Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998
Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
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in questo numero:
In questo numero:
CODICE EMILIA
AGENDA 2030 ONU
L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile
L’evento per celebrare gli anniversari delle imprese e il 14° Premio Mascagni 61° PREMIO ESTENSE
PREMIO MASCAGNI 2020
A Marzio G. Mian
l’Aquila d’Oro 2025
Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa
HUMAN CENTRIC AUTOMATION
PREMIO ESTENSE
Al via il progetto per accompagnare le aziende verso fabbriche più moderne e sicure ISSN 2785-3071
Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio
</ L’identità imprenditoriale che genera valore >
Proteggiamo ciò che fa grande l’industria emiliana.
Quando è frammentata, la sicurezza fisica in azienda si trasforma in un rischio reale.
I sistemi di sicurezza che non dialogano tra loro, generano vulnerabilità, complicazioni gestionali e potenziali interruzioni dei processi produttivi. Mettiamo a tua disposizione un’unica regia, progettata per garantirti la sicurezza e il controllo totale del tuo business.
• Difesa perimetrale con sistemi antintrusione evoluti;
• Videosorveglianza intelligente con rilevazione delle anomalie in tempo reale;
• Controllo accessi biometrico per una tracciabilità totale;
• Sistemi di evacuazione certificati per la massima sicurezza in emergenza.
Tutti parlano di sicurezza. Noi la rendiamo sicura, davvero. Scopri la nostra Business Unit dedicata alla sicurezza fisica, metti in sicurezza i tuoi processi.
The new concept of building
Trasformiamo le tue idee attraverso il Regenerative Design for Manufactoring, governiamo tutto il ciclo di vita, dalla sua ideazione e al suo mantenimento analizzando tutti gli impatti, economici, ma anche ambientali e sociali.
Garc SpA SB è un’impresa rigenerativa certificata B Corp che opera nel settore delle costruzioni come EPC (Engineering, Procurement, and Construction), gestendo il ciclo completo dell’edificio e garantendone, come O&M (Operation and maintenance), l’efficienza operativa.
Bellezza, sicurezza ed efficienza si fondono per dare vita al vostro progetto, migliorando il benessere di chi lo vive.
numero 70 dicembre 2025
DIRETTORE RESPONSABILE
Raffaella Mazzali
EDITORE
FARE S.r.l.
via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118
DIREZIONE E REDAZIONE
Confindustria Emilia Area Centro
ART DIRECTOR
Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro
Sede legale e operativa: via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 www.confindustriaemilia.it
Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26.11.1998
Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abbonamento Postale 70% Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015. Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione
vita industriale di Marco Taddei, Laura Ansaloni, Silvia Conforti, Raffaella Mazzali, Marianna Saguatti
Centric Automation, l'Emilia che innova con le persone al centro di Marianna Saguatti
Confindustria Emilia in Arabia Saudita di Laura Ansaloni
La Borsa del Turismo Industriale 2025 di Silvia Conforti
Fondazione Gimbe. I dati mostrano un Servizio Sanitario Nazionale tra crisi e rilancio di RM
di Marco Taddei, Silvia Conforti e Raffaella Mazzali
Cari Colleghi,
l’anno che stiamo chiudendo è stato certamente complesso: le difficoltà economiche, le tensioni internazionali, i dazi e il costo dell’energia hanno messo a dura prova il nostro sistema produttivo. Tuttavia, è proprio nei momenti più difficili che emerge con forza il valore della nostra manifattura e della comunità imprenditoriale che la sostiene.
Nonostante le sfide, continuiamo a credere che la manifattura debba restare il motore dell’economia e il punto di riferimento per la crescita del Paese. La nostra forza risiede nelle imprese che, anche quando sono piccole, continuano a investire in innovazione, tecnologia e capitale umano, mantenendo viva la fiducia nel fare impresa in Italia.
Proprio da questa convinzione nasce il nostro impegno sempre più deciso sui progetti di formazione e di automazione, per continuare ad alimentare il nostro DNA manifatturiero evolvendo.
È anche in questa ottica di valorizzazione della nostra identità imprenditoriale che è nato l’evento “Codice Emilia”, a cui molti di voi hanno partecipato il 19 novembre. Un’iniziativa pensata per dare visibilità a quel codice non scritto che unisce persone, cultura e imprese, capace di generare valore in modo autentico e sostenibile.
L’intenzione è di fare di questa serata un appuntamento stabile nel programma di Confindustria Emilia: un momento per celebrare insieme la storia, il territorio e le tante anime produttive che, con visione e passione, sanno coniugare tradizione e innovazione, memoria e futuro.
Nel ricordarvi l’ultimo incontro dell’anno, il 16 dicembre, con lo scambio degli auguri nelle nostre sedi, desidero rivolgere a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori, i più sinceri auguri di Buone Feste. Che il nuovo anno porti serenità, pace e crescita.
Buone Feste!
Sonia Bonfiglioli
Presidente
Confindustria Emilia Area Centro
Marco Taddei
Laura Ansaloni
Silvia Conforti
Raffaella Mazzali
Marianna Saguatti
ACETAIA MARCHI, TRA BALSAMICO, MIXOLOGY E TEAM BUILDING
In un contesto aziendale in cui i datori di lavoro sono sempre più interessati al benessere e alla coesione dei loro team, le esperienze di team building hanno assunto un nuovo significato. Non solo momenti al di fuori del solito contesto lavorativo, ma vere e proprie occasioni nelle quali i colleghi possono sviluppare sinergie, migliorare la comunicazione e scoprire il valore della collaborazione in contesti altamente stimolanti.
“Proprio qui entra in gioco la suggestiva cornice di Acetaia Marchi che, nonostante sia luogo di tradizione e paziente artigianalità, ha saputo evolvere le sue offerte di accoglienza abbracciando una delle tendenze più in voga del momento: la mixology. La fusione tra l’antico sapere dell’Aceto Balsamico di Modena e l’arte contemporanea del cocktail crea una proposta di team building unica: l’esperienza ‘Mixology in Acetaia’”, spiegano Maurizio e Massimiliano Marchi, terza e quarta generazione alla guida dell’azienda modenese.
Acetaia Marchi è un’impresa familiare che dal 1910 si tramanda la passione e il ‘sapere’ dell’Aceto Balsamico e ciò avviene nella tenuta di famiglia, a pochi chilometri dai Torrazzi, nella quale trovano coniugazione la parte agricola, quella produttiva e un piccolo spaccio aziendale.
“L’Acetaia, con le sue file ordinate di botti in legni pregiati, spesso non viene percepita solo come un luogo di produzione ma come un vero e proprio tempio alla pazienza e alla qualità. Un ambiente capace di offrire una metafora potente per il lavoro di squadra: il Balsamico richiede tempo, cura, attenzione ai dettagli e strategia di lungo termine. Tutti valori indispensabili alla moderna forza lavoratrice”, raccontano ancora Maurizio e Massimiliano Marchi.
L’esperienza di team building inizia con
vita industriale
un tour sensoriale dell’Acetaia: i partecipanti vengono guidati tra le botticelle, respirando l’aria densa e agrodolce che evoca storie passate, per dare vita a un’esperienza che stimola la mente e la fantasia. Tra le tante informazioni date dal personale dell’azienda, in particolare emerge come la “batteria” di botti (una sequenza di barili di diversi legni e dimensioni) sia un perfetto esempio di come ogni singolo elemento - le uve, il legno, il tempo, la pazienza, la maestria artigiana - contribuisca in modo unico al risultato finale, proprio come all’interno di un team di lavoro.
Nella seconda parte dell’attività si passa alla degustazione in purezza di varie tipologie di Aceto Balsamico di Modena e condimenti agrodolci, ma è poi la sua applicazione in un cocktail a creare il cuore dell’attività. Il personale di Acetaia Marchi dimostrerà come sia possibile miscelare Aceto Balsamico, un ingrediente inatteso, a combinazioni alcoliche o analcoliche, invitando i partecipanti a pensare fuori dagli schemi, creare innovazione e creatività e sviluppare dialogo. L’esperienza si conclude con un bel brindisi all’armonia aziendale.
“Mixology in Acetaia rappresenta un’esperienza pensata per rafforzare la coesione del team aziendale, creando un con -
testo informale in cui mettersi in gioco, rompere gli schemi e guardare alle sfide da prospettive diverse. Attraverso l’arte del cocktail, i partecipanti potranno sperimentare la creatività, la collaborazione e la capacità di interpretare le mille sfumature di una situazione, fino a celebrare insieme i risultati raggiunti. Un brindisi all’eccellenza e all’energia che nasce dal lavoro di squadra, immersi nel fascino e nei profumi dell’Oro Nero di Modena”, concludono Maurizio e Massimiliano Marchi.
AEMILIA WORKNET, LA CONSULENZA
COME LEVA STRATEGICA
“Aemilia Worknet è una Società tra Professionisti Consulenti del Lavoro, ognuno con competenze specifiche, che lavorano in sinergia. Ascoltiamo, analizziamo e anticipiamo, poiché il nostro ruolo è quello di tradurre la normativa, la prassi e le esigenze aziendali in soluzioni pratiche. Essere proattivi per noi significa non attendere che l’imprenditore sollevi un problema, ma prevenirlo, individuando margini di miglioramento e opportunità non ancora Nicoletta Meloncelli, amministratore delegato di Aemilia Worknet
esplorate”. Parola di Nicoletta Meloncelli, amministratore delegato di Aemilia Worknet, società emiliana con sedi operative nelle province di Bologna, Ferrara e Modena e che da qualche anno opera in sinergia con lo Studio Barbieri & Associati offrendo alle imprese un supporto strategico importante. “Oggi le imprese si muovono essenzialmente su due modalità: da un lato, ci sono le aziende che scelgono di affidare all’esterno la potenza di calcolo, utilizzando i cosiddetti servizi paghe tradizionali; dall’altro lato, ci sono le aziende che vogliono qualcosa di più: non solo un servizio, ma un partner di fiducia che le accompagni nella gestione complessiva delle risorse umane, offrendo competenze, aggiornamenti e vision ed è qui che entra in gioco una realtà come la nostra composta da liberi professionisti”, prosegue Meloncelli.
“Il nostro intervento non si limita a fornire documenti, ma genera valore reale. Analizziamo i costi del personale, costruiamo budget previsionali, progettiamo piani di welfare, strumenti di conciliazione vita-lavoro, percorsi di crescita e politiche retributive sostenibili. Il nostro obiettivo è far dialogare la dimensione amministrativa con quella strategica, mettendo a disposizione dell’imprenditore una visione chiara ed aggiornata”, prosegue l’amministratore delegato di Aemilia Worknet. “Noi lavoriamo accanto all’imprenditore e al suo team HR, conosciamo la storia dell’azienda, i suoi ritmi e le sue persone e quando serve un parere immediato, un confronto su una norma o una strategia per affrontare un cambiamento organizzativo, siamo presenti. La consulenza non è un allegato al cedolino, è una presenza costante”, evidenzia Meloncelli. Anche la tecnologia è parte integrante del metodo di lavoro di Aemilia Worknet. “In qualità di ‘Service Partner’ certificati Zucchetti, usiamo piattaforme digitali integrate che permettono ai clienti di consultare in tempo reale presenze, costi, documenti e ottenere report personalizzati, anche se per noi la tecnologia resta sempre un mezzo, non un fine. Un software può calcolare una retribuzione, ma non può comprendere la cultura aziendale o prevedere come un contratto influenzerà l’organizzazione. La competenza professionale e la capacità di ascolto restano il nostro vero valore aggiun-
to”, spiega ancora l’AD di Aemilia Worknet. La società tra professionisti si occupa anche di aggiornamento e formazione per i propri clienti: “Abbiamo creato un sistema strutturato di aggiornamento normativo, con circolari, webinar e incontri periodici dedicati ai responsabili del personale. La formazione continua è essenziale perché un’azienda informata è un’azienda più sicura; inoltre, la nostra squadra monitora quotidianamente le novità legislative per tradurle subito in azioni operative. Questo approccio consente alle imprese di non rincorrere la norma, ma di anticiparla, trasformando gli obblighi in opportunità. Le aziende che scelgono Aemilia Worknet non acquistano un servizio, ma un rapporto di fiducia con un team che ascolta, previene, consiglia e tutela. E, soprattutto, crescono insieme a noi perché le soluzioni adottate per i nostri clienti in tutti questi anni sono diventate la nostra esperienza”, conclude Nicoletta Meloncelli.
AFERETICA APRE
NUOVE FRONTIERE
NEI TRAPIANTI
Una rivoluzione made in Italy per incrementare la disponibilità di organi e il successo dei trapianti, nel nostro Paese e nel mondo. Si tratta del nuovo sistema PerLife®pro di Aferetica, progettato per il trattamento degli organi destinati al trapianto, che ha ottenuto la certi-
ficazione MDR ‘Medical Device Regulation’ UE, aprendo nuove possibilità terapeutiche e rafforzando la crescita internazionale della pmi innovativa con sede e laboratori a San Giovanni in Persiceto, nel bolognese, così come laboratori e network di produzione a Mirandola, in provincia di Modena, nel cuore del distretto biomedicale.
Nel 2021 Aferetica ha introdotto sul mercato una tecnologia all’avanguardia, il sistema PerLife, per la perfusione e il trattamento degli organi addominali, rene e fegato, con l’obiettivo di preservarli in condizioni ottimali, incrementare il successo dei trapianti e recuperare al trapianto organi altrimenti non idonei. Con PerLife®pro, lanciato ufficialmente lo scorso settembre in occasione della 4a edizione del Workshop Purification Therapies di Aferetica, l’azienda realizza dunque un’ulteriore dirompente innovazione, unica, brevettata e certificata, sviluppata grazie alla collaborazione con centri di eccellenza nel mondo dei trapianti, in particolare con il Centro Erasmus Medical Center di Rotterdam, in Olanda.
Si tratta di un sistema innovativo che permette di riportare gli organi a condizioni fisiologiche, riscaldandoli da 4 a 37C°, modificando pressioni, flussi di esercizio, ma anche cambiando i liquidi di perfusione, senza interrompere il trattamento e adattandosi automaticamente alle condizioni dell’organo in corso di trattamento, per poi continuare a profonderli fino a 24 ore. Portare l’organo dal freddo del ghiaccio in cui viene
vita industriale
Mauro Atti, amministratore delegato di Aferetica, Andjela Kurevija, senior marketing manager, project leader del progetto PerLifePro, e il team
ACCELERATORI DI SVILUPPO.
Ricerca e Sviluppo
Industria 4.0, Transizione 5.0
Efficienza energetica Sostenibilità e Ambiente
CONSULENZA STRATEGICA IN R&S PER:
GRANDI PROGETTI CERTIFICAZIONE CREDITI D’IMPOSTA PATENT BOX
SUPPORTO COMPLETO PER INVESTIMENTI IN: INDUSTRIA 4.0 TRANSIZIONE 5.0
AFFIANCAMENTO IN PROGETTI RELATIVI A: EFFICIENTAMENTO SOSTENIBILITÀ AMBIENTE
PERIZIE IN AMBITO INDUSTRIALE
trasportato a temperature e condizioni simili a quelle all’interno del corpo in maniera graduale consente di salvaguardarne la vitalità, ma anche di capirne al meglio la funzionalità prima del trapianto. L’ischemia conseguente alla conservazione a freddo durante il trasporto ma soprattutto lo shock della riperfusione a 37C° durante l’impianto sono meccanismi che possono implicare un danno per l’organo stesso. Grazie a questa tipologia di piattaforme è possibile poi applicare terapie di rigenerazione e cura rendendo attuabile il recupero di organi che non sarebbero trapiantabili e/o il miglioramento dell’esito del trapianto.
Aferetica, che ha iniziato la sua avventura come startup innovativa nel 2014, ha chiuso il bilancio del 2024 con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto all’anno precedente, e impiega 30 dipendenti diretti, oltre a un centinaio di addetti che producono per lei nelle aziende del territorio. In questi anni i suoi sistemi sono stati adottati in gran parte dei centri italiani e entrati in uso in centri di riferimento in tutto il mondo.
“La certificazione MDR di PerLife®pro, ma anche di PerTravel®, il sistema per la conservazione e il trasporto degli organi, è fondamentale anche perché consente di pensare al futuro, garantendoci continuità nella diffusione internazionale. La nostra prossima sfida sarà il trapianto di pancreas. L’obiettivo è quello di fondare nel 2026 vere e proprie filiali nei principali Paesi europei e di coprire con una rete di distributori tutto il resto del mondo”, commenta Mauro Atti, amministratore delegato di Aferetica.
SICS BY AIRFLUID: A FARETE 2025
IL DEBUTTO DEL NUOVO BRAND
Un’edizione di Farete da ricordare, quella del 2025 per Airfluid, azienda con sede a Castel Guelfo di Bologna che da 35 anni opera nel settore dell’automazione industriale. Nella cornice di BolognaFiere, tra incontri, idee e collaborazioni in occasione della due giorni di Confindustria Emilia, Airfluid ha infatti presentato ufficialmente al pubblico e al mondo
imprenditoriale il suo nuovo brand: SICS by Airfluid. Un passaggio che rappresenta non solo un cambio di nome, ma l’espressione di un’evoluzione profonda, costruita passo dopo passo in oltre tre decenni di attività. SICS racchiude in quattro lettere - Sistemi, Impianti, Componenti e Servizi - le quattro anime che oggi definiscono l’identità dell’azienda bolognese, sempre più orientata a offrire soluzioni integrate e personalizzate per l’industria.
Sopra, il team SICS, a sinistra Stefano Battelani amministratore di SICS by Airfluid
SICS by Airfluid si propone come un partner per lo sviluppo di sistemi di automazione, di lubrificazione, di sistemi di trasporto, di strutture e impianti per il vuoto, la pneumatica, l’aria compressa, i gas e i fluidi a bassa pressione e ciò che contraddistingue la società bolognese è la sua trasversalità operativa, che le consente di rispondere efficacemente alle sfide di un mercato in costante evoluzione.
La partecipazione a Farete 2025, dedicata al networking tra imprese, ha rappresentato per SICS un’occasione perfetta per raccontare questa trasformazione e, allo stesso tempo, per fare rete con le numerose realtà del territorio presenti in fiera. Come sottolineano dall’azienda, durante le due giornate lo stand SICS ha registrato un’ottima affluenza di pubblico e un grande interesse da parte di visitatori, partner e aziende associate, con numerosi incontri e contatti di valore.
“Farete è un appuntamento prezioso per condividere esperienze e costruire collaborazioni”, afferma Stefano Battelani, amministratore di SICS by Airfluid. “Per noi ha rappresentato anche il momento perfetto per mostrare chi siamo diventati, la direzione che stiamo prendendo e la forza del nostro nuovo brand. Con la nascita di SICS, Airfluid rinnova la propria immagine ma conserva il suo DNA originario: un approccio umano, tecnico e professionale che mette al centro le persone, i clienti e
l’innovazione”, evidenzia Battelani. Si tratta di una evoluzione coerente con il percorso di crescita dell’azienda di Castel Guelfo, passata da realtà commerciale di componenti a partner di rilievo globale per la progettazione e realizzazione di sistemi automatizzati, impianti industriali e soluzioni su misura.
“Il debutto a Farete 2025 è stato quindi più di una semplice presentazione: un segnale concreto di continuità e visione. Un modo per affermare che la storia di Airfluid continua, con un nuovo nome, una nuova energia e la stessa passione di sempre. Perché SICS by Airfluid non è solo un brand, ma il simbolo di un futuro che come azienda stiamo già costruendo, giorno dopo giorno, insieme ai nostri clienti, ai nostri collaboratori e alla rete d’imprese che condivide i nostri stessi valori di innovazione e crescita”, conclude l’amministratore Stefano Battelani.
ARCHILINEA FIRMA
DUE NUOVI PROGETTI
NEL MODENESE
A settembre Archilinea è stata protagonista di due eventi. Fondato nel 1981 con sede operativa a Sassuolo, in provincia di Modena, lo studio Archilinea è cresciuto costantemente nel corso degli anni; dal 2017 è stabilmente tra i primi 50 studi di architettura in Italia per fatturato, e oggi
vita industriale
A f f i d a t i a i n o s t r i e s p e r t i p e r g u i d a r e l a t u a i m p r e s a v e r s o l a c o n f o r m i t à e l ’ e c c e l l e n z a
Il nostro team di specialisti ha già accompagnato numerose aziende di diversi settori nel percorso di adeguamento alla direttiva europea NIS2 e nell’ottenimento delle principali certificazioni di sicurezza e conformità, come ISO 27001, TISAX e DORA.
Dalla valutazione iniziale alla pianificazione delle azioni correttive, fino al raggiungimento della piena conformità, i nostri esperti sono al tuo fianco in ogni fase.
Con noi trasformi l’adeguamento normativo in un vantaggio competitivo, rafforzando la fiducia dei tuoi clienti e la solidità della tua organizzazione.
25 ANNI PER ALMACUBE, CARDINE TRA RICERCA, IMPRESA E TERRITORIO
Con un evento al Tecnopolo Dama di Bologna che ha riunito oltre 400 persone, tra cui rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e dell’industria, Almacube, incubatore certificato MISE e innovation hub dell’Università di Bologna e di Confindustria Emilia, ha festeggiato i primi, importanti 25 anni, che hanno portato alla crescita di startup e confermato il suo ruolo come cerniera tra ricerca, impresa e territorio. Almacube è incubatore e acceleratore equity-free e innovation hub con un’unità dedicata all’Open Innovation per aziende e organizzazioni. Parte di Oper.space, l’innovation factory dell’Università di Bologna, crea connessioni tra startup/spin-off, talenti, centri di ricerca, pmi, corporate, investitori e istituzioni. Con oltre 300 startup supportate dal 2000 e 55 realtà attive nella community, l’hub è un punto di riferimento per l’innovazione. Tra il 2022 e il 2024, 26 startup hanno raccolto oltre 8 milioni di euro; l’unità di Open Innovation ha gestito oltre 310 challenge, coinvolto più di mille giovani talenti e nel 2024 ha registrato 940mila euro di production value. Nel suo intervento Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, ha richiamato la centralità della Focus per il futuro su politiche abilitatrici, infrastrutture e cooperazione stabile tra incubatori come Almacube, imprese e pubblica amministrazione.
“L’Emilia-Romagna punta a un salto di qualità rafforzando il proprio modello integrato pubblico-privato, che progetta a monte e orienta la strategia. In uno scenario europeo di risorse centralizzate, il territorio deve costruire alleanze con soggetti di dimensione adeguata e riconosciuta per ricerca, tecnologia e solidità, per sostenere la nascita di nuove imprese e la competitività di lungo periodo”. Giovanni Molari, rettore dell’Università di Bologna, istituzione fondatrice di Almacube nel 2000, ha sottolineato “la missione dell’ateneo nel connettere sempre più strettamente la ricerca con l’hub di creazione di impresa: un ponte operativo costante tra laboratori, spin-off e fabbisogni di innovazione delle aziende, in particolare nelle traiettorie deep-tech”. Per Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia, entrata in Almacube nel 2013, “con l’apporto di nuove energie e una nuova visione imprenditoriale, contribuendo a rafforzare il collegamento dell'innovazione con il tessuto industriale del territorio e puntando all’accelerazione e allo sviluppo di nuova impresa integrando l’innovazione accademica con le esigenze del mondo produttivo, Almacube è una porta d’ingresso all’Open Innovation per pmi e grandi imprese: modelli collaborativi per ridurre tempi e rischi di sperimentazione, valorizzare la proprietà intellettuale e scalare soluzioni ad alta produttività e sostenibilità”. Laura Toschi, neopre-
conta circa 50 professionisti specializzati in diverse discipline e una rete di oltre 100 consulenti e partner, per offrire soluzioni innovative e su misura per privati, grandi committenze in ambito industriale e sanitario, nonché pubbliche amministrazioni. Ad oggi, Archilinea è coinvolto in più di 100 progetti su scale globale. A Sassuolo ha progettato il nuovo spazio
sidente di Almacube dal maggio scorso, ha ripercorso i 25 anni dell’incubatore, evidenziando la doppia anima, incubazione (equity-free) e Open Innovation, e tracciando il percorso futuro su deep-tech e technology transfer, grazie alla rete che lega Università e sistema industriale in tutto il territorio regionale. Dopo un keynote del co-fondatore e primo presidente di Almacube Giovanni Lorenzoni, l’incontro è proseguito con la presentazione delle politiche a supporto del Technology Transfer da parte del MIMIT, cui sono seguite due tavole rotonde. La prima intitolata “Incubatori e acceleratori equity-free ed equity-based: opportunità a confronto” ha coinvolto Timothy O’Connell (H-FARM), Luca Scipioni (Bugnion), Camilla Conti (Adaptronics), Fabio Nalucci (FNDX) e Shiva Loccisano (ad Almacube) per un confronto sui criteri di scelta tra capitale, mentorship, rete industriale e tutela della PI. Al termine della discussione è stato annunciato da Fabio Nalucci, founder e CEO di FNDX un nuovo strumento economico a sostegno delle startup dell’incubatore: l’iniziativa punta a rafforzare la fase di validazione di mercato e l’innesto di partnership industriali, offrendo alle giovani imprese un supporto mirato e complementare ai percorsi di incubazione. La seconda tavola rotonda, “Open Innovation: orientarsi tra needs aziendali e modelli applicativi”, moderata da Matteo Vignoli dell’Università di Bologna, Oper.space e CDA Almacube, ha raccolto esperienze di Barilla, Chiesi, Philip Morris MTB e Dinova su cultura dell’innovazione e misurazione dell’impatto. In occasione del 25° anniversario è stato lanciato anche il podcast di Almacube in collaborazione con Delizia Media, Empowering Innovators, che parla a chi vive l’innovazione ogni giorno, uno spazio di dialogo e ispirazione dove le voci dei protagonisti e del network di Almacube raccontano storie di startup, investitori e policy e condividono visioni per portare le idee nel mondo e fare innovazione.
espositivo di Fincibec Group, Fincibec Atelier, inaugurato in occasione di Cersaie 2025. L’atelier nasce in un luogo caro all’azienda come opera di ampliamento della sala mostra preesistente, con l’obiettivo di porsi come hub di conoscenza, narrazione ed esplorazione del brand storico della ceramica del comparto modenese.
L’intervento di ristrutturazione, che si estende su una superficie di duemila metri quadrati, esalta il carattere industriale dell’edificio rimarcandone gli elementi peculiari: le capriate strutturali sono state mantenute a vista e messe in risalto, colorandole con la medesima tonalità di quello stesso pavimento ceramico che un tempo ricopriva la prima area produttiva
vita industriale
Specializzati nelle logistiche distributive
Porrini Group progetta soluzioni di Logistic Transport su misura, accompagnando il cliente verso soluzioni personalizzate. A supporto della Supply Chain In & Out, la divisione Logistica studia e progetta Idee grazie ad una Business Unit di Giovani e motivati ingegneri logistici.
dell'azienda. “In questo ambiente a pianta aperta dalla forte valenza industriale si sviluppa il percorso di visita della nuova showroom che vede suddivisioni interne verticali che garantiscono in ogni ambiente la possibilità di apprezzarne il volume e la copertura. La passeggiata architettonica che ne nasce permette al visitatore di sperimentare lo spazio espositivo tramite cannocchiali visivi che enfatizzano la continuità tra gli ambienti e guidano lo sguardo attraverso l’esplorazione dei nostri marchi e la ricchezza delle collezioni”, spiegano i progettisti. L’altro progetto, inaugurato sempre a settembre, riguarda il nuovo headquarters di ABK Group, a Fiorano Modenese, una riqualificazione architettonica che unisce identità industriale, rappresentanza e sostenibilità.
“La nuova sede integra funzioni diverse in un unico complesso: la hall di ingresso di rappresentanza, gli uffici commerciali e direzionali e un grande showroom dedicato ai brand del gruppo. L’attuale area produttiva è stata riconvertita in spazio espositivo organizzato in ‘isole’ narrative, ciascuna dedicata a un marchio, così da garantire un percorso di visita chiaro e immersivo. Gli spazi interni riflettono i valori di ABK: trasparenza, innovazione e accoglienza. La nuova sede rappresenta un passo strategico per ABK Group: un edificio che racconta il brand e le sue collezioni attraverso un’architettura al servizio della relazione con i visitatori, i partner e i collaboratori”, evidenziano da Archilinea.
I due progetti portati a termine da Ar -
chilinea sono “una sintesi rappresentativa del nostro approccio alla progettazione integrata, nostro core business. Ci siamo occupati di tutte le fasi e gli ambiti della progettazione dell’intero intervento, sia per quanto concerne l’architettura, l’interior design e lo styling; dal concept, alla due diligence, all’ingegnerizzazione e alla direzione lavori”, concludono dallo studio di Sassuolo.
ASTRA RESEARCH: L’INGEGNERIA
CHE ANTICIPA IL FUTURO
In un mercato globale in continua evoluzione, caratterizzato da una competizione sempre più serrata e da esigenze di innovazione rapide e sostenibili, ASTRA Research ha risposto con decisione inaugurando ASTRALab, il suo laboratorio di ricerca e sviluppo e sperimentazione, un punto di riferimento per le imprese che desiderano accelerare il proprio percorso di innovazione. La società di ingegneria modenese, che ha fatto della ricerca applicata e della simulazione virtuale il cuore di un modello industriale orientato all’innovazione continua, opera perseguendo un nuovo paradigma, frutto di un’epoca in cui la complessità tecnologica cresce più velocemente della capacità delle aziende di adattarsi: quello dell’ingegneria che anticipa, non che rincorre.
Fondata con l’obiettivo di affiancare le imprese nella progettazione e validazione di prodotti complessi, ASTRA è oggi un punto di riferimento nazionale per l’automotive, l’aerospace, il manufacturing e l’industrial equipment. La sua forza risiede nella capacità di integrare testing fisico, simulazione numerica e intelligenza artificiale in un ecosistema che accelera lo sviluppo e riduce i costi di progettazione.
infatti, nasce dall’incontro tra ingegneria e intuito. Ogni progetto è affrontato come una missione: comprendere a fondo il problema, analizzarlo con metodo, simulare gli scenari, validare i risultati e trasformare i dati in decisioni. In un settore in cui spesso la tecnologia rischia di diventare un fine, ASTRA la utilizza come mezzo per restituire valore concreto alle imprese.
Così, l’azienda è protagonista sul fronte della ricerca applicata grazie alla divisione
ASTRALab, ma anche partner di Dassault Systèmes per le soluzioni di simulazione avanzata SIMULIA e la piattaforma 3DEXPERIENCE. Una sinergia che consente di combinare fisico e virtuale in un’unica catena di valore, offrendo ai clienti una visione completa del comportamento dei loro prodotti prima ancora che vengano realizzati.
Il metodo ASTRA,
Ma ciò che distingue davvero ASTRA Research è la centralità delle persone. Ingegneri, analisti, progettisti e ricercatori lavorano in team multidisciplinari che uniscono competenze meccaniche, digitali e creative. L’innovazione, infatti, non nasce solo dai software o dai sensori, ma dal talento di chi sa interpretare i dati e tradurli in soluzioni. Il risultato è un approccio che trasforma la relazione con il cliente in una partnership di lungo periodo, basata su fiducia, trasparenza e co-creazione: “Crediamo che la tecnologia sia solo una parte dell’equazione. L’altra metà è l’ingegno umano: la capacità di osservare un problema da una prospettiva nuova. Per questo investiamo ogni giorno nella crescita del nostro team e nella creazione di un ambiente in cui la curiosità sia un valore”, spiega Roberto Rosi, CEO
vita industriale
Roberto Rosi, CEO di ASTRA Research
APPLE, 40 ANNI DI QUALITÀ E SERVIZI NEL MONDO DEI GADGET
Nel mondo in costante evoluzione del marketing, in cui attrarre l’attenzione è l’aspetto più importante, da quarant’anni Apple Promotions & Gadgets si distingue per creatività e innovazione. Apple è un’azienda, fondata a Sassuolo, in provincia di Modena, nel 1985 ed è specializzata nella realizzazione di gadget promozionali personalizzati e regali d’affari unici, strumenti di comunicazione utili e originali.
L’idea promotrice si deve a Graziella Denti, ancora oggi la presidente di Apple, e ad altri due audaci ragazzi, Monica e Sergio, che decisero di inserirsi in un mercato apparentemente nuovo e con un potenziale exploit. Sul territorio modenese, infatti, non erano ancora consolidate le realtà di oggettistica pubblicitaria e regalistica aziendale, e così l’avvio dell’attività portò i primi frutti: nella prima sede di via Mazzini si concentravano gli uffici commerciali e il laboratorio, dove si personalizzava a mano ogni singolo prodotto. “Il mondo della ceramica era il nostro core business e nell’arco degli anni, con i dovuti sacrifici, arrivò anche il primo autocarro per le consegne: questo ci permise di accelerare le prese dai fornitori e soprattutto le consegne di merci voluminose”, spiegano dall’azienda. Lo sviluppo dell’attività porta, a fine anni Novanta, a una svolta, con l’inserimento di altre figure commerciali e di magazzino. “Questo ci permise di ampliare la diversificazione dei settori merceologici e di crescere ulteriormente. Imprese dei comparti automotive, meccanica, food e impiantistica ceramica del territorio divennero stabilmente clienti affezionati”, continuano dall’azienda. “La necessità di nuovi spazi ci portò nella seconda sede di Sassuolo in via San Marco, ma l’ingresso ulteriore di altre figure commerciali e amministrative rese insufficiente anche quella struttura, tanto che nel 2007 ci trasferimmo nella sede attuale di via Mattarella, dove abbiamo 260 metri quadrati di uffici e 280 di magazzino. Da oltre 15 anni, oltre ai due soci Apple si avvale di sette dipendenti e sette sales manager”.
clienti, affiancandoli nella creazione di esperienze di marca memorabili. Il nostro team è sempre a disposizione per offrire consulenza personalizzata e grande supporto logistico, sempre pronto a rispondere a ogni sollecitazione, con rapidità e professionalità. Amiamo prenderci a cuore le necessità di chi si affida a noi: l’attenzione produttiva non va mai a discapito dei tempi di realizzazione, siamo in grado di consegnare il prodotto finito entro le scadenze più stringenti”, sottolinea Luca Baroni, responsabile commerciale dell’azienda.
Apple propone un’ampia gamma di articoli promozionali personalizzabili come gadget tecnologici e accessori per ufficio, articoli tessili e abbigliamento promozionale, prodotti per fiere ed eventi aziendali, regali aziendali e merchandising su misura. “Promuoviamo pratiche sostenibili, selezionando fornitori e materiali rispettosi dell’ambiente, per garantire oggettistica ecologica e sostenibile, e investiamo costantemente in nuove tecnologie per offrire prodotti innovativi e processi produttivi efficienti, mantenendo sempre aggiornata l’ampia gamma di articoli a disposizione”, evidenziano dalla sede di Sassuolo.
Ma non è finita, perché, nel 2022, l’azienda sassolese decide di rinnovarsi ancora una volta, realizzando una sede completamente nuova, che ha permesso anche di puntare a un modello green, con l’installazione di impianti fotovoltaici e l’adozione di tre mezzi completamente elettrici nella flotta aziendale.
“In sostanza, ci proponiamo come partner strategico per i
E i numeri confermano il successo di Apple: ogni anno l’azienda soddisfa oltre 450 clienti e gestisce più di 1.500 ordini, dedicando i propri sforzi al 90% in regione e per il resto spaziando tra Roma e tutto il nord Italia. “Riteniamo che il nostro servizio sia il nostro migliore biglietto da visita. Questo ci permette tutt’oggi di intraprendere nuove sfide assieme a nuovi partner garantendo standard di qualità ed efficienza nella gestione della commessa. In un mercato sempre più frenetico, siamo riusciti a crescere soprattutto perché abbiamo sempre soddisfatto le esigenze dei clienti anche in tempi ridotti, avvalendoci di partner accuratamente selezionati in 40 anni di attività. Il nostro team è sempre alla ricerca di prodotti esclusivi e i nostri social rendono ancora più interattivo il dialogo con i clienti”, concludono da Apple.
vita industriale
di ASTRA Research.
Guardando al futuro, ASTRA Research punta su tre direttrici: digital twin evoluti, intelligenza artificiale predittiva e automazione dei processi di validazione. Obiettivi chiari per un’azienda che ha dimostrato come, anche in Italia, si possa coniugare l’eccellenza ingegneristica con una visione internazionale e sostenibile.
Perché l’ingegneria del futuro non è solo calcolo e simulazione: è la capacità di risolvere problemi complessi in modo semplice, umano e visionario. E in questo, ASTRA Research ha scelto da tempo di essere un passo avanti.
B. BRAUN CRESCE E INVESTE NEL DISTRETTO BIOMEDICALE
DI MIRANDOLA
Non si arresta la crescita di B. Braun Avitum Italy. La realtà industriale di riferimento nel distretto biomedicale modenese, parte del Gruppo tedesco B. Braun, tra i principali player mondiali nelle tecnologie mediche, ha dato infatti il via a un importante piano di sviluppo che prevede un significativo ampliamento dell’organico, con l’ingresso complessivo di oltre cento nuovi professionisti entro i prossimi due anni. Un progetto che conferma la volontà dell’azienda di consolidare il proprio radicamento a Mirandola, in provincia di Modena, e di contribuire attivamente allo sviluppo del tessuto economico e occupazionale del territorio.
Il piano assunzioni si inserisce in una più ampia strategia di investimento che prevede un incremento di fatturato di oltre il 20% nei prossimi due anni. Una crescita resa possibile grazie al potenziamento della capacità produttiva, con l’introduzione di nuove linee e tecnologie, cui si affianca il rafforzamento delle funzioni di supporto. Il piano di sviluppo si concretizza con un ampliamento di oltre 1.000 metri quadrati dell’area produttiva, che sarà destinata a una nuova camera bianca dotata di tecnologie di ultima generazione, e con il potenziamento delle aree Ricerca & Sviluppo, ingegneria, qualità e regulatory affairs.
I nuovi professionisti previsti dal piano di
sviluppo ricopriranno ruoli operativi per le produzioni in camera bianca, ruoli tecnici in ambito manutentivo e logistico, oltre a ruoli inerenti alla Ricerca & Sviluppo e all’ingegneria di produzione per sostenere le tecnologie manifatturiere. Un’opportunità anche per chi non ha esperienza: B. Braun Avitum Italy propone infatti percorsi di formazione interna, affiancamento e stage professionalizzanti rivolti a giovani, studenti e neolaureati.
Solo nei primi sei mesi del 2025, oltre trenta nuove figure sono entrate in modo stabile nell’ambito della produzione e della logistica, contribuendo a creare un ambiente di lavoro dinamico, multigenerazionale e orientato all’innovazione.
“Crediamo nel valore della ricerca e dell’impresa manifatturiera come motore di crescita per il territorio e nella centralità delle persone come leva di sviluppo sostenibile. È per questo che, pur in un contesto di complessità, continuiamo a investire per la crescita e l’innovazione tecnologica, supportando l’occupazione stabile. La nostra è un’azienda familiare con oltre 185 anni di storia, che per sua natura lavora pensando alle nuove generazioni. In B. Braun ogni assunzione è pensata per costruire un futuro: offriamo formazione, stabilità e inserimento in un ambiente di lavoro all’avanguardia all’interno di una grande multinazionale che conserva la sua identità di azienda di famiglia, dove il lavoro è fondato sulla fiducia, sulla responsabilità e sulla valorizzazio-
ne delle differenze”, dichiara Sara Boldrini, HR director.
B. Braun Avitum Italy è presente a Mirandola da oltre 30 anni e oggi conta circa 450 collaboratori per un fatturato annuo che nel 2024 ha superato i 100 milioni di euro, con soluzioni per la dialisi, nutrizione clinica, terapia infusionale e la cura delle ferite. In questo polo, che produce oltre 10 milioni di dispositivi all’anno destinati ai pazienti italiani e di tutto il mondo, vengono implementate alcune delle maggiori avanguardie produttive, come ‘robot collaborativi’ che rendono concreta la sinergia uomo-macchina per migliorare resilienza, sostenibilità e centralità della persona nei processi industriali. La realtà di Mirandola si qualifica, inoltre, all’interno del Gruppo
B. Braun, come “Center of Excellence”, un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per innovazione e qualità.
B.M.D. OLTRE SESSANT’ANNI DI STORIA E LO SGUARDO RIVOLTO AL FUTURO
Quasi sessant’anni fa, più precisamente nel 1968, nasceva a Campogalliano, in provincia di Modena, B.M.D., una piccola officina specializzata nella subfornitura di lavorazioni meccaniche di particolari medio-pesanti.
“La lungimiranza di specializzarsi nel -
vita industriale
la meccanica di medie e grandi dimensioni, quando il territorio per sua stessa vocazione ha sempre prediletto una meccanica di piccole dimensioni, quelle necessarie nel settore automotive, ha fatto sì che B.M.D. si ritagliasse una peculiare e variegata nicchia di clienti in differenti settori: macchine utensili, packaging, industria ceramica e stampaggio materie plastiche, energia e gas&oil”, spiegano dall’azienda.
Dalla prima decade degli anni 2000 l’azienda inizia ad approcciarsi, dapprima timidamente poi sempre più in maniera strutturata, al settore aerospace & defence, un’industria altamente complessa e competitiva. Questa tipologia di settore estremamente stimolante dal punto di vista tecnico e tecnologico porta con sé una serie di articolate e continue sfide che implicano un impegno costante e un’inclinazione al miglioramento continuo: dal 2022 l’azienda è stata certificata EN9100:2018/AS9100D, lo standard di riferimento, riconosciuto a livello mondiale, relativo alla gestione qualità che si applica alle organizzazioni attive nella catena di fornitura aerospaziale.
Nel 2024 B.M.D. ha ottenuto il badge di “Sustainability Rating” con Ecovadis, una piattaforma globale SaaS che fornisce valutazioni della sostenibilità e del rischio ESG alle imprese, in quanto da alcuni anni a questa parte i principali player del settore aerospace & defence stanno spingendo la propria Supply Chain ad adeguarsi agli standard ESG, per arrivare all’obiettivo finale di redigere il bilancio di sostenibilità. Obiettivo che l’azienda di Campogalliano conta di riuscire a perseguire entro il prossimo biennio.
A inizio dicembre B.M.D. ha partecipato per la seconda volta alla primaria fiera di settore, l’Aerospace and Defence Meeting di Torino, la business convention internazionale in Italia per l’industria aerospaziale e della difesa, punto di riferimento per le imprese del settore interessate a sviluppare collaborazioni industriali e commerciali qualificate con player provenienti da tutto il mondo, attraverso incontri
B2B programmati, conferenze tecniche e momenti di approfondimento tematico: sostenibilità, big data, advanced air mo -
bility e space economy sono alcuni dei temi che sono stati al centro del programma di panel e conferenze. “Per il 2026 uno dei progetti più ambiziosi per la nostra azienda è uno studio, seppur in fase embrionale, volto allo sviluppo di un sistema di scorrimento per le tute spaziali extra-veicolari degli astronauti, in collaborazione con una startup italiana e l’Agenzia Spaziale Europea”, continuano dall’azienda di Campogalliano.
“Un secondo progetto con una grossa connotazione innovativa, che vedrà la luce nel 2026, fa invece riferimento allo sviluppo di parti di ricambio attraverso l’Additive Manufacturing, ovvero un processo industriale impiegato per fabbricare oggetti partendo da modelli 3D computerizzati. Guardando al prossimo futuro, in B.M.D. ci si attende che l’integrazione di nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e la necessità di talenti specializzati saranno i temi centrali poiché l’azienda possa rimanere competitiva sul mercato”, concludono dalla sede di Campogalliano.
BILANCIARSI ENTRA
NELLA RETE DEGLI ECOVADIS
TRAINING PARTNER
Le imprese che crescono in modo sostenibile sono quelle che sanno unire visione strategica e capacità di misurare i propri impatti. È su questa convinzione che Bilanciarsi, società di consulenza specializzata in ESG e sostenibilità, ha costruito negli anni il proprio lavoro, affiancando numerose imprese italiane nel definire strategie, misurare performance e comunicare in modo trasparente i propri progressi. Oggi la società compie un passo ulteriore entrando ufficialmente nella rete internazionale degli EcoVadis Training Partner.
“Diventare EcoVadis Training Partner
significa essere riconosciuti come interlocutori qualificati nel supporto alle aziende che intendono ottenere o migliorare la propria valutazione di sostenibilità secondo la metodologia EcoVadis. Un riconoscimento che rafforza la capacità di Bilanciarsi di offrire percorsi di accompagnamento basati su un metodo strutturato e su criteri condivisi a livello globale”, spiegano dalla società. Ma cos’è, esattamente, EcoVadis? Si tratta di una delle principali piattaforme internazionali di valutazione della sostenibilità aziendale. Attraverso un sistema di rating riconosciuto in oltre 180 Paesi, EcoVadis misura le performance delle imprese su quattro aree tematiche - ambiente, diritti umani e lavoro, etica e acquisti sostenibili - assegnando un punteggio che consente alle aziende di comunicare in modo oggettivo il proprio livello di impegno ESG e di individuare le aree di miglioramento. Oggi il rating EcoVadis è richiesto da migliaia di grandi gruppi internazionali ai propri fornitori e nell’ambito di numerosi bandi di gara, ed è diventato un punto di riferimento per chi vuole consolidare la propria credibilità in materia di sostenibilità. Per Bilanciarsi, l’ingresso nella rete dei Training Partner rappresenta la naturale evoluzione di un percorso maturato sul campo, fatto di esperienza concreta e competenze specialistiche. Negli anni, la società ha accompagnato decine di imprese di diversi settori - dal -
vita industriale
Nuova Tiguan Fa strada al tuo business
volkswagen.it
• Design dinamico
• Infotainment con Display fino a 15’’
• Assistente vocale IDA
• Nuova gamma ibrida anche Plug-In con oltre 100 km di autonomia in elettrico
La vettura raffigurata è puramente indicativa. Valori massimi: consumo di carburante ciclo comb. 6,9 l/100 km - CO2 177 g/km rilevati dal Costruttore in base al metodo di omologazione WLTP (Regolamento UE 2017 /1151 e successive modifiche ed integrazioni). Equipaggiamenti aggiuntivi e altri fattori non tecnici quali lo stile di guida, possono modificare tali valori. Per ulteriori informazioni presso i Concessionari Volkswagen è disponibile gratuitamente la guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO2
la manifattura ai servizi - nella definizione di strategie ESG e nella preparazione alla valutazione EcoVadis, costruendo un approccio fondato su dati, processi e miglioramento continuo. L’accreditamento come Training Partner consente ora di offrire un supporto ancora più qualificato: dalla comprensione della metodologia, alla compilazione del questionario, fino alla lettura e all’interpretazione della scorecard con le relative azioni correttive.
Accanto a questo riconoscimento, Bilanciarsi ha scelto di mettere a disposizione delle imprese anche un nuovo strumento: un ebook dedicato a EcoVadis, che raccoglie in modo chiaro e pratico tutte le informazioni utili per comprendere come funziona il sistema di valutazione, quali documenti sono richiesti e quali benefici può generare per la competitività aziendale. Una guida pensata per rendere accessibile e concreto un tema spesso percepito come complesso, trasformando la sostenibilità in un percorso strutturato e misurabile.
“Essere parte della rete EcoVadis Training Partner non è solo un riconoscimento, ma un modo per offrire alle imprese un affiancamento ancora più solido, basato su rigore tecnico, formazione e crescita condivisa. La sostenibilità, per noi, non è un’etichetta, ma un processo che si costruisce con metodo, partecipazione e competenza”, spiega Andrea Casadei, fondatore di Bilanciarsi. Con questo passo, Bilanciarsi conferma la propria missione: aiutare le imprese italiane a trasformare la sostenibilità in valore reale, combinando visione strategica, conoscenza operativa e strumenti riconosciuti a livello internazionale.
BFC E VIRTUS PALLACANESTRO,
LO SPORT COME MOTORE ECONOMICO PER IL TERRITORIO
Grazie alla collaborazione con lo studio associato LS Lexjus Sinacta, realtà italiana indipendente che riunisce 130 avvocati e dottori commercialisti operanti in nove sedi sul territorio nazionale, tra cui Bologna, nell’ambito di Farete 2025 si è svolto il workshop “Tra passione e profitto: l’impatto economico di Bologna FC 1909 e Virtus Pallacanestro sul territorio e la comunità di Bologna”.
La presentazione, curata da StageUp, ha visto la partecipazione di quasi 100 persone tra giornalisti, addetti ai lavori e appassionati, ed ha approfondito una tematica significativa: il contributo concreto che lo sport può offrire allo sviluppo economico e sociale delle città. StageUp, società di ricerche e consulenza specializzata nei settori dello sport, della cultura e dello spettacolo, ha presentato la ricerca che ha analizzato l’impatto economico di Bologna FC e Virtus Pallacanestro sulla Città Metropolitana di Bologna nella stagione 2024/2025: l’attività dei club verso i cittadini consumatori dello spettacolo sportivo ha prodotto un impatto economico totale di 103 milioni di euro.
I risultati sono stati illustrati dal presidente di StageUp Giovanni Palazzi, e alla presentazione è seguita una tavola rotonda alla quale hanno partecipato l’amministratore delegato del Bologna FC Claudio Fenucci, il direttore generale della Fondazione Bologna Welcome Patrik Romano e il CEO di Virtus Pallacanestro Marco Comellini.
Lo studio ha preso in esame il solo comparto B2C (bu -
Claudio Fenucci, amministratore delegato BFC, Patrick Romano, direttore generale della Fondazione Bologna Welcome, e Marco Comellini, CEO Virtus Pallacanestro
siness to consumer), analizzando le spese di spettatori e fan per ticketing, trasporti, merchandising, ristorazione, pernottamento e turismo legati sia alle partite giocate in città da Bologna FC e Virtus Pallacanestro nelle diverse competizioni (Serie A, Champions League, Coppa Italia di calcio, Serie A di basket, Eurolega), sia più generalmente collegate all’attività dei due club.
L’impatto economico complessivo stimato è di 103 milioni di euro, 74,4 milioni generati dal Bologna FC e 28,6 milioni dalla Virtus Pallacanestro, comprendendo il cosiddetto impatto diretto pari a 44,6 milioni (relativo alle spese, come l’acquisto dei biglietti, direttamente sostenute da spettatori, tifosi, turisti e squadre ospiti) che quello indiretto (legato ai ricavi generati su fornitori e distributori) e indotto (derivante dall’incremento di reddito e consumi). L’impatto fiscale, a livello nazionale e locale, raggiunge quota 22,7 milioni di euro.
Sulla base dei dati dello studio, l’effetto economico generato dall’attività dei due Club è pari al 10% della ricchezza indotta dal turismo sulla città e genera un impatto occupazionale equivalente pari a 1.300 lavoratori.
“L’importante impatto generato sulla nostra città dai due club, Bologna FC e Virtus Pallacanestro, dimostra in modo inequivocabile la rilevanza dello sport professionistico come attivatore della comunità bolognese da un punto di vista economico, turistico, comunicazionale e sociale”, dichiara il presidente di StageUp, Palazzi. “Un traguardo che non è frutto del caso, ma degli investimenti delle proprietà, della capacità dei manager, degli importanti risultati sportivi. A cui va sommata la passione dei cittadini per i due club e, più in generale, per lo sport da vedere e praticare, che diventa un’energia vitale che trasforma Bologna, creando valore tangibile e costruendo un futuro condiviso”.
Lo studio conferma, dunque, come il calcio e la pallacanestro, al di là del campo, rappresentino per Bologna un asset strategico in grado di attrarre risorse, turismo e occupazione, consolidando il legame tra sport e comunità.
vita industriale
OSSERVATORIO DI
BONFIGLIOLI
CONSULTING:
INDUSTRIA
ITALIANA IN CRESCITA MA POCO DIGITALE
L’industria italiana si scopre efficiente, sostenibile e in crescita, ma ancora troppo poco digitale. È questa la fotografia del nuovo studio “What’s Next nelle Operations? Benchmarking Study” di Bonfiglioli Consulting, ricerca biennale che analizza lo stato di maturità dell’industria nazionale in cinque aree chiave - operations, supply chain, sostenibilità, digitalizzazione e risorse umane - per mappare la transizione verso la smart factory. Lo studio è stato presentato durante l’AI Operations Forum 2025, l’appuntamento biennale organizzato da Bonfiglioli Consulting dedicato all’intelligenza artificiale e alle tecnologie avanzate per le Operations.
L’indagine ha coinvolto oltre 100 aziende di 22 settori industriali, con un campione composto per l’85% da figure C-Level e per l’83% da imprese con oltre 100 dipendenti, prevalentemente B2B (87%).
“I risultati dello studio confermano un tratto distintivo dell’industria italiana”, spiegano dalla società bolognese. “Una forte cultura al miglioramento continuo e alla ricerca dell’eccellenza e oggi l’operational excellence deve includere anche la sostenibilità. Ma rivelano anche un divario digitale. L’adozione dell’AI e delle tecnologie più innovative non è più un’opzione, ma una leva indispensabile
per la competitività e la resilienza delle imprese”.
Infatti, lo studio di Bonfiglioli Consulting rileva, tra le industrie italiane, un indice di maturità digitale del 48%. Tra le tecnologie più diffuse a livello industriale spiccano gli Erp (73%), seguiti da CRM (34%), MES (32%) e cloud (25%). Rimangono marginali i digital twin (9%), la robotica avanzata (12%) e la realtà aumentata e virtuale (22%).
Ma quanto si percepiscono digitalizzate le imprese? Analizzando la percezione dei C-Level, il 53% del campione dichiara un livello basso di digitalizzazione, il 33% indica un buon livello, il 10% un livello alto e appena il 4% un livello molto elevato. L’adozione dell’intelligenza artificiale resta limitata: il 55% delle aziende non l’ha ancora implementata, il 34% l’ha avviata o parzialmente implementata e solo il 3% la utilizza in modo consolidato o in costante miglioramento. Le principali barriere all’adozione riguardano la mancanza di competenze interne (42%), la qualità dei dati (40,4%) e l’integrazione con i sistemi esistenti (38,4%), mentre solo l’11,5% indica i costi come principale ostacolo. Nel manifatturiero, l’AI trova applicazione soprattutto in dashboard operative intelligenti (15,4%), manualistica tecnica (13,4%), formazione HR (11,5%) e ottimizzazione produttiva (9,6%). Sul fronte degli investimenti, la maggioranza delle aziende (72%) destina tra l’1% e il 5% del fatturato alla digitalizzazione; un ulteriore 21% investe tra il 5% e il 10%, mentre solo il 2% supera questa soglia. Il 5% del campione, invece, non ha ancora avviato investimenti in quest’area. La sostenibilità si attesta come un ulteriore elemento strategico dell’industria italiana, con un livello medio di maturità dell’89%. Il 74% delle imprese destina fino al 5% del fatturato a iniziative sostenibili, il 19% investe fino al 30% e solo il 7% non ha ancora investito in programmi strutturati. Per oltre il 35% ci sarà un aumento nei prossimi anni. A motivare gli investimenti sono soprattutto la compliance normativa (38%), la riduzione dei costi (34%) e il miglioramento della reputazione aziendale (28%).
I processi industriali italiani, incluse le fasi di procurement, logistica inbound e outbound e produzione, mostrano una buona maturità operativa (71%) e una chiara visione strategica: il 62% delle aziende dichiara di avere un programma di eccellenza operativa, e il 75% pianifica su orizzonti superiori ai tre anni.
BREADERS, IL CROWDFUNDING PER CRESCERE IN ITALIA E IN EUROPA
Breaders, il gruppo italiano che riunisce alcune delle bakery artigianali più innovative del Paese, ha avviato un round di funding che ha già raccolto 6 milioni di euro da investitori istituzionali e non, prevalentemente già soci del gruppo. Il round si concluderà con la terza campagna di equity crowdfunding, il cui lancio è stato il 5 novembre su Mamacrowd.com. La nuova operazione mira a sostenere la crescita, consolidando la presenza sul mercato nazionale con nuove aperture delle bakery del gruppo e l’integrazione di ulteriori eccellenze artigiane, aprendo al contempo il dialogo con player europei di rilievo. La campagna su Mamacrowd rappresenta infatti la fase finale di un percorso di fundraising e punta a raccogliere in offerta pubblica almeno 1,5 milioni, per superare i 7,5 milioni di raccolta complessiva.
Nato dall’iniziativa di Forno Brisa (Bologna), Davide Longoni (Milano), Mamm (Udine), Mercato del Pane (Pescara) e Pandefrà (Senigallia), Breaders si configura oggi come un gruppo unico nel panorama della panificazione; una rete di maison artigiane che mantengono brand indipendenti e identità territoriali forti, che operano insieme come un’unica azienda, condividendo strumenti e servizi centralizzati.
“Stiamo creando una rete integrata di piccoli artigiani di eccellenza che possono contare su strumenti e servizi da grande impresa, senza rinunciare a identità locali, qualità, radici e dna. Vogliamo coprire città chiave in Italia e allo stesso tempo guardare all’Europa per crescere di valore e aprire ad altre categorie come specialty coffee, cioccolato, bevande e pasta secca”, dichiara Pa-
vita industriale
squale Polito, CEO di Breaders e founder di Forno Brisa.
Questi i pilastri del nuovo piano industriale: nuove aperture in Italia per il gruppo che entro il 2027 prevede di superare quota 40 punti vendita, rafforzando la presenza nelle principali città; ingresso di nuovi player italiani ed europei, in particolare aziende con fatturati compresi tra 4 e 8 milioni di euro selezionate per affinità di valori, solidità economica e vocazione artigianale; diversificazione di settore, con investimenti nello sviluppo di specialty coffee e cioccolato, proseguendo un percorso già avviato con la torrefazione interna di Forno Brisa e il laboratorio di cioccolato; un capitolo strategico che riguarda la nascita di un polo di alta formazione continua in Abruzzo, a Nocciano, sede del Mulino Collettivo, dove già oggi Breaders coltiva parte dei suoi campi. Qui sorgerà una scuola del pane unica in Italia, capace di unire agricoltura, molitura e panificazione in un percorso integrato, diventando un centro di ricerca e incubazione di talenti per il settore. Dopo due campagne di successo, la nuova raccolta consolida la visione di Breaders come public company e modello innovativo per il food artigianale. Il gruppo riunisce forze imprenditoriali, comunità di soci diffusi e investitori istituzionali in un progetto scalabile e sostenibile, che mette al centro valori condivisi e impatto concreto. Breaders non è solo un network di bakery, ma un ecosistema che integra pane, caffè, cioccolato e altre filiere artigianali di qualità, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza produttiva, sostenere i territori e generare nuove opportunità per chi investe. Si tratta di una struttura che unisce passione artigiana e strumenti corporate evoluti, capace di portare il modello italiano del food artigianale verso un futuro di crescita, innovazione e responsabilità.
CASONI ACQUISISCE STAMPA
E DIVENTA DISTRIBUTORE UFFICIALE
DI SIR. JAMES 101
Casoni Fabbricazione Liquori, antica distilleria e fabbrica di liquori fondata a Finale Emilia, in provincia di Modena, nel 1814, ha annunciato a luglio scorso di aver acquisito il marchio Stampa, storica realtà di Sassuolo celebre per il suo inconfondibile Sassolino, liquore per dolci dall’identità unica e profondamente radicata nella tradizione emiliana. L’ingresso del marchio Stampa nel catalogo Casoni rappresenta un passo strategico chiave nella valorizzazione dei marchi storici del territorio, con l’obiettivo di preservarne l’identità e rilanciarla con una visione moderna, ma sempre con le radici ben salde nella tradizione. Il Sassolino e le altre specialità della linea dolci saranno integrati nell’offerta Casoni, con un piano di sviluppo che prevede anche nuovi prodotti a marchio Stampa destinati al canale Horeca e un’attenta strategia di espansione nei principali mercati esteri. “Siamo orgogliosi di accogliere Stampa nella nostra famiglia. Il Sassolino è un prodotto simbolo della nostra terra e vogliamo ridargli il posto che merita, anche grazie a una nuova fase di sviluppo innovativo. L’acquisizione di un marchio così radicato nel tessuto culturale e gastronomico modenese è una mossa vincente. Casoni ha l’opportunità di far brillare nuovamente il Sassolino sui mercati nazionali e internazionali, portando avanti una tradizione che sa rinnovarsi senza perdere mai le proprie radici”, affermano Piergiorgio Pola e Paolo Molinari, rispettivamente presidente e amministratore di Casoni Fabbricazione Liquori. Ma la crescita del gruppo modenese non si arresta qui: l’azienda ha infatti ottenu-
to la distribuzione esclusiva in Italia della linea Sir. James 101, brand internazionale di cocktail analcolici RTD (ready to drink) già apprezzato nei principali mercati europei, confermando così la propria vocazione all’innovazione e la capacità di intercettare i nuovi trend del mercato beverage. Casoni è stata inoltre scelta come distributore esclusivo di Sir. James 101 per il mercato UK, attraverso la propria filiale commerciale, consolidando ulteriormente la sua presenza internazionale.
“Con Sir. James 101 rafforziamo l’offerta sulle alternative non alcool, che già da alcuni anni abbiamo a catalogo, ed iniziamo un percorso che ci sfida non più solo come produttore, ma anche come piattaforma di distribuzione per marche che desiderano approcciare il mercato italiano e britannico attraverso i nostri team. Portiamo in Italia e nel Regno Unito una linea di prodotti che interpreta i nuovi trend di consumo e puntiamo a rispondere con efficacia ad un mercato in cambiamento. La linea di cocktail analcolici firmati Sir. James 101 si integra con la nostra strategia commerciale, ancora di più orientata alla creazione di una chiara proposta di valore dei brand che passa per qualità, ascolto delle esigenze del consumatore, innovazione e convenienza. In un momento di cambiamento nelle tendenze di consumo è necessario voler individuare risposte alternative nel rispetto dei nostri target di posizionamento e di coerenza dell’assortimento. Successivamente alla
vita industriale
validazione di mercato svolta negli ultimi mesi confidiamo, con il supporto dei nostri partner distributivi, in una risposta positiva del mercato che già si sta realizzando sugli ordinativi; anche grazie a questa novità confermiamo la nostra volontà di crescere sul territorio nazionale e non solo”, dichiara Stefano Tirtei, direttore commerciale di Casoni.
DALLA FUSIONE DI
CATA INFORMATICA E MACROGROUP
NASCE CATAMACRO
Oltre 80 professionisti, di cui 60 tecnici qualificati, distribuiti tra le sedi di Bologna, Milano, Torino, Treviso e Bolzano e supportati da una rete di partner nel centro e nel sud Italia e un portafoglio di 900 clienti su tutto il territorio nazionale. È il biglietto da visita di Catamacro, la nuova realtà nata dall’unione di CATA Informatica e Macro Group, due imprese con oltre 30 anni di esperienza nell’integrazione di sistemi, nelle soluzioni gestionali e nei progetti di innovazione applicativa, per accompagnare le aziende in percorsi di digitalizzazione strutturati, innovativi e su misura.
L’operazione non è frutto di un progetto a tavolino, bensì l’evoluzione naturale di una lunga storia condivisa che, nel tempo, ha portato le due realtà a collaborare su numerosi progetti. Da competitor a partner, questa esperienza ha fatto emergere non solo una forte complementarità di skill ed esperienze, ma anche il riconoscimento di una sintonia profonda in termini di visione strategica e operativa.
“Collaborando insieme, nel tempo abbiamo capito che 1+1 non fa 2, ma 3. Catamacro nasce proprio dalla volontà di crescere e di proporci alle imprese con una struttura ancora più solida e organizzata. Abbiamo già tracciato direttrici di investimento chiare anche sugli ambiti più di frontiera con l’obiettivo di diventare l’interlocutore di riferimento e la finestra sull’innovazione per tutte le pmi italiane”, evidenzia Mattia Macellari, direttore commerciale di Catamacro. L’azienda integra competenze specialistiche e complementari - Erp e Crm, logistica avanzata, business process management, HR tech, dogane digitali, Industria 4.0 e 5.0 - e opera tramite team dedicati, organizzati per aree di processo e focalizzati sulla progettazione di piattaforme integrate e sistemi gestionali evoluti, dove metodo e tecnologia si combinano. Grazie alla capacità di personalizzare ed evolvere i sistemi gestionali standard, integrando componenti e tecnologie eterogenee, Catamacro supporta le imprese nel rendere più efficiente la gestione dei processi e nel prepararsi a nuovi scenari di business, mantenendo sempre al centro sicurezza, continuità e scalabilità.
“Mettere a sistema competenze, esperienze e strutture significa garantire soluzioni più complete e un know-how più ampio e profondo: è questo che ci ha fatto capire quanto fosse naturale unirci prima di tutto sul piano tecnico, più ancora che su quello commerciale”, sottolinea Fabrizio Lenzini, direttore commerciale di Catamacro. Un elemento distintivo del nuovo assetto societario è proprio l’integrazione dei laboratori di sviluppo software: due centri di eccellenza in cui convergono competenze tecniche e conoscenza dei processi che diventano un vero motore di innovazione applicativa. “Non portiamo nelle aziende solo tecnologia, ma progetti concreti, funzionanti, che generano valore come, ad esempio, nella modernizzazione di piattaforme Erp legacy o nell’integrazione dei sistemi di fabbrica con i macchinari”, ribadisce il direttore tecnico Andrea Fantoni.
Catamacro guarda al futuro con un obiettivo chiaro: accompagnare le imprese nella loro crescita aiutandole a scegliere la migliore innovazione. Su questa linea di sviluppo nasce la Catamacro Academy, un programma continuativo pensato per coltivare e attrarre talenti, formare nuove competenze digitali e diffondere una cultura dell’innovazione.
CHIMAR, UN EVENTO IN DUCATI PER PRESENTARE LE NUOVE FRONTIERE DEL PACKAGING
Oltre cento imprese hanno preso parte all’evento “Packaging Vincente”, organizzato dal Gruppo Chimar, azienda di Limidi di Soliera, nel modenese, specializzata nella produzione di imballaggi industriali in legno e cartone, oltre che nei servizi logistici. L’evento, che si è svolto nella sede di Ducati Motor Holding, a Bologna, lo scorso 24 ottobre, è stata un’occasione preziosa di confronto e condivisione, dedicata all’approfondimento delle nuove soluzioni di packaging e logistica integrata per l’industria.
La tavola rotonda, moderata dalla giornalista economica Ilaria Vesentini, ha riunito una platea qualificata composta da imprenditori, CEO e direttori delle aree operation, supply chain e buyer, rappresentanti di più di cento aziende. Tra queste, sul palco si sono alternati nomi di rilievo come Ducati, fresca vincitrice del Campionato del Mondo MotoGP 2025, Robomagister, innovativa realtà emiliana che sta rivoluzionando il mondo della robotica in cucina, e la multinazionale tedesca Körber Technologies, punto di riferimento nella produzione di impianti per la lavorazione del tabacco. Tutte realtà che
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COMECER, 50 ANNI DI TRADIZIONE, INNOVAZIONE E VISIONE INTERNAZIONALE
Una serata per celebrare 50 anni che uniscono tradizione, orgoglio territoriale e visione internazionale: Comecer, a fine settembre, ha voluto raccogliere nella sede di Castel Bolognese dipendenti e familiari, più di 700 le persone presenti, per una festa che ha intrecciato emozione e appartenenza.
L’evento del cinquantesimo è stato, così, una grande occasione di incontro e di ricordi: all’interno dello stabilimento è stata ricostruita la storia di Comecer attraverso fotografie, oggetti e racconti personali raccolti nel museo aziendale, un viaggio nella memoria che ha reso tangibile l’evoluzione di mezzo secolo di innovazione.
La serata è stata presentata da una voce del panorama radiofonico nazionale e animata dalla Comecer Band, la formazione musicale nata tra i colleghi dell’azienda, che ha unito spettacolo e spirito di squadra in un clima di entusiasmo condiviso. E a rendere l’atmosfera ancora più autentica è stato il comico Paolo Cevoli, che con il suo inconfondibile umorismo ha ricordato le qualità più tipiche della gente di Romagna trasformandole in una metafora perfetta dello stile Comecer: passione, intraprendenza e visione. Nata nel cuore della Romagna, l’azienda è oggi una realtà globale, con una visione internazionale e una presenza in oltre 80 Paesi, con sedi in Olanda, Spagna, Stati Uniti, India. Dal 2019 è entrata a far parte della famiglia ATS Corporate e più recentemente è stata integrata nella divisione ATS Life Sciences Group, che raggruppa tutte le aziende del gruppo ATS che operano nel settore della salute e del benessere, creando una sinergia tra prodotti e tecnologie e consolidando il proprio ruolo come riferimento internazionale nella progettazione di soluzioni per ambienti a elevata sicurezza, in grado di garantire standard qualitativi, tracciabilità e protezione ai massimi livelli. Inoltre, proseguendo la sua politica di espansione, Comecer si è ingrandita anche attraverso acquisizioni mirate, come quella di DF Siena nel 2021. Un viaggio che, dal laboratorio artigianale delle origini, ha portato Comecer alle frontiere della tecnologia applicata alle scienze della vita, con un portafoglio che spazia dalla radiofarmacia e medicina nucleare fino al farmaceutico e alle linee di riempimento asettico destinate alla produzione di medicinali sterili.
Con una storia che parte dal 1975, Comecer ha attraversato decenni di evoluzione tecnologica, trasformandosi da fornitore per l’Agenzia nucleare italiana a protagonista globale nel campo del trattamento asettico e del contenimento nelle industrie farmaceutiche e della medicina nucleare. Specializzandosi in soluzioni di isolamento per la medicina rigenerativa e l’ingegneria dei tessuti, l’azienda bolognese progetta e realizza anche sistemi ad alta tecnologia attraverso lo sviluppo di soluzioni sostenibili, sicure e sempre conformi con le normative GMP (Good Manufacturing Practice).
Al centro di questo percorso resta invariato l’obiettivo che ne guida ogni passo: sviluppare tecnologie altamente innovative per sostenere e migliorare i servizi sanitari a livello globale, offrendo soluzioni che aiutano le persone a vivere meglio. È una visione che unisce competenza scientifica e responsabilità umana, e che da cinquant’anni ispira l’azienda a innovare con la stessa passione e dedizione di quando tutto è cominciato.
Nel corso dei suoi cinquant’anni, infatti, Comecer ha superato numerose frontiere scientifiche e tecnologiche: dall’automazione dei processi radiofarmaceutici alla progettazione di ambienti isolati Gmp per le terapie avanzate (Atmp), dalle soluzioni asettiche per il riempimento di farmaci alla digitalizzazione e tracciabilità dei processi produttivi. Innovazioni che nascono da un’unica ambizione: coniugare tecnologia e sicurezza, al servizio della scienza e della vita.
Durante il suo intervento, Simone Volpi, CEO di Comecer, ha ricordato con emozione le tappe principali di questo percorso: “In questi anni Comecer è cambiata: innova di più e risponde ai mercati con velocità e visione. Abbiamo trasformato i nostri prodotti e ripensato noi stessi, nella struttura, nei modelli di servizio, nelle competenze. Abbiamo investito in innovazione tecnologica, nella crescita internazionale e nel rafforzamento interno. Le frontiere che abbiamo superato non sono solo tecnologiche, ma anche umane. La nostra forza è sempre stata quella di guardare oltre, insieme”.
“Frontiers”, il concept scelto per celebrare questo traguardo, rappresenta la volontà di continuare a esplorare, di aprire nuovi percorsi nella ricerca, nella sostenibilità e nella cultura d’impresa.
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collaborano attivamente con le aziende del gruppo e che hanno condiviso sul palco la propria testimonianza.
Tra gli interventi istituzionali, di grande interesse è stato il contributo dell’università
LUIC - Carlo Cattaneo di Varese. Dal 2021 l’ateneo lombardo, infatti, ha istituito il Green Transition Hub, un centro di aggregazione e ricerca dedicato ai temi di transizione ecologica, con focus specifico sul mondo della logistica e del green packaging. Il team ha illustrato quelle che sono, ad oggi, le esigenze e le priorità delle imprese in ambito logistico e imballaggio e l’offerta di soluzioni sostenibili presenti sul mercato.
“Da anni abbiamo una partnership consolidata con Ducati per la fornitura degli imballaggi in legno e, più recentemente, anche per il packaging in cartone ondulato fornito da CBM, azienda del gruppo Chimar e Ducati Official Supplier. Questa nuova sinergia ci ha dato l’opportunità di riunire clienti e prospect in casa Ducati, un ambiente dove si respirano innovazione e tecnologia ai massimi livelli e di confrontarci sulle nuove tendenze del mondo del packaging e della logistica, e di poter illustrare le nostre ultime soluzioni come Giott0, il pallet sostenibile creato a partire dai rifiuti di materia legnosa, un concreto esempio di economia circolare applicato alla logistica”, dichiara Marco Arletti, amministratore delegato di Chimar. La giornata si è conclusa con un’attività esclusiva, la “Borgo Panigale Experience”, che ha permesso ai partecipanti di visitare lo stabilimento produttivo e il museo Ducati, immergendosi nel cuore pulsante di un’eccellenza italiana che unisce potenza, design e ingegneria.
Chimar da oltre 25 anni è specializzata nella progettazione e realizzazione di imballaggi industriali e servizi integrati di logistica; la sede a Limidi di Soliera e una presenza capillare nel Nord Italia, con più di 35 sedi e 500 collaboratori, assicurano vicinanza territoriale e reattività alle necessità dei clienti, dalla Liguria al Veneto, passando per Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Trentino-Alto Adige.
Da sempre l’innovazione è un tratto distintivo dell’azienda che sta implementando una crescente cultura della sostenibilità e ha trasformato la sua proposta commerciale con prodotti di eco-packaging sempre più green.
MOSTRA COCCHI&COCCHI: GRAFICA AL FEMMINILE, LE PIONIERE DEL DESIGN ITALIANO
Dare visibilità al contributo femminile nel design grafico italiano e raccontare il ruolo delle progettiste in un ambito che, come molte storie delle arti e delle professioni, è stato a lungo narrato in chiave maschile: è questo l’obiettivo della mostra “Grafica a parte. Pioniere del design grafico italiano”, realizzata dall’agenzia modenese di branding e comunicazione strategica cocchi&cocchi dopo il grande successo della precedente esposizione “Marchi e identità del made in Italy”.
La mostra, a cura di AIAP e patrocinata da Comune di Modena e Confindustria Emilia Area Centro, si è tenuta dal 2 al 15 ottobre scorsi presso gli uffici di cocchi&cocchi, agenzia che ha costruito la propria identità intorno a un principio chiave: dare forma e valore all’identità delle imprese. Nata nel 1996 nel cuore del tessuto produttivo modenese, l’agenzia ha iniziato collaborando con le piccole e medie realtà locali per poi, dal 2006, concentrarsi sul branding B2B e sulla comunicazione strategica, accompagnando le aziende nella definizione del loro posizionamento e della loro immagine distintiva.
“La nostra missione è guidare le PMI del B2B nei processi di rebranding, lavorando su strategia, identità visiva e strumenti di comunicazione”, spiegano Davide e Gloria Cocchi, soci dell’agenzia.
L’esposizione è nata con l’intento di valo -
rizzare il lavoro delle progettiste grafiche, da Brunetta Mateldi Moretti a Claudia Morgagni, da Lora Lamm ad Alda Sassi, solo per citarne alcune, spesso escluse o poco considerate nelle grandi narrazioni della grafica italiana. Donne che, attraverso manifesti, libri, bozzetti, disegni e fotografie, hanno contribuito in modo significativo a scrivere la storia del design grafico, diventando protagoniste in un’epoca di profondi cambiamenti sociali ed economici.
“Lo scorso anno, l’evento dedicato ai marchi e all’identità del made in Italyafferma Davide Cocchi, art director di cocchi&cocchi - ha significato molto per noi. Si è trattato di un evento che ci ha permesso di incontrare le persone e di aprirci alla città e alle istituzioni. Ci è sembrato importante continuare a parlare del design e della grafica, due temi che come agenzia tocchiamo con mano ogni giorno, anche da un’altra prospettiva”.
“Quest’anno - prosegue Gloria Cocchiviste le numerose richieste della passata edizione e il grande afflusso di insegnanti e scolaresche anche da fuori provincia, abbiamo voluto dare rilevanza a un contributo troppo spesso dimenticato e sottovalutato: quello delle progettiste grafiche. Un contributo che si è fatto largo all’interno di un settore professionale anch’esso condizionato da stereotipi e preconcetti sui ruoli femminili”.
La mostra, parte del programma di celebrazioni per gli 80 anni di AIAP, ha guidato i visitatori in un viaggio alla scoperta della grafica italiana tra il dopoguerra e i primi anni Settanta. Attraverso poster originali e riproduzioni di materiali provenienti dai Fondi del Centro di Documentazione sul Progetto Grafico dell’associazione, il percorso ha raccontato il contributo delle designer che, con il loro lavoro, hanno sostenuto la ricostruzione del Paese e la nascita del made in Italy.
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OPERAZIONI DOGANALI
ELABORAZIONE DATI INTRASTAT
CONSULENZE DOGANALI
PROCEDURA PRESSO LUOGO APPROVATO DALLA DOGANA
ASSEVERAZIONI & LICENZE
CONTROVERSIE DOGANALI
CONTINGENTI TARIFFARI
I.T.V. (Informazione Tariffaria Vincolante)
CUBBIT E HERABIT
LANCIANO IL CLOUD STORAGE
GEO-DISTRIBUITO
PER LE IMPRESE
È una collaborazione innovativa nel panorama nazionale dei servizi cloud, quella annunciata lo scorso 10 settembre da Cubbit, la scale-up bolognese pioniera del cloud storage geo distribuito in Europa, e da Herabit, la digital company del Gruppo Hera. Dopo aver adottato internamente la tecnologia Cubbit nel 2023, Herabit la estende ora al mercato business integrando il software DS3 Composer nei propri data center di Imola, in provincia di Bologna, Siziano, nel Pavese, e di Santa Lucia di Piave, alle porte di Treviso. È la prima business alliance partnership regionale siglata da Cubbit, per rendere disponibile a tutte le filiere industriali l’architettura di archiviazione in cloud distribuita, con pieno controllo locale e sovranità del dato, resilienza, efficienza e compatibilità con lo standard S3. Le due aziende consolidano così un’alleanza che vede Herabit come “preferred infrastructure partner” nella regione Emilia-Romagna e aprono la strada a un modello replicabile anche in altri contesti locali.
I principali casi d’uso spazieranno dal backup all’archiviazione dati di lungo periodo, fino alla creazione di data lake per le aziende e per sistemi di intelligenza artificiale. I benefici per le imprese includono: maggiore sicurezza, perché i dati vengono cifrati, frammentati e distribuiti su più nodi e restano sempre accessibili e mai esposti per intero; sovranità e controllo locale del dato, poiché la tecnologia è completamente italiana e il dato resta in Italia, all’interno delle infrastrutture Herabit (proprietaria di tre data center e di 321mila chilometri cumulativi di reti in fibra ottica); alte prestazioni in virtù della vicinanza geografica e di asset proprietari che assicurano bassa latenza e continuità di servizio; maggiore ef-
ficienza con riduzione di costi e di impatto ambientale, grazie ai modelli di archiviazione efficiente di Cubbit.
L’avvio del servizio da parte di Herabit prevede una capacità iniziale di 2 petabyte dedicati ai clienti business (pari a circa a mille miliardi di pagine di testo o a quattro anni di dati generati da un impianto industriale medio con mille sensori attivi da 1 MB/minuto di informazioni), con un piano di crescita ulteriore dal 2026.
“La collaborazione con Herabit dimostra come i service provider europei possano, grazie alla tecnologia Cubbit, tornare a essere protagonisti del mercato globale dello storage, creando e offrendo il proprio servizio cloud resiliente, sovrano e competitivo. È una soddisfazione vedere un nostro cliente come Herabit espandere ulteriormente l’adozione della nostra soluzione, incrementando non solo il proprio beneficio ma anche quello dei clienti finali”, evidenzia Stefano Onofri, co-CEO e co-fondatore di Cubbit.
“L’accordo con Cubbit segna un passo strategico nell’evoluzione della nostra offerta cloud. L’integrazione nei nostri data center della loro tecnologia ci permette di offrire
Sopra: Alessandro Aiello, direttore generale di Herabit
A sinistra: Stefano Onofri, co-CEO e co-fondatore di Cubbit
un servizio di cloud storage sicuro, flessibile e altamente competitivo, rispondendo alle esigenze concrete delle imprese. Un impegno che unisce innovazione digitale e sovranità del dato, a sostegno dello sviluppo economico del territorio”, commenta Alessandro Aiello, direttore generale di Herabit.
DA DIGITAL COMM NASCE
DIGITAL E-MOTION AL SERVIZIO DELLE IMPRESE
Digital Comm è un’azienda modenese che da più di dieci anni, con un team dall’esperienza pluriennale nel settore digital, realizza strategie destinate a imprese e professionisti di tutte le categorie, mercati e dimensioni con l’obiettivo di accompagnarli nel raggiungimento di obiettivi di business.
“In ogni progetto vediamo un’opportunità per creare qualcosa di unico, dove l’audacia incontra la strategia, e la passione si intreccia con l’innovazione. Non seguiamo le tendenze, le creiamo, per tracciare un percorso che porti il tuo brand oltre i confini dell’ordinario”, racconta dall’azienda Massimiliano Maramotti, amministratore unico di Digital Comm, che attualmente ha all’attivo oltre cento siti web realizzati con 250 clienti che si sono affidati all’impresa modenese.
E l’ultima novità di Digital Comm, che l’azienda ha portato anche all’ultima edizione di Farete a settembre scorso, è Digital E-Motion, il servizio più innovativo, pensato per dare un nuovo volto alle imprese nel web, negli eventi e in fiera. “Da sempre crediamo che la comunicazione digitale non debba limitarsi a ‘mostrare’, ma debba saper coinvolgere, emozionare e convertire l’interesse in relazione concreta”, spiega Maramotti. “È da questa convinzione che nasce Digital E-Motion, una strategia completa che combina comunicazione e marketing accompagnando le aziende lungo tutto il percorso di contatto con il cliente, dalla prima interazione fino alla vendita e fidelizzazione. Per noi questo è il futuro della comunicazione d’impresa: non informare, ma far vivere esperienze che uniscono emozione, relazione e risultato”.
Grazie all’integrazione di animazioni 3D, intelligenza artificiale e storytelling, Digital E-Motion permette di comunicare in modo interattivo e memorabile: si possono raccontare i valori e la visione dell’impresa con un linguaggio immersivo capace di superare le barriere tradizionali. Non solo, è anche possibile
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raccogliere lead qualificati, perché ogni esperienza diventa un’occasione per acquisire dati e contatti in maniera non invasiva. E ancora, si possono automatizzare i processi di contatto: i lead raccolti vengono gestiti in automatico, attivando flussi personalizzati che trasformano un visitatore in potenziale cliente; inoltre, è possibile trasformare eventi e presentazioni in spazi di conversione e acquisizione clienti: lo stand, la convention aziendale o il retail diventano touchpoint strategici.
Tutto questo risponde a una necessità sempre più evidente: il mercato chiede alle imprese di evolversi. Non si tratta solo di adottare nuove tecnologie, ma di intraprendere un vero cambio culturale. I clienti vogliono interazioni rapide e coinvolgenti, esperienze personalizzate, processi fluidi e coerenti con l’epoca digitale in cui viviamo. Le aziende che scelgono la digitalizzazione diventano più efficienti, più vicine ai propri clienti e più competitive. Al contrario, chi resta indietro rischia di perdere terreno in un contesto in cui la comunicazione è in continua evoluzione, oggi più che mai.
“In un mondo in continua evoluzione, lavoriamo con passione per portare idee innovative che aiutino i nostri clienti a raggiungere i loro obiettivi di comunicazione e marketing. Crediamo che la sinergia tra creatività e strategia sia la chiave per risultati concreti e misurabili. Lavoriamo sinergicamente e con cura su ogni progetto al fine di renderlo autentico e originale, individuando il modo migliore per diffondere il messaggio delle aziende, attraverso un approccio multicanale”, conclude Maramotti.
Lo staff di Digital Comm
DATI ESG IN TEMPO REALE: DOYLE ED EUEI
LANCIANO “SYNCESG”
Per la maggior parte delle imprese, il nodo cruciale della rendicontazione ESG è rappresentato dalla raccolta ordinata e tempestiva dei dati. Si tratta di un processo che, nella pratica, richiede tempo e risorse, traducendosi in un impatto considerevole sui costi e sull’organizzazione aziendale.
Dalla collaborazione tra la società modenese Doyle, realtà specializzata nello sviluppo di strumenti innovativi per la rendicontazione ESG e l’analisi dei dati di sostenibilità, ed Euei, azienda consolidata nel campo dell’Internet of Things (IoT), industrial IoT (IIoT), Industria 4.0/5.0 e dei sistemi di monitoraggio industriale, nasce ‘SyncESG’, un innovativo servizio dedicato alla raccolta e gestione dei dati ESG, pensato per semplificare il processo di data collection, riducendo tempi e costi e migliorando al contempo la qualità e la granularità delle informazioni.
una suite personalizzata. Qui le informazioni vengono elaborate, arricchite e integrate con ulteriori dati provenienti da focus group interni, audit aziendali e fonti esterne. “Questo processo permette di semplificare la raccolta dati e accelerare la rendicontazione per la redazione del bilancio di sostenibilità, garantendo una base informativa solida, aggiornata e tracciabile ai fini della revisione del bilancio stesso. In tal modo, le aziende soggette all’obbligo di rendicontazione possono adempiere in modo efficiente ai requisiti della normativa europea, mentre quelle appartenenti alla supply chain sono in grado di rispondere puntualmente alle richieste dei propri committenti. Le altre imprese, non ancora obbligate, hanno invece l’opportunità di intraprendere un percorso strutturato sui
“SyncESG si propone come una soluzione intelligente e completamente integrata, capace di raccogliere in tempo reale le informazioni provenienti dagli impianti produttivi e dai sistemi gestionali aziendali, traducendole in indicatori ESG chiari, verificabili e immediatamente utilizzabili nei bilanci di sostenibilità. Il servizio è rivolto principalmente, ma non esclusivamente, al comparto manifatturiero, dove la necessità di disporre di dati accurati e tempestivi sta diventando essenziale, sia per la conformità normativa sia per la competitività sui mercati internazionali”, spiega Filippo Furini, fondatore di Doyle. Grazie all’infrastruttura nata per le macchine connesse (IoT), SyncESG consente di monitorare parametri quali, ad esempio, consumi energetici, emissioni di CO₂, gestione dei rifiuti, utilizzo della plastica, efficienza idrica, sicurezza sul lavoro, indicatori di parità di genere. Tutti i dati confluiscono in una piattaforma digitale unificata, accessibile alle imprese attraverso
temi ESG, accrescendo concretamente la propria consapevolezza e rafforzando la cultura interna della sostenibilità”, continua Furini. Il valore aggiunto di SyncESG risiede nell’automazione dell’intera data pipeline ESG: dall’acquisizione del dato alla sua elaborazione, fino alla validazione e all’inserimento nei report di sostenibilità. Il sistema dialoga con gli ERP aziendali, con gli impianti industriali e con le piattaforme di gestione delle risorse umane o della supply chain, offrendo una copertura completa dei principali indicatori di performance ambientale e sociale.
“L’estensione e l’integrazione delle macchine connesse (Control Room) dei sistemi IoT con la rendicontazione ESG è ormai inevitabile in un mercato orientato alla sostenibilità. Le imprese manifatturiere non possono più limitarsi a stimare i propri impatti: devono misurarli con precisione e renderli trasparenti ai propri
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Filippo Furini, fondatore di Doyle, e Marco Biagioni, CEO di Euei
stakeholder. SyncESG nasce proprio per rispondere a questa esigenza, trasformando i dati industriali in informazioni strategiche”, conclude Marco Biagioni, CEO di Euei.
EDILIZIA ALTERNATIVA:
L’INTERVENTO
SU FUNE
AL
POLICLINICO DI MODENA
Un intervento di edilizia su fune, voluto per consentire la riqualificazione in sicurezza garantendo contestualmente la continuità dei servizi. Si tratta di un rilevante progetto eseguito dalla società bolognese Edilizia Alternativa sulla facciata del Corpo C del Policlinico di Modena, di natura complessa per il contesto operativo e per le particolari esigenze di sicurezza tipiche dell’ambiente ospedaliero. “L’edilizia su fune è l’alternativa all’edilizia classica. Nasce grazie all’intuizione di sostituire le impalcature con funi e corde di sicurezza: l’operatore, debitamente addestrato, non lavora più su un ponteggio, ma lungo una doppia fune tramite cui si cala sino a raggiungere il punto che necessita di manutenzione o di restauro, a qualunque altezza esso si trovi”, spiegano da Edilizia Alternativa. L’opera rientra in un più ampio programma di manutenzione straordinaria e riqualificazione del complesso ospedaliero modenese, avviato nel 2023 con un primo intervento nel chiostro interno del reparto di Pediatria. In quella fase, l’ufficio tecnico del Policlinico aveva individuato l’azienda bolognese come l’unico operatore in grado di eseguire i lavori, a causa dell’impossibilità di utilizzare piattaforme aeree e della complessità logistica che il montaggio di un’impalcatura metallica tradizionale avrebbe comportato. Così, la scelta delle tecniche su fune ha consentito di lavorare in sicurezza senza interrompere l’attività dei reparti, mantenendo la piena operatività della struttura.
Nello specifico, l’intervento nel cantiere del Corpo C ha previsto la demolizione e il rifacimento dell’intonaco su murature deteriorate, già interessate da precedenti interventi sismici, includendo anche porzioni rivestite in mosaico in pasta di vetro. Particolare attenzione è stata riservata all’allestimento dell’area di cantiere e alla gestione delle fasi lavorative e del cronoprogramma, per ridurre al minimo
l’impatto sulle attività quotidiane del personale medico e dei pazienti.
In linea con le attuali direttive per la sostenibilità nei cantieri pubblici, poi, sono stati impiegati materiali premiscelati a basso impatto ambientale, che hanno consentito l’utilizzo di un numero ridotto di macchinari al fine di ridurre al minimo l’impatto del cantiere in termini di inquinamento acustico, elemento fondamentale in ambiente ospedaliero.
“L’adozione delle tecniche di accesso e posizionamento su fune ha eliminato la necessità di ponteggi, consentendo di ottimizzare tempi e costi e riducendo l’ingombro in aree sensibili. Questo metodo ormai consolidato si conferma una soluzione efficace nei contesti dove spazi ridotti e continuità dei servizi rappresentano vincoli imprescindibili”, evidenziano da Edilizia Alternativa.
La riuscita dell’intervento è il risultato di una collaborazione costante tra la direzione lavori, il coordinamento della sicurezza e le squadre operative, che hanno garantito il completamento delle attività nei tempi previsti. Il risultato è una facciata rinnovata, più sicura e integrata nel contesto architettonico dell’edificio. L’esperienza maturata in ambienti complessi come quello sanitario evidenzia il valore di una pianificazione attenta e di competenze specialistiche nella gestione delle lavorazioni in quota. Precisione
tecnica, organizzazione e rispetto del contesto sono oggi elementi essenziali per operare con efficacia in strutture pubbliche e ospedaliere, dove la sicurezza dei lavoratori e la continuità dei servizi devono coesistere senza compromessi.
EOS, ALLEARSI COL TERRITORIO PER PROMUOVERE L’AI
COME STRUMENTO DI CRESCITA
Nel cuore dell’Emilia, una delle aree più dinamiche e innovative del Paese, la sede di Eos Solutions Bologna, nata nel 2013, rappresenta oggi un punto di riferimento per la digitalizzazione delle imprese locali.
Inserita in un tessuto economico caratterizzato da filiere produttive solide, fortemente orientate alla qualità, la filiale bolognese contribuisce in modo significativo alla diffusione delle soluzioni Microsoft basate su intelligenza artificiale e automazione dei processi. La crescita della sede emiliana si inserisce in un contesto di sviluppo più ampio che coinvolge l’intero gruppo Eos Solutions, operante nel settore dell’Information Technology e composto da oltre 500 collaboratori distribuiti su 13 sedi in Italia e Stati Uniti, punto di riferimento di rilievo nazionale e internazionale nell’ambito delle soluzioni di digitalizzazione Microsoft Driven, parte del Microsoft Business Applications Inner Circle 2025-2026 e primo publisher mondiale di app per Dynamics 365 Business Central in AppSource. L’obiettivo è quello di accompagnare le imprese del territorio in un percorso di innovazione tecnologica concreto, sostenibile e fortemente radicato nella conoscenza diretta del contesto locale: “Operare in stretto contatto con le aziende del territorio consente di co-
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ENDURA, 45 ANNI DI INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ NEL PEST CONTROL
Endura, realtà con headquarter a Bologna, punto di riferimento globale nel settore del Pest Control, celebra nel 2025 il suo 45° anniversario con il lancio di PBO PRIME, un sinergizzante premium che segna un’importante evoluzione verso una chimica più sostenibile e pienamente conforme al Regolamento sui Prodotti Biocidi (BPR), garantendo i più alti standard di sicurezza, qualità e sostenibilità ambientale.
stillazione in attesa di brevetto, riduciamo ulteriormente l’impatto ambientale minimizzando le impurezze potenzialmente critiche”, spiega Marianna Vollaro, CEO di Endura.
Fondata nel 1980, Endura trae origine dall’esperienza maturata negli anni ‘50 da Antonio Tozzi, co-fondatore di Sariaf e in seguito di Chimosa, azienda nella quale fu perfezionata la produzione di PBO. Nel 1979, con l’acquisizione di Chimosa da parte di Ciba-Geigy, prende forma Endura, specializzata nella produzione di principi attivi e sinergizzanti per insetticidi.
Si tratta del primo e unico Piperonil Butossido (PBO) al mondo con livelli di potenziali impurezze ben al di sotto delle soglie che porterebbero alla classificazione come sostanza PBT (persistente, bioaccumulabile e tossica) o vPvB (molto persistente e molto bioaccumulabile).
Queste classificazioni, infatti, dipendono dalla presenza di specifiche impurezze oltre determinate concentrazioni. Pur non essendo il PBO in sé classificato come PBT o vPvB, due sue potenziali impurezze, Dipiperonil Metano (DPM) e Dipiperonil Etere (DPE), potrebbero esserlo, comportando rischi di classificazione anche per i prodotti biocidi che lo contengono.
“Da sempre Endura è impegnata nel rispetto delle normative sul Pest Control, investendo in ricerca e sviluppo con un approccio commerciale innovativo. Già nel 1999 abbiamo introdotto la prima produzione sintetica brevettata di PBO, evitando la deforestazione dell’albero di Sassofrasso. Oggi, grazie a un nuovo processo di di-
glierne le esigenze reali, costruendo un dialogo basato sulla fiducia e sulla collaborazione. L’approccio di Eos Solutions, che da sempre crede nella presenza territoriale, parte dall’ascolto: comprendere i processi, le sfide quotidiane e le ambizioni delle imprese per offrire soluzioni tecnologiche che rispondano a bisogni concreti”, evidenziano da Eos. Questo modello di prossimità si traduce in un supporto costante alle pmi emiliane, aiutandole ad affrontare con serenità il cambiamento digitale. “E l’intelligenza artificiale rappresenta oggi il cuore di questo percorso evolutivo.
Nel tempo, Endura ha ampliato la produzione con Tetrametrina (TTM), un piretroide sintetico strategico per il Pest Control. Lo stabilimento di Ravenna, nato nel 1999, ha segnato un punto di svolta, permettendo di passare dalla produzione naturale a quella sintetica di PBO, con benefici significativi. In linea con una visione industriale orientata alla sostenibilità e alla valorizzazione del know-how, Endura ha rafforzato il proprio impegno nel riportare in Italia le produzioni di piretroidi, investendo nel perfezionamento dell’insourcing di molecole ad alto valore come Transflutrina e Pralletrina. Questa scelta strategica non solo consolida la filiera produttiva interna, ma contribuisce anche a rilanciare la competitività del settore chimico italiano nel panorama internazionale.
Grazie a un team di professionisti, dotati del know-how e degli strumenti necessari, l’azienda offre un’ampia gamma di soluzioni, dagli ingredienti attivi alle formulazioni, per i settori domestico, professionale e agricolo, confermando un cammino di crescita che la porta oggi a celebrare 45 anni di attività.
“Celebrare 45 anni significa onorare un percorso di crescita, dedizione e passione”, afferma Marianna Vollaro, CEO di Endura. “Incarniamo la tradizione del made in Italy, unendo artigianalità ed innovazione offrendo soluzioni d’eccellenza per salvaguardare le vite umane”.
Endura guarda al futuro con l’obiettivo di sviluppare soluzioni sempre più green. PBO PRIME è il simbolo di questa visione: innovazione responsabile, al servizio della comunità e dell’ambiente.
Attraverso le tecnologie Microsoft e le soluzioni sviluppate da Eos Solutions, le aziende possono automatizzare attività amministrative, ottimizzare la pianificazione produttiva, migliorare la previsione delle vendite, potenziare il servizio clienti con strumenti conversazionali e predittivi e gestire i dati per la sostenibilità. La disponibilità di dati sempre più integrati e facilmente interpretabili permette inoltre di prendere decisioni rapide e consapevoli, rafforzando la competitività delle imprese”, aggiungono dall’azienda. Il territorio emiliano, aperto all’innovazio-
ne, sta rispondendo con grande interesse a queste opportunità. Dall’agroalimentare alla meccanica avanzata, dalla logistica alla sanità, le aziende locali stanno integrando l’intelligenza artificiale nei propri processi per aumentare efficienza, qualità e capacità di adattamento. In questo scenario, la sede di Bologna conferma la propria vocazione di partner tecnologico e di innovatore sul territorio, contribuendo a rafforzare il ruolo dell’Emilia come una delle regioni all’avanguardia nel panorama della trasformazione digitale italiana.
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NUOVO SHOWROOM PER FERVI:
ESPERIENZA IMMERSIVA
PER I CLIENTI
Un nuovo showroom, pensato per offrire a rivenditori e stakeholder un’esperienza immersiva e consentire loro di toccare con mano la qualità e l’ampiezza della gamma offerta. A inaugurare alla fine della scorsa estate la nuova area, frutto di un importante ampliamento del plant aziendale della sede di Vignola, in provincia di Modena, è stata FERVI, impresa di macchine, utensili e attrezzature per il settore MRO e fai-da-te.
Al fine di distribuire in maniera omogenea l’offerta aziendale e mettere in evidenza gli elementi d’eccellenza del catalogo FERVI, ma non solo, lo spazio è suddiviso, concettualmente e fisicamente, in due macroaree collegate tra loro: lo showroom Tools (in gergo chiamato “leggero”) e lo showroom Machinery (“pesante”).
La sezione Tools ospita espositori, utensili manuali, arredamento da officina, carrelli, elettroutensili, calibri e strumenti di misura, rivettatrici e strumenti per il fissaggio. All’interno di questa area sono presenti, infatti, anche le principali referenze dei marchi appartenenti a FERVI Group: Rivit, con i sistemi di fissaggio, e Vogel Germany, con gli strumenti di misura, ogni brand con uno o più corner dedicati.
All’interno dell’area Machinery è invece possibile osservare la gamma delle macchine utensili, dalle più piccole alle
più grandi, che comprende macchine utensili da banco, trapani, frese, segatrici, smerigliatrici, sabbiatrici, lavapezzi, presse, piegatrici e altre macchine per la lavorazione di legno e lamiera, con una zona destinata all’esposizione dei torni. Gli ampi spazi espositivi consentono ai clienti di vedere e toccare con mano le macchine con un vantaggio ulteriore: la pronta-consegna.
“Consideriamo il nuovo showroom non una semplice vetrina, ma una vera e propria consulenza al nostro cliente, il tutto concentrato in un unico ambiente per offrire a chi viene in visita un supporto a 360 gradi. Nei nuovi spazi puntiamo molto sulla possibilità di mostrare la qualità dei nostri prodotti, e penso soprattutto ai torni e alle macchine utensili ad alto investimento”, sottolinea il direttore sales & marketing Ermanno Lucci. “In funzione di una logica di valorizzazione del Gruppo abbiamo poi deciso di inserire anche le principali referenze a marchio Rivit e Vogel, in modo da offrire ai clienti, in un solo spazio e con una sola visita, una panoramica completa sulle soluzioni disponibili. È il nostro ‘catalogo vivente’, che ci permette di affermare come il nostro Gruppo possa sempre più consolidarsi come one-stop-shop: un unico indirizzo, soluzioni personalizzate”, continua Lucci.
Per completare l’esperienza di visita, FERVI ha inoltre previsto uno show tour esclusivo: “Oltre al nuovo showroom, il programma prevede di visitare lo stabilimento produttivo dei dischi lamellari della sede di Riflex e la sede di Rivit, due realtà che rappresentano una parte integrante del Gruppo, situate tra Modena e Bologna, nel cuore di quella che amo definire la MRO Valley italiana”, conclude il direttore sales & marketing FERVI.
momenti conviviali, come la cena in locali tipici emiliani, e con l’opportunità di visitare i musei delle icone della Motor Valley emiliana come Ducati, Lamborghini o Ferrari. Un progetto che unisce business, esperienza e territorio, rafforzando il legame tra FERVI, i propri clienti e le eccellenze dell’Emilia-Romagna.
FOR, AVVIATO IL PERCORSO ESG
E OTTENUTA
LA CERTIFICAZIONE ECOVADIS
Il 2024 ha segnato una svolta importante per FOR azienda che, nata a Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, nel 1979, è da oltre quarant’anni un punto di riferimento nella produzione di raccordi e tubi flessibili per l’oleodinamica.
L’impresa metalmeccanica, radicata nel territorio, vuole guardare al futuro con un’attenzione crescente alla sostenibilità, trasformando valori da sempre presenti, come etica del lavoro, sicurezza, rispetto per l’ambiente, in progetti strutturati e misurabili. E la svolta è stata, appunto, il percorso ESG avviato, che coinvolge un team dedicato con figure come ESG coordinator e SDG auditor, in sinergia con tutte le funzioni aziendali, dalle risorse umane alla ricerca e sviluppo, dall’ambiente e sicurezza alla supply chain e acquisti. L’obiettivo è integrare ambiente, persone e governance in un unico piano di sviluppo, condiviso con gli stakeholder e coerente con i tre pilastri ESG.
Si tratta di un percorso esclusivo che si arricchisce con
Uno dei primi traguardi è il bilancio di sostenibilità di gruppo, che introduce la misurazione delle emissioni secondo il protocollo GHG e pone le basi per strategie di efficientamento energetico. A questo si affiancano scelte concrete: ampliamento del parco fotovoltaico, fornitura di energia verde certificata, prime auto aziendali ibride. Parte dell’energia prodotta viene anche immessa in rete, a beneficio della collettività.
Conseguentemente al percorso intrapreso, il 2025 porta nuovi risultati: la prima analisi di materialità e stakeholder engagement consente di raccogliere le visioni di clienti, fornitori, management e dipen -
vita industriale
FLAY LOGISTICS: LA LOGISTICA INTEGRATA AL SERVIZIO DELLE IMPRESE COMPIE
20 ANNI
Con sede principale a Imola, nel cuore dell’Emilia-Romagna, e diverse sedi operative sul territorio, Flay Logistics celebra 20 anni di attività, confermandosi partner strategico per le aziende che vogliono ottimizzare la propria supply chain attraverso soluzioni integrate, affidabili e innovative.
Parte del Gruppo Transpack - realtà storica dell’imballaggio industriale e società benefit dal 2020 - Flay mette a valore un solido know-how nella gestione dei processi complessi e nell’ottimizzazione dei flussi materiali, rafforzando così la propria offerta di servizi. La società gestisce l’intero ciclo logistico sotto un’unica regia: dalla logistica di stabilimento alla gestione dei magazzini, dallo smontaggio di impianti e macchinari al packaging dei prodotti, fino alla spedizione a destino. Il tutto con un approccio orientato a efficienza, trasparenza e qualità, anche grazie all’utilizzo di soluzioni digitali avanzate come TPK EYE, applicazione proprietaria che garantisce un controllo puntuale dei tempi e la massima affidabilità nella gestione dati e documentazione.
Flay Logistics è oggi un punto di riferimento per diversi settori industriali - dalle macchine automatiche all’automotive, dall’energy all’industrial - sviluppando soluzioni su misura che riducono tempi e costi, semplificano la complessità e migliorano la produttività. Grande attenzione è rivolta anche a sostenibilità e responsabilità sociale, con pratiche rispettose dell’ambiente, iniziative di inclusione e investimenti 5.0 realizzati nel 2025 per ridurre l’impatto operativo.
“Abbiamo voluto organizzare questo evento per celebrare un percorso che rappresenta non solo il risultato dell’impegno e della dedizione dei nostri collaboratori, ma anche la fiducia dei clienti e il contributo prezioso di tutte le persone che, a vario titolo, hanno reso possibile questa realizzazione” - racconta Nico Pittarello, presidente del Gruppo. “È da qui che nasce un sentimento autentico di profonda gratitudine verso chi ci ha accompagnato fino al raggiungimento di questo importante traguardo. Oggi, fare impresa significa assumersi la responsabilità di guardare al futuro con coraggio, mettendo al centro valori imprescindibili come la sostenibilità, l’innovazione e, soprattutto, le persone: il vero cuore pulsante di ogni crescita e di ogni successo”.
Ad arricchire la celebrazione anche l’intervento di Oscar Di Montigny, imprenditore, divulgatore e consulente strategico, tra i massimi esperti mondiali di analisi di grandi scenari e megatrend, che ha posto al centro del suo contributo gli stessi valori che guidano il Gruppo Transpack: sostenibilità, persone e innovazione. Di Montigny ha
denti, per definire priorità e investimenti. Temi come cambiamento climatico, economia circolare, condotta responsabile e benessere delle persone diventano linee guida operative. Sempre quest’anno, FOR ottiene la certificazione EcoVadis con medaglia di bronzo, posizionandosi
sottolineato come il pianeta stia vivendo un cambiamento epocale, che chiama tutti - imprese e individui - a una nuova responsabilità. In questo scenario, il motore autentico di ogni scelta imprenditoriale non può che essere la gratitudine, intesa come consapevolezza verso ciò che si riceve e verso chi rende possibile ogni risultato. Un sentimento che ispira nuove forme di economia più umane e generative, capaci di creare valore duraturo per la comunità e per il pianeta.
Sono proprio questi principi - sostenibilità, persone, innovazione e gratitudine - a tracciare la rotta che guiderà anche il futuro di Flay Logistics, impegnata a crescere come partner affidabile e innovativo per le imprese, pronta a supportarle nelle sfide di un mercato sempre più complesso e competitivo.
tra il 35% delle aziende certificate per approccio sostenibile. A fine maggio arriva un altro passo avanti: il primo report di Carbon Footprint di prodotto, realizzato per i clienti fidelizzati, in attesa di estendere il monitoraggio dell’impronta di carbonio all’intera organizzazione.
La sostenibilità passa anche dalla ricerca: tra il 2024 e il 2025 l’azienda sviluppa soluzioni per ridurre l’uso di plastica, gomma e cartone, sperimentando processi interni di riciclo e recupero. Sul fronte sociale cresce la presenza femminile anche nel management, mentre programmi
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di job rotation e mobilità interna creano un ambiente dinamico con opportunità di crescita orizzontale e verticale. Un approccio che ha contribuito a mantenere nel tempo un turnover tra i più bassi del settore. Allo stesso tempo, FOR continua a investire sui giovani: grazie alle edizioni 2024 e 2025 del Career Day in collaborazione con l’Università di Ferrara, l’azienda si apre alle nuove generazioni, promuovendo percorsi di formazione e inserimento. Non manca l’impegno verso la comunità locale: nel biennio 2024-2025 FOR sostiene l’associazione Archè, che valorizza le persone con disabilità. Parallelamente, a livello di gruppo, FOR aderisce al progetto Treedom per la creazione di una “foresta” di 400 alberi. L’iniziativa, certificata B-Corporation, destina inoltre il 50% dei ricavi alla Fondazione AIRC, a sostegno della ricerca oncologica. A completare il percorso, numerose risorse vengono dedicate a programmi di training sulla sostenibilità, allo sviluppo di strumenti di raccolta e analisi dei dati e alla costruzione di un sistema di gestione sempre più strutturato. Un impegno che consolida una visione chiara: dalla meccanica all’energia rinnovabile, dall’attenzione alle persone alla valorizzazione del territorio.
GRUPPO GHEDINI, NUOVO SERVIZIO DI NOLEGGIO E GESTIONE VEICOLI AZIENDALI
L’ufficio dedicato al noleggio e alla gestione dei veicoli aziendali, un servizio pensato per supportare le imprese nella gestione efficiente di flotte e veicoli commerciali, sia a medio che lungo termine, è la novità del Gruppo Ghedini, che unisce due realtà complementari: da un lato Ghedauto, concessionaria ufficiale Iveco per Bologna, Ferrara e tutta la Romagna, dall’altro il Gruppo Ghedini Automobili, che rappresenta 13 brand di automobili e veicoli commerciali, supportati da una vasta rete di officine. Il gruppo bolognese offre soluzioni di mobilità a 360 gradi: flotte aziendali, noleggio a lungo termine, auto per professionisti e imprese, fino ai mezzi commerciali e industriali.
“Non vendiamo semplicemente veicoli, ma accompagniamo le aziende nella gestione quotidiana della loro mobilità”, spiega la titolare, Stefania Ghedini. “La nostra forza è l’approccio consulenziale: ascoltiamo le necessità delle imprese e costruiamo soluzioni su misura, sia che si tratti di una singola auto aziendale, sia di flotte complesse o veicoli professionali. Uniamo la solidità di una struttura storica sul territorio con la capacità di offrire servizi integrati di vendita, noleggio e post-vendita. Ci piace essere considerati non solo fornitori, ma partner di fiducia per chi lavora con noi”.
Da Gruppo Ghedini le aziende trovano soluzioni su misura per il noleggio a lungo termine di flotte commerciali. L’offerta include un’ampia gamma di veicoli affidabili e sicuri, perfetti per costruire una flotta aziendale di qualità. È possibile scegliere la durata del noleggio e i chilometri inclusi, beneficiando di un’unica rata mensile che copre tutti i costi, dalla manutenzione all’assicurazione.
Se c’è bisogno di mezzi aziendali o auto di rappresentanza, il gruppo bolognese offre soluzioni di noleggio personalizzate, dalla citycar per gli spostamenti urbani all’au-
to di lusso di rappresentanza; il servizio di noleggio permette di avere sempre a disposizione vetture di alta qualità, senza l’onere dell’acquisto, potendo scegliere tra una vasta gamma di modelli, con la possibilità di personalizzare la durata del contratto e i servizi inclusi.
Per quanto riguarda Ghedauto, che è dealer Iveco di riferimento nell’area di Bologna, Ferrara e tutta la Romagna, è una realtà storica del territorio che va da Bologna e Ferrara fino a Ravenna, Rimini, Forlì-Cesena e anche nella Repubblica di San Marino. “La forza dell’azienda si basa su una struttura solida e ben organizzata”, prosegue Ghedini. “Disponiamo di due magazzini ricambi strategicamente dislocati, un’officina di proprietà, 27 officine autorizzate, tutte coordinate per garantire un servizio rapido ed efficiente. Nel corso degli anni abbiamo costruito relazioni solide con clienti professionali, flotte aziendali e operatori locali, distinguendoci per competenza, affidabilità e attenzione alle esigenze specifiche di ogni attività. Puntiamo molto sulla velocità di intervento e sulla qualità dei nostri servizi. La nostra presenza costante sul territorio e l’impegno quotidiano nel garantire continuità e supporto fanno della nostra attività un punto di riferimento per chi cerca non solo un veicolo, ma un partner operativo”. “Per noi il territorio è tutto: siamo cresciuti qui, e qui abbiamo costruito il nostro rapporto con le aziende, fare parte di questa rete significa condividere valori, creare sinergie e sviluppare relazioni di fiducia. L’Emilia-Romagna è un’area imprenditoriale unica, dinamica e innovativa: poter contribuire a questa crescita ed essere riconosciuti come partner delle imprese locali è motivo di orgoglio e di responsabilità”, conclude Stefania Ghedini.
vita industriale
Mariano De Santis, direttore generale di FOR
Nella foto: da sinistra in alto Luca Gardellini (resp. sede di Ferrara); Marco Barbirati (responsabile vendite); Vito Muolo (CFO); Stefania Ghedini (titolare); Riccardo Fracassi (resp. operativo); Nicola Ciarlariello (resp. noleggi). Sotto da sinistra Matteo Sonori (resp. usato); Antonio Rago (resp. vendite); Enrico Massetti (resp. officine)
JUNKER BY GIUNKO, TUTTI I SERVIZI AMBIENTALI
A PORTATA DI APP
E se un’app potesse rivoluzionare il rapporto tra cittadini e PA, alleggerendo il lavoro dei Comuni e migliorando le performance delle aziende di gestione ambientale? Per rispondere a questa sfida, Junker, la popolare app per la raccolta differenziata e l’economia circolare, lancia una nuova versione. Undici anni dopo il suo lancio da parte di una piccola startup bolognese (Giunko, oggi PMI Innovativa), Junker evolve da app informativa a strumento abilitante per consentire agli utenti di accedere in modo veloce, semplice e inclusivo a tutti i servizi ambientali del proprio territorio: da quelli legati alla gestione dei rifiuti urbani a quelli del settore idrico.
Junker, che ha partnership con tutti i principali Consorzi italiani delle materie e vanta tra i propri clienti tutti i più grandi gestori dei servizi di igiene ambientale, è stata già scelta come partner tecnologico da oltre 3.500 Comuni, per una popolazione servita di 30 milioni di italiani e oltre 80 milioni di ricerche effettuate.
Dopo aver ideato e diffuso su tutto il territorio nazionale un modello virtuoso di collaborazione tra la pubblica amministrazione, i gestori dei servizi di igiene urbana e gli utenti, la nuova versione di Junker si propone di potenziare i risultati ottenuti nel settore del waste, estendendoli anche alla gestione dell’acqua. A manifestare quest’esigenza sono stati gli stessi utenti dell’app, che, rispondendo a un sondaggio diffuso a fine 2024, hanno per l’82% dichiarato il proprio interesse a ricevere anche informazioni, servizi e consigli sull’uso consapevole della risorsa idrica. In app è stata dunque aggiunta una sezione dedicata al servizio idrico, grazie alla quale i cittadini possono monitorare consumi e bollette, inviare au-
to-letture e segnalazioni, ma anche scoprire buone pratiche e consigli anti-spreco. Su Junker gli utenti continueranno ovviamente a trovare le informazioni geolocalizzate per differenziare correttamente ogni tipologia di rifiuto e oltre 2 milioni di imballaggi, grazie a ben quattro modalità di ricerca: per codice a barre, per riconoscimento immagine, testuale e per simboli dei materiali. Questa però è solo la punta di un iceberg, che supporta davvero l’empowerment dei cittadini in tema ambientale, consegnando letteralmente nelle loro mani un tutor completo, accessibile, multilingue e integrabile con qualsiasi software di gestione, per interagire in modo digitale coi servizi pubblici. Sulla nuova Junker gli utenti possono, tra l’altro, avere il calendario sempre aggiornato della raccolta, consultare le mappe di tutti i punti di conferimento, verificare la posizione Tari e i consumi idrici, prenotare il ritiro a domicilio dai pannolini agli ingombranti, confermare al Comune lo stato di attività della propria compostiera, inviare in un tap all’ente competente foto-segnalazioni di degrado urbano o disservizio, trovare beni second hand tramite la bacheca virtuale collegata al Centro del riuso e persino valutare la qualità dei servizi ricevuti, in piena compliance alle indicazioni di ARERA. Alcuni di questi servizi sono offerti in integrazione con l’ecosistema DNA Ambiente, un brand che riunisce, oltre a Junker, altre quattro aziende specializzate in soluzioni digitali evolute per ottimizzare l’intera filiera di gestione ambientale. In questo ecosistema, l’app si pone come il punto di contatto diretto con l’utente, secondo un approccio che punta a garantire la massima inclusione sociale. Junker è infatti allineata alle norme UNI e alle best practice europee in materia di accessibilità per non vedenti e ipovedenti. Tutti i contenuti sono inoltre fruibili in 13 lingue, per non lasciare indietro nessuna delle comunità straniere che vivono e lavorano in Italia.
GLOBAL, NUOVI UFFICI
E LA MISSIONE DI UNIRE SICUREZZA E AMBIENTE
Nel 2025, Global ha inaugurato i nuovi uffici e un magazzino a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, rafforzando la propria presenza sul territorio. L’azienda, oggi operativa su tutto il territorio provinciale e oltre, rappresenta una realtà in costante crescita nel settore del pest control, dell’igiene ambientale e delle pulizie professionali. Fondata nel 2017, Global si è progressivamente trasformata in un punto di riferimento per imprese e comunità che cercano soluzioni efficaci e sostenibili. La missione è chiara: coniugare la sicurezza degli ambienti con il rispetto dell’ecosistema. Giuseppe Mucciarini, CEO e presidente di Global sottolinea: “Crediamo che innovazione e sostenibilità non siano soltanto valori, ma strumenti concreti per costruire un futuro più sicuro e rispettoso dell’ambiente, al servizio delle imprese e delle comunità. Il nostro payoff ‘Future Planet Ecology’ racchiude una visione che privilegia la prevenzione e l’uso responsabile delle risorse, riducendo al minimo l’impatto ambientale”.
La spinta verso l’innovazione ha portato l’azienda ad adottare un software in cloud certificato secondo le principali normative europee (UNI EN 16636, HACCP, BRC, IFS), che consente di garantire la tracciabilità comGiuseppe Mucciarini, CEO e presidente di Global
vita industriale
pleta di ogni intervento. Ogni postazione di monitoraggio infestanti è dotata di QR code: attraverso una semplice scansione è possibile accedere a report aggiornati, immagini e note operative, strumenti particolarmente utili nei settori più regolamentati come quello alimentare e farmaceutico.
“Accanto ai servizi tecnici, abbiamo recentemente avviato ‘GlobalMente’, un progetto dedicato alla diffusione della cultura della prevenzione e della sostenibilità ambientale”, prosegue Mucciarini. “Una nuova iniziativa, avviata a settembre scorso, con l’obiettivo di stimolare una maggiore consapevolezza collettiva sul valore dell’igiene ambientale e sul ruolo che ciascuno può avere nella tutela degli spazi in cui vive e lavora. Grazie a questa crescita strutturale e progettuale, Global dimostra come una Pmi del territorio possa coniugare radicamento locale e visione nazionale, diventando partner strategico per le imprese che vogliono integrare sicurezza, qualità e sostenibilità nei propri processi”.
L’azienda modenese ha sviluppato un originale sistema di gestione che unisce pest control, igiene e pulizia in un unico percorso coordinato: non si limita a intervenire sugli infestanti, ma cura ogni aspetto dell’igiene degli ambienti, dalla prevenzione alle pulizie professionali e sanificazioni. Il settore delle pulizie comprende interventi civili e industriali, manutenzioni programmate, pulizie di fondo, igienizzazioni straordinarie e servizi continuativi presso uffici, banche, aziende e strutture pubbliche. Tutti gli operatori vengono formati secondo procedure interne standardizzate e seguono protocolli mirati alla riduzione dell’impatto ambientale: prodotti ecologici, detergenti, dosaggi controllati e ottimizzazione dei tempi di intervento.
“L’obiettivo è offrire efficienza, qualità e sicurezza, con un’attenzione particolare alla sostenibilità dei materiali e alla tracciabilità delle attività. Perché la sostenibilità, per noi, non è un’etichetta ma un principio guida. Ogni decisione, dal prodotto utilizzato all’organizzazione dei turni di lavoro, viene presa valutando l’impatto complessivo sull’ambiente e sulle persone. La scelta di ridurre al minimo l’uso di biocidi e sostanze chimiche, sostituendoli con strumenti di monitoraggio, rappresenta un impegno concreto verso una disinfestazione responsabile”, conclude il CEO dell’azienda modenese.
OPEN HOUSE 2025
DI GRAF SYNERGY,
OLTRE 1.000 PRESENZE IN 5 GIORNI
Grande successo per l’Open House 2025 di GRAF Synergy. Per una settimana, il gruppo industriale modenese, player di riferimento nel mondo nel settore delle macchine per la produzione di serramenti in PVC e nell’automazione industriale, ha aperto le porte dei propri stabilimenti di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, e di Nonantola, nel modenese, a clienti, rivenditori, partner tecnologici e operatori del settore provenienti da tutta Europa e da altri mercati internazionali.
“L’Open House 2025 ha rappresentato per noi molto più di una esposizione di tecnologie, ma è stata l’occasione per condividere la nostra visione di industria, capace di unire innovazione ed efficienza per raggiungere sostenibilità economica ed ambientale reale. Abbiamo voluto rendere concreto il nostro ideale di ‘Fabbrica Automatica’, mostrando come GRAF Synergy non si limiti a produrre macchine, ma sviluppi soluzioni che trasformano i processi produttivi e creano valore per i clienti, i partner e per l’intero settore. Aprire le porte dei nostri stabilimenti significa aprirci al dialogo, alla collaborazione e a nuove opportunità di crescita in sinergia, proprio come dice il nostro nome”, ha sottolineato Gianfranco Ferranti, amministratore delegato di GRAF Synergy.
L’Open House è sta -
ta infatti un’occasione straordinaria per visitare gli stabilimenti produttivi e osservare le linea di produzione serramenti completamente automatizzata, dalle celebri saldatrici con sistema di saldatura brevettato V-Perfect® ai centri di taglio di ultima generazione e alla logistica integrata Fast Forward Plant; per assistere a demo live con impianti dotati di soluzioni proprietarie e brevettate; per incontrare partner tecnologici internazionali; per partecipare a presentazioni tecniche di prodotto e fare networking con i professionisti del settore presenti sia italiani sia internazionali.
Durante le giornate, inoltre, i tecnici GRAF Synergy sono stati sempre a disposizione per consulenze, preventivi e per progettare assieme ai clienti il layout di stabilimento migliore per le loro specifiche esigenze.
“Chi ha visitato i nostri stabilimenti durante l’Open House è rimasto colpito dalle linee di produzione ad altissima automazione, dai nostri sistemi brevettati come la celebre saldatura V-Perfect® e dalle nostre macchine in grado di eseguire lavorazioni complesse in tempi ridottissimi, garantendo qualità senza compromessi. È questa l’eccellenza tecnologica che ci contraddistingue e che mettiamo a disposizione dei nostri clienti”, ha dichiarato Paolo Basilischi, direttore di stabilimento di GRAF Synergy.
Ogni giornata ha visto la partecipazione media di oltre 200 visitatori, con un’affluenza complessiva, nei 5 giorni, di oltre 1.000 professionisti del settore provenienti da tutto il mondo.
vita industriale
BT-BREAK DI GRUPPO B&T, UN’AREA PER COSTRUIRE VALORE E COMUNITÀ
Uno spazio polifunzionale dedicato ai dipendenti e pensato per accogliere momenti di pausa e condivisione all’interno della sede principale, oltre che per offrire informazioni e notizie sul Gruppo. È stato inaugurato lo scorso 17 settembre nel quartier generale di Gruppo B&T in via Prampolini a Formigine, in provincia di Modena, il nuovo bt-BREAK. Un luogo semplice ma significativo, che diventa simbolo della volontà dell’azienda di costruire valore e comunità.
Durante l’evento, che si è svolto alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, dai sindaci del comprensorio ceramico a esponenti regionali, a conferma del legame profondo tra il Gruppo e il territorio, l’amministratore delegato Fabio Tarozzi ha ricordato come il benessere delle persone non sia un aspetto accessorio, ma un elemento necessario e come anche piccoli gesti, quale la creazione di spazi comuni di qualità, contribuiscano a rafforzare il senso di appartenenza e la visione di lungo periodo del Gruppo.
La giornata è stata anche l’occasione per annunciare ufficialmente la prossima inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo di Ancora a Ubersetto. Come evidenziato dal Gruppo produttore di impianti “chiavi in mano” per l’industria ceramica e del quarzo agglomerato a livello mondiale, la fabbrica sorgerà su un’area industriale dismessa che verrà riqualificata e sarà un modello di modernità, sicurezza e sostenibilità:
un unico ingresso con guardiola, parcheggi attrezzati, aree verdi e spazi pensati per migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro. Il nuovo polo sarà realizzato secondo criteri eco-compatibili e ad alta efficienza energetica, confermando l’impegno del Gruppo a coniugare industria e sostenibilità e diventando il fiore all’occhiello dell’hub manifatturiero di B&T.
L’intervento si inserisce in una visione più ampia che guarda al futuro della manifattura ceramica come settore high tech e green. Un ambito che rende Gruppo B&T un interlocutore attrattivo non solo per il mondo produttivo, ma anche per scuole e università, con cui si rafforzano collaborazioni legate all’innovazione e all’automazione delle fabbriche.
Radicamento, collaborazione con le istituzioni e apertura al mondo della scuola e dell’università restano valori centrali per Gruppo B&T, che intende continuare a crescere dialogando con la comunità locale e promuovendo la cultura dell’innovazione. Un impegno che si traduce nell’attenzione costante alle persone e alle risorse, nella capacità di attrarre talenti, nello sviluppo di ricerca e nuove tecnologie, coniugando sostenibilità e modernità come pilastri della propria identità industriale.
HORSA OLTRE
I 300 MILIONI
DI FATTURATO
Il Gruppo, che fornisce soluzioni tecnologiche e servizi all’avanguardia con particolare attenzione all’efficienza energetica e al rispetto dell’ambiente, conta 24 società ed è organizzato in una serie di divisioni interne, che rappresentano un ulteriore livello di specializzazione di prodotti e servizi: B&T Tile (impianti ceramici completi per formati tradizionali e grandi lastre), B&T Quartz (impianti completi per superfici in quarzo agglomerato), e B&T Service (servizio clienti e assistenza tecnica interaziendale e interdivisionale). Ogni anno Gruppo B&T investe il 5% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, la maggior parte della quale viene svolta nel moderno bt-LAB di Formigine, la sede dei laboratori tecnologici e delle tante linee pilota delle diverse tecnologie.
L’assemblea dei soci di Horsa ha approvato lo scorso luglio il bilancio consolidato 2024, che conferma un trend di crescita solido e sostenuto per il gruppo specializzato in soluzioni ICT per le imprese. Il fatturato aggregato supera per la prima volta la soglia dei 303 milioni di euro, mentre i ricavi consolidati si attestano a 273,2 milioni. In significativa crescita anche la redditività operativa, con un Ebitda di 33,4 milioni di euro (+9,1% sul 2023), pari al 12,47% dei ricavi da prestazioni, e un utile netto di 12,7 milioni, in aumento del 9% rispetto all’esercizio precedente. “I numeri che presentiamo oggi parlano di un’azienda solida, coerente, in crescita. Ma soprattutto raccontano di un modello che continua a funzionare: quello di un gruppo capace di evolvere senza perdere la propria identità. Per noi non è solo una questione di performance economica: ogni punto di crescita è il frutto di un’idea condivisa, di una cultura che mette le persone e le competenze al centro. Guardiamo avanti, consapevoli che l’innovazione passa dalla capacità di connettere intelligenze, esperienze e tecnologie. È in questa direzione che continueremo a investire: per diventare sempre più una piattaforma abilitante per chi lavora, progetta e trasforma il futuro”, dichiara il presidente Cesare Collinelli.
“La crescita dell’Ebitda del 9,1% è un segnale forte che testimonia la solidità del nostro modello operativo e il miglioramento continuo dell’efficienza. Il rapporto Pfn/Ebitda si conferma su un livello equilibrato, pari a 1,26, a dimostrazione della nostra capacità di mantenere una struttura finanziaria sana, in grado di sostenere la crescita organica e le operazioni strategiche. Nel 2024 abbiamo effettuato investimenti per oltre 21 milioni di euro, sostenuti dalla fiducia del sistema bancario. Anche in un contesto macroeconomico più incerto, continueremo a impiegare risorse in crescita, innovazione e sinergie interne, con l’obiettivo di consolidare il valore del gruppo e accrescere la competi-
vita industriale
tività nei mercati in cui operiamo”, sottolinea il CFO Antonio Andracchio. Nel corso del 2024, tra l’altro, Horsa ha effettuato dieci acquisizioni mirate che hanno rafforzato il posizionamento del gruppo in ambiti chiave come business solution, cloud&security e digital hub, in un mix strategico di acquisizioni verticali e settoriali proseguite anche nei primi mesi del 2025: Honu, azienda veronese specializzata in soluzioni low-code/no-code per processi automatizzati; è stata integrata Playground, digital agency milanese; Good Numbers, realtà padovana attiva nell’analisi dati e soluzioni software avanzate. Ad aprile è inoltre nata Horsa Nordic, la prima sede in Svezia, per rafforzare la presenza strategica nel mercato europeo, con un focus sulle soluzioni ERP sviluppate da Infor.
Il fatturato record del 2024 è il modo migliore per festeggiare i 30 anni dalla fondazione di Horsa. Questo importante compleanno è stato celebrato da Horsa anche attraverso le pagine di “Horsa. La storia di un’idea che ha preso forma”, il libro che racconta l’evoluzione del Gruppo dal 1994 a oggi. Un diario autentico che intreccia testimonianze, visioni imprenditoriali e grandi trasformazioni del Paese, restituendo memoria, senso e prospettiva a chi lavora nella tecnologia, nella comunicazione e nell’impresa.
CAMPUS IL SENTIERO: NUOVI LABORATORI
ALL’AVANGUARDIA
Nuovi percorsi di scienza e ricerca che dall’Italia esportano eccellenza nel manifatturiero industriale, connessioni che partono dal cuore delle colline modenesi e arrivano in tutto il mondo. Si ampliano gli spazi de Il Sentiero International Campus, centro ricerche della Ecor International, che lo scorso 9 ottobre ha inaugurato a Castelvetro di Modena, alla presenza tra gli altri di Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, e Federico Poppi, sindaco di Castelvetro, dei nuovi laboratori all’avanguardia nei quali si alternano oltre 70 ricercatori e tecnici.
L’innovazione, quindi, trova casa tra un vitigno autoctono e un edificio storico ristrutturato, che conserva però ben leggibili impronte storiche e identitarie che si fondono a pieno con l’impatto produttivo della ricerca industriale, e Il Sentiero si propone come un luogo di incontro, discussione e contaminazione nel quale ricercatori e industriali condividono la stessa visione: innovare con concretezza, responsabilità, sostenibilità e apertura al futuro.
“Food, pharma, aerospazio, energia e biomedicale sono il nostro core business. La ricerca collaborativa in questi settori, in Italia e all’estero, ci permette di sviluppare soluzioni competitive.
tecnologica. Da oggi lo faremo da questo luogo iconico e immerso in natura; la dimostrazione che è possibile coniugare gli aspetti dell’avanguardia tecnologica sposando un territorio in tutta la sua bellezza”, conclude Casadei.
Gli fa eco Vincenzo Colla, che nel corso del suo intervento in occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi ha sottolineato: “La vera forza dell’ecosistema della ricerca regionale sta in un sistema integrato pubblico e privato che consente alle imprese di trovare risposte ai propri bisogni e alle Università, laboratori e centri di ricerca di lavorare su progetti concretamente realizzabili, che possano avere immediate applicazioni industriali. Il Sentiero International Campus è un esempio eccellente di questa sinergia e l’inaugurazione di oggi è un passo ulteriore che guarda al futuro, con l’obiettivo di far crescere nuove competenze e mantenere la qualità assoluta della nostra manifattura nella meccanica avanzata a livello internazionale. Un centro che rappresenta un riferimento fondamentale per accompagnare le nostre filiere nella transizione digitale e sostenibile”.
L’apertura della sede con i nuovi laboratori de Il Sentiero rappresenta un ulteriore passo per rafforzare la nostra rete di ricerca e offrire alle imprese strumenti all’avanguardia per la validazione e lo sviluppo di nuove tecnologie”, commenta Fabrizio Casadei, CEO de Il Sentiero International Campus. “Le solide partnership con università, centri di ricerca e cluster industriali rappresentano la nostra forza strategica, grazie alla quale affrontiamo con successo le sfide della competitività globale, della transizione energetica e dell’innovazione
Un pensiero condiviso e sposato dal territorio e dalla Regione con lo sguardo aperto al mondo, come ha sottolineato anche Federico Poppi, sindaco di Castelvetro: “Il Sentiero International Campus rappresenta un esempio concreto di come sia possibile coniugare ricerca, impresa e territorio. Castelvetro è orgogliosa di ospitare una realtà che porta nel mondo l’eccellenza manifatturiera italiana senza dimenticare le proprie radici, il paesaggio e la sostenibilità”.
vita industriale
Cesare Collinelli, presidente di Horsa
Fabrizio Casadei, CEO de Il Sentiero International Campus
IM.TECH: NUOVA SEDE, STESSA VISIONE
Il 2025 ha rappresentato per la società bolognese Im.Tech un anno di rinnovamento e crescita. L’apertura della nuova sede in via Andrea da Formigine, nella zona Parco Nord di Bologna, è il segno tangibile di un’evoluzione costante: uno spazio moderno, funzionale e accogliente, pensato per rispondere alle esigenze di uno staff in continuo ampliamento e per favorire il lavoro di squadra, la condivisione e la collaborazione.
“La posizione strategica, a pochi minuti da tangenziale e autostrada, facilita la mobilità dei tecnici e il contatto con clienti e partner. Gli ambienti, progettati con attenzione al benessere lavorativo, comprendono aree di coworking e sale riunioni di diverse dimensioni, ideali per incontri in presenza e da remoto. Un luogo che riflette pienamente lo spirito di Im.Tech: efficienza, apertura e innovazione”, spiegano dall’azienda. Il trasferimento nella nuova sede ha accompagnato un periodo di rinnovata energia per tutta la struttura. Nel suo trentacinquesimo anno di attività, nel 2024, l’azienda ha accolto l’ingresso di nuovi soci - Maurizio Campolo, Simone Giovannini, Enrico Lombini e Marco Sermasi - che con entusiasmo e competenza hanno affiancato il gruppo storico formato da Giuseppe Sermasi, Narciso Barison, Andrea Bartolini, Claudio Bendanti e Francesca Fabbri. Questo passaggio generazionale rappresenta la naturale evoluzione di un percorso condiviso, in cui la solidità dell’esperienza incontra la freschezza di nuove idee, confermando la vocazione di Im.Tech a crescere insieme alle persone che la compongono.
“Negli ultimi anni l’azienda ha ampliato e perfezionato i propri servizi, con l’obiettivo di offrire un supporto sempre più integrato e rispondente alle esigenze del mercato. La consulenza ambientale, la gestione della sicurezza e i servizi tecnici si sono evoluti in un approccio interdisciplinare che pone il cliente al centro, garantendo soluzioni su misura nel pieno rispetto delle normative e dei principi di sostenibilità. Un impegno riconosciuto anche dalle certificazioni
ISO 9001, 14001 e 45001, che attestano l’attenzione di Im.Tech verso la qualità, la tutela ambientale e la salute e sicurezza sul lavoro”, evidenziano ancora dalla società bolognese.
Forte di una struttura consolidata e di una squadra che oggi conta nove soci e circa sessanta tra dipendenti e collaboratori, Im.Tech guarda al futuro con determinazione. Gli investimenti in struttura, personale, digitalizzazione e sostenibilità rappresentano i pilastri del prossimo sviluppo, insieme alla costante attenzione alla formazione e alla valorizzazione delle competenze.
La forza dell’azienda risiede nella capacità di coniugare innovazione e concretezza, costruendo relazioni durature con i clienti e con il territorio in cui opera. Un percorso che affonda le sue radici nel 1989, quando l’Ing. Giuseppe Sermasi fondò Im.Tech, intuendo l’importanza crescente delle tematiche ambientali e della sicurezza sul lavoro.
Da quella visione lungimirante è nata una realtà che, nel 2008, ha dato vita a Im.Tech Engineering, divisione dedicata all’ingegneria ambientale, poi confluita nel 2011 nell’attuale Im.Tech S.r.l.
Una storia fatta di scelte coraggiose, ascolto delle esigenze del cliente e continua ricerca di soluzioni personalizzate.
“Oggi Im.Tech è tutto questo: una società che ha saputo evolversi restando fedele ai propri valori. La nuova sede è il simbolo di
questa evoluzione, un punto di arrivo e, insieme, un nuovo punto di partenza. Perché, dopo trentacinque anni di attività, siamo sempre noi: in una veste nuova, pronti ad affrontare con entusiasmo le sfide del futuro”, conclude l’azienda bolognese.
ING. FERRARI FIRMA IL NUOVO
‘PISA TRAINING CENTRE’
“Siamo onorati di essere stati scelti per un progetto di tale prestigio e valenza strategica”. Con queste parole il Cavaliere del Lavoro Pietro Ferrari, presidente della società modenese Ing. Ferrari, ha espresso la propria profonda soddisfazione, lo scorso ottobre, per la fiducia accordata attraverso la designazione formale in qualità di general contractor per la realizzazione del nuovo ‘Pisa Training Centre’.
“La realizzazione del nuovo centro sportivo rappresenta un tassello fondamentale nello sviluppo del Club, e per noi è motivo di grande orgoglio poter contribuire in modo determinante a questa visione”, ha sottolineato il presidente di Ing. Ferrari.
Il complesso sorgerà a Gagno, in una posizione simbolica a pochi passi dalla Cetilar Arena e dalla celebre Torre Pendente, cuore storico e sportivo della città di Pisa. Il progetto si estenderà su un’area di 121.900 metri quadrati e prevede la realizzazione di una sede operativa moderna e funzionale, una foresteria, un nuovo Pisa Store, un’area ristoro, spazi dedicati all’Academy, sette campi da calcio, tra cui uno omologato per ospitare gare ufficiali con tribuna da oltre 1.500 posti.
In qualità di general contractor, Ing. Ferrari sarà responsabile del coordinamento tecnico, operativo e amministrativo di tutte le fasi del progetto, garantendo un processo fluido, puntuale e di alta qualità, con una durata stimata dei lavori pari a 15 mesi.
“Il nostro impegno sarà totale, dalla pianificazione delle attività alla consegna finale delle opere”, ha aggiunto Pietro Ferrari. “Affronteremo questo incarico con la determinazione, la competenza e la passione che da sempre ci contraddistinguono, certi di poter offrire al Pisa Sporting Club un’infrastruttu-
vita industriale
INFINITO SERRAMENTI, DALL’APPENNINO MODENESE 15 ANNI DI QUALITÀ
È dal 2010 che a Montese, nel cuore dell’Appennino modenese, opera Infinito Serramenti, azienda che produce infissi e serramenti in pvc 100% made in Italy. “La nostra realtà nasce da persone con esperienza pluridecennale nel settore dei serramenti e degli infissi”, spiegano i soci fondatori. “La nostra sede è situata nel naturalistico contesto dell’Appennino tosco-emiliano, in provincia di Modena. Fin dal principio, ci siamo dotati di nuovi e moderni macchinari, senza rinunciare all’esperienza e alla tradizione del controllo manuale, avviando una produzione centrata sulla qualità finale e proponendoci sul mercato del pvc con prodotti di qualità eccellente, attenzione al dettaglio e rispetto per l’ambiente”. L’azienda ha scelto fin dall’inizio di puntare su un processo produttivo interamente interno. “Ogni fase, sia progettuale che produttiva, è seguita direttamente dalla squadra, garantendo controllo totale sulla qualità e una personalizzazione che risponde alle esigenze di architetti, rivenditori e privati”, spiegano da Infinito. “La scelta del pvc, materiale performante e riciclabile, non è casuale: oltre a garantire eccellenti valori di isolamento termico e acustico, il pvc da noi utilizzato è privo di piombo e conforme alle più recenti normative europee. Questa attenzione alla sostenibilità ha permesso all’azienda di ottenere le principali certificazioni di settore, tra cui l’adesione ad ANFIT, l’associazione che certifica i serramenti prodotti interamente in Italia”.
La gamma prodotti spazia da finestre e portefinestre a scorrevoli di grandi dimensioni, cassonetti, sistemi oscuranti e portoncini d’ingresso. Ogni serramento è progettato per offrire prestazioni elevate in termini di tenuta all’aria e all’acqua, resistenza meccanica e durabilità. Non mancano soluzioni innovative come i profili con cover esterna in alluminio, che permettono infinite combinazioni di colore senza compromettere le performance energetiche. Accanto alla produzione, Infinito ha sviluppato un servizio tecnico e commerciale altamente qualificato. Il gruppo formato da oltre trenta professionisti tra uffici, produzione e posa affianca rivenditori e progettisti in tutte le fasi: dal disegno CAD alla consulenza normativa, fino al montaggio in cantiere.
“Questo approccio trasforma ogni fornitura in un progetto su misura, dove estetica, comfort e sostenibilità si fondono”, continuano dall’azienda di Montese. “La capacità di innovare è testimoniata anche dagli investimenti in tecnologia: macchinari di ultima generazione, come il nuovo centro di taglio e lavorazione automatizzato, assicurano precisione e tempi di produzione ridotti, mantenendo alti gli standard qualitativi”.
ra all’altezza delle sue ambizioni”.
Essere parte attiva di un progetto così ambizioso rappresenta per Ing. Ferrari non solo un’opportunità di crescita, ma anche un’ulteriore conferma della fiducia che il mercato continua a riporre nell’esperienza, nel metodo e nella visione dell’azienda, da sempre
Le prime commesse sono state evase nell’agosto 2010 e, grazie alla serietà e coerenza che contraddistingue chi lavora in Infinito Serramenti, si è subito registrata una crescita esponenziale. “Oggi, a 15 anni dalla fondazione, Infinito è una realtà giovane e dinamica, con un personale preparato e capace di gestire qualunque situazione. Questo entusiasmo ci ha permesso di espanderci oltre i confini regionali, raggiungendo anche i mercati a noi limitrofi”, ricordano ancora dall’azienda. Entusiasmo, impegno, qualità ed esperienza sono gli elementi fondamentali che contraddistinguono i prodotti di Infinito in ogni minimo dettaglio. “Siamo orgogliosi di offrire soluzioni di alta qualità che rispondono alle esigenze dei clienti, mantenendo sempre alti standard di eccellenza. La nostra storia è una storia di produttori di serramenti in pvc, di professionisti che vogliono superare i propri limiti e portare sempre nuove soluzioni nel contesto dei serramenti italiani e cuciti su misura”, conferma l’azienda di Montese. Nonostante la crescita costante, Infinito mantiene salde le proprie radici territoriali. La scelta di produrre in montagna è una sfida e un valore: significa creare occupazione in un’area appenninica, valorizzando competenze locali e dimostrando che l’industria può prosperare anche lontano dai grandi poli urbani.
“In questa logica, un passo importante per il futuro sarà l’apertura del nuovo showroom di Marano sul Panaro, pensato non solo come una semplice sala mostra, ma come uno spazio di lavoro, dedicato ai professionisti come rivenditori, geometri, ingegneri e architetti, dove progettare nel miglior modo possibile il foro finestra. Un ambiente dove confrontarsi su prodotti, materiali e dettagli tecnici, con l’obiettivo di offrire soluzioni sempre più performanti e personalizzate”, concludono da Infinito Serramenti.
orientata alla qualità e all’innovazione. Del resto, la storia dell’impresa modenese inizia nel 1917, quando il fondatore Carlo Ferrari diede vita a un percorso scandito da passione e innovazione. È da allora che Ing. Ferrari affronta ogni sfida con impegno, dedizione ed esperienza, costruendo il futuro
con l’energia di chi crede nel proprio lavoro. Ing. Ferrari, la cui capogruppo Ing. Ferrari Holding controlla un insieme di aziende altamente specializzate che operano in modo sinergico per fornire soluzioni tecnologicamente avanzate in molteplici settori strategici, rappresenta una eccellenza a livello
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nazionale nei servizi di general contracting e facility management a supporto dell’industria italiana.
“La nostra mission è creare spazi funzionali e armoniosi, integrando soluzioni costruttive e impiantistiche con le esigenze di chi vive e lavora ogni giorno. Il nostro obiettivo è migliorare la produttività dei nostri clienti consegnando loro ambienti efficienti, esteticamente piacevoli e sostenibili, garantendo il massimo risparmio energetico. Operiamo con rigore tecnico, nel pieno rispetto delle normative, dell’ambiente e del benessere delle persone”, conclude Pietro Ferrari.
INTERPUMP HYDRAULICS, INAUGURATO L'HEADQUARTERS
A SALA BOLOGNESE
Una festa che ha visto presenti tutti i dipendenti e le loro famiglie, più di 600 persone: è così che Interpump Hydraulics, azienda appartenente a Interpump Group, ha voluto celebrare, il 20 settembre scorso, il taglio del nastro del nuovo quartier generale a Sala Bolognese.
Il trasferimento dalla precedente sede di Calderara di Reno al nuovo complesso industriale a Sala Bolognese rappresenta un investimento di 30 milioni di euro che ha l’obiettivo di favorire l’innovazione e il piano di crescita internazionale dell’azienda: un’area totale di 62 mila metri quadri, dei quali 24 mila sono occupati dallo stabilimento, tra uffici e produzione, con ampi spazi dedi-
cati alle aree verdi e un’importante superficie utile per garantire future espansioni. Non solo attenzione allo sviluppo industriale, ma anche alla sostenibilità e al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori: la nuova sede è dotata di un impianto fotovoltaico con una produttività stimata di 2,3 milioni di kWh/anno, pannellature ad anima isolante per il contenimento dei flussi termici e il miglioramento dell’efficienza energetica, insieme a un sistema di filtrazione delle emissioni delle macchine capace di garantire che l’aria all’interno dello stabilimento sia completamente priva di particelle dannose e che quella reimmessa in atmosfera sia ripulita da inquinanti.
L’inaugurazione della nuova sede è un segnale di determinazione e visione per l’azienda, che guarda al futuro consapevole di avere struttura e competenze per affrontarlo al meglio. “Un investimento strategico, reso possibile dal supporto della nostra capogruppo, Interpump Group, che rafforza la nostra produzione di prese di forza e pompe idrauliche per il settore dei veicoli commerciali, in sinergia con il sito di Faenza dedicato ai cilindri telescopici. Un impianto progettato con la massima attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica. Un
passo importante che conferma la forza di un sistema fatto di persone, competenze, territorio e innovazione”, dichiara Enrico Lo Greco, presidente e CEO di Interpump Hydraulics.
Il nuovo headquarters rappresenta il punto di arrivo di una storia iniziata nel 1953 a Bologna in un piccolo garage, con l’avvio delle attività della Oleodinamica Pederzani e Zini, una realtà artigianale cresciuta anno dopo anno, che ha poi condiviso la sua evoluzione con altre due aziende emiliano-romagnole: la Hydrocar di Modena e l’H.S. Penta di Faenza. A seguito dell’acquisizione da parte di Interpump Group, le tre società sono confluite in Interpump Hydraulics: storie di successo, strettamente legate ai territori in cui si sono sviluppate, che oggi sono rappresentate da un’azienda con una visione globale e siti produttivi e filiali commerciali in tutti i continenti. Infatti, l’azienda bolognese ha una rete industriale globale che garantisce un servizio capillare grazie a siti produttivi in Europa, in Asia e nelle Americhe, filiali commerciali e il presidio territoriale dei distributori.
In Interpump Hydraulics la creatività e l’inventiva tipiche dello “stile italiano” si fondono con un rigoroso modello organizzativo-manageriale e con una decisa vocazione internazionale per generare valore per l’azienda e i suoi stakeholder.
Interpump Hydraulics è una realtà globale, punto di riferimento nello sviluppo, produzione e distribuzione di prese di forza e uno dei principali player a livello mondiale di pompe, cilindri e altri componenti oleodinamici per veicoli industriali.
vita industriale
Da sinistra: Enrico Lo Greco, presidente e CEO di Interpump Hyd raulics, Paolo Cleopatra, vicepresidente e CEO di Interpump Hydraulics, Emanuele Bassi, sindaco di Sala Bolognese e consigliere metropolitano con delega alla Scuola, Istruzione, Politiche per la Pianura
BLOCKCHAIN, IOT E NFT:
L’INNOVAZIONE IQC-POMIAGER PER IL MONDO DEL LUSSO
Il mercato della produzione e distribuzione dei beni di lusso è al centro di una profonda trasformazione legata a sfide sempre più frequenti. Contraffazione, mercato grigio e difficoltà nella tracciabilità delle materie prime e dei prodotti finiti minacciano l’autenticità e il valore dei brand.
In questo scenario in rapido cambiamento, le nuove tecnologie stanno ridefinendo il modo in cui le aziende del lusso proteggono, valorizzano e comunicano prodotti ed esperienze. È proprio in questo contesto che il Gruppo IQC-Pomiager, PMI innovativa con sede a Bologna e specializzata nell’offerta di servizi ad alto contenuto professionale e tecnologico, sta sviluppando un ecosistema digitale che, combinando tecnologia blockchain, IoT e NFT, possa garantire trasparenza, sicurezza e nuove opportunità agli attori del settore del lusso.
Un progetto che si inserisce nella più ampia tendenza di digitalizzazione del lusso, già avviato da diversi marchi internazionali, e che mira a coniugare innovazione tecnologica e tutela del valore autentico dei prodotti.
“La soluzione a cui stiamo lavorando integra oggetti fisici e asset digitali e si basa su quattro pilastri fondamentali: software cloud per la gestione sicura e centralizzata dei dati; blockchain per garantire tracciabilità e autenticità; VR e Metaverso per la creazione e condivisione di esperienze immersive; Web3 per la decentralizzazione dell’infrastruttura”, spiega Sandro Vecchiarelli, direttore sviluppo e innovazione di Pomiager.
Uno degli elementi distintivi della soluzione è l’uso degli NFT per la valorizzazione non solo dei beni, ma anche degli eventi di lusso, cambiando la percezione del concetto di autenticità nel mondo delle esperienze immersive. Attraverso gli NFT e gli Open Badges su blockchain, anche eventi e servizi di lusso possono diventare esperienze digitali certificate e collezionabili, aprendo nuove possibilità di fidelizzazione del pubblico e di sviluppo di modelli di business innovativi.
“Dei vantaggi di questa soluzione possono beneficiare tanto i brand quanto i clienti finali. Per quanto riguarda le imprese, questa tecnologia contribuisce alla riduzione della contraffazione e del mercato grigio, garantisce la possibilità di raccogliere dati e insight strategici e fornisce standard globali di autenticità. Per i clienti, invece, i vantaggi sono la certificazione delle esperienze, la possibilità di condivisione delle stesse su piattaforme e social media attraverso uno storytelling personalizzato e la certezza di aver usufruito di un servizio unico nel suo genere”, continua Sandro Vecchiarelli. L’ecosistema tecnologico del Gruppo IQC-Pomiager rappresenta, infatti, una leva strategica per guidare l’innovazione nel settore dei beni di lusso. Grazie all’integrazione di blockchain, IoT e NFT, offre ai diversi attori della filiera la possibilità di trasformare prodotti ed esperienze in storie uniche, certificate e sicure, che possono essere collezionate e condivise. Questo approccio non solo rafforza l’autenticità e il valore dei brand, ma apre anche nuove opportunità di interazione con i consumatori, creando un legame più profondo tra prodotto, esperienza e narrazione.
“In un mondo dove il valore del lusso è sempre più legato alla trasparenza e alla narrazione, la blockchain diventa la nuova garanzia di autenticità e fiducia”, conclude il direttore sviluppo e innovazione di Pomiager.
FEDERICA MINOZZI NOMINATA
CAVALIERE DEL LAVORO
Importante onorificenza per Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group che è stata nominata, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Cavaliere del Lavoro.
La cerimonia di consegna si è tenuta al Palazzo del Quirinale, lo scorso ottobre. Accanto al presidente della Repubblica, anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il vicepresidente della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro Enrico Zobele. Particolarmente sentito il discorso del presidente Sergio Mattarella che ha messo in evidenza il ruolo centrale dei nuovi Cavalieri del Lavoro per il loro contributo essenziale alla crescita economica, allo sviluppo sociale e all’innovazione attraverso le proprie attività imprenditoriali.
“Ricevere questa onorificenza dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rappresenta per me un riconoscimento di grande valore e un motivo di profonda gratitudine. L’Italia è un Paese che ha costruito la propria forza sul lavoro, sulla competenza e sulla capacità di trasformare le idee in valore concreto. Come guida d’impresa, sono convinta che il made in Italy rappresenti una leva strategica che ci distingue e che rafforza la nostra competitività nel mondo. Innovare, per me, significa dare continuità a questa tradizione, interpretandola ogni giorno in chiave contemporanea per costruire un presente e un futuro migliori. Questo riconoscimento è un onore personale, ma anche la testimonianza di un percorso imprenditoriale condiviso con mio padre, fondatore e presidente del nostro Gruppo, e con tutte le persone che ne hanno reso possibile la crescita”, ha dichiarato Federica Minozzi. Il titolo onorifico di Cavaliere del Lavoro riconosce l’impegno imprenditoriale e la storia professionale del CEO di Iris Ceramica Group che, in oltre vent’anni di esperienza alla guida del Gruppo, ha impresso alla sua leadership una visione
vita industriale
Sandro Vecchiarelli, direttore sviluppo e innovazione di Pomiager
chiara e innovativa: reingegnerizzare la ceramica per migliorare l’interazione tra le persone e l’ambiente. Un approccio pionieristico e ispirazionale come è nel dna del Gruppo fondato da Romano Minozzi nel 1961 di cui porta avanti la tradizione, l’importanza di essere vettori culturali, l’attenzione all’innovazione, alla sostenibilità e all’eccellenza; valori fondanti sui cui l’azienda ancora oggi poggia le proprie fondamenta. Con questo spirito, Federica Minozzi ha dato forma alle più recenti soluzioni tecnologiche, unendo la materia in modo originale e diventando portavoce del concetto di beautility della ceramica: una materia nobile che incarna l’unione di bellezza, estetica, arte e funzionalità. La sua visione imprenditoriale d’avanguardia si è concretizzata nel sito produttivo di Castellarano con il progetto H2 Factory®, la prima fabbrica ceramica al mondo progettata per essere alimentata a idrogeno verde autoprodotto. Questo progetto ha trasformato l’azienda in un caso di studio di rilievo nell’ambito della decarbonizzazione. Dal suo impegno nel territorio è nata nel 2019 la Fondazione Iris Ceramica Group, un ente no profit attivo in numerose iniziative di solidarietà e tutela dell’ambiente, dell’arte e della cultura. La Fondazione collabora con associazioni nazionali e promuove progetti autentici, contribuendo concretamente al bene comune.
GRUPPO ITALPIZZA,
CRISTIAN PEDERZINI
ACQUISISCE IL PIENO CONTROLLO
Cristian Pederzini, fondatore e presidente di Italpizza, assume formalmente il controllo completo del Gruppo alimentare: con una operazione di acquisto perfezionata lo scorso 25 settembre, infatti, Pederzini ha acquisito dal socio di minoranza esterno, ancora presente nella compagine sociale, l’ultima parte delle quote della controllante di Italpizza, pari al 24,5%.
La compagine sociale torna quindi ad essere completamente di proprietà italiana, seguendo una prospettiva a lungo termine volta a consolidare ed incrementare il percorso di crescita dell’azienda, favorendo la flessibilità e una governance sempre più dinamica ed efficace.
“Quella che abbiamo aperto è una fase nuova, sempre più ambiziosa, del percorso evolutivo di Italpizza; ci prepariamo con entusiasmo e determinazione ad affrontare nuovi mercati internazionali, con la forza di un gruppo industriale sempre più solido. Siamo partiti da una piccola realtà e abbiamo affrontato sfide complesse”, dichiara il presidente Cristian Pederzini. “In un mercato globale dominato da multinazionali straniere, siamo riusciti a posizionare con successo
il nostro prodotto a marchio: in Italia, in particolare, forse il mercato qualitativamente più esigente, siamo riusciti a conquistare in breve tempo il titolo di brand leader della categoria. Ora, con competenze sempre più avanzate e una visione di lungo periodo chiara e strutturata, ci prepariamo a raggiungere il medesimo risultato anche all’estero. Continuiamo, parallelamente, a curare le partnership con le insegne della grande distribuzione per la produzione della marca privata: interlocutori storici con i quali fin dagli inizi abbiamo coltivato rapporti e relazioni proficue”, prosegue Pederzini. E proprio in quest’ottica di crescita l’azienda modenese ha concluso un accordo per la sottoscrizione di un finanziamento di 10 milioni di euro da parte di SACE, per il quale BNL BNP Paribas ha agito come partner finanziario; l’operazione, effettuata tramite la propria controllata Mantua.it, è finalizzata a sostenere i progetti di internazionalizzazione del Gruppo, con un focus strategico sul mercato francese, consentendo di rafforzare ulteriormente la propria presenza all’estero. “Operazioni come questa rappresentano una attestazione di fiducia per noi determinante. È per questo che, a nome di tutto il Gruppo Italpizza, esprimo un sincero ringraziamento nei confronti di SACE e di BNL BNP Paribas che hanno deciso di sostenerci nel nostro processo
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Da sinistra: Alfonso Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy; Federica Minozzi, CEO Iris Ceramica Group; Sergio Mattarella, P residente della Repubblica; Alice Bordet, Alfiere del Lavoro 2025; Enrico Zobele, vicepresidente della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro
Da sinistra: Marco Zanarini, accounting and administration dire ctor, Andrea Bondioli, direttore generale e consigliere delegato, Cristian Pederzini, presidente e fondatore, Antonio Montanini, communication, public relations and CSR director, Luigi Chiarello, legal consultant di Italpizza
di espansione. Si tratta di un accordo di finanziamento che ci permette di definire obiettivi di crescita globale di sempre maggiore portata, consolidando la nostra storica vocazione all’internazionalizzazione che da sempre ci caratterizza”, sottolinea Andrea Bondioli, consigliere di amministrazione delegato e direttore generale del Gruppo Italpizza. Queste risorse si aggiungono ai 58 milioni di euro, ottenuti lo scorso aprile, attraverso la sottoscrizione di contratti di finanziamento bilaterali perfezionati con UniCredit, che ha agito in qualità di Global Coordinator, Banco BPM, Bper e Cassa Depositi e Prestiti, assistite da Garanzia SACE: un ulteriore passo strategico per sostenere la crescita industriale e il posizionamento competitivo a livello nazionale ed estero della società.
KERAKOLL, NUOVA ACQUISIZIONE A DUBAI
Il Gruppo Kerakoll, Società Benefit certificata B Corp che opera a livello internazionale nel settore delle costruzioni, ha comunicato a settembre scorso di aver perfezionato l’acquisizione del 100% del capitale sociale di PAC Technologies, azienda situata a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
PAC, fondata nel 2007 da Michel Edmond Nachef, è specializzata nello sviluppo, produzione e vendita di additivi per la macinazione del cemento, additivi per calcestruzzo e prodotti chimici per l’edilizia, oltre che materiali da costruzione in polvere e liquidi. L’azienda attualmente ha un sito produttivo a Dubai Industrial City, che rifornisce gli Emirati Arabi Uniti e altri Paesi della regione. I prodotti e i sistemi PAC sono utilizzati in molti progetti di alto livello e hanno collezionato una lunga lista di referenze e approvazioni da parte di diversi professionisti.
“Questa acquisizione rappresenta per Kerakoll un ulteriore e audace passo avanti nella regione; lo scopo dell’operazione è quello di integrare le persone, l’impian -
to di produzione e il know-how di PAC per produrre a livello locale i prodotti a marchio Kerakoll e accelerare il piano di sviluppo di Kerakoll Group nell’area”, sottolinea Saed Mattar, regional director MEA & GCC di Kerakoll Group.
La localizzazione produttiva di Kerakoll consentirà all’organizzazione locale combinata di ampliare le opportunità di business per i clienti attuali e futuri, migliorando il livello di servizio al mercato. Kerakoll e PAC intendono valorizzare al meglio le conoscenze e le competenze dell’azienda: lo sviluppo del potenziale dell’attuale base di dipendenti sarà un pilastro strategico dell’operazione.
ta da BonelliErede come legal advisor, KPMG per le due diligence finanziarie e fiscali e TAUW per le due diligence EDD e ESG.
“L’acquisizione di PAC segna un avanzamento nel percorso di internazionalizzazione di Kerakoll. Il Medio Oriente è una regione che offre importanti opportunità con una solida domanda di soluzioni high-end: con questa nuova presenza al momento abbiamo tutti i mezzi per soddisfare le esigenze del mercato. Sono lieto di dare il benvenuto a Michel e a tutte le persone di PAC nel Gruppo Kerakoll. Sono fermamente convinto che insieme possiamo diventare un protagonista nella regione”, afferma Fabio Sghedoni, vicepresidente di Kerakoll Group.
Nell’operazione Kerakoll è stata assisti -
LABIRINTO SCELTA DA MAGNI PER POTENZIARE
LA PRESENZA ONLINE
Dopo un’attenta selezione tra diverse agenzie specializzate, Magni Telescopic Handlers ha scelto Labirinto, agenzia modenese con 25 anni di esperienza, come partner strategico per la ridefinizione della propria comunicazione digitale. L’obiettivo è stato quello di consolidare ulteriormente la leadership internazionale del brand e potenziare la sua immagine online, rendendo la presenza digitale dell’azienda all’altezza del suo posizionamento globale.
Magni Telescopic Handlers, fondata nel 2013 e con sede principale a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, si è affermata come una delle aziende più innovative e dinamiche del panorama industriale mondiale, con una presenza capillare in 63 Paesi, sette filiali e una rete di oltre 200 concessionari.
“La collaborazione con noi si è concentrata su una serie di progetti strategici, tra cui il miglioramento dell’architettura del sito web, l’ottimizzazione dell’esperienza
vita industriale
utente e la valorizzazione dei contenuti digitali”, spiegano da Labirinto. “Nel concreto, abbiamo ridisegnato l’intera struttura informativa del portale, concependo la navigazione come un ‘viaggio digitale’: menu chiari e coerenti, percorsi logici verso le schede prodotto, call to action ben distribuite e touchpoint sempre presenti per facilitare la conversione”.
È stata posta grande cura nella gestione delle nove lingue del sito, oltre che nell’adozione di cataloghi differenziati per ciascun mercato, in modo da riflettere con precisione le differenze di gamma e offerta tra regioni. A questo si è aggiunto lo sviluppo di funzionalità avanzate. Ad esempio, un comparatore interattivo che permette di accostare fino a tre modelli contemporaneamente e un sistema di filtri dinamici per isolare i modelli più pertinenti in base a parametri tecnici e aree applicative (edilizia, industria, agricoltura, miniere).
“Questi strumenti contribuiscono a rendere la complessità della gamma MTH immediatamente fruibile e comprensibile anche per utenti non esperti”, proseguono dall’agenzia modenese. “Per il lancio del nuovo portale, abbiamo concepito e realizzato anche una clip promozionale da veicolare sui canali social, capace di raccontare in breve tempo le novità introdotte e guidare l’utente all’interno della nuova esperienza digitale. Parallelamente, abbiamo attivato una strategia di visibilità integrata: una campagna SEO internazionale e un’articolata attività SEA, che continuerà ad impegnarci anche nei mesi a venire grazie all’accordo pluriennale che lega le due realtà. Con questo approccio, il sito non è stato solo progettato per piacere, ma è stato concepito per ottenere risultati concreti: acquisizione contatti, conversioni, potenziamento del funnel commerciale”. Labirinto, fondata nel 1990 e specializzata nella comunicazione integrata, rappresenta un partner strategico, valido nell’accompagnare le imprese nel salto verso un digitale capace di produrre risultati misurabili e sostenere il percorso di crescita. Grazie a un approccio che fonde analisi, visione strategica e abilità operativa, l’agenzia costruisce per ogni cliente soluzioni su misura: dalla mappatura degli obiettivi alle campagne misurabili, passando per ottimizzazione
continua e reporting trasparente. “Così, abbiamo dimostrato che ogni realtà può trasformare la propria presenza digitale in un motore di crescita, non solo per raggiungere gli obiettivi commerciali attesi ma anche per superarli”, chiosa Benito Andrea Benassi, direttore clienti di Labirinto.
POLIAMBULATORIO
E LABORATORIO ANALISI SALVI, NEL TEAM ANCHE UNA PEDAGOGISTA
C’è una novità nel team del Poliambulatorio e Laboratorio Analisi Salvi: la pedagogista Sarah Scanavini, da ottobre, è la nuova figura professionale che la società di Cento, in provincia di Ferrara, ha voluto per garantire ancora più attenzione al benessere dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie.
“La pedagogista è una professionista specializzata nei processi educativi, formativi e relazionali. Si occupa di supportare genitori, insegnanti e bambini in situazioni in cui l’educazione, lo sviluppo e l’apprendimento incontrano delle difficoltà”, spiegano dal laboratorio centese. “Il suo intervento può essere utile in molti ambiti: dalla gestione dei conflitti in famiglia ai problemi scolastici, dalle difficoltà relazionali alla promozione dell’autonomia nei più piccoli. Il suo approccio è centrato sull’ascolto, sul dialogo e sulla costruzione di percorsi personalizzati, sempre nel rispetto delle esigenze e delle caratteristiche uniche di ogni persona. Nel nostro poliambulatorio la sua presenza rappresenta un tassello fondamentale per offrire un supporto multidisciplinare, integrato con
il lavoro di psicologi, logopedisti e altre figure sanitarie. Crediamo, infatti, che la collaborazione tra diversi professionisti sia la chiave per rispondere in modo efficace e completo alle esigenze delle famiglie”.
Quello della pediatria è solo uno dei molti settori sanitari seguiti dal Poliambulatorio e Laboratorio Analisi Salvi. È una realtà all’avanguardia in cui si eseguono esami di laboratorio e visite specialistiche, convenzionata con le più importanti assicurazioni sanitarie, e ulteriori collaborazioni sono state fatte con società sportive e aziende del territorio che, anche non usufruendo del servizio di medicina del lavoro, hanno prezzi agevolati per i loro servizi. “Il servizio prelievi viene erogato tutte le mattine dal lunedì al sabato compreso dalle ore 7 alle ore 10, senza necessità di prenotazione e senza bisogno di impegnativa del medico curante. Gli esami elaborati internamente alla struttura vengono pubblicati online sul nostro sito internet sempre in giornata per una risposta pratica e veloce, mentre le visite specialistiche vengono eseguite tutti i giorni, anche al pomeriggio, su prenotazione e l’esito viene rilasciato immediatamente”, spiegano da Laboratorio Salvi. “Vengono eseguite anche altre analisi, come esami genetici, test per diagnosi prenatale, spermiogramma, Alex test e Fox test per allergie e intolleranze e analisi delle acque, i cui risultati vengono consegnati sempre in tempi brevi”.
Da 40 anni il centro si occupa anche del servizio di medicina del lavoro: con diversi collaboratori medici con disponibilità settimanale, esegue direttamente sia la visita che gli accertamenti previsti per avere la relativa idoneità sanitaria ed è disponibile a spostarsi in trasferta direttamente presso
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LA STRADA DEL JAZZ, LO SPARTITO VINCENTE PER BOLOGNA
Si è svolta dal 12 al 14 settembre scorsi la 15^ edizione della manifestazione “La Strada del Jazz”, l’evento firmato da Paolo Alberti che fa parte di Bologna Estate 2025, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna con il patrocinio istituzionale, tra gli altri, di Confindustria Emilia Area Centro.
L’elemento distintivo del festival risiede nella posa di una stella marmorea lungo l’asse di via Orefici - Caprarie, luogo divenuto vero e proprio palinsesto urbano della memoria musicale. Ogni anno, un nome illustre entra a far parte di questo ideale viale della gloria, perpetuando il ricordo degli artisti che, negli anni d’oro del Bologna Jazz Festival fondato da Alberto Alberti, fecero della città un crocevia imprescindibile per il jazz internazionale.
La stella di quest’anno è stata dedicata al grande batterista Art Blakey e la manifestazione ha visto poi i concerti in Piazza Maggiore offerti gratuitamente alla città del batterista Roberto Gatto, dei Saihs (vincitori del Contest Umbria Jazz) e di Karima e, durante l’inaugurazione, i premi agli “Amici della Strada del Jazz”, anche un ricordo affettuoso di Pippo Baudo, Teo Ciavarella e Celso Valli.
“La Strada del Jazz, quale raffinato rituale urbanistico, conferisce alla città un carattere metro-lirico, una geografia della memoria che si sdoppia tra la sedimentazione urbana e l’eternità dell’ispirazione musicale. La manifestazione riveste altresì una dimensione sociale ineludibile: il jazz che irrompe negli spazi cittadini diviene occasione d’incontro, di condivisione e di comunanza intergenerazionale e multiculturale”, sottolinea con orgoglio l’organizzatore Paolo Alberti.
La rassegna non si riduce a una commemorazione monumentale, bensì assume il carattere di una festa civile: le strade del
centro storico si popolano di suoni, voci e corpi, restituendo al pubblico l’esperienza di un jazz condiviso, all’aperto, accessibile e inclusivo. L’ascolto collettivo diviene così occasione di libertà e di incontro, un laboratorio spontaneo di convivenza intergenerazionale e interculturale, nel quale grandi interpreti e piccole formazioni danno vita, attraverso lo swing, a un tessuto sonoro che unisce tradizione e contemporaneità. Non è casuale che
la scelta dello spazio urbano sia ricaduta su via Caprarie e via Orefici: a pochi passi da lì sorgeva il mitico “Disclub” di Alberto Alberti, luogo di culto che tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Settanta attrasse musicisti, appassionati e studiosi da tutta Europa. Bologna, in quegli anni, fu sede di sedici edizioni di un festival che può a buon diritto essere annoverato tra i più rilevanti della storia del jazz europeo, con concerti ospitati nei teatri cittadini e persino al Palazzo dello Sport, in un’epoca che vide calcare le scene felsinee i più grandi nomi dell’intero canone jazzistico.
Dal 2011 a oggi, le stelle in marmo hanno progressivamente composto una costellazione che unisce memoria e identità cittadina: Chet Baker inaugurò il percorso, seguito da Miles Davis e Lucio Dalla, da Ella Fitzgerald e Henghel Gualdi, da Duke Ellington e Thelonious Monk, fino a Sarah Vaughan, Dizzy Gillespie, Dexter Gordon, Cedar Walton, Max Roach, Charles Mingus, Gerry Mulligan, Gato Barbieri, Benny Goodman, Bill Evans, Amedeo Tommasi e Jimmy Villotti.
Ogni anno un tassello si aggiunge a questo mosaico urbano, che trasforma le pietre di Bologna in partitura della memoria collettiva. La Strada del Jazz come un rito laico che intreccia storia e presente, eredità e sperimentazione, con la forza di un linguaggio musicale capace di generare coesione e di custodire, insieme, la memoria di una città che al jazz ha dato ospitalità e prestigio.
Così la musica, corpo vivo e dispiegato, sottrae il tempo alla solitudine, restituendolo alla partecipazione civile e al dialogo tra culture e generazioni, sviluppando la necessaria continuità tra memoria e attualità, tra pietra e suono, tra passato e presente, che spezza l’ostinata solitudine del consumo culturale. La Strada del Jazz rappresenta il tessuto, vivo e permeabile, di comunità che abita la città, di giorno e di sera, respirando lo swing e rinnovandosi attraverso la relazione trans-generazionale tra gli uomini, il tempo e la storia.
vita industriale
l’azienda. Il servizio è stato recentemente incrementato per sopperire alle molte richieste delle imprese che hanno iniziato a collaborare.
“D’ora in poi c’è anche la possibilità, per i dipendenti delle aziende, di eseguire analisi privatamente, quando veniamo in struttura per la visita annuale, da aggiungere alle analisi già previste per l’idoneità sanitaria, con pacchetti a prezzo agevolato. Siamo disponibili ad eseguire, inoltre, corsi sulla sicurezza, corsi di primo soccorso e Haccp (Hazard Analysis and Critical Control Points) per tutelare la salute dei lavoratori e prevenire i rischi professionali a 360 gradi”, concludono dal Laboratorio Salvi.
MAKEITALIA,
CONCLUSA LA 4 a EDIZIONE
DELLA SUPPLY CHAIN CHALLENGE
Si tratta del Campionato Nazionale di supply chain, in grado di coinvolgere ogni anno circa 1.200 studenti magistrali di Ingegneria Gestionale. Un torneo tra le università italiane, che ha come mission quella di individuare i futuri professionisti della supply chain mediante un lavoro collaborativo e strategico. Una sfida ideata dall’azienda modenese Makeitalia, che porta il nome di “Supply Chain Challenge”.
La partita finale si è tenuta lo scorso 16 settembre, presso il Modena Golf & Country Club, campo di gioco dei 77 giocatori finalisti provenienti dalle 21 università italiane in cui si sono tenute le gare nel corso dell’anno: Bologna, Modena e Reggio Emilia, Parma, Firenze, Padova, Napoli (Parthenope), Bergamo, Cosenza, Cassino, Roma (La Sapienza), Roma (Tor Vergata), Trento, Milano, Brescia, Udine, Torino, Siena, Palermo, Pisa, Napoli (Federico II), Bari. Una sfida accesa, quella tra i 1.200 studenti, che da novembre 2024 si è protratta fino a giugno 2025.
I 77 finalisti si sono interfacciati con la gestione di una catena di approvvigionamento mediante il Supply Chain Game, uno strumento formativo ideato da Makeitalia, che consente di sperimentare
nella pratica l’intero iter che un professionista di supply chain deve essere in grado di affrontare. In questo contesto, al fine di raggiungere l’obiettivo finale, i giocatori hanno attuato le migliori strategie attraverso un efficiente lavoro di squadra e una gestione ottimale delle criticità. Al termine della gara il management di Makeitalia e Maria Costi, presidente della Commissione Assembleare V della Regione Emilia-Romagna, hanno decretato le tre squadre vincitrici della quarta edizione della Supply Chain Challenge, le quali hanno saputo destreggiarsi con maestria nel corso delle sfide ottenendo ottimi risultati. Sul podio le seguenti università: medaglia d’oro per i giocatori Alberto Cazzoli, Emanuele Renucci e Giovanni Sinigaglia dell’Università degli Studi di Padova, DTG; medaglia d’argento per i giocatori Federico Dominici, Elena Grazzini e Pietro Palagi dell’Università degli Studi di Siena; infine, medaglia di bronzo per i giocatori Youssef Hadir, Mattia Torresi e Giuseppe Tortora dell’Università degli Studi di Parma. Le Finals dello scorso 16 settembre hanno visto, inoltre, l’attiva partecipazione delle aziende partner della quarta edizione della manifestazione: Dallara, DSV - Global Transport and Logistics e Oltre Solutions. Imprese di punta nel settore
automobilistico, logistico e tecnologico, che hanno promosso e condiviso i valori portanti della Supply Chain Challenge - innovazione, spirito di squadra, meritocrazia ed eccellenza - nonché offerto agli studenti finalisti l’occasione di interfacciarsi con le figure di punta della supply chain durante workshop interattivi e pratici. Un’importante occasione di confronto con il mondo lavorativo in grado di arricchire il proprio background professionale.
Giunta al termine la quarta edizione della Supply Chain Challenge, Makeitalia ha già rivolto lo sguardo a un capitolo tutto nuovo, il quinto, che si è aperto a ottobre 2025.
MALAGOLI, SPECIALISTI
NEL SETTORE ORAFO
DA OLTRE 60 ANNI
Orafi e commercianti in oro dal 1946 e dal 2009 autorizzati dalla Banca d’Italia e ora anche dall’Organismo agenti e mediatori (Oam), il nuovo registro che disciplina questa attività, alla vendita e acquisto di oro fisico da investimento: l’azienda modenese Malagoli è alla seconda
vita industriale
Maria Costi , presidente della Commissione Assembleare V della Regione Emil ia-Romagna, assieme al team dell'Università degli studi di Padova DTG, vincitore della quarta edizione della Supply Chain Challenge, e Francesco Tonolo di Makeitalia
generazione e Gianfranco Malagoli, con la moglie Sandra, è subentrato al padre Bruno, specializzandosi sempre più nella distribuzione all’ingrosso di oreficeria. “Siamo nati come laboratorio specializzato nella realizzazione di fedi, e la volontà e lungimiranza di mio padre vide nel commercio la strada per lo sviluppo”, spiega Gianfranco Malagoli. “In questi 60 anni l’azienda è cresciuta al punto da essere una realtà affermata e riconosciuta in tutto il territorio nazionale. Ci rivolgiamo ai professionisti del settore, offrendo una vasta e completa gamma dell'oreficeria e gioielleria italiana spaziando da quelli di propria produzione sino alla commercializzazione di affermati marchi made in Italy”. Ma non tutti coloro che si occupano di oro hanno l’autorizzazione a trattare oro fisico da investimento. “È un campo particolare, di cui spesso non si sa abbastanza”, rivela Malagoli. “Cito spesso la famosa frase del banchiere J. P. Morgan ‘L’oro è moneta tutto il resto è credito’. Ed è vero, perché l’oro è una forma di investimento anomala: non va trattato come una obbligazione, dove si sta acquistando del debito, o una azione, che può crollare causa l’andamento aziendale: con l’oro si detiene materia e quindi un bene non aleatorio. L’approccio dell’investimento in oro fisico deve essere completamente diverso rispetto ad ogni altra forma di investimento. Con azioni, obbligazioni, criptovalute, stiamo acquistando qualcosa di non concreto, di non fisico e quindi ci assumiamo il rischio di chi le emette; invece, con l’oro non si corre questo rischio, e quindi non deve essere visto come un investimento a termine: l’oro va tenuto perché serve per mantenere il
potere di acquisto”.
Per tutte queste ragioni l’oro dovrebbe avere una percentuale adeguata nel portafoglio degli investitori, in quanto unico bene liquidabile istantaneamente in qualsiasi parte del mondo e per la possibilità di scambiarlo come valuta e come materia prima nei principali mercati e borse internazionali. Certamente, si può investire in oro anche sottoscrivendo degli Etf, Etc, future sull’oro, certificati aurei, ma in tutti questi casi, oltre ai rischi intrinsechi secondo il tipo di investimento scelto, l’investitore si accolla anche il rischio dell’emittente e l’investimento diventa puramente speculativo e non conservativo.
“Nel 2009 si è presentata l’opportunità di diventare ‘operatori professionali in oro’ e, avendone tutti i requisiti, abbiamo intrapreso questa particolare e non semplice attività, raccogliendo risultati positivi”, prosegue Malagoli, la cui omonima azienda ha un fatturato che supera i 40 milioni di euro. “Da circa 13 anni commercializziamo soltanto lingotti con certificazione internazionale della società Argor-Heraeus con sede in Svizzera, senza passaggi intermedi. Anche quando ritiriamo lingotti da persone che disinvestono, questi non vengono girati ad altri investitori: per una maggior tutela dei nostri clienti, tutto ciò che ritiriamo viene fuso e in seguito mandato alla Argor-Heraeus, che provvede a
una nuova certificazione. Questi lingotti sono riconosciuti in tutto il mondo e di conseguenza possono essere venduti in qualsiasi nazione, in pratica cambiati in qualsiasi sportello bancario”, conclude Gianfranco Malagoli.
MANITOU ITALIA RACCONTA
L’OPEN DAY 2025
Un evento speciale, dedicato alla grande famiglia Manitou. Si è svolto lo scorso 12 ottobre presso la sede italiana del Gruppo a Castelfranco Emilia, alle porte di Modena, l’Open Day 2025 dell’azienda specializzata nell’ambito delle soluzioni per la movimentazione dei materiali, il sollevamento di persone e il movimento terra. Fin dalla mattina i cancelli dello stabilimento produttivo, noto anche per la realizzazione dell’intera gamma di sollevatori telescopici rotativi per l’intero Gruppo, sono stati spalancati per l’ingresso dei numerosi visitatori che hanno preso parte alla giornata di festa.
I quasi 900 collaboratori che compongono la squadra Manitou, infatti, hanno potuto partecipare a una domenica insieme di divertimento e relax, accompagnati dai propri amici e parenti. Un incontro speciale tra le quattro realtà che oggi compongono Manitou Italia: COME, Metal Work, il Manitou Center - Gi.erre e, chiaramente, la capogruppo. Complice un sole quasi estivo e le numerose attività presenti, il successo di partecipazione e la
vita industriale
soddisfazione sono stati grandi. All’interno dell’area di Manitou Italia, che oggi può contare su una superficie complessiva di quasi 200.000 metri quadri, erano presenti diverse possibilità pensate per gli ospiti.
Tra queste gli svariati Factory Tour, che hanno consentito ai presenti di visitare nel dettaglio le linee di produzione degli stabilimenti, dove avviene la creazione anche di alcuni modelli di sollevatori telescopici agricoli, in aggiunta all’intera gamma di sollevatori telescopici ad alta portata; il trenino panoramico, che ha permesso di visitare aree anche dislocate tra loro, come in particolare l’intera sezione della logistica, da poco completamente rinnovata, l’area test e la zona collaudo.
Presenti anche diversi chioschi di food truck, che hanno sfornato prelibatezze del territorio e non solo, accompagnati da bevande e sfiziosità varie. Ancora, diverse aree espositive dove è stato possibile ammirare l’intera gamma del Gruppo Manitou, con modelli di macchine come le piattaforme aeree a forbice prodotte in India, le minipale gommate GEHL che provengono dagli Stati Uniti e i diversi prodotti che nascono proprio dove Manitou ha origine, nei pressi di Nantes, in Francia, ad Ancenis e non solo. Non sono mancati, infine, alcuni momenti istituzionali come l’intervento del direttore generale di Manitou Italia, Marco Iotti, e del presidente e CEO del Gruppo, Michel Denis, nonché dei sindaci locali. Da segnalare, infine, anche un simpatico contest artistico tra i disegni realizzati dai bambini Manitou.
“Potremmo proseguire con le numerosissime attività dedicate ai più piccoli, l’area sport dove poter giocare a pallavolo e basket, l’eccezionale musica dal vivo, la boutique con il merchandising ufficiale o la presenza di artisti circensi, così come l’area picnic allestita nel giardino del nuovo ristorante aziendale di Manitou Italia. Certamente la grande partecipazione e l’aver trascorso una bellissima giornata insieme a colleghi e famigliari ha rafforzato ancora di più l’appartenenza e l’affiatamento della splendida famiglia Manitou”, concludono dall’azienda.
MARCHESINI GROUP
ESPLORA I FUTURI POSSIBILI
CON “ACT NOW!”
A un anno dalle celebrazioni del 50° anniversario, Marchesini Group ha rilanciato una riflessione collettiva sul futuro. Dopo l’iniziativa in Piazza Maggiore di settembre 2024, che ha coinvolto la città di Bologna nel dare risposte alla domanda “What’s the future?”, il Gruppo Marchesini e la Fondazione Marchesini ACT hanno promosso l’iniziativa culturale “ACT Now!”, con un evento che si è svolto lo scorso 1° ottobre a Pianoro, negli spazi dell’Headquarters, con il patrocinio gratuito del Comune di Pianoro.
In quest’ottica, Marchesini Group ha deciso di dare vita a un appuntamento culturale ricorrente, aperto sia ai propri collaboratori che alla cittadinanza, con l’obiettivo di confrontarsi sui futuri possibili, mettersi in discussione e arricchire il dialogo attraverso punti di vista differenti. “ACT Now!” è il titolo scelto
L’idea di continuare a esplorare l’orizzonte dei futuri possibili è nata dai dati che il Gruppo ha raccolto lo scorso anno. Quasi 6.000 persone, infatti, hanno condiviso la propria visione del domani sia online sul Portale del Futuro sia all’interno della Future Box, l’installazione multimediale in Piazza Maggiore aperta al pubblico dal 18 al 22 settembre 2024. “Con l’aiuto degli esperti dell’Italian Institute for the Future e dell’Università di Bologna (in particolare del Marconi Institute for Creativity), abbiamo analizzato tutti i pensieri raccolti, scoprendo che la nostra società non è abituata a riflettere sul futuro in modo strutturato. Un concetto percepito da molti come vago e incontrollabile che può trasformarsi, invece, in uno spazio ricco di possibilità: immaginare e discutere scenari futuri, infatti, può aiutare a ridurre il senso di incertezza, stimolando al contempo una progettualità capace di rafforzare il pensiero critico di fronte a sfide concrete e nuove opportunità”, dichiara Valentina Marchesini, membro del board di Marchesini Group e presidente della Fondazione Marchesini ACT.
per la rassegna, che richiama all’azione e all’acronimo della Fondazione Marchesini ACT (Avanguardia - Cultura - Territorio). “Atelier dei Futuri: piccoli gesti di oggi che cambiano la storia di domani” è il sottotitolo che contiene gli obiettivi dell’evento, ossia promuovere la consapevolezza sulle grandi trasformazioni globali, stimolare la riflessione di ciascuna persona nella propria quotidianità, rendere i partecipanti non solo spettatori ma cittadini attivi per lasciare un segno tangibile e ispirare azioni concrete. A dare il via al format è stata Nicolet -
vita industriale
Valentina Marchesini, membro del board di Marchesini Group e presidente della Fondazione Marchesini ACT
ta Boldrini, facilitatrice e formatrice di Futures & Foresight, che ha condotto i partecipanti in un nuovo viaggio interattivo e ispirazionale nel quale il Futures Thinking ha fatto da bussola. A seguire, un workshop ha invitato le persone a tradurre l’immaginazione in responsabilità e azione nel presente in linea con il mantra “Think global, act local”, ispirando una riflessione profonda su come ciascuno possa contribuire, nel proprio quotidiano, a un futuro migliore. Partendo da questa consapevolezza il sindaco di Pianoro Luca Vecchiettini ha lanciato l’iniziativa “Radici di Comunità”, pensata per valorizzare i parchi del territorio. Quello del 1° ottobre è stato il lancio di una rassegna culturale più ampia che mira a tenere attiva la riflessione condivisa sul futuro: le prossime edizioni vedranno la partecipazione di esperti in vari settori quali ambiente, salute, tecnologia, sociologia e arte, per intrecciare sguardi diversi sui futuri e continuare a dare linfa alla riflessione collettiva.
MARSH, OLTRE L’ASSICURAZIONE:
LA CONSULENZA
COME LEVA STRATEGICA
Un partner strategico che accompagna le imprese nella comprensione dei propri rischi, aiutandole a decidere quali trasferire al mercato e quali invece gestire internamente, costruendo un equilibrio ottimale tra costi, coperture e sostenibilità nel tempo: tutto questo è Marsh che, oltre a essere protagonista mondiale nel brokeraggio assicurativo e nella consulenza sui rischi, parte del gruppo Marsh McLennan, attivo in 130 Paesi con più di 45.000 professionisti, ha scelto questo approccio consulenziale per essere ancora più vicino ai clienti.
L’importanza della consulenza si esprime in modo particolarmente avanzato attraverso Marsh Advisory, la società, controllata da Marsh, che rappresenta uno dei pilastri dell’offerta di valore: Marsh Advisory aiuta le imprese a sviluppare una gestione integrata e matura del rischio, trasformando i processi di gestio -
ne del rischio in leve di competitività. Il suo lavoro parte dall’analisi del contesto aziendale e delle vulnerabilità (operative, finanziarie, reputazionali, ambientali) per arrivare alla costruzione di piani di enterprise risk management, strategie di business continuity e sistemi di governance del rischio pienamente integrati nei processi decisionali.
Grazie ai team specializzati, Marsh Advisory opera in ambiti strategici come la consulenza ESG e sostenibilità, la valutazione e mitigazione dei rischi lungo le catene di fornitura, il supporto per l’ottenimento delle certificazioni ISO, e l’analisi dei rischi cyber e tecnologici, oggi sempre più rilevanti anche per le PMI. “Sul territorio emiliano, i punti di riferimento sono le sedi di Bologna e Mantova: due presidi storici, aperti rispettivamente nel 1990 e nel 2001, che incarnano perfettamente l’approccio dell’azienda, fondato sulla prossimità, sulla conoscenza diretta delle imprese e sulla costruzione di relazioni di fiducia”, spiega Alessandro Marchiori, office manager di Marsh Bologna.
“Essere vicini alle imprese significa comprenderne da vicino le sfide quotidiane e i contesti in cui operano. Per noi la prossimità territoriale non è solo geografica, ma culturale e relazionale. Avere una presenza stabile sul territorio ci permette di costruire relazioni dirette, basate sul dialogo e sulla fiducia, offrendo alle aziende un supporto concreto e tempestivo”, continua Marchiori.
La forza di Marsh in Emilia sta nella capacità di combinare due dimensioni solo apparentemente opposte: la solidità globale e la prossimità locale.
Da un lato, le imprese del territorio possono accedere a soluzioni e conoscenze sviluppate a livello internazionale; dall’altro, trovano nei team di Bologna e Mantova interlocutori che conoscono da vicino la realtà produttiva locale. Il risultato è una consulenza personalizzata, capace di parlare il linguaggio delle aziende emiliane e di offrire loro strumenti concreti per affrontare rischi tradizionali e nuove vulnerabilità: dal cybercrime alla sostenibilità, dalle crisi di fornitura ai rischi reputazionali.
“Il nostro obiettivo è accompagnare le imprese in un percorso di crescita consapevole e sostenibile”, spiegano Lawrence Miles, responsabile sales di Marsh Mantova, e Alvise da Schio, responsabile sales di Marsh Bologna. “Le aiutiamo a prendere decisioni informate, proteggere il loro valore e rafforzare la loro capacità di affrontare il cambiamento. In un mondo sempre più complesso, questo è il nostro modo di restare vicini al territorio”.
AL PEOPLEMEP OLTRE
190 AZIENDE: LA COMUNITÀ
DI MEP CONTINUA A CRESCERE
Arrivato alla terza edizione, l’evento che ha per protagonista MEP, società di consulenza specializzata in marketing e comunicazione di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, è ormai un appuntamento consolidato. Il 17 ottobre al DumBo di Bologna si è riunita la community legata all’azienda, che comprende più di 190 imprese tra imprenditori e liberi professionisti.
L’obiettivo di MEP è dimostrare come sia tutt’ora possibile la differenziazione di un business anche in mercati saturi e il concept dell’evento, “Unici come tutti”, suggerisce il valore di essere diversi in un mondo di simili. Sul palco sono saliti Marco Montefusco, direttore retail e marketing di Harmont & Blaine Junior, e Nicola Fabbri, amministratore delega -
vita industriale
Alessandro Marchiori, office manager di Marsh Bologna
to nonché membro della quarta generazione della famiglia omonima, per dare conto della storia di Fabbri 1905.
Due esempi concreti di imprese che sono riuscite a posizionarsi strategicamente nonostante i loro settori fossero già saturi.
L’appuntamento annuale del PeopleMEP nasce con l’obiettivo di promuovere una sana cultura del marketing e della comunicazione, con due novità per l’edizione 2025: la premiazione per tre aziende presenti in platea, selezionate per la loro unicità, Archita Engineering, Natural Calk e Delta Informatica, che hanno dimostrato come differenziarsi sia un lavoro che parte soprattutto da coerenza, coraggio e consapevolezza.
E un networking rivisitato, esclusivo solo per cento partecipanti, con un business game finalizzato all’interazione e alla competizione tra le aziende.
“Amiamo del PeopleMEP che sia un evento che nasce da chi vi partecipa, più che da chi lo organizza”, spiega Lorenzo Visci, CEO di MEP e conduttore dell’evento.
“Arrivati alla terza edizione, il valore e le storie dei relatori sul palco sono sempre più affascinanti.
Racconti di persone che lavorano per rendere i propri marchi straordinari. Il mondo delle imprese e del marketing è ricco di imprevisti, paure. Vogliamo far tornare a casa ciascun partecipante con un bagaglio che prima non aveva. Pieno, non di risposte. Ma di domande miglio -
ri. Siamo soddisfatti quando chi partecipa ai nostri eventi ci dice con sorpresa ‘non avete parlato di voi’. Non vogliamo farlo. Non è un evento commerciale. Vogliamo, invece, restituire valore alle persone e alle aziende che ci conoscono direttamente o indirettamente. E fare da ponte tra chi non si conosce… ancora”.
Al PeopleMEP si è parlato anche di “Scusa se ti chiamo di domenica”, manuale per migliorare il rapporto di collaborazione tra aziende e agenzie, affinché ogni euro speso in marketing costituisca un investimento e non solo un costo.
Il volume, edito da Rogiosi Editore, nasce dall’analisi delle criticità ricorrenti nei rapporti tra imprese e agenzie in un comparto che in Italia conta oltre 200 mila operatori tra agenzie e liberi professionisti.
Dalla selezione del partner, alla gestione dei progetti, passando per la definizione degli obiettivi, fino ai processi di feedback e la misurazione dei risultati: i 16 capitoli includono esempi pratici e checklist operative derivate dall’esperienza diretta di MEP in oltre dieci anni di attività.
“Con questa pubblicazione ci impegniamo a creare un ponte, ad accelerare l’evoluzione culturale del settore. È una piccola traccia per sollevare il confronto e stimolare aziende ed agenzie a far evolvere questo ecosistema, mettendo in discussione prima di tutto il nostro metodo, esponendolo a critica”, conclude Visci.
ACCORDO BIENNALE
TRA NANOPROM CHEMICALS
E LA FISI
Nanoprom Chemicals, realtà all’avanguardia nella vetrificazione a freddo e centro accreditato presso la Regione Emilia-Romagna all’interno della rete di imprese coinvolte nella ricerca aerospaziale e nei materiali avanzati, ha siglato nell’agosto scorso un nuovo e significativo accordo in ambito sportivo.
Per i prossimi due anni, il Centro Ricerche Nanoprom sarà partner tecnico esclusivo della Federazione italiana sport invernali (FISI), mettendo a disposizione del team italiano un insieme di competenze e tecnologie sviluppate nel corso di oltre vent’anni di attività nel settore dei rivestimenti ad alte prestazioni.
In particolare, Nanoprom Chemicals fornirà additivi speciali di nuova generazione, coperti da segreto industriale, destinati alle scioline utilizzate nelle varie discipline invernali. Questi prodotti consentono di migliorare la scorrevolezza delle superfici e di ridurre sensibilmente l’attrito tra sci e neve, garantendo così maggiore velocità e costanza di rendimento anche in condizioni climatiche estreme.
Parallelamente, verranno forniti coating idrofobici già presenti nella linea commerciale Nanoprom Acquatic, capaci di rendere impermeabili e traspiranti i tessuti tecnici utilizzati per tute e giacche da
vita industriale
Lorenzo Visci, CEO di MEP
Gian Luca Falleti, CEO di Nanoprom, e Flavio Roda, presidente F ISI
MAKE IT FESTEGGIA I 20 ANNI E APRE UNA NUOVA FRONTIERA
NEL REVERSE ENGINEERING
Vent’anni nel mondo dello sviluppo software non sono un traguardo, ma la solida conferma di un percorso metodologico e strategico. Make IT nasceva a Bologna nel 2005 con una missione ben definita: portare l’affidabilità, la solidità e il rigore dell’ingegneria all’interno di un settore spesso dominato dall’improvvisazione. Questa visione - che pone la qualità del codice e la robustezza architetturale al centro di ogni progetto - non è mai venuta meno. Al contrario, si è evoluta con coerenza, integrando in modo sostenibile i più grandi salti tecnologici, dal low-code all’Intelligenza Artificiale, per trasformare l’IT dei propri clienti in un asset strategico, scalabile e controllabile. È questa esperienza ventennale, costruita sul metodo, a permettere oggi all’azienda bolognese di affrontare una delle sfide più complesse per il panorama imprenditoriale: la riprogettazione dei sistemi legacy e obsoleti. Make IT festeggia i 20 anni e apre una nuova frontiera nel Reverse Engineering. Molte imprese italiane convivono con software obsoleti, che continuano a sostenere processi critici e oggi fonte di costi, rigidità e rischio competitivo. È una criticità diffusa: i sistemi informativi obsoleti costituiscono una vera e propria triade di rischi crescenti: maggiore vulnerabilità agli attacchi informatici, minore efficienza operativa e limiti nascosti all’evoluzione del business a causa di tecnologie ormai superate. L’obsolescenza digitale è un rischio strategico perchè aumenta le spese di manutenzione, limita la flessibilità e riduce la capacità di innovare. Ma dietro quei sistemi esiste un valore nascosto, la conoscenza dei processi e delle logiche operative che hanno reso efficiente l’organizzazione. L’obiettivo è preservare il sapere aziendale che il software contiene. Con oltre 20 anni di esperienza nello sviluppo software, Make IT ha creato una tecnologia proprietaria di Reverse Engineering basata su Intelligenza Artificiale.
non serve a riparare il passato, ma a rigenerarlo, trasformando l’obsolescenza in un’opportunità strategica di crescita e innovazione”, spiegano da Make IT.
“Questo approccio consente di ottenere tre risultati fondamentali per il business: una riduzione concreta di tempi e costi legati alla gestione di software obsoleti; la creazione di una base solida su cui far evolvere il sistema informativo aziendale, considerato un vero e proprio asset strategico; il pieno controllo di applicazioni spesso parzialmente abbandonate o difficili da gestire, trasformate in strumenti affidabili e utilizzabili appieno”, sottolineano ancora dall’azienda bolognese.
Ogni progetto racconta la storia di un’impresa: le sue abitudini, le scelte tecniche, le soluzioni trovate nel tempo per rendere più efficiente il lavoro. L’obiettivo di Make IT è preservare quella storia, valorizzarla e farla evolvere. L’AI non serve a cancellare il passato, ma a leggerlo meglio, a estrarne ciò che ancora ha valore e a metterlo al servizio del futuro.
Dopo 20 anni di esperienza Make IT sa che l’innovazione nasce anche dalla capacità di leggere il passato. Con l’AI Reverse Engineering, ciò che prima richiedeva costi proibitivi oggi diventa sostenibile e strategico. L’obiettivo è preservare quella storia, valorizzarla e farla evolvere, mettendo la tecnologia al servizio del futuro dei propri clienti.
“Guardando al futuro, Make IT si pone come protagonista nella nuova era dell’AI applicata al business: la sua missione è trasformare la complessità digitale in opportunità concrete di crescita e innovazione per le imprese. Il ventennale non è solo un traguardo celebrativo, ma l’inizio di una fase in cui competenza, visione e tecnologie all’avanguardia convergono per trasformare ogni progetto in un vero investimento strategico.
“L’Intelligenza Artificiale analizza il software e ne ricostruisce automaticamente la logica, tracciando flussi di dati, regole operative e integrazioni con altri sistemi. Trasforma così il codice in conoscenza accessibile e riutilizzabile, pronta per alimentare nuove soluzioni moderne e scalabili. L’AI Reverse Engineering
gara. Il risultato è un indumento che non assorbe l’umidità esterna (pioggia, neve o condensa) mantenendo peso costante, comfort e performance elevate durante la competizione.
“Il Centro Ricerche Nanoprom”, spiega il CEO Gian Luca Falleti, “ha scelto di in -
Grazie all’esperienza accumulata, Make IT non si limita a sviluppare soluzioni, ma crea strumenti intelligenti capaci di valorizzare il patrimonio di conoscenze delle aziende, confermandosi partner affidabile per chi vuole innovare senza perdere la propria storia e guidare il futuro con decisione e lungimiranza”, concludono dalla società bolognese.
vestire nel mondo dello sport italiano per sviluppare soluzioni tecnologiche utili, sostenibili e pienamente compatibili con l’ambiente. Ogni nostro prodotto nasce con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e aumentare l’efficienza, anche nei contesti più estremi. Siamo onorati che la colla -
borazione con la FISI sia stata estesa in esclusiva per i prossimi due anni: un riconoscimento che premia la nostra costante attività di ricerca e sviluppo”.
“È un onore per la Federazione”, ha commentato il presidente Flavio Roda, “poter collaborare con una delle eccellenze ita -
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liane nel campo delle tecnologie avanzate. Il contributo di Nanoprom, completamente green e innovativo, rappresenta un passo decisivo verso una nuova generazione di materiali per lo sport. L’accordo arriva in un momento simbolico, a ridosso dell’anno olimpico, e potrà gettare le basi per una collaborazione duratura anche oltre il 2026”.
Il legame tra Nanoprom Chemicals e i grandi eventi sportivi ha radici solide. L’azienda ha debuttato sulla scena internazionale alle Olimpiadi di Londra 2012, come fornitore ufficiale della Federazione Italiana Vela, contribuendo a ridurre del 17% l’attrito idrodinamico grazie al Polysil™ Top Coat F1, tecnologia che da allora è diventata uno standard di riferimento in diversi settori.
Nanoprom Chemicals nasce nel 2010 a Sant’Antonino di Casalgrande (Reggio Emilia) su iniziativa dell’imprenditore sassolese Gian Luca Falleti. Dal 2013, l’azienda è partner di numerosi team di Formula 1, Formula E, WEC e MotoGP, portando nel motorsport le sue soluzioni basate sulla nanotecnologia applicata ai rivestimenti funzionali. I primi test in ambiente innevato risalgono al 2021, anno in cui Nanoprom ha avviato le sperimentazioni per adattare i propri prodotti alle esigenze degli sport invernali, fino alla collaborazione odierna con la FISI, che sancisce un nuovo traguardo nel percorso di innovazione sostenibile dell’impresa.
NUOVO STABILIMENTO DI ORSELL, PASSO IMPORTANTE VERSO INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
È un passo importante verso innovazione e sostenibilità il nuovo stabilimento realizzato da OrSell, azienda di Limidi di Soliera, in provincia di Modena, che opera da quasi quarant’anni nel settore dell’alimentazione zootecnica e delle soluzioni diagnostiche per feed, food e beverage. L’inaugurazione della struttura, che si trova accanto allo storico stabilimento principale, è avvenuta a giugno scorso con una cerimonia che ha visto la partecipazione di
autorità locali, partner, fornitori e clienti, tutti riuniti per celebrare questo importante traguardo, frutto di cinque anni di lavoro e progettazione.
Al taglio del nastro hanno partecipato l’amministratore delegato di OrSell Matteo Rinaldi, il sindaco di Soliera Caterina Bagni e il vicario generale della diocesi di Carpi Monsignor Ermenegildo Manicardi, che ha impartito la Santa Benedizione. Fondata nel 1987 da Claudio Rinaldi come OrSell Srl, l’azienda modenese è passata dalla distribuzione di prodotti internazionali di alta qualità alla produzione di semilavorati per mangimi e kit analitici innovativi, con un servizio anche conto terzi. Nel 2019 la società diventa Spa con l’ingresso come nuovi soci di ex dipendenti come Roberto Andreoli, Natalia Ghizzoni e Paolo Balzarini, rafforzando così la leadership dell’impresa. “Ogni risultato che vediamo oggi nasce dall’impegno quotidiano, dalla passione e dalla dedizione di ciascuno nella squadra OrSell. Senza di loro nulla di tutto questo sarebbe possibile”, ha sottolineato Matteo Rinaldi durante l’inaugurazione. Il nuovo stabilimento, esteso su 1.400 metri quadrati, integra produzione, ricerca e formazione: un’area produttiva per ingredienti mangimistici, un laboratorio di controllo qualità e sviluppo di kit diagnostici e un’aula magna pensata per ospitare convegni, workshop e incontri con enti, scuole e università. L’impianto è stato progettato con un forte focus sulla sostenibilità ambientale:
pannelli fotovoltaici da 60 kW, sistemi di aspirazione e abbattimento polveri, barriere acustiche e un parco verde con laghetto per la raccolta e il rilascio graduale delle acque piovane riducono l’impatto ecologico dell’attività produttiva. La costruzione è stata realizzata senza consumo aggiuntivo di suolo, dopo lo smantellamento di un vecchio capannone. All’interno, silos per le materie prime, trasportatori automatici, mixer e insaccatrici garantiscono efficienza, precisione e sicurezza nella produzione. L’apertura del nuovo sito ha inoltre favorito nuove assunzioni negli ultimi mesi, confermando l’attenzione di OrSell alle persone e alla crescita del team. OrSell mantiene un contatto diretto con i clienti attraverso agronomi, biologi, tecnologi alimentari, biotecnologi e veterinari, impegnati in ricerca e sviluppo, promozione, vendita e consulenza. L’azienda partecipa attivamente a fiere, congressi e collabora con università e fornitori internazionali, offrendo prodotti originali, innovativi e di qualità certificata.
“Vogliamo crescere e migliorare continuamente, guardando al futuro con determinazione e fiducia, pronti a raggiungere nuovi traguardi sempre al fianco dei nostri clienti”, spiega Roberto Andreoli. Con questo ampliamento, OrSell consolida la propria presenza nel settore e rafforza il legame con il territorio, continuando a proporre soluzioni innovative, affidabili e sostenibili per una filiera agroalimentare più sicura e trasparente.
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OSPEDALE
SANTA VIOLA ENTRA
NELLA MAPPA MONDIALE DELLA
“BRAIN INJURY ASSOCIATION”
Il Presidio Ospedaliero Accreditato Santa Viola di Bologna è stato inserito lo scorso settembre nella nuova mappa mondiale della “Brain Injury Association”, sviluppata in collaborazione con l’International Brain Injury Association (IBIA), che riunisce i centri di riabilitazione all’avanguardia specializzati nel trattamento di pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite e disturbi della coscienza.
ventennio nel trattamento di questi pazienti. Accanto alla mission primaria di riabilitazione e lungodegenza, infatti, l’Ospedale Santa Viola gestisce con uno staff medico altamente specializzato un nucleo dedicato a pazienti con disordine della coscienza. Il personale sanitario, inoltre, prende in carico familiari e caregiver mettendo a disposizione un servizio di counseling psicologico e gruppi di auto-mutuo-aiuto.
“Essere entrati a far parte di questa directory mondiale realizzata dagli esperti di IBIAInternational Brain Injury Association è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione. L’Associazione si è occupata di analizzare la qualità dei diversi centri che si occupano di disordini della coscienza per inserire solo quelli ritenuti affidabili per i pazienti e loro familiari.
A monte della mappa interattiva, che ha lo scopo di aiutare le famiglie nella ricerca di centri specializzati per la cura dei propri cari che sono affetti da gravi cerebrolesioni acquisite, offrendo una panoramica, appunto mondiale, dei migliori centri di riferimento è l’indagine, condotta tra il 2022 e il 2024 e curata dalla dottoressa Anna Estraneo, senior researcher della Fondazione Don Gnocchi, che ha raccolto dati da 153 centri in 35 Paesi tra cui gli Stati Uniti e l’Italia.
“La mappa di IBIA, accessibile liberamente online, fornisce dettagli sui servizi offerti e contatti diretti dei centri. I risultati evidenziano ampia variabilità nei modelli di cura, ma un’attenzione diffusa al supporto dei caregiver. L’Italia è ben rappresentata con numerosi centri altamente specializzati”, spiega la dottoressa Estraneo.
L’eccellenza sanitaria di Bologna è presente nella mappa con il Presidio Santa Viola, specializzato da oltre un
Il risultato è un report analitico oltre a una mappa interattiva di cui l’Ospedale Santa Viola fa parte, valorizzando indirettamente la sanità dell’Emilia-Romagna nel mondo”, dichiarano dalla direzione sanitaria dell’ospedale. Un traguardo che sottolinea ancora una volta l’elevata qualità delle cure in Emilia-Romagna dove il Privato Accreditato continua a svolgere oltre che rappresentare un ruolo fondamentale anche in ambiti delicati e complessi come quello dei pazienti con disordine della coscienza. L’Ospedale Santa Viola utilizza un approccio multidisciplinare che tiene conto degli aspetti clinici e riabilitativi del paziente con disordine della coscienza. L’obiettivo principale è la stabilizzazione clinica seguito dalla prevenzione di possibili complicanze secondarie e terziarie.
PALAZZO DI VARIGNANA: LE PROPOSTE PER LE FESTIVITÀ NATALIZIE
Nel cuore delle colline bolognesi, dove la natura si veste dei colori dell’inverno e l’atmosfera si fa più intima, Palazzo di Varignana si prepara a celebrare le festività natalizie con una proposta di esperienze pensate per ogni momento speciale: dalle cene aziendali e gli eventi di fine anno, ai soggiorni di Capodanno e alle degustazioni in cantina, fino ai voucher regalo per donare un’esperienza firmata Palazzo di Varignana. Un viaggio tra gusto, benessere e autentica ospitalità italiana.
Le cene e gli eventi aziendali natalizi trovano in Palazzo di Varignana la cornice ideale per salutare l’anno trascorso e rafforzare i legami di squadra. Le diverse location del resort si prestano a format su misura: serate di gala con menu d’autore, cocktail party raffinati o cene più informali accompagnate da musica dal vivo e scenografie luminose.
“Ogni evento è curato nei minimi dettagli, con la possibilità di integrare momenti esperienziali come degustazioni guidate, cooking show o attività di team building legate alla sostenibilità e al benessere.
Tra i profumi del Natale e la magia delle luci che si accendono, il resort diventa così il luogo dove ogni azienda può creare un evento esclusivo”, evidenziano da Palazzo di Varignana.
Per chi desidera accogliere il nuovo anno in un contesto di charme sono a disposizione pacchetti soggiorno di Capodanno,
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che combinano l’eleganza dell’ospitalità con l’esperienza gastronomica dei suoi ristoranti e relax negli ambienti SPA del resort. Dalle camere con vista sui colli alle suite immerse nei giardini del Palazzo, ogni proposta è pensata per regalare comfort, gusto e momenti di autentica convivialità. I cenoni di San Silvestro, ospitati nei ristoranti, guidano gli ospiti in un viaggio culinario tra creatività e tradizione: menu d’autore, materie prime del territorio e abbinamenti enologici che valorizzano i vini dell’azienda agricola. Le esperienze di fine anno a Palazzo di Varignana si completano con programmi longevity secondo il Metodo Acquaviva e trattamenti di relax a Varsana SPA, passeggiate tra i vigneti e proposte gastronomiche che valorizzano l’identità agricola del resort. In questo contesto di armonia tra natura e cultura enologica, la cantina dell’azienda agricola di Palazzo di Varignana, circondata dai vigneti, è un luogo dove riscoprire la storia e la passione per la terra con degustazioni sensoriali. Le esperienze enogastronomiche prevedono la scoperta dei vini prodotti in azienda, accompagnati dai pluripremiati oli extravergine d’oliva e da prodotti locali. I tour guidati svelano il percorso del vino “dal vigneto al calice”, raccontando i segreti della vinificazione e la filosofia che anima ogni scelta produttiva. Gli spazi della cantina - moderni, ma avvolti da un’atmosfera calda e autentica - si prestano anche a brindisi privati, aperitivi o momenti conviviali aziendali, per chi cerca un’esperienza diversa dal consueto meeting. Infine, per chi desidera condividere la magia delle feste con un pensiero speciale, Palazzo di Varignana propone voucher regalo, per celebrare il Natale donando esperienze uniche tra benessere, gusto e ospitalità.
“Tra esperienze enogastronomiche, momenti di benessere e panorami che invitano alla meraviglia, Palazzo di Varignana celebra il Natale e il Capodanno come un tempo da dedicare a sé e agli altri. Un invito a ritrovarsi, condividere e brindare insieme, in un luogo dove ogni stagione regala emozioni uniche, ma l’inverno sa farsi davvero magico”, concludono dal resort.
PELLICONI INAUGURA
UNO STABILIMENTO PRODUTTIVO
A JOHANNESBURG
Pelliconi, azienda bolognese punto di riferimento mondiale nella produzione di chiusure per bevande in metallo e plastica, ha annunciato l’apertura di un nuovo stabilimento produttivo a Johannesburg, in Sudafrica.
L’iniziativa rappresenta un passo strategico nella crescita internazionale del Gruppo, con l’obiettivo di consolidare la presenza nei mercati emergenti e rafforzare il ruolo dell’azienda nella regione dell’Africa subsahariana.
Il progetto è stato realizzato con il sostegno finanziario di Banco BPM e il supporto di SACE, a conferma della fiducia del sistema bancario italiano nella solidità e nella visione di lungo periodo di Pelliconi.
Il nuovo stabilimento, dotato di tecnologie produttive di ultima generazione, sarà inoltre un progetto pilota per l’introduzione di soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale nei processi industriali dell’azienda. “Con l’apertura del nuovo stabilimento di Johannesburg vogliamo essere ancora più vicini ai nostri clienti africani, offrendo qualità, innovazione e sostenibilità. Questo investimento non è solo una tappa del nostro percorso di espansione globale, ma anche un segnale
concreto del nostro impegno a contribuire allo sviluppo industriale ed economico del territorio”, dichiara Marco Checchi, CEO di Pelliconi.
Fondata a Bologna nel 1939, Pelliconi è oggi il principale produttore mondiale di tappi a corona, oltre che di chiusure in alluminio e plastica, e continua a investire in innovazione e sostenibilità.
Dal 2011 l’azienda pubblica il bilancio di sostenibilità e ha conseguito i massimi livelli di rating ESG rilasciati dai principali enti certificatori.
Con sedi produttive in Italia, Stati Uniti, Egitto, Cina e Canada, Pelliconi fornisce oggi i più importanti marchi internazionali del settore beverage, unendo tradizione italiana, innovazione tecnologica e attenzione all’ambiente.
PIETRO GALLIANI E PIETRO GALLIANI BRAZING UNISCONO LE FORZE
Una nuova realtà industriale con tre sedi produttive in Italia a Vergato e Grizzana Morandi, in provincia di Bologna, e a Binasco, alle porte di Milano, più di 100 dipendenti e un fatturato di oltre 100 milioni di euro, con due uffici commerciali in Spagna e in Francia.
È il risultato della fusione tra le aziende Pietro Galliani e Pietro Galliani Brazing, annunciata ufficialmente lo scorso settembre ed effettiva a partire dal 1° ottobre 2025. L’operazione ha dato origine a un’unica realtà con un ruolo di primo piano nella lavorazione dei metalli preziosi per applicazioni industriali, del rame e di metalli compositi, capace di unire competenze, risorse e know-how complementari per rispondere in modo ancora più efficace alle esigenze dei principali settori industriali internazionali. Si tratta di un passo strategico nella storia del Gruppo Galliani, che ambisce così a rafforzare la propria competitività e ampliare l’offerta di prodotti, oggi strutturata in due divisioni principali: la divisione brasatura, dedicata alla produzione, 100% made in Italy, di leghe brasanti base argento e rame e disossidanti ad alte prestazioni; la
vita industriale
Marco Checchi, CEO di Pelliconi
Siamo un punto di riferimento nel settore del merchandising aziendale e scolastico e contribuiamo a costruire brand forti e riconoscibili. Ripensiamo al merchandising, andando oltre la semplice selezione e stampa di prodotti personalizzati.
La nostra vera forza è la creatività. Costruiamo progetti su misura, pensati per sorprendere e lasciare il segno.
Dalla consulenza creativa alla realizzazione finale, trasformiamo il merch in un’esperienza che coinvolge e fa dire: “wow, che figata!”. Con noi ogni dettaglio diventa occasione per raccontare la tua identità in modo originale
gibimerch.it shop@gibimerch.it
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divisione laminati industriali, specializzata nella produzione di laminati metallici ultra sottili su misura, in argento, rame e alluminio.
Grazie a un know-how unico e alla flessibilità produttiva, l’azienda serve clienti in tutto il mondo nei settori dell’elettronica, HVAC, medicale, nucleare, utensili da taglio, contatti elettrici, scambiatori di calore e altri ambiti ad alto contenuto tecnologico. Un’attenzione particolare è rivolta alla sostenibilità ambientale: lo stabilimento principale di Vergato ospita una centrale idroelettrica alimentata dalle acque del fiume Reno, che consente di produrre energia pulita per il fabbisogno produttivo. Inoltre, l’azienda adotta una logica di economia circolare, attraverso il recupero e rifusione degli scarti metallici generati nei processi di produzione o resi dagli utilizzatori finali, contribuendo alla riduzione degli sprechi e alla valorizzazione delle risorse.
La fusione tra le società Pietro Galliani e Pietro Galliani Brazing si distingue non solo per il valore industriale, ma anche per la volontà di continuità che, da oltre un secolo, guida le scelte strategiche dell’azienda. La famiglia Galliani proseguirà il proprio impegno diretto nel nuovo assetto, garantendo continuità nei valori, visione e responsabilità verso clienti, dipendenti e comunità locali. In un contesto economico sempre più globalizzato, spiegano tra l’altro dall’azienda, la nuova realtà industriale continuerà a investire e crescere nel cuore dell’Appennino bolognese, affrontando con determinazione le sfide di un territorio montano con l’obiettivo di creare valore, occupazione e innovazione in un contesto sociale e
ambientale unico.
“Questa fusione rappresenta per noi non un punto di arrivo, ma un nuovo inizio”, dichiara Marco Galliani, amministratore unico della nuova realtà industriale.
“Unendo le nostre competenze e risorse, saremo in grado di affrontare le sfide future con maggiore forza e visione, offrendo soluzioni tecnologiche avanzate e su misura per mercati sempre più esigenti. Siamo particolarmente orgogliosi di poter farlo restando fedeli alle nostre radici, continuando a investire nelle nostre sedi storiche dell’Appennino bolognese, dove il valore dell’impresa è anche valore sociale”, sottolinea infatti Galliani.
PONGOFILMS RACCONTA
I LABORATORI DEL TECNOPOLO TRA SCIENZA E INNOVAZIONE
Pongofilms, casa di produzione modenese, ha completato una serie di documentari dedicati ai laboratori del Tecnopolo Mario Veronesi di Mirandola, uno dei poli di eccellenza della ricerca biomed e biotech italiana.
Il progetto, in collaborazione con la Fondazione Democenter, coinvolge tre laboratori d’eccellenza: TOP (TOxicology and Performances for regulatory compliance), che valuta i rischi tossicologici dei dispositivi medici; MAB (Microscopia Applicata e Biologia cellulare), che crea modelli biologici tramite bioprinting; e MS2 (Materiali, Sensori e Sistemi) che sviluppa sensori e fibre per dispositivi innovativi. Tre ambiti che uniscono ricerca e innovazione per migliorare sicurezza ed efficacia nel settore biomedicale. Il Tecnopolo di Mirandola fa da ponte tra ricerca e industria, collaborando con aziende biomedicali e con l’Università di Modena e Reggio Emi -
lia. Offre competenze avanzate per lo sviluppo di dispositivi medici e terapie rigenerative, aiutando le imprese a innovare e a ottenere finanziamenti.
“Noi di Pongofilms siamo specializzati nel raccontare realtà aziendali dove innovazione e ricerca scientifica sono elementi centrali, traducendo in linguaggio accessibile processi complessi. L’approccio della nostra casa di produzione punta a rendere comprensibile il lavoro dei ricercatori senza banalizzarlo, un equilibrio che richiede capacità tecniche e narrativa insieme”, raccontano Luca Bedini, Marco Brandoli e Gabriele Veronesi, i tre soci fondatori dell’azienda modenese.
Nata nel 2012 dall’incontro di un gruppo di liberi professionisti uniti dalla passione per il videomaking, Pongofilms si è rapidamente affermata come casa di produzione video. Oggi vanta oltre dieci anni di esperienza nella realizzazione di prodotti multimediali aziendali e commerciali, documentari e live streaming, seguendo l’intero ciclo produttivo: dall’ideazione e scrittura allo scouting delle location, dalle riprese al montaggio e alla post-produzione più complessa.
“La sfida è quella di comunicare lo sforzo di ricerca e sviluppo senza ricorrere a semplificazioni eccessive o a un linguaggio troppo tecnico. Inoltre, filmare in laboratorio richiede attenzione particolare per luce, sicurezza e strumentazioni: Pongofilms adotta un approccio che unisce precisione documentaristica e comunicazione aziendale, creando mini-racconti con voci, immagini e ritmo calibrati”, proseguono Bedini, Brandoli e Veronesi. Questo progetto rappresenta solo una parte dell’attività di Pongofilms nel settore della divulgazione scientifica. La casa
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di produzione modenese ha realizzato infatti documentari per aziende che operano nei settori dell’intelligenza artificiale applicata alla ricerca farmaceutica, del calcolo ad alte prestazioni, del quantum computing e dell’astrofisica sperimentale. Attualmente, sta lavorando a cinque nuovi documentari dedicati ai laboratori del Tecnopolo di Modena.
“In un contesto economico in cui la competitività passa sempre più attraverso l’innovazione tecnologica, saper comunicare la ricerca è un vantaggio strategico.
Pongofilms interpreta questo ruolo con sensibilità e competenza, traducendo la complessità scientifica in narrazione visiva. Il risultato non è un semplice video istituzionale, ma un racconto di cultura industriale, in cui il sapere tecnico si intreccia con le persone che lo generano”, concludono i soci fondatori della casa di produzione modenese.
QUANTURE E FERTEC
GUARDANO AL FUTURO:
NASCE QUANTURE AI
Una nuova entità dedicata a progetti di sviluppo software, business application e AI. Si chiama Quanture AI ed è nata dalla partnership tra Quanture, società di consulenza IT del modenese focalizzata su progetti evoluti di digitalizzazione, e Fertec, realtà emiliana con una lunga esperienza nello sviluppo di soluzioni software. Quanture AI rappresenta il primo passo di un percorso che si è concretizzato con la sigla di un contratto di collaborazione formulato a luglio 2025 e la successiva sottoscrizione di un accordo societario per l’acquisizione di una quota di Fertec da parte di Quanture.
La nuova realtà nasce per rafforzare la presenza di Quanture su progettualità ad alta complessità tecnica, di consulenza e disegno delle più innovative soluzioni tecnologiche offerte dal mercato: il progetto mira a rendere efficaci già dal disegno le soluzioni concettualizzate, rendendo la loro successiva implementazione semplice e i benefici attesi, immediati. Quanture AI potenzierà anche l’offerta
Da sinistra: Giulio Galizia, vicepresidente e socio fondatore di Fertec; Adriano Ferretti, CEO e socio fondatore di Fertec; Simone Ponzoni, CEO e socio fondatore di Quanture; Matteo Manelli, CFO e socio fondatore di Quanture; Simone Pilo, vicepresidente e socio fondatore di Quanture
sull’ecosistema Microsoft. In particolare si concentrerà su Power Platform, SharePoint, Dynamics 365 e sull’universo emergente di Copilot e AI generativa, ambiti destinati a giocare un ruolo centrale nella digitalizzazione delle imprese e nella strategia futura di Quanture. L’obiettivo è rafforzare la proposta di valore congiunta nei mondi Dev e AI, integrando le competenze specialistiche di Fertec con la visione strategica e la struttura consulenziale di Quanture. L’intesa prevede un modello di governance condivisa: Adriano Ferretti continuerà a ricoprire il ruolo di presidente del CdA e amministratore delegato di Fertec, affiancato da Giulio Galizia, che manterrà la carica di vicepresidente. Matteo Manelli, CFO di Quanture, farà il proprio ingresso nel CdA con delega su amministrazione e finanza, mentre Simone Ponzoni, CEO di Quanture, supporterà attivamente i lavori del consiglio contribuendo alla definizione della strategia e dell’integrazione tra le due realtà.
Alla guida operativa della nuova entità, con un team composto da 15 professionisti, saranno gli stessi Ferretti, nel ruolo di dev & business apps architect e presales manager, e Galizia, business apps architect e delivery manager.
La nuova realtà si candida a diventare
un punto di riferimento nazionale per le imprese che desiderano innovare concretamente, potendo contare su un partner unico, ben radicato sul territorio e in grado di unire visione strategica, consulenza nella creazione di software di automatizzazione aziendale, sviluppo software custom, competenze avanzate in ambito AI e una solida capacità di delivery. Quanture e Fertec condividono gli stessi valori di innovazione e miglioramento continuo e lavorano congiuntamente per garantire ai clienti soluzioni affidabili e risultati concreti.
“Quanture AI rappresenta un investimento sul nostro futuro e un segnale chiaro della direzione che vogliamo intraprendere. Come sempre mettiamo le persone al centro di una nuova importante fase di crescita condivisa, con una visione sfidante e ambiziosa, che pensiamo possa generare valore per il mercato, le persone, il territorio”, dichiara Simone Ponzoni, CEO di Quanture.
Adriano Ferretti, CEO di Fertec, commenta: “Questa collaborazione è per noi un’evoluzione naturale: mettiamo a fattor comune le nostre competenze con un partner che condivide i nostri valori e la nostra cultura tecnica. Insieme vogliamo costruire un centro di eccellenza applicativa, al servizio dell’innovazione delle imprese”.
R&S&C, IL RESTYLING DIGITALE
DELL’AGENZIA MODENESE
Una veste grafica completamente rinnovata e una struttura pensata per valorizzare servizi, competenze e casi di successo. È online all’indirizzo www.rscadv.it il nuovo sito web di R&S&C, agenzia di comunicazione e marketing con sede a Fiorano Modenese, punto di riferimento per la comunicazione integrata da oltre tre decenni. Il restyling digitale segna un passo importante nel percorso dell’agenzia, che ha voluto il nuovo sito con l’obiettivo preciso di raccontare in modo ancora più chiaro e coinvolgente il proprio metodo di lavoro fondato su strategia, creatività e risultati concreti. L’esperienza accumulata nel
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tempo viene così riletta in chiave moderna, mettendo sempre più al centro la capacità di costruire progetti di comunicazione personalizzati e coerenti con gli obiettivi di ogni cliente.
Fondata nel 1991 a Modena e ancora oggi guidata da Fabrizio Raponi, l’agenzia ha accompagnato l’evoluzione del settore passando dai linguaggi della pubblicità tradizionale alle più avanzate tecniche di marketing digitale. Oggi offre una consulenza completa che spazia dalla brand identity alla pianificazione media, dalla progettazione grafica alla gestione dei social media, fino alla creazione di contenuti editoriali, campagne adv multicanale, eventi aziendali e fiere internazionali. L’ultimo step riguarda l’introduzione e l’applicazione dell’AI.
L’approccio di R&S&C è basato su un principio essenziale: la comunicazione è efficace solo quando produce valore misurabile. Per questo l’agenzia lavora a stretto contatto con le imprese, ponendosi spesso come “ufficio marketing esterno”, analizzando obiettivi, target e contesto competitivo, per poi tradurre tutto in strategie e messaggi capaci di rafforzare la reputazione e incrementare la competitività del brand. “Col nuovo sito web - spiega l’amministratore unico Fabrizio Raponi - abbiamo voluto rappresentare la nostra evoluzione, sia professionale sia tecnologica. È uno spazio
che parla della nostra storia ma guarda al futuro, con una comunicazione più chiara, interattiva e orientata ai risultati. Crediamo che la forza delle idee risieda nella loro concretezza: solo ciò che genera valore è davvero comunicazione”.
Il nuovo portale riflette anche il metodo di lavoro che da sempre contraddistingue l’agenzia, da anni associata a Confindustria Emilia: unire la visione strategica di un partner consulenziale con la creatività operativa dei vari professionisti che la compongono. Ogni progetto, sia esso una campagna pubblicitaria, una partecipazione fieristica o un piano di investimenti sui social, viene sviluppato in maniera “tailor made” e con coerenza, cura dei dettagli e attenzione alla tracciabilità dei risultati. Nel corso degli anni, R&S&C ha collaborato con centinaia di aziende appartenenti a settori diversi - dall’automazione industriale al commercio, dai servizi allo sport - costruendo relazioni di fiducia basate sulla continuità e sull’efficacia del lavoro svolto. Un patrimonio di esperienze che l’agenzia ha trasformato in know-how, rendendosi oggi un punto di riferimento per chi cerca un partner solido, flessibile e aggiornato.
Nel 2026 R&S&C festeggerà 35 anni di attività, un traguardo che celebra la storia di un gruppo capace di coniugare tradizione e innovazione, rinnovandosi senza mai perdere di vista la propria identità. Un anniversario che non rappresenta solo un risultato, ma un punto di partenza verso il futuro della comunicazione d’impresa: più integrata, più strategica, più digitale.
SADA CAVI, ACCREDITATO
IL LABORATORIO
DI PROVA INTERNO
Sada Cavi, azienda di Spezzano di Fiorano, in provincia di Modena, specializzata nella fornitura di cavi di ogni tipologia, ha ottenuto per Sada Lab, il suo laboratorio di prova interno, la certificazione UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018
“Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura”, che attesta la competenza tecnica, l’imparzialità e il costante e coerente funzionamento del laboratorio relativamente al campo di accreditamento.
Sada Cavi è una delle poche in Italia ad aver ottenuto questo accreditamento e il percorso di conseguimento della certificazione è stato portato avanti dal responsabile di laboratorio, l’ingegnere elettronico Mattia Nieddu.
L’accreditamento è l’attestazione, da parte di un ente garante super partes (Accredia è l’Ente Unico di accreditamento designato dal governo italiano), della competenza e dell’imparzialità dei laboratori che effettuano prove, conferendo ai rapporti di prova un alto grado di affidabilità in termini di qualità e sicurezza dei beni e dei servizi sottoposti a verifica, e ne garantisce il riconoscimento sui mercati internazionali.
Attraverso il meccanismo della sorveglianza periodica, l’accreditamento permette ai laboratori di monitorare la propria competenza e la propria conformità alle norme volontarie e obbligatorie, e offre un benchmark per continuare a migliorare le proprie prestazioni e dimostrare l’elevata qualità del proprio lavoro: in questo modo, i laboratori accreditati accrescono la loro credibilità e autorevolezza.
Questa certificazione di Sada Lab è un risultato importante per l’azienda modenese
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Fabrizio Raponi, amministratore unico di R&S&C, insieme allo staff dell'agenzia
che, fin dalla fondazione, nel 1980, da parte di Mario Leonardi, si è affermata nel mondo dell’automazione grazie al continuo lavoro di ricerca, sviluppo e assistenza tecnica. Nel corso degli anni, infatti, Sada Cavi ha saputo trasformare quel progetto iniziale in una realtà solida e strutturata, crescendo in volume di magazzino, capacità di servizio e competenza tecnica.
Oggi, sotto la guida di Daniele Leonardi, amministratore delegato e direttore commerciale, Sada Cavi prosegue nel percorso tracciato dal fondatore, unendo i valori di sempre alle più moderne tecniche di gestione e analisi aziendale, con un obiettivo chiaro: la soddisfazione del cliente. L’azienda conta 42 dipendenti e nel 2024 ha raggiunto il fatturato di 94 milioni di euro, con una quota export del 12%.
Il nuovo piano triennale di crescita aziendale ha al centro la revisione dei processi logistici attraverso la loro mappatura informatica, per intraprendere la strada della digitalizzazione aziendale. “La separazione tra i processi di gestione offerte/ordini clienti e logistica ha permesso lo snellimento e una migliore tracciabilità delle operazioni interne e sarà d’aiuto anche l’introduzione dell’AI per la gestione delle richieste”, spiegano da Sada Cavi.
Riguardo alla gestione degli spazi, è in corso di realizzazione un ulteriore magazzino intensivo dedicato al contenimento di pallet e bobine, che permetterà di ampliare la capacità di stoccaggio indoor.
La gestione sarà integrata all’interno di un’unica regia logistica e il completamento dei lavori è previsto entro la fine del 2026. Verranno, inoltre, introdotti sistemi LGV per migliorare i flussi e le movimentazioni di magazzino. “Il lavoro degli operatori è fondamentale per il processo: l’obiettivo a breve termine sarà facilitarlo e migliorarlo, robotizzando il core business di Sada Cavi, ovvero il taglio a misura per il cliente. È prevista anche l’introduzione della lavorazione a turni, per avere un’evasione ordine cliente sempre più rapida”, concludono dall’azienda.
SISMOCELL, APPROFONDIMENTO
SULLE POLIZZE CATASTROFALI
OBBLIGATORIE IN OTTICA CAT NAT
Clausole sulle nuove polizze obbligatorie per le imprese, gestione dei rischi per garantire la business continuity, rendicontazione in chiave ESG con l’introduzione del concetto della doppia materialità, tecnologie antisismiche per la prevenzione dei danni da terremoto nei capannoni industriali: sono questi i temi affrontati da esperti di settore, tra cui broker, ingegneri e CFO, nel corso dell’incontro organizzato da Sismocell lo scorso ottobre. Il dubbio per le aziende è quando le polizze servono davvero diventando un investimento che abbassa il rischio e cosa fare subito per allinearsi all’obbligo Cat Nat e ridurre il danno atteso. “La domanda vera è: cosa è coperto, a quali condizioni e con quali scadenze”, spiega Massimo Tramacere, MAG Group Italia. “Portiamo esempi concreti e una checklist per negoziare estensioni utili e integrare i programmi Property”. Con l’obbligo si riduce lo scoperto, si introduce un indennizzo minimo e le compagnie sono tenute alla stipula; di più, la legge prevede espressamente che i premi vengano parametrati al rischio effettivo del sito produttivo, tenendo conto, cioè, delle attività di prevenzione.
Integrare le polizze Cat Nat, ora obbligatorie, in un progetto complessivo di gestione del rischio per garantire la business continuity è diventato quindi un importante tassello che completa il quadro. “In
50 anni gli eventi catastrofali sono quintuplicati e i costi sono saliti di 15 volte”, riferisce Fabiano Bondioli, di Galileo Ingegneria. “La risposta è l’Enterprise Risk Management: nato in ambito economico finanziario oggi è adottato anche dalle imprese. E vi sono norme che certificano i sistemi di continuità operativa.” Avere una visione olistica di come gestire tutti i rischi rende i processi misurabili e incoraggia attività di mitigazione come il miglioramento sismico creando le condizioni per salvaguardare le strutture e le persone, minimizzando i tempi di fermo produttivo e consentendo di trasferire alle compagnie solo il rischio residuo. La prevenzione sismica è un imperativo tecnico e strategico, anche in ottica ESG, e la sintesi di questo concetto è insita nella definizione stessa di resilienza sostenibile: un capannone efficiente dal punto di vista energetico non può essere considerato “sostenibile” se non è in grado di resistere a un terremoto. “Il terremoto del 2012 in Emilia ci ha mostrato che nei prefabbricati industriali la mancanza di connessioni efficaci è stata la principale causa di danni e crolli”, dice Andrea Vittorio Pollini, di Sismocell. “I dispositivi dissipativi collegano gli elementi e assorbono l’energia del sisma: preservano la struttura, riducono il rischio di danni e aprono la strada a premi più competitivi”. In breve, traducono la spesa in asset durevoli proteggendo persone, patrimonio aziendale e contribuendo a garantire la continuità operativa dell’azienda. E proprio le nuove regole UE introducono il concetto di doppia materialità che riguarda la contabilizzazione di tutto ciò che ruota intorno al concetto di sostenibilità. Per questo vanno stimati gli effetti economico finan -
Da sinistra: Fabiano Bondioli di Galileo
Ingegneria, Andrea
Vittorio Pollini di Sismocell e Nicola
De Santis del Gruppo Fanti
vita industriale
QUIX FESTEGGIA 25 ANNI DI INNOVAZIONE
Una crociera nel Mediterraneo con tutto il team: con questo viaggio simbolico Quix, società modenese di consulenza IT, ha scelto di celebrare il suo primo quarto di secolo. Un modo non solo per condividere un traguardo importante come i 25 anni di attività, ma anche per guardare avanti, ricordando che ogni successo nasce dalle persone che ogni giorno contribuiscono a far crescere questa importante realtà.
Nata nel 2000 a Modena, nel cuore della Motor Valley, dove innovazione, industria e know-how convivono, da sempre Quix accompagna le imprese italiane nella loro evoluzione digitale, affiancandole nei processi di trasformazione tecnologica e nell’innovazione dei modelli di business. Ed è proprio sul territorio modenese, fatto di eccellenze manifatturiere e di imprese simbolo di quel made in Italy famoso in tutto il mondo, che la società è riuscita a costruire il proprio percorso in cui la tecnologia diventa fattore abilitante per la crescita. Nei primi anni di attività, Quix ha focalizzato il suo core business nello sviluppo di soluzioni software su misura e nella consulenza applicativa per le aziende del territorio, riuscendo a costruire relazioni solide e durature. In seguito, con l’evoluzione del mercato e la nascita di nuove esigenze legate alla digitalizzazione, ha ampliato le proprie competenze, passando dall’implementazione di sistemi informativi alla progettazione di ecosistemi digitali integrati, capaci di unire processi, dati e persone. Questa trasformazione l’ha portata a diventare punto di riferimento per le imprese che vedono nell’innovazione non solo uno strumento tecnico, ma una leva strategica. Nel corso degli anni Quix ha affiancato realtà di settori diversi, dall’industria alla distribuzione, dal fashion al manufacturing, aiutandole a migliorare la relazione con i propri clienti, a ottimizzare le operations e a governare il cambiamento.
Oggi Quix conta un gruppo multidisciplinare composto da consulenti, sviluppatori, analisti e digital strategist che lavorano insieme con un obiettivo comune: aiutare i clienti a innovare in modo concreto e sostenibile. Negli ultimi anni la società è cresciuta anche attraverso partnership con leader globali come Salesforce, che ha permesso di sviluppare progetti in ambito CRM, Marketing Automation, Intelligenza Artificiale e System Integration. Quix supporta le imprese integrando tecnologie e competenze per migliorare l’efficienza, la relazione con il cliente e la capacità decisionale; senza tralasciare il costante investimento fatto in formazione, ricerca e sperimentazione, perché la vera innovazione non nasce mai dal caso, ma dalla capacità di combinare competenze, metodo e visione di lungo periodo.
“La nostra crescita è sempre stata guidata da un principio semplice, ma fondamentale: evolvere senza perdere la nostra identità. Siamo partiti come una realtà locale e, con il tempo, siamo diventati un partner riconosciuto a livello nazionale, mantenendo però il legame con il territorio e i valori che ci hanno formati: concretezza, competenza e spirito di squadra. Dopo venticinque anni, continuiamo a credere che la tecnologia abbia senso solo se genera valore reale e misurabile per le persone e per le imprese”, dichiara Claudio Masini, CEO di Quix.
“Abbiamo sempre creduto che la tecnologia da sola non basti: ciò che fa la differenza sono le persone, la capacità di fare squadra e di mettere la competenza al servizio del cliente. E la crociera è stato proprio questo: un momento di condivisione e riconoscimento verso chi, ogni giorno, contribuisce al nostro successo. Crediamo che la tecnologia sia uno strumento potente, ma che il vero valore risieda nella capacità di metterla al servizio delle persone, dei processi e delle idee. Per questo, ogni nostro progetto nasce dall’ascolto: comprendere le esigenze del cliente e tradurle in soluzioni digitali efficaci, scalabili e durature. In questi 25 anni abbiamo vissuto un’evoluzione profonda e oggi guardiamo al futuro con entusiasmo: l’intelligenza artificiale, i dati e l’automazione saranno i pilastri su cui continueremo a costruire valore per i nostri clienti”, continua il CEO di Quix. E dopo 25 anni, il leitmotiv che spinge Quix è sempre lo stesso: continuare a innovare, con la curiosità e la determinazione che da sempre la contraddistinguono.
“Perché il nostro viaggio non si ferma qui: stiamo già navigando verso nuove sfide e opportunità, forti di un’esperienza costruita nel tempo e di una visione che mette al centro la crescita, la competenza e le persone. Perché per noi innovare non significa solo introdurre nuove tecnologie, ma costruire valore condiviso, giorno dopo giorno, insieme ai nostri clienti e al nostro team”, conclude Claudio Masini.
vita industriale
ziari anche dei rischi catastrofali. “Oltre alle emissioni di CO2, le imprese devono valutare gli impatti sui conti di tutto ciò che rientra nell’acronimo ESG, inclusi gli eventi estremi”, osserva Nicola De Santis, del Gruppo Fanti. “Un terremoto può andare dal fermo totale a nessuna interruzione a seconda del livello di preparazione: KPI e disclosure solide aumentano credibilità e migliorano il dialogo con banche e fornitori”.
SITTA A GRANDI PASSI VERSO LA SOSTENIBILITÀ
Sitta, azienda nata nel 1993 a Mirandola, in provincia di Modena, e specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione per conto terzi principalmente di leghe leggere e materie plastiche e nella creazione di manufatti per il mondo delle competizioni motociclistiche, continua a procedere in direzione di una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità.
Dopo i positivi risultati del servizio diagnostico eseguito tramite termografia ad infrarossi su impianti elettrici, che ha certificato il loro ottimo stato di salute, la sostituzione totale dei neon con illuminazione a Led di ultima generazione, con un miglioramento della qualità lavorativa dei collaboratori, e l’avvio del progetto di riduzione dei rifiuti o scarti da lavorazione per ampliare il riuso, il riciclo, la raccolta, il recupero dei materiali, in un’ottica di economia sempre più circolare, il recente impegno dell’azienda mirandolese riguarda il passaggio al riscaldamento-raffrescamento con pompa di calore che, unito all’impianto fotovoltaico che permette la produzione di energia rinnovabile, riduce sensibilmente l’uso dei tradizionali sistemi a combustione.
“Riteniamo che l’utilizzo di fonti rinnovabili sia oggi una priorità per l’ecosostenibilità ambientale e abbiamo scelto di fare la nostra parte in questo campo”, riferisce Simone Sitta, titolare dell’omonima azienda.
L’attività produttiva di Sitta si estende su una superficie coperta attrezzata di circa 1.200 metri quadri, impiega una quindicina di collaboratori e nel 2024 ha raggiunto un fatturato di 1,7 milioni di euro, con due divisioni distinte tra loro. La prima è la divisione industriale: fin dalla fondazione, l’azienda si è spe-
cializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione per conto terzi, nella costruzione di singoli pezzi o di particolari in serie, nella gestione di gruppi assemblati seguendo le specifiche tecniche fornite dal cliente, operando nei settori biomedicale, farmaceutico, cosmetico, alimentare, ceramico, automotive. La seconda è la divisione racing: dai primi anni 2000 si occupa della progettazione e realizzazione del prodotto che ha contraddistinto l’azienda a livello internazionale: le corone con il marchio Sitta Ergal Sprockets Italy destinate alle moto da competizione, in collaborazione con i migliori team al mondo. Questa divisione si occupa anche della realizzazione di prodotti customizzati o brandizzati, prototipi o preserie su progetto del cliente.
SO.SEL BUSINESS COMMUNICATIONS OTTIENE LA CERTIFICAZIONE PER LA PARITÀ DI GENERE
L'Ergal è una lega di alluminio ad alta resistenza; leggere ma capaci di sopportare le alte sollecitazioni che la meccanica subisce durante le competizioni, le corone prodotte a Mirandola da Sitta equipaggiano, tra l'altro, vari team agonistici.
“Il processo di lavorazione delle nostre corone Ergal è molto complesso. Passa da una fresatura a controllo numerico e una sbavatura manuale, per raggiungere un ottimo compromesso tra peso e resistenza; sono pezzi curati in ogni dettaglio, per ottenere i livelli qualitativi che ci imponiamo” spiega Simone Sitta.
I prodotti Sitta sono diventati anche i protagonisti di alcuni video su Youtube, da quando l’azienda mirandolese vi ha aperto un suo canale, dove vengono mostrate tra l'altro le differenze tra i componenti della trasmissione di una moto sportiva ma di serie e quelli racing. “Per esempio, per i pignoni la differenza di peso arriva al 30%: sono solo alcune decine di grammi, ma che ad alta rotazione si sentono in termini di scorrevolezza e spinta; meno attrito significa infatti meno surriscaldamento e meno stress per gli organi meccanici”, conclude Sitta.
So.sel Business Communications, azienda modenese attiva nel settore stampa a servizio delle Multiutilities e parte del Gruppo L.I.R.C.A., consolida il proprio percorso di responsabilità sociale ottenendo la certificazione UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere. Questo traguardo non è solo un riconoscimento formale, ma l’espressione concreta di un impegno costante verso la creazione e il mantenimento di un ambiente di lavoro equo, inclusivo e privo di qualsiasi forma di discriminazione. L’azienda, che da oltre vent’anni è un punto di riferimento nel settore della comunicazione e gestione documentale, si distingue ancora una volta per i suoi valori etici, ponendo al centro della propria visione strategica le persone e il rispetto delle diversità. La certificazione, rilasciata dopo un rigo -
Da sinistra: Massimo Gazzotti, responsabile operativo di stabilimento, Laura Morselli, operatore IT, Alessandro Zironi, RSPP, Andrea Malagoli, amministratore unico, Lorenza Franchini, responsabile amministrativo, Riccardo Volante, responsabile IT, Giuliana Vecchi, operatore IT
vita industriale
(e gli elfi confermano)
roso processo di verifica, attesta la conformità della società ai requisiti della prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, che valuta una serie di indicatori chiave per misurare il grado di maturità dell’organizzazione sulla parità di genere. Questo risultato dimostra l’efficacia delle politiche aziendali adottate, mirate a garantire pari opportunità di crescita, retribuzione e sviluppo professionale per tutti i dipendenti, indipendentemente dal genere. L’attenzione alla qualità, all’ambiente, alla sicurezza e alla responsabilità sociale è confermata dalle numerose certificazioni già in possesso di So.sel Business Communications, tra cui la certificazione 9001 (Qualità), 14001 (Ambiente), 45001 (Sicurezza e Salute sul Lavoro), SA8000 (Responsabilità Sociale), 27001 (Sicurezza delle Informazioni), FSC ed Ecoprint. L’integrazione della certificazione per la parità di genere si inserisce in questo quadro virtuoso, confermando l’approccio olistico dell’azienda alla sostenibilità e al benessere dei propri collaboratori.
“La valorizzazione delle persone, l’inclusività e il rispetto delle diversità rappresentano valori fondanti della nostra cultura aziendale. L’ottenimento di questa certificazione è per noi motivo di grande soddisfazione e testimonia il percorso che abbiamo intrapreso, insieme ad altre iniziative, per contribuire alla costruzione di una società sempre più etica e responsabile”, spiega Andrea Malagoli, amministrare unico di So.sel Business Communications.
La responsabilità sociale d’impresa e la parità di genere, infatti, sono principi guida per l’intera realtà L.I.R.C.A., come dimostra anche il conseguimento della stessa certificazione da parte di So.sel, un’altra azienda del gruppo, nei mesi scorsi. Questo duplice successo rafforza l’immagine del gruppo come pioniere in materia di equità e responsabilità, consolidando un modello di business che coniuga eccellenza tecnologica e integrità etica. L’impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale è un valore condiviso che si riflette in ogni aspetto delle attività aziendali.
“Continueremo a lavorare con impegno
affinché ogni persona in So.sel Business Communications si senta rispettata, valorizzata e libera da qualsiasi forma di discriminazione, contribuendo alla creazione di un ambiente di lavoro realmente inclusivo, dove ciascuno possa esprimere pienamente il proprio potenziale”, conclude Andrea Malagoli.
SORCE & VANNINI
PORTA A BOLOGNA AIRSLIDE, LA TECNOLOGIA FAAC PIÙ AVANZATA
Innovazione, efficienza energetica e comfort si incontrano grazie a Sorce & Vannini, unico partner ufficiale riconosciuto di FAAC per Bologna e provincia, che porta sul territorio AIRSLIDE, la nuova porta automatica scorrevole con lama d’aria integrata, sviluppata da FAAC.
Fondata nel 1988, Sorce & Vannini è da oltre 35 anni un punto di riferimento per automazioni, videosorveglianza e sistemi di sicurezza nel territorio bolognese. Con oltre 50.000 clienti, una squadra di più di 30 tecnici specializzati e un servizio di customer care sempre attivo, l’azienda affianca imprese, enti, amministratori e privati nella scelta delle soluzioni più efficaci per gli accessi automatici: cancelli, barriere, porte, portoni e sistemi di controllo.
In questa visione di miglioramento continuo, si inserisce AIRSLIDE, una tecnologia progettata da FAAC per garantire comfort e risparmio energetico negli ambienti chiusi, dove le porte rappresentano una delle principali fonti di dispersione termica.
“Dal 1988 serviamo i clienti di Bologna e provincia con la massima fedeltà, grazie all’aggiornamento continuo del nostro team tecnico, sempre pronto a intervenire su ogni tipologia di impianto, installato sia da noi che da terzi, nel pieno rispetto delle normative e
degli standard di sicurezza più elevati”, raccontano dall’azienda.
È proprio questa esperienza a rendere Sorce & Vannini il partner ideale per installare soluzioni all’avanguardia come AIRSLIDE di FAAC, che unisce in un unico monoblocco compatto l’automazione di apertura e la barriera d’aria integrata, adattandosi facilmente a qualsiasi contesto architettonico.
La lama d’aria non è solo un dettaglio tecnico, ma un elemento attivo e intelligente: riduce le dispersioni, elimina i fastidiosi colpi d’aria e limita l’ingresso di smog, polvere e insetti. I test evidenziano una riduzione del 62% delle polveri e un abbattimento del flusso d’aria del 48%, migliorando sensibilmente la qualità ambientale degli spazi.
“Ogni nostra installazione segue una logica ‘chiavi in mano’: dalla progettazione all’installazione, dalle opere murarie agli interventi di manutenzione, fino all’assistenza post-vendita. Un approccio completo che si ritrova anche nella filosofia di AIRSLIDE, pensata per garantire efficienza energetica e comfort nel lungo periodo”, spiegano ancora da Sorce & Vannini.
AIRSLIDE incarna perfettamente questo approccio: dotata di sistema Energy Saving, attiva la barriera d’aria solo quando rileva un passaggio, ottimizzando ulteriormente i consumi. Richiede pochissima manutenzione (fino a 2 milioni di cicli senza interventi) e può essere equipaggiata con riarmo automatico delle ante, ideale anche per ingressi su vie di fuga.
vita industriale
“La nostra mission è prenderci cura dei clienti, con la massima attenzione alla sicurezza. I nostri consulenti tecnico-commerciali sono a disposizione per analizzare impianti esistenti, proporre rinnovi tecnologici, adeguamenti normativi e nuove installazioni”, aggiungono dall’azienda bolognese. In questo contesto, AIRSLIDE rappresenta un esempio concreto di innovazione sostenibile. Dal 1° gennaio 2022 è infatti operativo in Italia il nuovo Regolamento per la Qualità dell’Aria, che punta a ridurre l’inquinamento e raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. “Grazie a soluzioni come questa, portiamo sul territorio tecnologie di ultima generazione che contribuiscono in modo tangibile al miglioramento dell’efficienza energetica e della salubrità degli ambienti, unendo competenza tecnica, attenzione al cliente e responsabilità ambientale”, concludono da Sorce & Vannini.
“I 72 NOSTOI”: IL NUOVO PROGETTO
DI MEMBERSHIP
DEL TEATRO COMUNALE
Una ristrutturazione che non riguarda solo le mura del teatro, ma anche i valori che lo abitano. Il nuovo Comunale di Bologna nasce con l’obiettivo di trasformare il restauro del suo contenitore in un’occasione di rinnovamento del suo contenuto: un teatro simbolo del Made in Italy culturale, concepito nel progetto urbanistico come parte viva del tessuto cittadino, aperto al dialogo con la comunità e capace di coniugare tradizione e innovazione in un equilibrio tra accessibilità, inclusione e valorizzazione della propria storia.
È questa la visione della nuova Direzione del TCBO, che guarda alla riapertura della sede storica di Largo Respighi, prevista per febbraio 2027, come una tappa di un più ampio processo di rilancio e trasformazione dell’istituzione. Nasce così “Cantiere Itaca”, il progetto che integra i lavori di restauro avviati dal Comune di Bologna con gli interventi curati dal Teatro, la riorganizzazione gestionale del -
la Fondazione e un innovativo programma di fundraising. Quest’ultimo punta a raccogliere due milioni di euro per il restauro edilizio e un milione di euro per il rinnovamento del contenuto artistico e sociale attraverso l’inedita membership dedicata ai privati: “I 72 Nostoi”, che si svilupperà dal 2025 al 2028. Per quanto riguarda il contenitore, il Comune di Bologna ha destinato - tra fondi propri, PNRR e risorse europee - 14 milioni di euro per lavori da completarsi entro l’inizio del 2027. Gli interventi prevedono una significativa riqualificazione urbana di via del Guasto, con la creazione di un nuovo accesso al teatro, una biglietteria, un bookstore, un bistrot, oltre al restauro della via e delle aree circostanti, all’efficientamento energetico e al rinnovamento dei camerini dell’orchestra, dei servizi igienici per il pubblico, dei laboratori e della sala prove. Parallelamente, sono previsti ulteriori 6 milioni di euro di fondi pubblici per il restauro della macchina scenotecnica, la cui esecuzione, articolata in fasi per non incidere sull’attività artistica, si concluderà entro il 2028.
Fondamentale sarà il contributo dei privati, che riguarderà invece gli spazi destinati al pubblico - i foyer Respighi e Rossini, la Rotonda Gluck, gli ordini di palchi e la volta della Sala Bibiena - per un investimento complessivo stimato in circa 2 milioni di euro, oltre al milione già donato da Alfasigma per interventi mirati. Anche la ristrutturazione del contenuto necessita di un ulteriore mi -
lione di euro all’anno.
Entrano qui in campo 72 “eroi” - aziende o cittadini - che potranno aderire alla membership annuale “I 72 Nostoi. Il Circolo del Ritorno”, ispirata ai viaggi di ritorno degli eroi achei dopo la guerra di Troia: un simbolo di condivisione, appartenenza e cammino comune “Verso Itaca”. I 72 mecenati riceveranno inviti alle Prime degli spettacoli e agli appuntamenti più rappresentativi, accesso a incontri esclusivi con artisti, anteprime, prove e ai progetti speciali di “Cantiere Itaca”. La membership si articola in quattro livelli di erogazione liberale - Timonieri, Precursori, Vedette e Naviganti - con valori di adesione differenti. Anche i singoli cittadini potranno effettuare erogazioni liberali, beneficiando delle agevolazioni fiscali previste. Il progetto “I 72 Nostoi” utilizza lo strumento dell’Art Bonus, creato per la tutela e valorizzazione del patrimonio storico e artistico italiano, che consente ai mecenati e alle aziende di ricevere un credito d’imposta pari al 65% del valore della donazione in soli tre anni.
MAPEI STADIUM: SICUREZZA DI SERIE A FIRMATA TELEIMPIANTI
Avanguardia tecnologica e visione strategica hanno trasformato il “Mapei Stadium - Città del Tricolore” in uno degli stadi più moderni d’Italia. Teleimpianti, system integrator con sede a Bologna e oltre cinquant’anni di esperienza, ha contribuito a questo percorso progettando la nuova infrastruttura di videosorveglianza IP e la security control room, assicurando un sistema di sicurezza avanzato per un impianto con più di 20.000 posti. Il Mapei Stadium ospita le gare di U.S. Sassuolo e A.C. Reggiana, eventi Uefa e manifestazioni extra-sportive che impongono standard di continuità operativa
elevatissimi. Le recenti riqualificazioni hanno introdotto: ingressi “smart” con tornelli digitali; coreografie luminose a led per spettacolarizzare il pre-gara; un manto erboso 100% naturale a ridotto impatto idrico.
“Questi interventi hanno richiesto il supporto di un sistema di videosorveglianza flessibile, scalabile e in grado di dialogare con le altre piattaforme tecnologiche dello stadio” dichiara Davide Olivieri, sales manager di Teleimpianti. “La proprietà del Mapei Stadium aveva tre obiettivi chiave: innanzitutto massimizzare la qualità delle immagini per l’identificazione certa dei soggetti a rischio; in secondo luogo, ridurre i tempi di intervento del Gruppo Operativo Sicurezza (GOS) grazie ad alert basati sull’intelligenza artificiale; infine, dotarsi di una sala controllo di ultima generazione con regia unica per analisi video e accesso ai dati”, prosegue Olivieri.
La risposta di Teleimpianti è stata una soluzione di videosorveglianza che include: rilievo e progettazione integrata, con modellazione 3D delle visuali critiche e relativo calcolo illuminotecnico; telecamere da 32MP AI ready con deep-learning per rilevamento assembramenti e abbandono oggetti; Vms + Psim software per integrare videosorveglianza, allarmi antintrusione e controllo accessi in un’unica interfaccia grafica; una control room per la gestione in real time degli eventi con videowall led; l’assistenza tecnica full-service con aggiornamenti firmware e health check predittivo; il supporto on-site durante gli eventi.
“Sono diversi i benefici ottenuti attraver -
so questo sistema. Intanto, la control room, ridisegnata in collaborazione con la Polizia, integra workstation ridondante per garantire continuità operativa anche in caso di fault server; inoltre, grazie alla ricerca forense basata su metadata AI vengono ridotti i tempi di investigazione e di identificazione di soggetti con Daspo”, spiegano da Teleimpianti. “Lavorare fianco a fianco con Mapei ci ha permesso di realizzare un sistema scalabile, in cui video, analytics e infrastruttura parlano la stessa lingua: l’integrazione nativa con i tornelli digitali per associare volto e biglietto in real time permette flussi d’ingresso più veloci; i videoserver a consumo ridotto (energy-star) sono in linea con gli obiettivi di sostenibilità della struttura, come la scelta del manto erboso a basso fabbisogno idrico”, conclude Olivieri. “Dal manto erboso 100% naturale ai tornelli digitali, il Mapei Stadium conferma la propria vocazione d’avanguardia. Al cuore di questo ecosistema, Teleimpianti ha realizzato un evoluto sistema di videosorveglianza AI-ready e una control room di nuova generazione che garantiscono sicurezza e continuità operativa al nostro impianto”, conclude Andrea Lorenzi, facility manager e RSPP del Mapei Stadium.
TMHIT, DAL 1° GENNAIO 2026
ALLA GUIDA DELL’AZIENDA
MARIA CRISTINA IACAZIO
Guardando al futuro, Toyota Material Handling Italia si prepara a una fase di profonda trasformazione, con l’obiettivo di consolidare la propria leadership in un mercato sempre più dinamico e interconnesso. Tra i progetti in corso di sviluppo, spiccano iniziative all’avanguardia che coinvolgono non solo i prodotti e i servizi offerti, ma anche la consulenza personalizzata, con un focus particolare sull’introduzione di soluzioni digitali avanzate e sull’automazione dei processi operativi. Questa evoluzione coinvolgerà l’intera organizzazione, abbracciando processi, cultura e visione. Un esempio concreto di questo percorso è il progetto di sviluppo di un nuovo headquarter, concepito come un hub tecnologico e operativo che sarà un punto di riferimento per innovazione, sostenibilità ed eccellenza nel settore. I contenuti di questa strategia sono stati presentati all’organizzazione interna all’inizio dell’estate presso il Centro Sportivo Rocco B. Commisso Viola Park di Firenze e ripresi durante il Sales Meeting che si è svolto a settembre al Teatro Sociale di Bergamo, coinvolgendo le organizzazioni di vendita dirette e indirette.
In questo contesto di crescita, TMHIT ha celebrato anche un importante passaggio di testimone alla guida dell’azienda. Dopo quasi trent’anni di conduzione, infatti, il managing director Leonardo Salcerini lascerà il timone e, a partire dal 1° gennaio 2026, la guida dell’azienda sarà affidata a Maria Cristina Iacazio, attualmente CFO, HR, IT & sustainability director. Leonardo Salcerini conclude un percorso straordinario: sotto la sua direzione, l’azienda è passata da una realtà di
Maria Cristina Iacazio, dal 1° gennaio 2026 alla guida di Toyota Material Handling Italia
vita industriale
Da sinistra Leonardo Salcerini, attuale managing director, Maria Cristina Iacazio e Norman Memminger, Chairman TMHIT - VP Rental & Used
30 persone a un gruppo che oggi conta circa 800 collaboratori, con un fatturato superiore ai 400 milioni di euro. “Oggi, Toyota Material Handling Italia è riconosciuta come una delle organizzazioni strategiche del Gruppo in Europa ed è leader di mercato. Un risultato reso possibile dal lavoro sinergico dei team e delle business unit, logistics solutions ed engineering & consulting, e alla competenza, preparazione e dedizione di tutte le funzioni aziendali, che operano con un approccio orientato all’innovazione, all’efficienza e alla creazione di valore. È questo che ci distingue: la capacità di innovarci ponendoci sempre nuove sfide, di guidare il cambiamento anziché inseguirlo. Questo approccio ha accompagnato le mie scelte in tutti questi anni: una visione strategica che ha promosso una cultura manageriale basata sulla responsabilizzazione, rafforzando al contempo relazioni solide e durature con la rete dei concessionari”, afferma Leonardo Salcerini, che continuerà a dare il proprio supporto all’azienda come membro del Cda, garantendo continuità e valore in questa nuova fase.
Per raccogliere questa importante eredità e condurre l’organizzazione verso le sfide future, il management team europeo ha scelto Maria Cristina Iacazio, da quindici anni al fianco di Salcerini, condividendone visione, decisioni, successi e strategia, che porta con sé una solida esperienza, una profonda conoscenza della struttura aziendale e un alto riconoscimento sia a livello locale che europeo.
“Le parole chiave che guidano ogni nostro passo sono: stabilità, continuità e accelerazione. In un contesto in costante evoluzione, sono questi i valori che ci permettono di essere punto di riferimento solido e affidabile, ma al tempo stesso siamo proiettati in avanti, capaci di leggere le trasformazioni e di guidarle con consapevolezza”, afferma Maria Cristina Iacazio che aggiunge “la nostra forza più autentica risiede nella prossimità: un legame concreto, quotidiano, profondo con le organizzazioni presenti sul territorio, dove le sfide si giocano davvero”.
TR LAVORAZIONI MECCANICHE
AMPLIA IL RAGGIO D’AZIONE
CON IL MARCHIO TR TECH
Impegno e sviluppo costante attraverso l’innovazione. Continua così la storia di TR Lavorazioni Meccaniche, azienda punto di riferimento nel settore delle lavorazioni meccaniche di precisione, fondata nel 1976 a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena. “Negli ultimi anni, abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione con lo sviluppo del marchio TR TECH, specializzato nella progettazione e produzione interna di macchine da taglio destinate a molteplici settori, dal biomedicale all’automotive. Si tratta di un comparto in costante espansione, che unisce competenze ingegneristiche e know-how produttivo, dando vita a soluzioni efficienti, versatili e su misura”, spiegano dall’azienda modenese. “Inoltre, l’attuale sede è stata recentemente ampliata in termini di spazio, con l’acquisizione di un nuovo capannone grazie al quale sarà possibile non solo aumentare la capacità produttiva e inserire nuovi macchinari e attrezzature più performanti, ma anche riorganizzare gli spazi in modo più razionale e migliorare la sicurezza e l’ergonomia per gli operatori”.
Da quasi 50 anni l’azienda, nata dall’unione di tre piccole attività artigianali e che fa capo alla famiglia Forghieri, con un organico di circa venti dipendenti, è attiva in un’ampia gamma di settori, dal biomedicale alle macchine per imballaggio, dall’oleodinamica alle macchine lavorazione legno. Particolare interesse riveste la produzione di contenitori in metallo per circuiti elettronici con la realizzazione di cruscotti, centraline e accessori personalizzati per alcune delle case automobilistiche più prestigiose. Di assoluto rilievo, poi, sono la progettazione e la costruzione di macchine automatiche per la produzione di componenti del settore biomedicale, che proprio nella bassa modenese ha una delle realtà più importanti a livello europeo.
Nel corso degli anni, TR ha saputo evolversi restando fedele alla propria identità: un’impresa flessibile, in grado di rispondere con tempestività alle esigenze del mercato, anche in presenza di urgenze produttive o piccole serie. La capacità di adattamento, unita alla meticolosità nella cura dei dettagli, consente di garantire lavorazioni rapide, flessibili e sempre di alta qualità, e l’azienda è certificata ISO 90001:2015 dal 2001.
Nei decenni l’aumento progressivo di clientela, con progetti legati a vari settori produttivi, è frutto certamente del costante investimento in tecnologie all’avanguardia, come i torni Cnc di ultima generazione, centri di lavoro 3 assi e 4-5 assi e software Cad-cam, ma anche della presenza di un team altamente qualificato, con una lunga esperienza nel settore; infatti, ogni fase della lavorazione è seguita con attenzione e precisione, grazie a un approccio orientato alla qualità.
“Il reparto interno dedicato alla ricerca e sviluppo ci mantiene all’avanguardia nel
vita industriale
settore, consentendoci di offrire soluzioni innovative e competitive. Il nostro impegno si traduce in risposte rapide rispetto alle richieste dei clienti e nella fornitura di soluzioni personalizzate che superano ogni aspettativa”, proseguono da TR. “La nostra azienda si distingue per la combinazione di tecnologie avanzate, personale qualificato, rigoroso controllo qualità”.
E l’azienda conclude: “Un nostro carattere distintivo è la flessibilità, la gestione di urgenze per piccole serie, grazie alla capacità di adattarci rapidamente a diverse richieste. Questo punto di forza si traduce in un vantaggio competitivo, soddisfacendo le esigenze immediate dei clienti senza compromettere la precisione e l’affidabilità del processo produttivo”.
URSA ITALIA,
LA SOSTENIBILITÀ IN SCENA
CON “ISOLA URSA 2025”
Ursa Italia, azienda attiva nel settore dei materiali isolanti termici e acustici per l’edilizia, che ha uno stabilimento produttivo a Bondeno, nel ferrarese, è stata recentemente ambasciatrice della sostenibilità a Salerno. Lo scorso 14 novembre, infatti, la città campana ha ospitato “ISOLA URSA 2025”, l’iniziativa promossa per diffondere la cultura della sostenibilità ambientale, giunta quest’anno alla sua dodicesima edizione, presso la Stazione Marittima progettata dall’Archistar Zaha Hadid, simbolo di architettura contemporanea e innovazione. L’evento è stato caratterizzato da due momenti distinti: uno dedicato agli studenti delle classi degli istituti superiori, l’altro ai professionisti dell’edilizia.
“La sostenibilità parte dai terri-
tori e dalle comunità locali: l’esperienza di URSA Italia di Bondeno è un esempio di eccellenza industriale italiana che si fa portavoce della cultura della sostenibilità in tutto il Paese; ISOLA URSA è un’occasione per coinvolgere giovani e professionisti con strumenti innovativi e interattivi, unendo formazione e responsabilità ambientale”, dichiara Pasquale D’Andria, direttore marketing e direttore tecnico di URSA Italia. In particolare, la mattina è stata dedicata agli studenti delle scuole superiori con l’attività “Divulgatori di Ruolo: un’avventura sulla sostenibilità”, un originale sessione di gioco di ruolo a tema ambientale ideato per avvicinare i giovani ai temi del clima, dell’energia e delle scelte consapevoli. Protagonisti dell’avventura di gioco sono stati noti divulgatori scientifici, sostenitori di progetti legati al linguaggio del gioco come strumento di comunicazione scientifica, come Graziano Ciocca (biologo e divulgatore scientifico), Ruggero Rollini (comunicatore della scienza laureato in chimica) e Licia Troisi (astrofisica e autrice di libri fantasy e di divulgazione), Sara Segantin (giornalista, scrittrice e ambassador per l’European Climate Pact), insieme a Michele Bellone, giornalista scientifico, scrittore di scienza, storie e giochi su “Le Scienze” e sviluppatore di giochi da tavolo per Fondazione Veronesi, che nel ruolo di Game Master e narratore, ha guidato i divulgatori e i ragazzi che hanno partecipato in un’esperienza interattiva dove narrazione, scienza e gioco di ruolo si intrecciano per stimolare riflessione e sensibilizzare sul tema della sostenibilità ambientale. “Abbiamo scelto di utilizzare il gioco di ruolo perché è un linguaggio che appartiene alle
nuove generazioni: coinvolge, diverte e fa riflettere”, spiega ancora D’Andria. Il pomeriggio è invece stato riservato ai professionisti del settore edile - ingegneri, architetti e geometri - con il seminario tecnico “Il futuro dell’edilizia: Intelligenza artificiale, normative e sostenibilità - Focus: Facciate”, trasmesso anche in streaming nazionale.
ISOLA URSA si è svolta in concomitanza alla COP30, 30ª Conferenza delle Parti (Conference of the Parties) delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è tenuta a Belém, in Brasile.
“In un mondo che chiede risposte concrete al cambiamento climatico e alla transizione energetica, crediamo che la formazione debba saper parlare ai ragazzi ed ai professionisti con strumenti nuovi, capaci di generare consapevolezza e senso di responsabilità. Con ISOLA URSA vogliamo far capire che la sostenibilità non è solo una materia di studio, ma un modo di vivere, di scegliere e di progettare il futuro. Solo se coinvolgiamo oggi i giovani e i professionisti che operano sul campo, potremo costruire insieme un domani migliore”, conclude Pasquale D’Andria.
USCO, ACQUISITA
L’AUSTRALIANA
SCHLAM PAYLOAD
Usco, società modenese tra le protagoniste a livello mondiale nell’ambito di componenti aftermarket e OEM per l’industria globale delle macchine movimento terra, ha completato a settembre scorso l’acquisizione di Schlam Payload. Con questo ampliamento societario, l’azienda modenese migliora significativamente le capacità nel settore minerario globale.
Fondata nel 1996 e con sede nell’Australia occidentale, con stabilimenti produttivi anche in Cina e Messico, Schlam Payload produce pianali per camion e accessori di carico per l’industria mineraria; ha registrato un fatturato di oltre 250 milioni di dollari australiani per l’anno fino a giugno 2025. Tutti i dirigenti chiave attualmente in carica rimarranno con l’azienda e David Haslett rimarrà come CEO.
“Per noi, Schlam Payload rappresenta
vita industriale
La Stazione Marittima di Salerno
un’opportunità significativa per espanderci nel settore minerario, nonché per rafforzare la nostra presenza nel mercato australiano e per ampliare la nostra offerta di prodotti con l’aggiunta di pianali per camion”, ha spiegato Massimo Galassini, fondatore e presidente esecutivo di Usco al momento dell’annuncio. “Siamo entusiasti di collaborare con il team di Schlam Payload per sviluppare ulteriormente la nostra presenza globale e rafforzare la posizione del gruppo Usco ITR”.
“L’adesione a Usco ci dà accesso alla presenza globale, all’esperienza di produzione e alla tecnologia dei prodotti siderurgici che, se combinati con i nostri prodotti, forniranno un valore significativamente maggiore per i clienti”, ha affermato David Haslett, CEO di Schlam Payload. “Guardiamo al futuro con lo stesso impegno che abbiamo sempre avuto: produrre le migliori attrezzature di carico e trasporto al mondo di materiali estrattivi.
Nell’ambito dell’operazione, Usco è stata assistita da Eidos Partners e BNP Paribas in qualità di advisor finanziari, mentre Schlam Payload è stata assistita da Gresham. Fondato da Massimo Galassini nel 1989 e con sede a Modena, in Italia, il Gruppo Usco ITR ha registrato un fatturato di circa 900 milioni di euro nel 2024. Attraverso il suo marchio ITR, riconosciuto a livello mondiale, produce e distribuisce una
vasta gamma di componenti per l’industria delle macchine movimento terra. Con 14 siti produttivi in Corea del Sud, Cina, Regno Unito, Italia, India e Spagna e 78 centri di distribuzione e assistenza a livello mondiale, il Gruppo Usco ITR impiega oggi nel mondo circa 2.500 dipendenti di cui 450 a Modena.
La sede di Usco, che si estende su 29 mila metri quadrati coperti compresi in un’area complessiva di 73 mila metri quadri, non è soltanto la base strategica delle attività del gruppo, ma anche il principale deposito di parti di ricambio per macchine movimento terra in zona europea. Le sinergie interne al gruppo hanno permesso la creazione di una compagine coesa, focalizzata al miglioramento costante del servizio e del prodotto. Nel suo continuo processo di ottimizzazione, il gruppo, ha ottenuto negli anni le più importanti certificazioni internazionali quali ISO 9001, ISO 14001 e ISO 45001; le certificazioni aziendali sono la conferma degli sforzi intrapresi per garantire il rispetto di standard di prodotto e di servizi sempre più elevati.
VEMLIVE2025, QUANDO L’INNOVAZIONE GIOCA DI SQUADRA
Al PalaPanini, tempio del volley e dei grandi slanci, lo scorso 3 ottobre si è giocata una partita diversa da quelle di campionato: quella del futuro digitale. VEM Sistemi, tra gli ICT player italiani più innovativi, ha scelto questo luogo iconico per celebrare VEMlive 2025 - MOMENTUM, la convention che ogni anno riunisce partner, esperti e voci autorevoli della tecnologia, trasformandosi in un laboratorio di idee, connessioni e visioni condivise.
Il titolo dell’edizione 2025 - MOMENTUM: complementi digitali di collaborazioni ecosistemiche - non è solo un claim, ma una dichiarazione d’intenti: racconta il momento propizio per costruire insieme il futuro, attraverso la forza delle relazioni e la convergenza di energie differenti.
Nel suo discorso di apertura Stefano Bossi, CEO e general manager di VEM Sistemi, è partito da un luogo del cuore: “Quest’anno ci troviamo nella mia città adottiva, Modena, nel tempio del volley che ha compiuto quarant’anni. Qui ho imparato che i campioni sono fonte di ispirazione per migliorare noi stessi, alla ricerca del proprio MOMENTUM”. MOMENTUM, ha spiegato, rappresenta lo slancio della prestazione e la continuità del risultato, ma anche la forza del gioco di squadra che moltiplica le possibilità dell’innovazione. È il momento in cui la tecnologia smette di essere autoreferenziale per diventare relazione, rete, comunità.
Da 39 anni il Gruppo VEM interpreta l’in -
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Massimo Galassini, fondatore e presidente esecutivo di Usco
Stefano Bossi, CEO e general manager di VEM
novazione come un ecosistema di energie connesse, dove la collaborazione multidimensionale è la chiave di ogni successo.
“Oggi VEM è riconosciuta come partner di riferimento per la trasformazione digitale di pmi e grandi imprese, con una visione olistica che va dal networking al data center, dalla cybersecurity alla protezione del dato, dal cloud distribuito alla collaboration, fino all’automazione e allo sviluppo software”, racconta Bossi.
Un esempio concreto di collaborazione intra-gruppo è la nuova piattaforma di diagnostic & observation Glass, che sostituirà gradualmente lo storico myvem a partire dall’autunno 2026.
Il progetto ha coinvolto VEM, MyDev, Neen e Certego, integrando competenze di sviluppo, design e ingegnerizzazione dei sensori. Allo stesso tempo, partnership con aziende come Trend Micro hanno dato vita a Halo, piattaforma avanzata di analisi EDR realizzata da Certego, mentre la collaborazione con clienti strategici come CRIF si è evoluta in una relazione ecosistemica strutturale che prevede nuovi sviluppi nei prossimi mesi.
“Il nostro impegno è portare la formazione dentro l’impresa: dalle lezioni universitarie ospitate nella sede di Forlì alle partnership con gli ITS, fino al progetto Ragazze Digitali, promosso con Confindustria Emilia-Romagna, che nel 2025 ha coinvolto oltre 250 studentesse. E ancora, la startup Refero AI, sviluppata con l’Università di Modena e Reggio Emilia, dedicata a un assisted SOC basato su intelligenza artificiale, che vedrà come azionisti Certego e tre professori dell’Ateneo”, continua Bossi.
Esperienze che dimostrano come, per VEM, l’innovazione non sia mai un atto solitario, ma il risultato di connessioni tra team, partner, clienti e mondo accademico.
Con VEMlive 2025, l’azienda conferma la sua visione: l’innovazione è un gioco di squadra.
“Dalle tecnologie ai progetti formativi, dalle partnership industriali ai legami accademici, il valore nasce sempre dalla capacità di connettere persone, idee e competenze, generando un momentum destinato a durare nel tempo.
VILLANI SALUMI RILEVA
IL 100% DEL PROSCIUTTIFICIO
NUOVA MONDIAL
Villani Salumi ha annunciato lo scorso ottobre di aver acquisito la piena proprietà del prosciuttificio Nuova Mondial a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, di cui già deteneva il 50% delle quote. Con questa operazione, il Gruppo alimentare modenese consolida la presenza nel mercato del prosciutto crudo San Daniele sia in Italia che all’estero, confermando il piano di crescita intrapreso negli ultimi anni.
“È un passo strategico per il nostro Gruppo che ci permette di rispondere alla crescente domanda di prodotti di alta qualità, sia sul mercato nazionale che internazionale, dove il Made in Italy continua a essere sinonimo di eccellenza. Guardiamo a nuovi mercati con fiducia, senza mai perdere il legame con la tradizione e l’artigianalità che da
a Castell’Arquato, nel piacentino, realtà storica nelle produzioni tipiche piacentine. Grazie a queste ultime acquisizioni, il Gruppo Villani può contare ora su un totale di dieci stabilimenti in tutta Italia, ciascuno vocato a specifiche eccellenze della salumeria italiana. Nel complesso il Gruppo impiega oltre 300 dipendenti e ha registrato nel 2024 un fatturato consolidato di 182,1 milioni di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2023, con una quota export pari al 36% del totale. Fondata nel 1886 a Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena, Villani è oggi una delle aziende punto di riferimento della salumeria tradizionale italiana, capace di coniugare storia e innovazione per portare nel mondo l’eccellenza
oltre un secolo ci contraddistinguono”, ha dichiarato Carlo Filippo Villani, direttore generale di Villani.
Questa operazione si inserisce infatti nella strategia complessiva di sviluppo e presidio delle produzioni tipiche, strettamente legate alle specificità del territorio, che si aggiunge agli investimenti effettuati nel corso del 2024 come le acquisizioni di San Marino Prosciutti, situata nella Repubblica di San Marino, specializzata nella produzione di prosciutti cotti di altissima qualità, e di Salumificio La Rocca,
gastronomica del made in Italy. L’azienda è riconosciuta per la sua capacità di adattarsi alle esigenze del mercato globale, mantenendo al contempo l’autenticità dei prodotti tipici regionali. A testimoniare questo legame con il territorio e la volontà di tramandare la tradizione della salumeria italiana, è nato nel 2013 il primo Museo del Salume in Italia, il MUSA, sito proprio nella sede di Castelnuovo Rangone. Tre secoli di cultura del salume sono custoditi nel MUSA, che Giuseppe Villani amministratore delegato del Gruppo alimentare ha fortemente voluto per valorizzare e tramandare l’arte e l’artigianalità della salumeria, di cui l’azienda è protagonista fin dal 1886.
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Carlo Filippo Villani, direttore generale di Villani
VOILÀP CRESCE
NELLE SMART FACTORIES E ACQUISISCE STÜRTZ
Il Gruppo Voilàp, multinazionale con base nel modenese specializzata nella progettazione e realizzazione di sistemi smart per l’industria e le città, ha annunciato a settembre scorso l’acquisizione di Stürtz Group, realtà di riferimento nella produzione automatizzata di macchine per la lavorazione del PVC, situata a Neustadt, in Germania. Stürtz fattura circa 65 milioni di euro con oltre 350 dipendenti e ha filiali internazionali in Canada, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti.
ligenti e interconnesse per le fabbriche del futuro. Con Stürtz acquisiamo una incomparabile competenza nei processi automatizzati”, afferma Valter Caiumi, presidente del Consiglio di amministrazione e CEO del Gruppo Voilàp. “Negli anni abbiamo realizzato numerose acquisizioni e abbiamo dimostrato la capacità di ristrutturare business complessi, migliorarne la competitività e assicurarne la crescita di lungo periodo.
Così è stato per esempio con Elumatec, società tedesca acquisita dieci anni fa e diventata player mondiale nel suo comparto in perfetta sinergia con le altre attività del Gruppo”.
Con questa acquisizione Voilàp intende rafforzare ulteriormente la propria posizione di riferimento a livello mondiale nella fornitura di macchinari di alta gamma per la costruzione di finestre e facciate e come attore di primo piano nel campo delle applicazioni industriali. L’acquisizione integra in modo ideale il portafoglio esistente di Voilàp, che ha un ruolo di rilievo mondiale consolidato nei macchinari per la lavorazione dell’alluminio, con i marchi Elumatec, Emmegi e Tekna, e del vetro, con i marchi Keraglass e Mappi. L’esperienza di Stürtz Group nel campo delle macchine per la lavorazione del PVC si aggiunge alle competenze già sviluppate in Voilàp con la produzione di macchinari Someco.
“Consideriamo questa operazione un’opportunità unica per sviluppare un sistema sempre più ampio di macchine intel -
L’acquisizione comprende lo stabilimento di produzione, la società immobiliare, i macchinari, la proprietà intellettuale, i marchi, il software, la forza lavoro, il backlog degli ordini e le scorte. Allo stesso tempo, Voilàp acquisirà le quote delle filiali internazionali in Canada, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti. Gli oltre 350 posti di lavoro di Stürtz saranno mantenuti al fine di garantire il prezioso know-how dei suoi dipendenti e Stürtz continuerà a esistere come marchio e organizzazione indipendente.
L’ecosistema intelligente creato da Voilàp attraversa settori diversi estendendosi a quattro aree: progettazione di smart factories, fabbriche intelligenti con macchine interconnesse con gestione dei big data e analisi predittiva per ottimizzare prestazioni, ridurre fermi macchina e anticipare le esigenze dei clienti; realizzazione di smart retail, innovativi punti vendita dotati di schermi e software per intercettare e incontrare le esigenze dei clienti nell’acquisto di infissi; abilitazione dello smart advertising, attraverso la fornitura di sistemi di schermi e software per la comunicazione indoor e outdoor; fornitura di soluzioni hardware e software per Smart Building, con l’integrazione di sensori ed elementi Internet of Things negli infissi.
VOLTMEC: L’ENERGIA
CHE MUOVE IL FUTURO
Nel cuore della Motor Valley, a Modena, c’è un’azienda che ha scelto di scrivere il proprio futuro puntando tutto sull’elettrificazione. Si chiama Voltmec e, dalla sua fondazione nel 2016, ha investito in ricerca e produzione di sistemi avanzati per la mobilità elettrica e lo stoccaggio dell’energia. Un gruppo di professionisti con oltre 20 anni di esperienza: questo è il nucleo di una realtà capace di interpretare i grandi cambiamenti della mobilità e dell’industria.
In pochi anni Voltmec ha compiuto un percorso sorprendente. Dalle prime batterie sviluppate per gli AGV, veicoli a guida automatica utilizzati nella logistica, ai sistemi elettrici per trattori agricoli, l’azienda ha coniugato innovazione tecnologica e concretezza industriale. Una tappa fondamentale è stata l’ingresso, nel 2023, all’interno del gruppo P&C System, che ha segnato l’inizio di una nuova fase: maggiori capacità produttive, passaggio dalla prototipazione alla produzione di massa e apertura a mercati internazionali sempre più esigenti. Il cuore della sua attività è rappresentato dai sistemi di accumulo. Le batterie progettate da Voltmec coprono un ampio spettro di applicazioni, dai veicoli elettrici, agli AGV, ai veicoli industriali, agli impianti stazionari, con chimiche diverse a seconda delle necessità, sempre garantendo sicurezza e alte prestazioni. Le batterie Voltmec sono disponibili in tre diverse classi di performance: Stan -
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Valter Caiumi, presidente del Consiglio di amministrazione e CE O del Gruppo Voilàp
dard, Advance e Premium, sia a catalogo (Off-the-shelf) che customizzate, e sono dotate di tre brevetti esclusivi che ne ottimizzano le prestazioni, le proteggono dagli utilizzi impropri e permettono di utilizzarle in sostituzione delle batterie al piombo utilizzando i caricabatterie per quest’ultima tecnologia già presenti presso le aziende utilizzatrici.
Accanto a queste, le PDU - Power Distribution Units - assicurano la corretta distribuzione dell’energia, mentre i Power Packs forniscono pacchi batteria pronti all’uso per automotive, nautica, automazione industriale e agricoltura. Voltmec è licenziataria italiana del caricabatterie wireless sviluppato da Multipower, partner strategico dell’azienda. Il sistema di monitoraggio remoto Sentry, infine, consente di controllare in tempo reale lo stato delle batterie o degli impianti industriali, ottimizzandone durata e prestazioni.
Quello che distingue l’impresa non è solo l’ampiezza del catalogo, ma la capacità di integrare le tecnologie in un sistema completo. Batterie, distribuzione, ricarica e monitoraggio dialogano tra loro, offrendo ai clienti soluzioni globali e non semplici componenti. Una forza che nasce da un know-how maturato in 20 anni di esperienza del management di Voltmec e da una costante attenzione agli standard: certificazioni ISO 9001 e 14001 già ottenute e un percorso in corso verso la IATF 16949, requisito chiave per l’automotive.
Il presente e il futuro di Voltmec si intrecciano con i grandi temi della transizione energetica. La domanda globale cresce rapidamente, e con essa le sfide: approvvigionamento di celle certificate, concorrenza internazionale, normative stringenti. Ma l’azienda modenese ha gli strumenti per affrontarle: competenze, capacità produttive rafforzate e la solidità del gruppo P&C System.
Da Modena, culla della tradizione motoristica italiana, al mondo intero, Voltmec percorre una strada chiara. Elettrificare, innovare, integrare: tre parole che raccontano l’identità di un’azienda giovane, ma già pronta a lasciare un segno nella transizione energetica globale.
GLIMPSE BY WEEVO, LA PIATTAFORMA
DI GEO ANALYTICS
Un direttore acquisti apre ChatGPT e scrive: “Migliori aziende di produzione di pompe idrauliche”. In pochi secondi l’IA risponde con un elenco ragionato: cinque nomi, ciascuno accompagnato da una breve descrizione, un posizionamento distintivo e, talvolta, un link. Nessuna pagina di risultati, come eravamo abituati su Google. Solo un’unica risposta sintetica, dove alcune aziende esistono e altre scompaiono. È questo il nuovo scenario della ricerca generativa. I motori conversazionali - da ChatGPT a Gemini, da Perplexity a Claude - hanno trasformato l’atto di cercare in un’esperienza di selezione narrativa: l’utente non esplora, riceve. La visibilità si è spostata dall’indice al testo. In questa transizione, la domanda non è più “come scalare Google”, ma “come essere citati dall’IA”.
Ad accompagnarci in questo ragionamento è Gabriele Carboni, co-fondatore di Weevo, che sottolinea: “In un contesto dove la risposta è l’unico spazio informativo, l’azienda deve lavorare per diventare sintetizzabile, citabile e credibile agli occhi dei modelli linguistici. È la fine del presidio per keyword e l’inizio dell’era della GEO - Generative Engine Optimization: l’arte di essere inclusi nel racconto che l’intelligenza artificiale genera su ri -
chiesta”. Ma come si misura questa presenza? Come si capisce se un brand esiste davvero “nelle risposte”?
Proprio a partire da queste domande l’agenzia di comunicazione BtB ha creato GLIMPSE by Weevo, la prima piattaforma italiana di Generative Engine Optimization analytics. “GLIMPSE analizza come le IA generative citano un’azienda, con quali parole, in quali contesti e con quale tono. Lo fa interrogando direttamente i principali motori conversazionali e raccogliendo le risposte generate, per poi estrarre i dati relativi a presenza, sentiment, coerenza narrativa e reputazione distribuita”, spiega Carboni.
Attraverso le sue dashboard interattive, GLIMPSE by Weevo consente alle imprese e ai professionisti della comunicazione di monitorare la mappa invisibile della propria presenza generativa. È uno strumento di intelligence pensato per trasformare la ricerca dell’IA in dati strategici per il brand management, il content marketing e la reputation analysis. Il principio è semplice ma dirompente: se le persone chiedono all’intelligenza artificiale e le IA rispondono citando altri, esistere su richiesta diventa la nuova frontiera della visibilità. GLIMPSE by Weevo è il mezzo per capire dove ci si trova in quella risposta, come si viene raccontati e quali leve usare per migliorare la propria posizione nel racconto algoritmico del mondo.
“In un futuro ormai prossimo, la differenza tra chi appare e chi scompare non la faranno più le parole chiave, ma le storie che l’IA sceglie di raccontare. E per far parte di quella narrazione serve una nuova consapevolezza strategica: essere presenti quando l’utente chiede, non quando cerca”, conclude Gabriele Carboni. Gabriele Carboni, co-fondatore di Weevo
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Human Centric Automation
l’Emilia che innova con le persone al centro
di Marianna Saguatti
Confindustria Emilia lancia un piano per accompagnare le imprese verso fabbriche più moderne, sicure e sostenibili. Dalla formazione alla sperimentazione sul campo, nasce un modello replicabile per l’Italia
automazione non è più soltanto una leva tecnologica, ma un vero e proprio imperativo strategico per chi vuole continuare a competere nei mercati globali. Ma per Confindustria Emilia il futuro dell’industria non si costruisce sulle macchine, bensì sulle persone.
Da questa visione nasce il progetto “Human Centric Automation - Automazione e Intralogistica” dell’Associazione, presentato a stampa e imprese la mattina del 15 ottobre a Bologna in occasione dell’evento di kick-off,
rivolto sia agli imprenditori che alle figure operative delle aziende associate, e destinato nel corso dei prossimi anni ad aprirsi oltre i confini dell’ecosistema regionale, da sempre aperto alla sperimentazione e capace di accogliere l’innovazione, e a divenire modello replicabile ed esportabile ad altri ambiti del perimetro aziendale.
Obiettivo? Promuovere l’automazione orientata alle persone e la cultura dell’intralogistica come leve strategiche per aumentare efficienza, sicurezza e competitività del tessuto delle imprese, in particolare piccole e medie, accompagnandole in un percorso di trasformazione profonda: dal modello di fabbrica che
ha caratterizzato gli anni Ottanta verso realtà più moderne, sicure ed efficienti. Il progetto ha preso forma anche alla luce delle considerazioni e dei dati della ricerca preliminare “Stato dell’automazione in Europa e in Italia”, realizzata da Boston Consulting Group, che punta a rispondere ai nuovi macro-trend globali che impattano la capacità produttiva del Paese, in particolare sul territorio emiliano, mettendo in campo un modello di crescita fondato su produttività, innovazione e cooperazione tra imprese.
Con un PIL pro capite di oltre 43 mila euro, l’Emilia-Romagna è il secondo polo industriale d’Italia. Ma la fotografia della ricerca
di BCG mostra un sistema produttivo che rischia di perdere terreno rispetto ai concorrenti europei e asiatici, dove l’automazione logistica avanza cinque volte più veloce: la crescita della produttività è inferiore di quasi un punto rispetto alla media UE, la forza lavoro invecchia, il 69% delle imprese fatica a trovare tecnici specializzati e il 47% a reperire lavoratori disposti a svolgere mansioni manuali. Difficoltà destinate ad aumentare in futuro: come sottolinea la ricerca di BCG, nel 2034 il calo demografico determinerà anche in Emilia-Romagna una contrazione della popolazione lavorativa fino ai 35 anni di età: dal 2 al 4% in meno, con la conseguenza di un progressivo invecchiamento degli addetti dell’industria manifatturiera e di una minore capacità fisica dei lavoratori, con ripercussioni sulla produttività, sulla salute, sulla sicurezza. Ultimo ma non ultimo, la concorrenza internazionale avanza a ritmi serrati: la dotazione di robot industriali, pari a 228 ogni 10.000 addetti, resta distante dai 430 della Germania e dai 1.000 della Corea del Sud. È di fronte a questo scenario, dunque, che il progetto di Confindustria Emilia punta a costruire un ecosistema industriale più efficiente, interconnesso e capace di valorizzare le persone e le competenze, non una “automazione per l’automazione”, ma una trasformazione intelligente e inclusiva, che non marginalizza il lavoro dell’uomo ma ne diventa, anzi, una potente alleata. Il piano ruota attorno a due leve principali: l’automazione orientata alle persone e la digitalizzazione intelligente.
La prima leva mira a compensare il vortice demografico e di competenze che caratterizza il tessuto produttivo regionale con un’automazione agile fatta di cobot, micro-celle e sistemi di retrofit, che riducono i compiti gravosi e ripetitivi, migliorano la sicurezza e l’efficienza e, allo stesso tempo, abilitano un upskilling continuo, permettendo di preservare e valorizzare le competenze delle persone. Queste soluzioni sono particolarmente rilevanti per le piccole e medie imprese, più esposte ai costi e alla carenza di operatori rispetto ai grandi gruppi, poché consentono di avviare la trasformazione con investimenti contenuti e tempi rapidi di implementazione.
La seconda leva è la digitalizzazione “smart”, che mira a connettere macchine e sistemi con software leggeri (MES, WMS), data layer e strumenti di intelligenza artificiale per il con-
trollo qualità e la manutenzione predittiva, senza il bisogno di un nuovo ERP. Nello specifico, il progetto si articola in due momenti:
- Formazione: un percorso formativo di tre moduli a cura di Toyota Material Handling Italia che, con un focus su produzione, intralogistica avanzata e modello Toyota, tra novembre e dicembre ha coinvolto imprenditori, operation manager e figure gestionali; - Implementazione: un supporto concreto all’automazione delle pmi grazie al contributo di due gruppi di lavoro (Operations e Digital), entrambi composti da responsabili tecnici di imprese manifatturiere associate (Samp, Logimatic, Nimax, Bonfiglioli Riduttori, Sacmi Imola, Poggipolini, Ducati Motor Holding), che si stanno occupando di selezionare, con competenza e imparzialità, fornitori e partner di prodotti e servizi innovativi, facilitandone l’adozione da parte delle pmi. Ogni membro dei gruppi di lavoro si è inoltre impegnato a dedicare alcune ore alla settimana al confronto diretto con le imprese associate, senza conflitto di interessi, in un Desk di supporto
Le soluzioni adottate nelle aziende saranno successivamente presentate in occasione di una serie di roadshow, nel corso dei quali saranno prodotte delle pillole formative che saranno caricate sulla piattaforma di formazione di Confindustria Emilia Study in Action, nell’ottica di estendere l’accesso alle buone pratiche a quante più realtà pos-
sibile. A completare il quadro, l’Associazione metterà a disposizione delle imprese un volo charter in giornata per Stoccarda, il 25 marzo, in occasione di LogiMAT-Messe 2026, per offrire alle pmi l’occasione di conoscere le principali innovazioni del settore dell’intralogistica e confrontarsi con i più grandi operatori a livello globale.
“Perché abbiamo scelto l’intralogistica? Perché è trasversale a tutte le imprese e soprattutto è un contesto che, oggi, è abbastanza insicuro per chi ci opera e per chi ci lavora”, spiega Sonia Bonfiglioli, presidente di Confindustria Emilia Area Centro. “Quindi vogliamo rivedere i processi delle aziende, supportarle con forte attività di formazione delle persone e degli imprenditori. È anche un progetto di inclusione, perché il focus sarà sulle persone che oggi operano nel settore e si cercherà di aiutarle a offrire maggiore professionalità. La grande sfida è proprio migliorare l’ambiente lavorativo, cercando la massima sicurezza sul lavoro. Vogliamo tante persone e tante imprese, il nostro territorio è con noi. Mi piace pensare che, quando avremo finito questo percorso, saremo più formati e ci sentiremo più sicuri. Poiché quello che non si conosce si teme, l’idea è proprio creare un contesto più partecipato per i nostri imprenditori, per le aziende e i lavoratori. Le sfide si vincono insieme come sistema, per costruire un territorio che sia più inclusivo e più coeso”, conclude Bonfiglioli.
</ L’identità imprenditoriale che genera valore >
Un grande Gruppo per grandi traguardi. Cinque realtà al servizio dei settori: Formula 1, Motorsport, NASCAR, Aeronautica, Elicotteristico.
eventi
“Codice Emilia”
il nostro DNA
L’evento al Teatro Duse ha celebrato la storia, il territorio, le tante anime produttive e la visione imprenditoriale che contraddistinguono le aziende di Confindustria Emilia premiando quelle che festeggiavano un anniversario. Un momento speciale anche per le 30 imprese del Mascagni 2025: TecnoFerrari è la vincitrice della 14esima edizione
appuntamento al Teatro Duse di Bologna con “Codice Emilia”, lo scorso 19 novembre, ha stupito per originalità e coinvolgimento. L’idea era quella di creare un’occasione speciale per celebrare insieme la storia, il territorio, le sue tante anime produttive e la loro visione. E lo spettacolo, che ha visto la partecipazione della cantautrice e polistrumentista Dolcenera e del trombettista e compositore Paolo Fresu, insieme allo storico e docente universitario Giovanni Carlo Federico Villa, ha condotto via via la platea in un racconto corale fatto di parole, musica e immagini, alla riscoperta del legame tra passato e presente, tradizione e innovazione, memoria e futuro, presentato dalla giornalista Silvia Bencivelli. Anche visto il riscontro, l’intenzione è fare di questa iniziativa un appuntamento annuale consolidato nel programma dell’associazione. In questo contesto, nella serata è stata dedicato uno spazio speciale agli anniversari aziendali: sono state celebrate con un riconoscimento 115 imprese associate che festeggiavano un compleanno importante, dai 25 anni in su, di cinque anni in cinque anni, fino ad arrivare ai 420 anni dell’Acetaia Giusti di Modena.
Altra protagonista della serata è stata la 14esima edizione del Premio “Paolo Mascagni-Imprese che crescono”, il riconoscimento creato da Confindustria Emilia in collaborazione con il Resto del Carlino, in
memoria dell’imprenditore scomparso nel 2011, per valorizzare e far conoscere quelle realtà aziendali, di ogni dimensione e di differenti settori produttivi, che continuano a crescere a dispetto della crisi aumentando il fatturato, investendo in progetti innovativi, conquistando spazi su nuovi mercati. Prima, a fine pomeriggio, si era tenuto, nell’Aula Marco Biagi di Confindustria Emilia, a Bologna, un momento condiviso in cui le trenta imprese che hanno partecipato all’edizione 2025 hanno ricevuto l’applauso del presidente Sonia Bonfiglioli, dell’architetto Elena Zacchiroli Mascagni, del consiglio generale dell’Associazione e la consegna di un ricordo della loro partecipazione, guidato dal sentito discorso del
vicedirettore del Resto del Carlino Valerio Baroncini.
Durante la serata al Teatro Duse, poi, si è tenuta la presentazione in video delle imprese e dei loro rappresentanti, quindi la proclamazione dell’azienda vincitrice e la sua premiazione. A ricevere il riconoscimento è stata l’azienda TecnoFerrari, gruppo di Fiorano Modenese fondato nel 1966 da Giancarlo Ferrari e giunto oggi alla seconda generazione della famiglia con le figlie Donatella e Paola, da sempre attiva nell’ambito del mercato della ceramica e che oggi opera anche in settori come automotive, vetro, farmaceutico, food and beverage, paper and tissue.
A consegnare il premio nelle mani di Paola
di Raffaella Mazzali
e Donatella Ferrari, titolari dell’azienda di automazione industriale, l’architetto Elena Zacchiroli Mascagni, assieme al presidente di Confindustria Emilia Sonia Bonfiglioli e ad Agnese Pini, direttrice responsabile delle testate QN-Il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno.
“Non c’è saper fare senza far sapere. Nell’intraprendenza c’è il coraggio di reinventarsi”, ha spiegato la direttrice Agnese Pini, nel consegnare il premio. E Donatella e Paola Ferrari, nel riceverlo, hanno confermato di tramandare il sapere del padre, senza disperderlo: “Nostro padre ci ha insegnato a non accontentarci mai”.
Il presidente di Confindustria Emilia Sonia Bonfiglioli ha aggiunto: “Ecco perché il Mascagni non è solo un riconoscimento ai risultati di un’azienda: vuole avere l’obiettivo di ritrovare oggi i valori del fare impresa, stravolti rispetto al passato. Siamo persone come tutti, che soffrono le situazioni difficili con cui ci confrontiamo”. Il presidente di Confindustria Emilia ha proseguito poi il suo discorso sul palco, analizzando anche il contesto delle aziende familiari, prendendo spunto proprio dalla storia di Tecnoferrari: “Il ricambio generazionale è un tema importantissimo, arriva un certo punto in cui si deve lasciare spazio a persone che interpretano meglio di noi il tempo in cui si vive. E i premiati hanno dimostrato di essere lun-
gimiranti in questo”. Senza dimenticare, tra l’altro, che la tecnologia di oggi è un’opportunità. “Non possiamo pensare di stare fermi. Tutte queste trasformazioni avranno un impatto fortissimo. L’IA deve essere applicata in tutte le aziende. Dobbiamo cogliere il futuro”, ha confermato Bonfiglioli. Durante la serata l’orchestra ha lasciato tutta la platea a bocca aperta, iniziando lo spettacolo con un’ouverture dedicata alle imprese, in un mix di luci e colori che ha descritto l’Emilia. La voce di Dolcenera con il suo inno alla vita è diventata la colonna sonora del percorso delle aziende che hanno
costruito il territorio, mostrando il meglio di sé e combattendo ogni avversità. Un modo originale per ringraziare tutte le donne e tutti gli uomini che, con le loro idee e il loro lavoro, hanno contributo allo sviluppo, e continuano a farlo. Poi, la tromba di Paolo Fresu ha accompagnato il video che raffigura la storia del fare impresa, descrivendo l’indole emiliana a guardare al domani, a progettare il futuro. E lo storico Giovanni Villa ha costruito un viaggio nei territori dell’Emilia centrale, quindi Modena, Bologna e Ferrara, esponendo le origini e l’essenza di queste zone.
A TECNOFERRARI IL PREMIO “PAOLO MASCAGNI” 2025
Quasi 78 milioni di euro di fatturato nel 2024, con una quota export dell’80%: è la carta d’identità di Tecnoferrari, gruppo di Fiorano Modenese fondato nel 1966 da Giancarlo Ferrari e giunto alla seconda generazione della famiglia con le figlie Donatella e Paola, da sempre attiva nell’ambito del mercato della ceramica e che oggi opera anche in settori come automotive, vetro, farmaceutico, food and beverage, paper and tissue. L’azienda ha conquistato la quattordicesima edizione del Premio Paolo Mascagni.
“Questo premio è un riconoscimento importante alla storia della nostra azienda”, hanno spiegato a caldo al giornalista de il Resto del Carlino, Giovanni Di Caprio. “È vedere riconosciuti i valori fondamentali e lo spirito con cui mio padre ha operato e ha vissuto. Perché l’azienda è stata la sua vita, la sua famiglia; questo ci ha trasmesso e a nostra volta stiamo facendo lo stesso con il team di persone che lavorano con noi”.
Il 2026 sarà l’anniversario dei sessant’anni dalla fondazione. Qual è il segreto? “Il segreto è sempre lo stesso, quello scelto da nostro padre: innovare sempre e non fermarsi mai, guardare sempre avanti e anticipare il futuro. Lui lo diceva sempre: non accontentarsi mai, anche se si è fatto un prodotto vincente, occorre sempre ristudiarlo, reingegnerizzarlo, perché sicuramente lo si può fare ancora meglio”.
Il ricambio generazionale è un tema caldo nelle imprese del nostro territorio. Voi l’avete messo in pratica. “Credo che nostro padre avesse nel cuore di condividere con noi il suo sogno imprenditoriale. Un sogno di cui ci ha nutrito fin da piccole, a piccole dosi, con perle di saggezza, tutti i giorni, parlando di lavoro a tavola o mentre ci accompagnava a scuola. La sua voglia di fare si è trasmessa e la fiducia reciproca è cresciuta e gli ha permesso di essere meno accentratore di quanto andasse all’epoca”. Altro problema cruciale è reperire personale adeguato.
“È un argomento sul quale ci soffermiamo molto, perché in effetti è difficile attrarre talenti, che sono necessari per sviluppare l’innovazione che serve all’azienda. Molti degli ingegneri meccanici, meccatronici, softwaristi, elettronici hanno in testa un loro percorso, anche cambiando spesso azienda. Quindi occorre coinvolgerli, proporre sempre nuove sfide per riuscire a farli rimanere”.
Secondo voi come è possibile affrontare questo periodo difficile?
“Come diceva il presidente Sonia Bonfiglioli è un momento difficile anche perché sta durando molto, affaticando le nostre risposte.
Crediamo in quello che ci ha insegnato nostro padre: si deve cambiare approccio, guardare alle problematiche per trovare nuove opportunità. Tutte queste le difficoltà bisogna trasformarle in opportunità”.
La giornalista Silvia Bencivelli, l'architetto Elena Zacchiroli Mascagni, il presidente di Confindustria Emilia Sonia Bonfiglioli, le sorelle Donatella e Paola Ferrari e Agnese Pini, direttrice responsabile di QN - Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno
a.ELLE TRaVEL - DinaMiCa MEDia - EnERGY GROUP - EXELiTE SPa (LiU.JO) - GaUDÌ TRaDE - MG RECYCLinG MiPS - TECnO DiaManT DiaManTi inDUSTRiaLi - TECnOFiLiERE - UniZiP - X DaTanET
25 anni
aLLnET iTaLia - anDERLini LUCianO - aPEX - BaCKER FER - CHiMaR - CRiT - DELTaCOMMERCEEnERPLan - HERaBiT - iTaLGEaR - MaCÈ - MEDiaMORPHOSiS - MELaZETaPRO-ViSiOn GROUP - ULTRa SCiEnTiFiC iTaLia
La parola ai protagonisti premio mascagni
ABM AUTOMAZIONI
“Siamo produttori di macchine automatiche, linee e impianti robotizzati. Il nostro focus è l’assemblaggio di componenti su misura, per questo abbiamo un taglio ‘sartoriale’. Ma vogliamo stare sempre al passo con le tendenze del futuro: stiamo già integrando componenti che hanno a bordo l’intelligenza artificiale”.
ARTEC CARTOTECNICA
“Ci siamo evoluti nel tempo, aggiornando le tecnologie, con l’obiettivo di proporre packaging di qualità e mettere competenze e professionalità al servizio della clientela in tutte le fasi della lavorazione, rispondendo con prodotti studiati su misura per custodire, proteggere ed esaltare il prodotto che contengono”.
BRUNATA ZENNER
“Zenner è produttore di dispositivi per la contabilizzazione dell’acqua e il calore; Brunata è un fornitore di servizi per il settore immobiliare. I nostri prodotti spingono a consapevolizzare l’utente finale dei propri consumi. Per questo parliamo di monitoraggio energetico, che è il punto di forza del nostro business”.
ADAMANT GROUP
“Il nostro approccio circolare significa trasformare ciò che prima era scarto, come oli esausti, sottoprodotti agricoli o rifiuti organici, in risorse energetiche. È un modello produttivo che rigenera, anziché consumare. E lo facciamo garantendo tracciabilità e qualità in ogni fase”.
BCC FELSINEA
“Da oltre 125 anni siamo una società cooperativa, con 24 filiali in 66 comuni, che ha come principio fondante la mutualità. Il nostro socio principale è il territorio, su cui siamo presenti con un principio di circolarità: più una banca è capace e registra risultati, più può riversarli sul territorio in modo proficuo”.
CLIMART ZETA
“Ci occupiamo di manutenzione, installazione di impianti di climatizzazione, riscaldamento e condizionamento per l’edilizia civile e industriale. Abbiamo sempre creduto nelle persone e nella condivisione dei progetti e del lavoro. Dagli anni Settanta, l’obiet-
tivo è mantenere vivo lo spirito familiare che si respira da noi”.
“Dal 1968 siamo specializzati nella progettazione e costruzione meccanica di stampi per pressofusione di alluminio e magnesio. In oltre cinquantasette anni, abbiamo ampliato le competenze, investito in risorse qualificate e sviluppato tecnologie avanzate, rafforzando il dialogo con i clienti automotive”.
EMILIANA SERBATOI
“Abbiamo oltre quarant’anni di storia, due sedi industriali, decine di Paesi presidiati e oltre cento collaboratori. Ogni serbatoio è frutto di una filiera controllata e di una cultura aziendale focalizzata al cliente e alla durabilità del prodotto. Innoviamo per offrire soluzioni efficienti, affidabili e rispettose dell’ambiente”.
ITALIA
“Operiamo da trent’anni a Mirandola, nel cuore del distretto biomedicale italiano. Puntiamo su qualità e innovazione, per garantire performance elevate e sicurezza ai pazienti. Ci distinguiamo per l’eccellenza dei prodotti che offrono elevate prestazioni e sicurezza, grazie a un continuo investimento in ricerca e sviluppo”.
GRUNDFOS WATER TREATMENT ITALY
“Il nostro core business è l’implementazione di soluzioni idriche sostenibili attraverso tecnologie avanzate per la riduzione dei consumi delle acque primarie e di processo e il recupero delle acque reflue. Operiamo nei settori commerciale, industriale, piscine, hospitality, crocieristico, ospedaliero e sanitario”.
ELA SISTEMI
“L’azienda è nata per la determinazione di mia madre, appassionata di elettronica che è diventata la sua carriera. Da allora, i clienti ci scelgono perché diamo risposte tempestive, creando soluzioni adatte e adattabili alle richieste e al mercato. C’è un rapporto di fiducia che spazia tra progettazione, ingegnerizzazione e produzione”.
FOR
“La nostra azienda produce tubi e abbiamo oltre novecento clienti sparsi nei cinque continenti. Rispettiamo tutte le risorse naturali, utilizzando materiali eco-compatibili, minimizzando gli sprechi e riducendo il consumo di risorse come acqua ed energia. L’obiettivo costante è la riduzione dell’impatto ambientale”.
GNA
“La nostra specializzazione è il confezionamento dei prodotti alimentari, con un’ampia e svariata gamma di soluzioni packaging e con impianti che lavorano materiali green o biodegradabili. Ma i nostri macchinari lavorano anche su altri settori, come quello relativo alla ferramenta, la cosmetica o il biomedicale”.
e Massimiliano Nucci
INTERLANGUAGE
“Dal 1986 affondiamo orgogliosamente le radici nei distretti emiliani, da Sassuolo a Mirandola, e ci siamo specializzati in moltissimi settori strategici. L’obiettivo è offrire alle imprese che si affacciano sui mercati globali un supporto per comunicare efficacemente con partner, clienti e fornitori”.
premiomascagni
Milena Rossi
Giannino Tomesani, Franca Ferroni e la figlia Monica
Mariano De Santis
Gian Lauro Morselli FRESENIUS HEMOCARE
Luca Ferraresi e Senanur Akkilic
Valerio
Giuseppe Cartelli
Stefano Gualdi
LAPSY
“L’azienda nasce nel 2015 dall’incontro di tre soci esperti in IoT, controllo accessi e software di produzione. Abbiamo deciso di unire queste competenze per dar vita a una startup capace di sviluppare prodotti innovativi, diverse soluzioni software e hardware, e ci stiamo concentrando sull’automazione dei processi HR”.
NCV
“Siamo una cooperativa che da oltre quarant’anni opera nella logistica integrata, nei trasporti e negli appalti di manodopera. Operiamo in diversi comparti: industriale, alimentare, farmaceutico, nei servizi urgenti e fiduciari. Una diversificazione che ci ha permesso di crescere e di essere presenti sul territorio nazionale”.
PM
“Fondata nel 1976, l’azienda negli anni si è presto trasformata in un punto di riferimento per la lavorazione meccanica di precisione su larga scala in più settori. Il numero e la diversità sempre maggiore di prodotti realizzati ci hanno portati ad avere impianti altamente flessibili, adatti a una produzione diversificata”.
SEM
“Siamo nati nel 1984 e da allora il legame con la natura è il cuore della nostra identità: la genuinità dell’acqua rappresenta la nostra filosofia e lo slogan ‘Naturalmente acqua’ sintetizza un cammino imprenditoriale che mette al centro l’eccellenza naturale, la responsabilità e la valorizzazione del territorio”.
LEONARDO
“Dal 2003 ci occupiamo di costruzioni, seguendo tutte le fasi della filiera per garantire al cliente il migliore prodotto. Visti gli importanti investimenti di chi compra, consentiamo la personalizzazione delle loro abitazioni affinché possano realizza-
re ‘un sogno’, una casa che spesso resta per la vita”.
Davide Vasini, Max Barbanti, Angelo Taroni, Giuseppe Gelati, Manuela Gibertoni, Leonardo Borghi Gibertoni
PFB
“Da oltre sessant’anni produciamo componenti per ascensori, al 100% made in Italy, per l’80% in provincia di Modena. Ogni prodotto che esce dagli stabilimenti è progettato per garantire affidabilità e durata nel tempo. Abbiamo dispositivi che hanno funzionato per oltre 30 anni senza necessità di essere sostituiti”.
SEFT
“Il nostro core business sono le macchine automatiche e attrezzature per il trattamento meccanico delle acque reflue. Elevata flessibilità progettuale e produttiva e attenzione al cliente, dalla consulenza fino alla messa in funzione
delle macchine e all’assistenza post-vendita, sono i valori che ci contraddistinguono”.
SIMEL
“La nostra attività riguarda bruciatori a gas e a gasolio per impianti industriali e domestici, impianti per acqua, generatori di aria calda, pompe per il vuoto e applicazioni varie. Dal punto di vista produttivo, ci siamo dotati di una
struttura verticalmente integrata e tale da consentirci di operare in autonomia”.
premiomascagni
Gabriele Battistin
Meri Pinzetta, Alberto Bevini, Riccardo Bevini, Giulia Massari
Pietro Vandelli
Katia Tarter, Paolo Barbieri, Luca Tecce
Claudio Turchi
Matteo Bottoni e Lorenzo Ercolani
Marco Malaguti
SORCE E VANNINI
“L’azienda ha più di 40 anni di esperienza nel settore dell’automazione degli accessi, con macchine automatiche, linee e impianti robotizzati. Il nostro focus è l’assemblaggio di componenti su misura. Per rinnovarci abbiamo favorito una completa digitalizzazione dei processi, riqualificando e consolidando la squadra dei tecnici”.
TECNO DIAMANT
“In questi trent’anni, siamo cresciuti anticipando l’evoluzione del mercato ceramico. Dai primi dischi da taglio per il mosaico, alla produzione di mole da rettifica per le mattonelle monocalibro, fino a un prodotto di punta: i fickert da lappatura, indispensabili per ottenere quell’effetto lucido a specchio oggi molto richiesto”.
TECO
“Siamo tra le principali aziende bolognesi di automazione industriale, con oltre 40 anni di storia alle spalle e un futuro all’insegna dell’innovazione, della tecnologia e della valorizzazione del made in Italy. Ciò che ci distingue è la forza del nostro brand e l’obiettivo di rispondere in modo sartoriale alle necessità del cliente”.
Giorgia Roversi
URSA ITALIA
Wolfgang Marka
“Produciamo isolanti termici e acustici per edifici, con particolare attenzione all’edilizia sostenibile. Sono orgoglioso della produzione e dello stabilimento di Bondeno, che è il più innovativo dell’intero mercato europeo. Infatti, abbiamo la tecnologia più avanzata, grazie anche alla ricostruzione dopo il terremoto del 2012”.
SPIN
“Siamo nati 40 anni fa a Campogalliano e i nostri clienti sono al 60% end user e al 40% costruttori di macchine. Operiamo in ambiti diversi: dall’alimentare, all'automotive alla lavorazione delle materie plastiche, dalla logistica alla meccanica fino al settore del legno”.
TECNOFERRARI
“Siamo partiti nel 1966 con l’automazione industriale nella ceramica e oggi siamo leader nelle soluzioni automatiche per l’industria, in molti settori. La nostra TF Academy è un grande incubatore per le nuove generazioni, che possono crescere internamente all’azienda non solo in termini di competenze ma anche in cultura e identità”.
TOOL-MEC
“Da vent’anni operiamo nei campi della saldatura, dell’assistenza sugli stampi da pressofusione, della fonderia, della carpenteria e delle lavorazioni meccaniche di precisione. Dopo la flessione del settore fonderie, operiamo anche con altri mercati e stiamo cercando di espandere l’attività e la capacità produttiva”.
Elisa Dondi
VIVOIL
“Siamo partiti nel 1985 come piccola realtà locale e oggi siamo un marchio riconosciuto a livello internazionale nei componenti oleodinamici. Lavoriamo in maniera artigianale, prendendoci cura del prodotto e del singolo pezzo, ma lo facciamo a livello industriale. Un mix tra tecnologia e risorse umane”.
Vanessa e Domenico Vivolo
premiomascagni
Osvaldo Rosa
Andrea Cucchiara e Alberto Gozzi
Marco Stefani, Mauro Serradimigni, Omer Saetti, Fabrizio Di Marino
Giancarlo Ferrari
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Furlog è un operatore di trasporto multimodale che offre servizi di trasporto efficienti garantendo flessibilità e affidabilità per il commercio globale. Grazie alla nostra ampia esperienza nel mercato asiatico il nostro network offre instradamenti sia attraverso il Northern che il Middle Corridor, connettendo l’Europa a svariate destinazioni tra cui Cina, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Indonesia, Vietnam, Malesia, Mongolia, Russia e Paesi CIS e viceversa. Per i trasporti che richiedono velocità, Furlog offre una soluzione efficiente anche via mare con servizi charter che grazie ad un numero inferiore di stop offre un transit time più breve rispetto ai servizi tradizionali.
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RAILWAY
Marzio G. Mian vince l’Aquila d’Oro 2025
Il giornalista e scrittore friulano si è aggiudicato la 61a edizione del Premio Estense con il suo “Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia”
ÈMarzio G. Mian con “ Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia ” (Ed. Gramma Feltrinelli) il vincitore della sessantunesima edizione del Premio Estense , il riconoscimento promosso da Confindustria Emilia che dal 1965 premia l’eccellenza del giornalismo italiano. Il verdetto è arrivato lo scorso 27 settembre alla terza votazione delle due giurie riunite al Circolo dei Negozianti a Palazzo Roverella, a Ferrara: quella tecni -
ca, presieduta da Alberto Faustini e formata da Davide Berti, Giorgia Cardinaletti, Francesco Costa, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Giancarlo Mazzuca, Agnese Pini, Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni, Fabio Tamburini e Luciano Tancredi, e quella popolare, composta da 50 membri.
Le due giurie hanno decretato il vincitore all’interno della quartina finalista, selezionata a giugno tra gli 80 volumi candidati per l’edizione 2025, numero record nella storia della manifestazio -
ne, che oltre al libro di Mian vedeva in gara anche Milena Gabanelli e Simona Ravizza con “ Codice Rosso. Come la sanità pubblica è diventata un affare privato ” (Ed. Fuori Scena), Gad Lerner con “ Gaza. Odio e amore per Israele ” (Ed. Feltrinelli), e Paolo Rumiz con “ Verranno di notte. Lo spettro della barbarie in Europa ” (Ed. Feltrinelli).
“La vittoria di Marzio G. Mian ha un bel significato per un giornalismo che sa ancora viaggiare, cercare di capire, entrare dentro le storie. Un mese, 6.000 chilo -
di Marco Taddei
metri lungo il Volga per raccontare la Russia di cui non abbiamo mai parlato, i confini che non conosciamo tra i singoli territori che un tempo facevano parte dell’Unione Sovietica e premiare un giornalismo che ha ancora voglia di capire e che ha voglia di profondità”, ha sottolineato al termine della votazione il presidente della giuria tecnica del Premio Estense, Alberto Faustini . Marzio G. Mian ha commentato con commozione la vittoria: “Il Premio Estense mi ripaga della fatica di una carriera e dei momenti di panico che ho vissuto in questo viaggio. Il libro è il frutto della grande passione per questo mestiere, sono un giornalista, un cronista e ho voluto raccontare quello che gli altri non raccontavano per provare a interrompere un blackout di informazione che ha riguardato non un Paese qualsiasi, ma il Paese più grande del mondo. Ho voluto riavvolgere il nastro della storia e degli eventi perché non si può raccontare la Russia di oggi e quello che sta accadendo senza fare un percorso a ritroso”.
Autore di inchieste e reportage in 58 Paesi del mondo per i media italiani e internazionali, Mian nel 2023 ha ottenuto a Berna il True Story Award, premio per il miglior reportage internazionale. Ha fondato la società giornalistica non profit The Arctic Times Project, con sede negli Stati Uniti, che si propone di raccontare sul campo le conseguenze del cambiamento climatico nella regione artica. Ha co-fondato il gruppo giornalistico River Journal Project, racconto multimediale dei temi d’attualità attraverso i grandi fiumi del mondo. Collabora con Internazionale, L’Espresso, Rai, Sky Italia, Harper’s, Reportagen, Revue XXI, Le Temps, Neue Zürcher Zeitung ed è tra i giornalisti affiliati al Pulitzer Center di Washington. Mian è stato inoltre per sette anni vicedirettore di Io Donna, il magazine femminile del Corriere della Sera. Tra le sue pubblicazioni: Guerra bianca , Maledetta Sarajevo (con Francesco Battistini), Tevere controcorrente e Artico. La battaglia per il Grande Nord . Gian Luigi Zaina , al suo ultimo atto da presidente della Fondazione Premio Estense prima di cedere il testimone ad Andrea Pizzardi , ha dichiarato: “Sono stato presidente della Fondazione Premio Estense per sei anni e tutte le volte la votazione ci ha stupito. In questo caso, è stata al fotofinish perché i titoli hanno ricevuto tutti un gradimento simile. Alla terza votazione c’è stata una convergenza rapida e inaspettata su Marzio G. Mian che ha vinto con un reportage su una Russia inedita. Un viaggio lungo il Volga che ci ha coinvolto e appassionato”. Marzio G. Mian ha ritirato l’Aquila d’Oro 2025 durante la cerimonia di premiazione che si è svolta poche ore dopo la riunione delle giurie al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara e che è stata condotta come da tradizione da Cesara Buonamici. A consegnare il 61° Premio Estense al vincitore Sonia Bonfiglioli, presidente di Confindustria Emilia, Gian Luigi Zaina e Alberto Faustini. Nel corso della cerimonia è stato anche assegnato il 41° “ Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione ” a Corrado Augias, intervenuto in collegamento, proclamato vincitore della Colubrina d’Argento dalla giuria composta dal
presidente della Fondazione Premio Estense, Gian Luigi Zaina , e da dieci imprenditori espressione dei territori di Bologna, Ferrara e Modena ( Marcello Bergamini, Riccardo Fava, Paolo Molinari, Laura Padovani, Mauro Padovani, Francesco Possati, Maria Silvia Salami, Donatella Sighinolfi, Giovanni Tamburini e Luca Targa ) con il parere favorevole della giuria tecnica.
Il riconoscimento, istituito nel 1985 in memoria di Gianni Granzotto, presidente per vent’anni delle giurie dell’Estense, è conferito a chi si è particolarmente distinto per correttezza, impegno e professionalità nell’ambito dell’informazione.
La 61esima edizione del Premio Estense si è realizzata con la media partnership di ANSA, Rai Cultura e Rai Radio1 e il sostegno di Azimut Capital Management, anche quest’anno main sponsor: “Sostenere il Premio Estense significa credere nella cultura come strumento di dialogo e coesione, un riferimento ancora più prezioso in un contesto di incertezza come quello attuale. Per Azimut è un impegno concreto, per questo siamo orgogliosi di rinnovare, per il terzo anno consecutivo, il nostro legame con una manifestazione che continua a crescere in qualità e rilevanza, arricchendo questo percorso anche con incontri sul territorio che hanno riscosso grande partecipazione e apprezzamento”, evidenzia Monica Liverani , amministratore delegato di Azimut Capital Management e Chief Sustainability Officer di Azimut Holding.
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Confindustria Emilia in Arabia Saudita
Una missione strategica tra opportunità industriali, di sviluppo e investimenti
di Laura Ansaloni
Si è svolta lo scorso ottobre la prima missione strategica in Arabia Saudita organizzata da Confindustria Emilia, in collaborazione con TEHA Group (The European House - Ambrosetti). Obiettivo del viaggio, a cui ha partecipato una delegazione composta da una trentina di imprenditori rappresentativi del tessuto produttivo del territorio, è stato quello di esplorare nuove opportunità di business e di rafforzare i legami economici e industriali tra le imprese italiane e saudite, in settori strategici quali l’energia, le infrastrutture, la meccanica avanzata, la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale. Il viaggio, della durata di cinque giorni, ha previsto un intenso programma di incontri istituzionali, momenti di confronto con le principali realtà imprenditoriali saudite e visite ad alcuni dei megaprogetti più importanti del Paese, simboli della trasformazione economica e sociale in corso.
Nel 2016, infatti, l’Arabia Saudita ha lanciato Saudi Vision 2030, un ambizioso piano strategico volto a trasformare radicalmente il Paese, riducendo la sua dipendenza dal petrolio e diversificando l’economia; promossa dal principe ereditario Mohammad bin Salmān, la nuova visione mira a modernizzare la società saudita, potenziare i settori tecnologico, turistico e industriale, e a posizionare il Regno come hub globale per l’innovazione e la sostenibilità.
Tra le tappe principali della missione ci sono state la visita a NEOM , una megalopoli futuristica in costruzione nel nord-ovest del Paese, esempio emblematico di urbanizzazione sostenibile e in -
INTERVISTA A MARIANNA VOLLARO, CEO DI ENDURA
Marianna Vollaro, CEO di Endura, ha recentemente partecipato alla missione strategica in Arabia Saudita organizzata da Confindustria Emilia. In questa intervista, ci racconta le motivazioni dietro la partecipazione, le tappe salienti del viaggio e le opportunità di business identificate.
Cosa vi ha spinto a partecipare alla missione strategica in Arabia Saudita promossa da Confindustria Emilia?
La decisione di partecipare alla missione strategica in Arabia Saudita, promossa da Confindustria Emilia, è stata motivata dalla volontà di esplorare nuove opportunità di business in un mercato in rapida crescita e di rafforzare le relazioni con partner locali. La Vision 2030 saudita, con i suoi ambiziosi progetti di sviluppo e diversificazione economica, rappresenta un’opportunità unica per le imprese italiane di inserirsi in settori strategici come l’innovazione tecnologica, la sostenibilità e l’energia rinnovabile.
Quali sono state le tappe salienti del viaggio? E, di tutte, quale vi ha colpito di più e perché?
Il viaggio ha incluso diverse tappe significative, tra cui la visita a NEOM, la città futuristica progettata per essere un hub globale di innovazione e sostenibilità. Tra le tappe più memorabili, la visita a THE LINE è stata particolarmente impressionante. Questo progetto di città senza strade, con edifici disposti su una linea retta, rappresenta una visione rivoluzionaria dell’urbanizzazione sostenibile.
Come azienda, quali possibili opportunità di business vedete in questo Paese?
In Arabia Saudita vediamo molteplici opportunità di business, soprattutto nei settori della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica. Il crescente sviluppo di progetti urbani, turistici e alberghieri, come quelli previsti a NEOM e in altre aree strategiche, mi porta a riflettere sulla possibile domanda in aumento per soluzioni efficaci e sostenibili per il controllo dei parassiti. Affiancare questi progetti per garantire ambienti sicuri e salubri, proteggendo la comunità, rappresenta una grande opportunità per Endura. Inoltre, il nostro impegno nella ricerca e sviluppo di prodotti innovativi e la completezza del nostro portafoglio prodotti ci permettono di offrire soluzioni personalizzate
novazione tecnologica; non solo dunque una semplice città, ma un intero ecosistema urbano concepito come laboratorio di tecnologie d’avanguardia che, con un investimento da oltre 500 miliardi di dollari, è destinato a ridefinire il concetto stesso di urbanizzazione sostenibile. In particolare, all’interno di NEOM si trovano: The Line , un progetto di smart city che potrà ospitare fino a 9 milioni
che rispondono alle esigenze specifiche del mercato saudita.
Quanto è servito condividere questa missione assieme ad altri imprenditori?
Condividere questa missione con altri imprenditori è stato estremamente utile. Ha permesso di creare sinergie, scambiare idee e best practices, e costruire una rete di contatti preziosa. La collaborazione e il confronto con altre realtà imprenditoriali hanno arricchito l’esperienza e fornito nuove prospettive su come affrontare le sfide e cogliere le opportunità in Arabia Saudita e non solo.
Come imprenditrice cosa si porta a casa da questa importante esperienza?
Da questa esperienza porto a casa una maggiore consapevolezza delle potenzialità offerte dal mercato saudita e una visione più chiara delle strategie da adottare per inserirsi con successo in questo contesto. Inoltre, l’esperienza ha rafforzato la mia convinzione nell’importanza dell’innovazione e della sostenibilità come driver principali per il futuro della nostra azienda.
di persone, senza automobili e strade, con l’obiettivo di creare un modello di insediamento urbano a impatto ambientale zero; Enowa , la società energetica e infrastrutturale del progetto, che avrà invece il compito di garantire che tutta la regione sia alimentata da fonti rinnovabili; il porto industriale , uno dei più innovativi al mondo, che fungerà da centro logistico e tecnologico per la produzione e l’esportazione di idrogeno pulito, rafforzando la posizione dell’Arabia Saudita come leader nella transizione energetica globale. Significativa è stata anche la visita a Riyadh , cuore politico ed economico del Regno, dove la delegazione ha incontrato diverse istituzioni, tra cui l’ Ambasciatore d’Italia in Arabia Saudita Carlo Baldocci , rappresentanti del Ministero degli Investimenti (MISA) ,
investitori locali e imprenditori italiani che hanno portato le loro testimonianze di attori e realtà già attive in Arabia Saudita. L’Arabia Saudita è dunque destinata a diventare uno dei nuovi “ place to be ”
dell’economia mondiale, grazie a un piano di sviluppo che mira a diversificare il sistema produttivo e a favorire l’apertura verso partner internazionali. La missione strategica di Confindustria Emilia in Arabia Saudita rappresenta un deployment del programma di presidenza di Sonia Bonfiglioli, che punta a rafforzare la presenza del sistema industriale emiliano sui mercati globali.
INTERVISTA A GIORGIA ROVERSI, CEO DI TECO
Giorgia Roversi, CEO di TE.CO. ci racconta come la missione in Arabia Saudita sia stata un’importante opportunità per conoscere un mercato in forte crescita; un viaggio che ha unito visione, ambizione e spirito di innovazione.
Può raccontarci brevemente com’è nata l’opportunità di partecipare a questa missione in Arabia Saudita?
Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di Confindustria Emilia a partecipare a questa importante missione in Arabia Saudita. A viaggio concluso, vorrei esprimere tutta la mia gratitudine all’Associazione perché ci ha dato non solo un’interessante opportunità, a livello di business futuro, ma ci ha permesso anche di vivere un’esperienza stimolante e di profondo arricchimento personale, in un momento storico di profondo cambiamento sociale ed economico per il Paese.
Quali aspetti della missione le sono sembrati più significativi?
L’ho definita, parlando con una mia collaboratrice, un’intensa settimana di bar raising: arrivare a NEOM e vedere questo ambizioso progetto di sviluppo futuristico mi ha dato un entusiasmo e una voglia di fare inaspettati. Oggi, infatti, NEOM ridefinisce l’idea stessa di città, o meglio come la considerano loro di Nation building, mettendo assieme tutti quelli che sono le key trend del momento: dall’AI alla sostenibilità energetica, all’alta tecnologia delle infrastrutture digitali. Ci siamo trovati davanti a un Paese che non solo sta immaginando il futuro, ma che lo sta costruendo concretamente, reinventando completamente il modo in cui tutto è stato fatto fino ad oggi. NEOM non è un semplice progetto sulla carta, è una realtà in costante divenire.
Ci sono specifici settori in cui l’Italia, e in particolar modo le imprese emiliane, possono giocare un ruolo di primo piano? Ha notato una domanda specifica di “made in Italy”?
Partiamo da un aspetto importante: Arabia Saudita e Italia oggi sono due Paesi strategicamente molto vicini e le nostre imprese sono particolarmente apprezzate. Da sempre il made in Italy è sinonimo di grande qualità, di attenzione al dettaglio, senza dimenticare le
nostre competenze a livello tecnico, manifatturiero e ingegneristico: per loro siamo un punto di riferimento e di paragone. Durante la missione, ad esempio, tra le possibilità di collaborazione c’è stata la richiesta di trasferire il nostro know-how specialistico ai loro giovani, un primo passo importante per costruire relazioni che potranno diventare future occasioni di business. Questo Paese potrà offrire molte opportunità alle imprese italiane e specialmente a quelle emiliane: penso, ad esempio, all’automazione industriale. Opportunità che saranno ancora più forti se come imprese riusciremo a fare sistema creando sinergie comuni e partnership efficaci per poter lavorare assieme. Ed è stato proprio questo uno degli aspetti salienti della missione: l’avere partecipato assieme ad altre imprese ha avuto come obiettivo quello di intensificare la presenza del sistema industriale emiliano su questo specifico mercato.
Ritiene che questa esperienza possa tradursi in progetti concreti nel breve periodo?
Assolutamente sì, è un mercato con un’altissima potenzialità. Quest’anno abbiamo già realizzato il nostro primo progetto in Arabia Saudita, e questo viaggio ci ha permesso di stringere contatti preziosi per creare nuove opportunità e aprire futuri canali di business.
Durante la missione c’è stato un episodio che l’ha colpita particolarmente?
Ce ne sono stati molti. Da imprenditrice, mi porto a casa un’iniezione di energia incredibile: ho visto un Paese che ha saputo davvero alzare l’asticella del fare, portando i propri obiettivi a livelli altissimi. Mi ha colpito anche l’entusiasmo con cui la nuova generazione del Paese sta abbracciando la Vision 2030 del principe ereditario Mohammad bin Salmān, un piano che punta a trasformare l’Arabia Saudita in un hub globale di innovazione e sostenibilità. Missioni come queste, soprattutto per le imprese del nostro territorio con una forte vocazione all’export, sono molto utili per acquisire non solo maggiore consapevolezza, ma anche modelli concreti di best practice per restare attrattivi e competitivi sui mercati internazionali.
Borsa del Turismo Industriale 2025
L’Emilia-Romagna racconta il made in Italy tra motori, gusto e cultura d’impresa di
Silvia Conforti
Il turismo industriale sta diventando una delle forme più affascinanti e contemporanee di viaggio in Italia. Non più solo città d’arte, mare o montagna, ma esperienze che portano i visitatori “dietro le quinte” della produzione, nei luoghi dove nascono eccellenze, innovazione e cultura d’impresa. È un modo diverso di conoscere il territorio, che unisce il fascino della scoperta all’incontro diretto con chi ogni giorno dà forma al made in Italy. Visitare musei aziendali, archivi storici e imprese in attività significa entrare nella storia del lavoro, scoprire le comunità che hanno costruito i distretti industriali italiani e
comprendere come la creatività, la competenza e la sostenibilità si traducano in valore economico e sociale.
In questo scenario si inserisce la Borsa del Turismo Industriale ( BTI ), l’appuntamento nazionale dedicato al turismo d’impresa e produttivo, organizzato da Confindustria Emilia Area Centro, quest’anno in collaborazione con Confindustria Marche, Confindustria Piemonte, Museimpresa e Associazione Paesaggio d’Eccellenza ETS, con il patrocinio di Confindustria, Federturismo, Aidit, Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Lonely Planet e Motor Valley.
La settima edizione della BTI, andata in
scena lo scorso 30 ottobre, ha portato con sé una grande novità: è stato sottoscritto infatti un protocollo d’intesa tra Confindustria Emilia, Confindustria Piemonte, Confindustria Marche, Associazione Paesaggio d’Eccellenza ETS e Museimpresa per estendere il progetto alle regioni Piemonte e Marche, accanto all’Emilia-Romagna, promuovendo un modello di turismo sostenibile, diffuso e destagionalizzato.
In Emilia-Romagna i buyer e i rappresentanti delle istituzioni hanno vissuto un itinerario che ha intrecciato motori, gusto e cultura d’impresa, confermando la vocazione del territorio come culla del made in Italy. L’educational tour, che ha
preso lunedì 27 ottobre, ha toccato alcune tra le eccellenze più iconiche della regione: dal Museo Ferrari di Maranello al Museo e fabbrica Ducati, fino al Museo e Atelier Horacio Pagani, luoghi simbolo di un saper fare che unisce design, tecnologia e passione.
Non sono mancati gli appuntamenti dedicati all’enogastronomia, con le visite alla Cantina Ventiventi, all’Acetaia Giusti e al Caseificio 4 Madonne, dove i buyer hanno scoperto e degustato vini, aceti balsamici e Parmigiano Reggiano. Il viaggio si è completato con esperienze legate alla tradizione e all’accoglienza emiliana, come il laboratorio di pasta sfoglia presso Atipico Bottega, la visita guidata nel centro storico di Bologna e una tappa a Palazzo di Varignana, tra degustazioni di vini, prodotti e oli locali. Un percorso che ha raccontato l’anima manifatturiera e gastronomica dell’Emilia-Romagna, capace di trasformare la cultura del lavoro in un’esperienza autentica e memorabile per i visitatori.
Realizzata con il supporto di APT, Motor Valley e UniCredit, che giovedì 30 ottobre ha anche ospitato l’evento principale nella sua storica sede di Palazzo Magnani, nel cuore di Bologna, l’edizione 2025 della BTI ha visto la partecipazione di 38 buyer internazionali provenienti da 15 Paesi - tra cui Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito - attivi nei settori del tour operating, dell’organizzazione MICE e delle agenzie di viaggio. Accanto a loro, 43 seller italiani rappresentativi di musei d’impresa, strutture ricettive, dimore storiche, location per eventi, operatori turistici locali e consorzi territoriali hanno presentato le proprie proposte, dando vita a oltre 1.000 incontri one-to-one in una sola giornata.
“Un successo straordinario per questa edizione ‘zero’ della Borsa del Turismo Industriale. L’entusiasmo era tangibile: oltre ottanta buyer e seller provenienti da Emilia-Romagna, Marche, Piemonte, e molte altre regioni d’Italia, hanno dato vita a nuove relazioni e opportunità concrete di business, confermando che il turismo industriale rappresenta un nuovo modo di viaggiare e di raccontare i nostri territori”, dichiara Agostino Scialfa , presidente della Filiera Turismo e Cultura di Confindustria Emilia e CEO di Hotel Cosmopolitan Bologna.
Grazie al contributo della Camera di Commercio di Bologna, alla partecipazione di Società FS Treni Turistici Italiani e Fondazione FS Italiane e al supporto di partner tecnici come Acetaia Giusti, Fondazione Cirulli, Palazzo di Varignana, Bologna Discovering, Mercure Hotel Bologna Centro, Ventiventi, Tavola della Signoria, Vivara Viaggi e I’Meetaly, l’edizione 2025 ha confermato come il turismo industriale possa essere un potente motore di sviluppo economico, culturale e identitario.
Con oltre un migliaio di incontri B2B, tre regioni coinvolte e una rete di imprese in crescita, la Borsa del Turismo Industriale si consolida come piattaforma di riferimento nazionale per chi vuole raccontare e vivere l’Italia attraverso il lavoro, l’innovazione e la bellezza dei suoi distretti produttivi.
Agostino Scialfa, presidente della Filiera Turismo e Cultura di Confindustria
Emilia e CEO di Hotel Cosmopolitan Bologna
Fondazione Gimbe
I dati mostrano un Servizio Sanitario
Nazionale tra crisi e rilancio
Disuguaglianze crescenti, definanziamento strutturale, personale demotivato e un’espansione inarrestabile del privato. È il quadro che emerge dall’8° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale realizzato dalla fondazione guidata da Nino Cartabellotta
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) si trova oggi in una profonda crisi. Il Rapporto Gimbe ne delinea con precisione le fragilità strutturali, ma al tempo stesso individua proposte concrete per invertire la rotta. La Fondazione, che ha presentato il rapporto a Roma, alla Camera dei Deputati, lo scorso 8 ottobre, denuncia da tempo un lento, ma inesorabile processo di smantellamento del SSN, che rischia di trasformare il diritto alla salute in un bene di mercato. Le analisi documentano
un progressivo slittamento del SSN verso un modello in cui la sanità pubblica perde terreno a vantaggio di un settore privato in continua e incontrollata espansione, trasformando il diritto costituzionale alla tutela della salute in un privilegio per pochi.
Un finanziamento sempre più debole
Il definanziamento del SSN resta la principale criticità. Nonostante l’aumento nominale del Fondo sanitario nazionale nel triennio 2023-2025 (+11,1 miliardi),
il suo rapporto rispetto al Pil è in costante calo: dal 6,3% del 2022 si è scesi al 6% nel 2023 e al 6,1% per il biennio successivo. Questo significa, in termini reali, una perdita di 13,1 miliardi rispetto a una proiezione a risorse costanti ( figura 1 ). Le previsioni per il futuro non sono migliori: secondo la Legge di Bilancio 2025, la quota di Pil destinata al Fsn continuerà a scendere fino al 5,8% nel 2028, scaricando potenzialmente un gap cumulato di oltre 40 miliardi sulle Regioni che, a quel punto, dovranno operare scelte dolorose:
di RM
tagliare i servizi o aumentare le imposte.
“Una situazione che si scontra con un principio costituzionale ribadito recentemente dalla Corte: quello della ‘spesa costituzionalmente necessaria’ per garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni sanitarie che il SSN è tenuto a garantire gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. Eppure, si continua a trattare la sanità come un costo da contenere, piuttosto che come un investimento strategico per il Paese”, commenta il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta .
Riparto del Fondo sanitario lontano dall’equità
Nonostante una recente revisione dei criteri di riparto, la distribuzione del Fondo sanitario nazionale continua a favorire le Regioni con una popolazione più anziana: gli aggiustamenti introdotti hanno prodotto solo modesti effetti redistributivi a vantaggio del Mezzogiorno, senza correggere le distorsioni strutturali. Nel 2024, la Liguria è la Regione che riceve più risorse pro-capite (2.261 euro), seguita da Molise, Sardegna (2.235 ciascuna) e Umbria (2.232), tutte con un indice di vecchiaia elevato. Al contrario, Regioni più giovani come Campania (2.135), Lombardia (2.154), Lazio
(2.164) e Sicilia (2.166) ricevono importi inferiori alla media nazionale (2.181). Alla base di queste iniquità vi è una quota fissa non pesata pari al 60%, che limita fortemente la possibilità di adeguare il finanziamento ai nuovi bisogni di salute, in particolare quelli dei giovani e delle fasce più vulnerabili. Le variabili introdotte su mortalità precoce e condizioni socioeconomiche, pur rilevanti dal punto di vista epidemiologico, incidono per appena l’1,5% del riparto complessivo. Infine, la
quota premiale continua a essere assegnata in assenza di criteri trasparenti e oggettivi, svuotando di significato il principio stesso di “premialità” e trasformandolo di fatto in uno strumento di compensazione politica.
Il peso crescente sulle famiglie
Secondo i dati Istat, nel 2024 la spesa sanitaria totale ammonta a 185,1 miliardi: di questi, 137,5 sono fondi pubblici (74,3%), mentre 47,6 miliardi proven -
Figura 1. Fabbisogno Sanitario Nazionale: FSN effettivo vs FSN al 6,3% del PIL
Figura 2. Composizione della spesa sanitaria (dati ISTAT-SHA, anno 2024)
gono da risorse private. In particolare, i cittadini sborsano direttamente ben 41,3 miliardi (22,3%) di spesa out-of-pocket: in pratica, l’86,7% della spesa privata è sostenuta direttamente dai cittadini ( figura 2 ).
Le conseguenze sono gravi: nel 2024 oltre 5,8 milioni di persone (9,9% della popolazione) hanno rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria. Un dato che colpisce più duramente le fasce più deboli, in un contesto segnato anche dall’aumento della povertà assoluta, che coinvolge 2,2 milioni di famiglie.
Il personale sanitario: squilibri e carenze
L’Italia è il secondo Paese Ocse per densità di medici (5,4 per 1.000 abitanti), ma è tra gli ultimi per numero di infermieri: 6,5 per 1.000 abitanti, contro una media Ocse di 9,5. Le carenze sono marcate soprattutto in Sicilia, in Campania e in Lombardia. Preoccupante anche il crollo dell’attrattività della professione infermieristica: per l’anno accademico 2025/26, il rapporto tra domande e posti disponibili è sceso sotto l’unità (0,9).
La medicina territoriale soffre, inoltre, una grave carenza di medici di famiglia e pediatri, con oltre seimila professionisti mancanti a inizio 2024.
L’Italia a due velocità
I dati 2023 confermano un quadro di profonda disomogeneità nell’erogazione delle cure: solo 13 Regioni risultano adempienti ai Livelli essenziali di assistenza. Nel Mezzogiorno, superano la soglia solo Puglia, Campania e Sardegna. Un indicatore eloquente delle disuguaglianze è la mobilità sanitaria: nel 2022 ha superato i cinque miliardi. Le Regioni del Nord come Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto assorbono il 94,1% del saldo attivo, mentre ben il 78,8% di quello passivo si concentra in cinque Regioni meridionali (Abruzzo, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) e nel Lazio, tutte con saldi negativi superiori a 100 milioni di euro. A pagare il prezzo di questa “frattura strutturale” tra Nord e Sud sono i cittadini, spesso costretti a
L’appello della Fondazione Gimbe
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spostarsi per ricevere cure adeguate. Un segnale evidente di tale squilibrio si ritrova anche nell’aspettativa di vita: secondo le stime Istat per il 2024, la media nazionale è di 83,4 anni, ma si scende a 81,7 in Campania, contro gli 84,7 della Provincia autonoma di Trento. In tutte le otto Regioni del Mezzogiorno, l’aspettativa di vita è pari o inferiore alla media nazionale, riflettendo le gravi criticità dei servizi sanitari e l’effetto combinato di povertà, diseguaglianze e minore accessibilità alle cure.
Il privato avanza, il pubblico arretra
Il Rapporto documenta un’espansione a 360 gradi del settore privato in sanità. Oltre ai soggetti erogatori convenzionati con il SSN, crescono investitori, terzi paganti e partenariati pubblico-privati. Nel 2023, delle 29.386 strutture sanitarie censite, il 58% è rappresentato da soggetti privati accreditati. La spesa pubblica per il privato convenzionato è salita a 28,7 miliardi (+22,8% rispetto al 2012), ma è in forte crescita soprattutto il “privato puro”: la spesa out-of-pocket presso queste strutture, rilevata dal sistema Tessera sanitaria, è passata da tre miliardi nel 2016 a 7,23 miliardi nel 2023 (+137%). Un segnale chiaro: sempre più cittadini, per ricevere cure tempestive, si rivolgono al mercato. Il rischio è quello di creare un “secondo binario” della sanità, riservato solo a chi può permetterselo.
Pnrr: ritardi e opportunità mancate
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresentava un’occasione unica per rafforzare la sanità pubblica. Ma a
pochi mesi dalla scadenza del 30 giugno 2026, restano da centrare 14 obiettivi della Missione salute. Il monitoraggio Gimbe segnala gravi ritardi in aree strategiche come l’attivazione di case e ospedali di comunità e l’adozione del Fascicolo sanitario elettronico.
Al 30 giugno 2025, solo il 4,4% (46 strutture) delle case della comunità aveva sia servizi che personale medico-infermieristico pienamente operativo. Anche gli ospedali di comunità presentano forti ritardi: solo 153 risultano attivi, meno della metà dei programmati. Sul fronte della digitalizzazione, il Fascicolo sanitario elettronico resta incompleto: appena il 42% dei cittadini ha dato il consenso alla consultazione dei propri dati, con enormi differenze regionali.
Verso un nuovo patto per il SSN
La Fondazione Gimbe rilancia la necessità di un “Piano di rilancio” articolato in 15 azioni concrete. Ma perché il SSN possa tornare a essere un pilastro della democrazia e della coesione sociale, serve un nuovo patto tra politica, cittadini e professionisti sanitari.
“Un patto politico per garantire risorse adeguate, superare il condizionamento delle logiche partitiche e affermare la sanità come priorità strategica”, ricorda Cartabellotta. “Un patto sociale per educare la popolazione al valore della sanità pubblica e all’uso appropriato dei servizi. Un patto professionale per rimettere al centro le competenze e il lavoro degli operatori sanitari, valorizzandone ruolo e dignità”. E conclude: “La vera sfida è trasformare miliardi di euro in strutture funzionanti, personale qualificato e servizi accessibili. Perché senza un Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale non c’è futuro per il Paese”.
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SI È CONCLUSO IL
CICLO DI INCONTRI
“DEI AWARENESS TRAINING”
Nel cuore dell’Emilia-Romagna, le imprese si trovano a fare i conti con un cambiamento che va ben oltre la tecnologia: è l’evoluzione del capitale umano. Per accompagnarle in questo percorso, Confindustria Emilia ha promosso il ciclo di formazione “Diversity, Equity & Inclusion (DEI) Awareness Training”, che tra settembre e dicembre 2025 si è svolto nelle sedi di Bologna e Modena. L’iniziativa ha rappresentato un’occasione di crescita e confronto per manager, referenti HR e professionisti impegnati nella gestione di team e progetti, con l’obiettivo di approfondire il valore strategico della diversità in azienda. In un contesto produttivo sempre più eterogeneo per genere, età, provenienza e competenze, riconoscere e valorizzare le differenze non è più soltanto una scelta etica, ma una leva concreta per attrarre talenti, stimolare innovazione e superare al meglio complessità operative e organizzative. Durante gli incontri, i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi su metodologie operative, casi aziendali e best practice, prendendo coscienza dei vari aspetti che compongono le identità e di come queste possano incidere nei contesti organizzativi d’impresa. Il percorso ha favorito una riflessione collettiva su come la diversità rappresenti a tutti gli effetti una questione manageriale e come tale possa trasformarsi in vantaggio competitivo, contribuendo a costruire ambienti di lavoro più equi e collaborativi.
In un’epoca segnata da profondi cambiamenti tecnologici e organizzativi, il tema della DEI si è rivelato centrale anche per la sostenibilità sociale delle imprese. Il progetto di Confindustria Emilia ha permesso di tradurre questa consapevolezza in azioni concrete, rafforzando il legame tra innovazione e persone.
Un’iniziativa che si inserisce nella visione di un sistema produttivo capace di mettere al centro la persona non come variabile, ma come risorsa essenziale. Perché costruire una cultura inclusiva significa, oggi più che mai, costruire il futuro dell’impresa.
news emilia
NASCE FIERE IN ACTION, IL PORTALE PER RECENSIRE
LE FIERE NEL MONDO
Ogni anno migliaia di imprese attraversano confini, allestiscono stand, incontrano buyer, stringono accordi. Ma quante riescono davvero a trasformare una fiera in un investimento vincente? Da questa domanda prende forma “Fiere in Action”, il nuovo progetto di Confindustria Emilia che raccoglie e mette in rete le esperienze delle aziende del territorio sui principali appuntamenti fieristici internazionali. Un archivio vivo e partecipato, pensato per aiutare gli imprenditori a orientarsi tra oltre cento eventi in programma nel biennio 2025-2026, dal food al packaging, dalla meccanica alla chimica,
dall’automazione ai materiali innovativi. Ogni fiera è raccontata attraverso recensioni autentiche, dati aggiornati e testimonianze dirette di chi vi ha preso parte, restituendo un quadro realistico delle opportunità, dei contatti e dei risultati ottenuti.
L’iniziativa, curata dall’Area Internazionalizzazione di Confindustria Emilia, nasce con un obiettivo chiaro: trasformare l’esperienza in conoscenza. Partecipare a una fiera non è solo esporre prodotti, ma capire mercati, stringere relazioni, misurare la competitività. Con “Fiere in Action” le imprese possono confrontarsi, valutare e scegliere con maggiore consapevolezza dove e come investire.
La forza del progetto sta nella condivisione: ogni azienda può contribuire lasciando la propria recensione, raccontando il valore, o le difficoltà, della propria parte -
cipazione. In questo modo la piattaforma diventa una community di imprese che imparano le une dalle altre, costruendo una base dati utile e trasparente per tutto il sistema produttivo.
Non si tratta solo di un calendario, ma di uno strumento strategico per leggere i mercati globali, con lo sguardo di chi li vive. Perché oggi, in un mondo interconnesso e competitivo, la differenza non la fa chi partecipa a più fiere, ma chi sa trarne più valore.
E “Fiere in Action” è il punto d’incontro tra esperienza, rete e visione: un passo avanti verso un modo più consapevole di fare internazionalizzazione. Per info: www.confindustriaemilia.it/fiere
GRANDE SUCCESSO
PER IL PMI DAY 2025
Si è tenuta lo scorso venerdì 14 novembre la 16^ edizione del PMI DAY. Nell’ambito dell’appuntamento annuale nazionale promosso da Piccola Industria di Confindustria e dedicato alle piccole e medie imprese, anche la Piccola Industria di Confindustria Emilia, come da tradizione, ha organizzato un evento che quest’anno si è svolto nella sede di Tetra Pak Packaging Solutions, a Modena, ed è stato trasmesso anche in diretta streaming sul canale YouTube di Confindustria Emilia.
Il PMI DAY è un’iniziativa presente dal 2010, organizzata dalla Piccola Industria
e rappresenta un appuntamento annuale in cui le imprese associate aprono le loro porte agli studenti per visite guidate e incontri. Mira inoltre a far conoscere la realtà produttiva delle imprese, le opportunità che offrono ai giovani e il loro costante impegno per la crescita economica. Il tema dell’edizione 2025 era “Scegliere”: scegliere cosa diventare e quale strada intraprendere per costruire il proprio percorso personale e professionale. Alla mattinata in Tetra Pak hanno preso parte oltre 1.300 studenti di vari istituti di Bologna, Ferrara e Modena collegati online oltre a quelli di tre classi modenesi (una dell’Istituto Tecnico E. Fermi, una dell’Istituto Tecnico F. Corni e una del Liceo Scienze Applicate Istituito F. Corni) che hanno partecipato in presenza nella sede dell’azienda. Al PMI DAY 2025 sono intervenuti Andrea Pizzardi, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Emilia ed Emilia-Romagna, Roberto Mastri, amministratore delegato di Tetra Pak Packaging Solutions, Federica Reverberi, business development manager di Annovi Reverberi, Giuseppe Rovatti, CEO di Coptip Industrie Grafiche, Michele Di Iorio, amministratore delegato di L.T.E. Lift Truck Equipment e Felicia Paola Diana, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna - Ambito Territoriale per la Provincia di Modena, in rappresentanza del dirigente.
CI HANNO LASCIATO
È venuto a mancare Omero Cornia, presidente del Gruppo CBM di Modena. Cornia,
93 anni, nel 1967 aveva fondato insieme alla moglie Paola l’azienda CBM, specializzata nella produzione di componentistica per trattori. Da allora la società è cresciuta per diventare un gruppo presente in tutto il mondo con stabilimenti produttivi in Cina, India e Polonia.
È deceduto a 87 anni Orazio Taddei, fondatore della Euroricambi di Crespellano, in provincia di Bologna. L’imprenditore ha lasciato una profonda impronta sul territorio, frutto di un instancabile impegno che ha saputo trasformare una piccola officina in un gruppo industriale di cinque aziende, con oltre 800 dipendenti.
È scomparsa Germana Messori, che con il marito Lanfranco, deceduto due anni fa, aveva fondato nel 1976 a Sassuolo la Sartoria Messori, realtà di eccellenza, conosciuta a livello interazionale per l’altissima qualità dei suoi abiti su misura. Dagli anni Novanta è entrato in società il figlio Gianmarco Messori, stilista e AD dell’azienda.
È scomparso a 75 anni Anselmo Finotelli, che nel 1988 insieme alla moglie Mariangela Roncarati aveva fondato la Eurocell a Renazzo, frazione di Cento, nel ferrarese, dedicandosi agli imballaggi alimentari. Dal 2010 i figli Marco e Luca hanno preso le redini dell’azienda, che esporta nella stragrande maggioranza dei paesi europei.
È venuto a mancare Massimo Tartarini, amministratore delegato dello storico Bottonificio Gianni di Zola Predosa, alle porte di Bologna. Aveva raccolto il testimone dal padre Gianni, fondatore dell’azienda che da oltre 60 anni opera nel settore della moda, lavorando a fianco dei più prestigiosi marchi del fashion.
È venuto a mancare Mario Rossi, 88 anni, legato indissolubilmente all'azienda Nobili di Molinella, specializzata in macchine agricole. Era entrato nel 1962 come dipendente e nel 1969, alla morte del fondatore Efrem Nobili, ne aveva ereditato la guida, che è poi passata ai figli Guido e Giancarlo Rossi.
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