore rispetto al 2024.
Area dell’euro
Il PIL dell’area ha rallentato nel secondo trimestre, venendo meno l’effetto positivo degli acquisti anticipati prima dei dazi statunitensi. La crescita rimane modesta e si attesterà intorno all’1% annuo nel triennio 2025-27.
L’inflazione, intorno al 2% da maggio, dovrebbe scendere lievemente nel 2026 per poi stabilizzarsi vicino all’obiettivo nel 2027.
Politica monetaria
La BCE ha mantenuto invariati i tassi ufficiali nelle riunioni di luglio e settembre. Il costo del credito alle imprese è diminuito, ma la domanda di prestiti resta debole a causa dell’incertezza e delle tensioni commerciali, con una preferenza per finanziamenti a breve termine.
Economia italiana
Dopo un calo nel secondo trimestre, il PIL italiano è tornato a crescere moderatamente nei mesi estivi. La ripresa è trainata da:
Investimenti in aumento, sostenuti da condizioni di credito favorevoli, incentivi fiscali e PNRR;
Consumi in lieve rialzo grazie alla fiducia delle famiglie e alla stabilità dei redditi da lavoro; Servizi e costruzioni in espansione, manifattura ancora debole.
Settore estero e finanza
Le esportazioni sono risalite nel bimestre luglio-agosto e l’avanzo di conto corrente si è 16 10 25
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ampliato. Cresce l’interesse degli investitori esteri per i titoli italiani, sebbene la posizione netta sull’estero si riduca per l’apprezzamento dell’euro.
Occupazione e salari
L’occupazione si è stabilizzata, con lievi aumenti delle ore lavorate. Il tasso di disoccupazione resta basso, mentre la crescita delle retribuzioni contrattuali si attenua, pur restando superiore all’inflazione.
Inflazione
Nel terzo trimestre si mantiene appena sotto il 2%. I prezzi dei beni non energetici crescono poco, mentre quelli dei servizi e dei prodotti alimentari aumentano di più, per cause temporanee. I prezzi alla produzione restano contenuti.
Credito
I tassi più bassi si sono trasmessi al costo del credito, che torna a crescere: I prestiti alle imprese aumentano, specie nei servizi; Il credito alle famiglie accelera; Non emergono tensioni dal lato dell’offerta di finanziamenti.
Finanza pubblica
Il DEF 2025 prevede:
indebitamento netto al 3% del PIL nel 2025, in discesa al 2,3% nel 2028; debito pubblico al 137,4% del PIL nel 2026, in calo nel biennio successivo.
Prospettive per l’Italia
Il PIL crescerà dello 0,6% nel 2025-26 e dello 0,7% nel 2027, sostenuto dalla domanda interna e dagli investimenti. I consumi rimarranno prudenti nel breve periodo ma cresceranno con l’aumento del reddito disponibile.
L’inflazione sarà all’1,7% nel 2025, 1,5% nel 2026 e 1,9% nel 2027.
Rischi e incertezze
Le previsioni restano fragili a causa dell’evoluzione delle politiche commerciali e dei conflitti internazionali.
Una maggiore spesa pubblica europea, soprattutto per la difesa, potrebbe tuttavia fornire un impulso positivo alla crescita.
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INPS: Assegno unico – Osservatorio settembre 2025


Nei primi otto mesi del 2025 le famiglie hanno ricevuto assegni per un totale di 13,1 miliardi di euro, che si sommano ai 19,9 miliardi erogati nel 2024.
Lo evidenzia l’aggiornamento dell’Osservatorio Statistico sull’Assegno unico e universale per i figli a carico (AUU), pubblicato con riferimento al periodo gennaio 2024 – agosto 2025.
Nel 2025, 6.195.741 nuclei familiari hanno beneficiato dell’assegno, per un totale di 9.800.723 figli. L’importo medio mensile per figlio, comprensivo delle maggiorazioni, è stato di 173 euro ad agosto 2025. Tale valore varia da circa 57 euro per chi non ha presentato l’ISEE o supera la soglia massima (45.939,56 euro nel 2025), fino a 224 euro per chi appartiene alla fascia ISEE più bassa (17.227,33 euro nel 2025).
Min.Lavoro: aperta la piattaforma per richiedere gli incentivi per l’Autoimpiego


Dal 15 ottobre 2025 è possibile presentare, tramite la piattaforma di Invitalia, le domande per ottenere le nuove agevolazioni destinate all’avvio di imprese, studi professionali o società tra professionisti, previste dagli articoli 17 e 18 del Decreto Coesione (D.L. 60/2024, convertito dalla legge 95/2024) e dal D.M. 11 luglio 2025. Le misure, rivolte a giovani tra i 18 e i 35 anni inoccupati, inattivi, disoccupati, beneficiari del programma GOL o lavoratori con redditi inferiori alla soglia di incapienza, intendono favorire l’autoimpiego attraverso attività di lavoro autonomo, ditte individuali, imprese societarie e iniziative libero-professionali, anche in forma associata. Per il finanziamento sono stati stanziati 800 milioni di euro, di cui 700 milioni a valere sul Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) e 100 milioni sul PNRR, articolati su due linee principali: “Autoimpiego Centro-Nord” e “Resto al Sud 2.0”. Gli incentivi prevedono due tipologie di contributo: un voucher a fondo perduto di 30.000 euro (elevato a 40.000 nelle aree ZES del Mezzogiorno, con possibile maggiorazione di 10.000 euro per progetti innovativi o sostenibili) oppure un contributo percentuale sull’investimento, pari al 65% fino a 120.000 euro e al 60% tra 120.000 e 200.000
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euro, con percentuali maggiorate rispettivamente al 75% e 70% nelle aree ZES e nel Mezzogiorno. Accanto al sostegno economico, sono previsti percorsi di formazione e servizi di tutoraggio obbligatori, coordinati dall’Ente Nazionale Microcredito, per garantire un accompagnamento qualificato e un corretto utilizzo delle risorse pubbliche. Le agevolazioni si inseriscono nel più ampio pacchetto del Decreto Coesione dedicato alla promozione dell’autoimpiego e dell’imprenditorialità giovanile, che include anche misure specifiche per lo sviluppo di attività nei settori strategici della transizione digitale e tecnologica, come stabilito dall’articolo 21 e dal D.M. 3 aprile 2025.
Governo: presentato il documento programmatico di bilancio (DPB) 2026


Nel corso della seduta n. 145 del 14 ottobre 2025, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha presentato il Documento programmatico di bilancio (DPB), che, come previsto dalla normativa vigente, sarà trasmesso al Parlamento e alla Commissione europea. La manovra prevede interventi complessivi per circa 18 miliardi di euro medi annui.
Sul piano fiscale, prosegue la riduzione della tassazione sui redditi da lavoro, con l’abbassamento della seconda aliquota IRPEF dal 35% al 33%, per un impatto stimato di circa 9 miliardi nel triennio. Sono previsti inoltre 2 miliardi nel 2026 per sostenere gli adeguamenti salariali al costo della vita. Verranno prorogate le detrazioni edilizie alle stesse condizioni del 2025 e introdotte misure di pacificazione fiscale a beneficio dei contribuenti.
Per quanto riguarda le imprese, la manovra incentiva gli investimenti in beni materiali, aumentando il valore ammortizzabile per un totale di 4 miliardi di euro. Vengono confermati i crediti d’imposta per le imprese nelle ZES e, per il triennio 2026-2028, 100 milioni per le ZLS. È inoltre prorogata fino al 31 dicembre 2026 la sospensione della plastic e sugar tax e rifinanziata la misura “Nuova Sabatini”.
Sul fronte sociale e familiare, sono destinati 3,5 miliardi nel triennio per il sostegno alle famiglie e la lotta alla povertà. È prevista una revisione del calcolo dell’ISEE, che modificherà il peso della casa e delle scale di equivalenza, con un impatto stimato di circa 500 milioni annui. La legge di bilancio includerà inoltre interventi in 14 10 25
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materia pensionistica legati all’evoluzione dell’aspettativa di vita.
Nel settore sanitario, ai rifinanziamenti già stabiliti (oltre 5 miliardi per il 2026, 5,7 miliardi per il 2027 e quasi 7 miliardi per il 2028) si aggiungono 2,4 miliardi nel 2026 e 2,65 miliardi complessivi per il biennio successivo.
Le coperture finanziarie della manovra derivano, oltre che dal miglioramento del quadro di finanza pubblica e dalla rimodulazione del PNRR, anche da nuove entrate provenienti dagli intermediari finanziari e assicurativi e da razionalizzazioni di spesa sui bilanci pubblici.
INPS: ADI – inclusione sociale e lavorativa


L’INPS, con il messaggio n. 3048 del 14 ottobre 2025, ha fornito chiarimenti sul percorso di inclusione sociale e lavorativa destinato ai nuclei familiari che beneficiano dell’Assegno di Inclusione (ADI) dopo la presentazione della domanda di rinnovo. Attraverso la piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa), è possibile consultare il percorso assegnato a ciascun nucleo familiare una volta accolta la domanda. 14 10 25 13 10 25
INPS: cumulo pensione con redditi da lavoro autonomo


Il Messaggio INPS n. 3036 del 13 ottobre 2025 fornisce istruzioni sul cumulo tra pensione e redditi da lavoro autonomo e sulla dichiarazione dei redditi per i pensionati.
Ecco i punti principali:
• I pensionati soggetti al divieto di cumulo parziale devono dichiarare entro il 31 ottobre 2025 i redditi da lavoro autonomo percepiti nel 2024.
• Esclusi dall’obbligo: titolari di pensione di vecchiaia, di anzianità, di assegno o pensione di invalidità con almeno 40 anni di contributi, o di pensioni liquidate con sistema contributivo.
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• Restano obbligati alla dichiarazione i pensionati non rientranti nei casi sopra elencati, salvo che il reddito da lavoro autonomo non superi 7.781,93 euro (pari al trattamento minimo 2024).
• Alcuni redditi non rilevano ai fini del cumulo: compensi per attività socialmente utili, indennità e gettoni di presenza di amministratori locali, cariche pubbliche elettive, indennità per giudici tributari e remunerazioni dei sacerdoti.
• Per gli iscritti alla Gestione Dipendenti Pubblici, il divieto di cumulo riguarda solo i trattamenti di inabilità.
• Le stesse regole valgono per iscritti INPGI e per chi svolge lavoro sportivo o funzioni di magistrato onorario non esclusivo.
• La dichiarazione va presentata online tramite SPID, CIE o CNS, accedendo al servizio “RED Precompilato” sul sito INPS.
• Chi non presenta la dichiarazione deve restituire una somma pari all’intero importo annuo della pensione percepita.
È prevista anche una dichiarazione preventiva per il 2025, con successivo conguaglio nel 2026.
Min.Lavoro: rilascio del DURC concetto di “scostamento non grave”


Con l’interpello n. 3 del 13 ottobre 2025, il Ministero del Lavoro ha chiarito che, ai fini del rilascio del DURC, non è possibile considerare regolare la posizione contributiva quando sussistono debiti costituiti solo da sanzioni o interessi, anche se i contributi sono stati già versati.
Il Ministero precisa che:
• L’art. 3, comma 3, del D.M. 30 gennaio 2015 definisce “scostamento non grave” quello pari o inferiore a 150 euro, comprensivo di contributi e accessori di legge.
• Le sanzioni civili sono parte integrante dell’obbligazione contributiva, poiché derivano automaticamente dal mancato o ritardato versamento dei contributi e ne rappresentano l’accessorio.
• Di conseguenza, anche la presenza di sole sanzioni o interessi comporta irregolarità contributiva, salvo che l’importo complessivo del debito (contributi + accessori) non superi 150 euro. 13 10 25
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EUROSTAT: Regioni Ue a rischio povertà o esclusione sociale


Nel 2024, secondo i dati Eurostat relativi alle 243 regioni dell’UE di livello NUTS 2, il 38% di esse (93 regioni) ha registrato un tasso di rischio di povertà o esclusione sociale superiore alla media europea del 21%, mentre 4 regioni si collocavano in linea con tale valore e 146 presentavano tassi inferiori. I livelli più elevati si sono osservati in Guyana (Francia), con il 59,5% della popolazione a rischio, seguita da Calabria (48,8%) e Campania (43,5%) in Italia, e dalle città autonome spagnole di Melilla (44,5%) e Ceuta (42,2%). Complessivamente, 25 regioni europee hanno registrato una quota di popolazione a rischio pari o superiore al 33%, localizzate principalmente in Grecia (5 regioni), Bulgaria, Spagna e Italia (4 ciascuna), Romania e regioni ultraperiferiche francesi (3 ciascuna), oltre alle regioni urbane di Bruxelles (Belgio) e Brema (Germania). All’estremo opposto, 26 regioni hanno mostrato un rischio inferiore al 12,5%, tra cui sette regioni del Nord e Centro Italia — con la Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen al minimo europeo (6,6%) —, sei regioni ceche, tre del Vlaams Gewest belga, tre austriache, due polacche (inclusa Varsavia) e le regioni capitali di Croazia, Romania, Slovenia e Slovacchia, con Bratislavský kraj al secondo posto per minore incidenza (8,6%), insieme alla regione ungherese di Közép-Dunántúl. 17 10 25 17 10 25
EUROSTAT: Inflazione annua al 2,2% nell’area euro. Fino al 2,6% nell’UE


Nel settembre 2025, il tasso di inflazione annuale nell’area dell’euro è salito al 2,2%, in crescita rispetto al 2,0% registrato ad agosto e all’1,7% di un anno prima, con l’Unione Europea che ha seguito una tendenza simile, raggiungendo il 2,6% (rispetto al 2,4% di agosto). Questi dati, forniti da Eurostat, mostrano una divergenza tra gli Stati membri: mentre paesi come Cipro (0,0%), Francia (1,1%), Italia e Grecia (entrambi 1,8%) hanno registrato i tassi più bassi, la Romania (8,6%), l’Estonia (5,3%) e la Croazia e la Slovacchia (entrambi 4,6%) hanno riportato i massimi. Rispetto al mese precedente, l’inflazione è aumentata in quindici Stati membri, è diminuita in
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otto ed è rimasta stabile in quattro. Il contributo maggiore all’inflazione nell’area dell’euro è venuto dai servizi (+1,49 punti percentuali), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (+0,58 pp) e beni industriali non energetici (+0,20 pp), mentre la componente energetica ha avuto un contributo lievemente negativo (-0,03 pp).
ISTAT: Economia non osservata nei conti nazionali – Anni 2020-2023


Nel 2023, il valore dell’economia non osservata in Italia, che include l’economia sommersa e le attività illegali, ha raggiunto i 217,5 miliardi di euro, registrando una crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente (contro il +7,2% del PIL a prezzi correnti). Di conseguenza, la sua incidenza sul PIL è salita leggermente, passando dal 10,1% al 10,2%.
L’economia sommersa (escluse le attività illegali) ammonta a quasi 198 miliardi di euro, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. La crescita complessiva dell’economia non osservata è stata trainata principalmente dall’aumento dell’11,3% del valore aggiunto generato dal lavoro irregolare (+7,8 miliardi di euro), e del 6,6% dalla sotto-dichiarazione (+6,7 miliardi di euro).
ISTAT: Prezzi al consumo - Settembre 2025 - Dati definitivi
A causa della crescita più sostenuta del lavoro irregolare, la sua incidenza sul totale dell’economia non osservata è aumentata al 35,5% (dal 34,3% del 2022), mentre il peso della sotto-dichiarazione è sceso al 49,7%. Si segnala inoltre un progressivo ridimensionamento dell’impatto delle attività illegali, la cui quota è scesa al 9,2% del totale, in calo rispetto al 9,8% del 2022. Le unità di lavoro irregolari totali hanno superato i 3,13 milioni, con un aumento di oltre 145 mila unità rispetto al 2022. 17 10 25 16 10 25


Nel mese di settembre 2025, l’inflazione italiana misurata dall’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) si è mantenuta stabile su base annua al +1,6%, in linea con agosto e confermando la stima preliminare, pur registrando una variazione congiunturale negativa del -0,2% su base mensile, dovuta soprattutto al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-3,3%) e degli Alimentari lavorati. La stabilità
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del tasso tendenziale è il risultato di dinamiche contrastanti tra gli aggregati: si è registrato un rallentamento nei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (dal +3,5% al +2,4%) e degli Alimentari non lavorati (dal +5,6% al +4,8%), bilanciato dall’accelerazione degli Energetici regolamentati (dal +12,9% al +13,9%) e dal recupero degli Energetici non regolamentati (da -6,3% a -5,2%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, ha mostrato una lieve decelerazione, scendendo dal +2,1% al +2,0%, mentre l’indice armonizzato (IPCA), che registra l’impatto della fine dei saldi estivi, è aumentato dell’1,8% su base annua. La dinamica annuale è rimasta stabile per i beni (+0,6%) e si è lievemente attenuata per i servizi (+2,6%), portando il differenziale inflazionistico tra servizi e beni a +2,0 punti percentuali.
ISTAT: Commercio con l’estero e prezzi all’import – Agosto 2025


Ad agosto 2025, il commercio estero italiano ha registrato una flessione congiunturale (-0,2% su base mensile), con le importazioni in calo più ampio del previsto (-3,7%) rispetto alle esportazioni (-2,7%). Questa contrazione mensile dell’export è stata interamente causata dal forte calo delle vendite verso l’area Extra UE (-7,7%), mentre l’export verso l’area UE è cresciuto del 2,1%.
Su base annua, l’export è diminuito dell’1,1% in termini monetari, risultato della netta contrazione verso i mercati Extra UE (-7,0%), solo parzialmente compensata dalla crescita verso l’UE (+5,4%). I paesi che hanno maggiormente contribuito al calo annuale sono stati Stati Uniti (-21,1%), Turchia (-25,9%) e Cina (-16,3%), mentre Francia (+20,6%) e Spagna hanno dato i maggiori contributi positivi. I settori più penalizzati nell’export sono stati macchinari n.c.a. e articoli sportivi/preziosi/ medici, con l’eccezione di una forte crescita per gli articoli farmaceutici (+15,1%) e i metalli di base (+14,0%).
Le importazioni annuali sono diminuite del 3,0%. Il saldo commerciale si è comunque attestato in attivo a +2.050 milioni di euro (rispetto a +1.335 milioni di un anno fa), grazie soprattutto a una riduzione del deficit energetico. Nel complesso dei primi otto mesi del 2025, l’export registra una crescita tendenziale del 2,6%, guidata in particolare dal settore farmaceutico. 16 10 25
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ISTAT: La povertà in Italia
Nel 2024, in Italia, la povertà assoluta ha mantenuto un’incidenza stabile rispetto al 2023, coinvolgendo oltre 2,2 milioni di famiglie (l’8,4% del totale) e 5,7 milioni di individui (il 9,8% dei residenti). La povertà assoluta si conferma più diffusa nel Mezzogiorno (10,5% delle famiglie) e tra i minori (13,8%), con l’unica eccezione di un significativo aumento a livello individuale nelle Isole (13,4%). La condizione è particolarmente critica per le famiglie in cui è presente almeno uno straniero (30,4%), per quelle con cinque o più componenti (21,2%), e per quelle la cui persona di riferimento è in cerca di occupazione (21,3%). L’istruzione e il lavoro si confermano fattori protettivi: l’incidenza scende al 4,2% se la persona di riferimento ha almeno un diploma, ma sale al 15,6% se è un operaio. La povertà relativa, anch’essa stabile tra le famiglie (10,9%), ha visto una lieve crescita a livello individuale, salendo al 14,9% e coinvolgendo oltre 8,7 milioni di persone. L’intensità della povertà, che misura “quanto sono poveri i poveri”, è rimasta stabile a livello nazionale, ma è aumentata nel Mezzogiorno (salendo al 18,5% dal 17,8% del 2023). 14 10 25




SAFETY CONFSAL



Salute e Sicurezza sul Lavoro
IL DECALOGO DELLA SICUREZZA
PER LA PREVENZIONE PARTECIPATA
I numeri parlano e ci dicono che gli infortuni e le malattie professionali continuano a crescere. Il Paese soffre quotidianamente, in termini di morti e dolore, una piaga che non si riesce ancora a debellare che produce un costo annuale stimato del 6,3% del PIL. La Confsal, a valle di un impegno ormai pluriennale sugli aspetti della safety, ha condensato le proprie proposte in un decalogo che è stato reso pubblico a Bologna in occasione del Salone di Ambiente e Lavoro, principale Fiera nazionale della salute e della sicurezza sul lavoro e che, aggiornato e integrato, è stato proposto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in occasione del primo incontro con le Parti Sociali convocato al Ministero il 12 gennaio 2023.
Proponiamo di
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Creare un’Agenzia o Polo nazionale, quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Educare le nuove generazioni alla cultura della sicurezza inserendo nei programmi didattici della scuola secondaria
“La salute e sicurezza del lavoro” come disciplina scolastica obbligatoria
Diffondere una “prevenzione partecipata” con il coinvolgimento attivo di tutti i lavoratori, mettendo la loro partecipazione al centro dell’azione di prevenzione unitamente a tutti gli attori coinvolti nel sistema di prevenzione
Promuovere la diffusione di MOG-SGSL - Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza del Lavoro - incentivandone economicamente l’adozione da parte delle aziende, tramite il credito di imposta e/o l’esenzione temporanea dal contributo INAIL 4
Favorire l'instaurarsi di un rapporto di cooperazione e collaborazione tra gli organi di vigilanza dello stato e le aziende, dando a esse la possibilità di verificare preventivamente la propria situazione effettiva sul rispetto delle norme sulla sicurezza, per poter così rimediare alle difformità rilevate 5
Incrementare fortemente l’organico degli ispettori tecnici per la sicurezza sul lavoro in modo che la vigilanza sull’applicazione della normativa abbia anche una funzione preventiva; assumendo a tal fine migliaia di giovani qualificati con adeguata preparazione nel campo ingegneristico, tecnico e scientifico
Potenziare e migliorare la formazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza - RLS - per ridurre il disequilibrio che si riscontra nella preparazione tecnica dei RLS rispetto alle altre figure aziendali impegnate nel sistema di prevenzione e protezione 7
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Garantire qualità ed efficacia alla preparazione delle principali figure di sistema, dando applicazione sollecita e concreta alle modifiche normative previste dal D.L. 146/2021 (Legge 215/2021), per realizzare i cambiamenti previsti nell’ambito della formazione
Potenziare il sostegno alle iniziative di prevenzione tramite la formazione, l’informazione e la consulenza attraverso maggiori investimenti da parte dell’Inail rispetto a quelli che attualmente mette a disposizione del tessuto produttivo del Paese
Incrementare le risorse per la ricerca scientifica “prevenzionale” su infortuni e rischi emergenti, tramite l’Inail, le Università e gli altri Enti di ricerca, assicurando che i risultati dei progetti completati vengano resi più agevolmente accessibili per il trasferimento al mondo produttivo e alle Parti Sociali


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