CAM#07: La Città dei Senza

Page 8

eccellenza italiana Uno sguardo d’insieme allo status della nostra Università: dati e statistiche riguardanti l’occupazione, il numero di laureati, le prospettive e le aspettative degli studenti. articolo di Emanuele Caon

immagine Google

L’Università di Padova e le prospettive occupazionali dei suoi laureati

V

olendo valutare il grado di qualità dell’università di Padova è fondamentale interpellare gli studenti e sentire la loro l’opinione in merito alla soddisfazione per i servizi che questa eroga; ma non basta: bisogna anche analizzare la capacità dei neolaureati di trovare un’occupazione, e, soprattutto, di trovarne una “buona”. È doveroso, quindi, fare alcune precisazioni sull’università patavina, considerata in alcuni settori una delle eccellenza italiane (cfr. con la Grande guida delle università 2011-2012 presentata da «La Repubblica»). Nel settore universitario, esiste in Italia un grande divario tra Nord e Sud, e l’università padovana risulta quindi avvantaggiata, ma è interessante dare uno sguardo agli atenei stranieri: confrontando la media dei risultati OECD con quelli italiani, ci si accorge ben presto che parlare di eccellenza in Italia è quasi ridicolo. Se poi il confronto viene limitato alle università di eccellenza europea, l’immagine che si ottiene sulla condizione di quelle italiane è sconfortante, almeno per chi ha a cuore la salute dell’istruzione

8

CAM#07: la città dei senza

pubblica. Si pensi ad esempio che la Spagna, la quale vive una situazione economica forse più critica di quella italiana, investe il 79% in più per ogni laureato. Nel nostro Paese i laureati sono pochi, nella fascia tra i 25 e i 34 anni il numero dei laureati è di 20 su 100 (contro una media OECD di 37), la Francia ne ha 43 e il Regno Unito 45. I dati raccolti sui paesi membri dell’OECD mostrano come gli investimenti italiani nell’istruzione universitaria siano tra i più bassi, superiori solo a quelli dell’Ungheria e della Repubblica Slovacca. Anche il settore di Ricerca e Sviluppo, considerato cruciale per competere nei mercati a livello internazionale, è il meno finanziato tra i Paesi europei più avanzati: in Italia viene investito l’1,26% del PIL, in Svezia 3,62%. Oltre al problema di avere così pochi finanziamenti per l’università e un numero così basso di lauree, si aggiunge quello della scarsa richiesta da parte del mercato del lavoro di laureati, ovvero di personale specializzato e qualificato. Prima di giustificare questo fenomeno con la facile etichetta della crisi economica, è im-

portante precisare che in Italia, nel 2011, la domanda di laureati ha rappresentato il 12,5% di tutte le assunzioni previste, mentre negli Stati Uniti le previsioni per il decennio 2008-2018 stimano il fabbisogno di laureati per il 31% sul totale delle assunzioni. Questo fenomeno è causato non solo dalla tipologia delle imprese italiane, medio-piccole e a conduzione familiare, ma soprattutto dalla scarsa specializzazione tecnologica delle imprese e dal basso livello di istruzione degli imprenditori. È ormai accertato e generalmente riconosciuto che all’aumentare del livello di istruzione dei titolari d’azienda e del livello tecnologico utilizzato nella produzione, la domanda di laureati aumenta. In particolare nelle imprese in cui il titolare possiede la laurea il numero dei laureati assunti è del triplo rispetto alle altre. In Italia, delle persone tra i 55 e i 64 anni, solo una su dieci è laureata: la metà esatta della media dei paesi OECD. Il ritardo italiano è quindi un problema antico, le cause degli scarsi investimenti nell’istruzione universitaria e dello scarso impiego di laureati vanno ricercate in un livello di istruzione piuttosto basso. Consapevole di avere solo accennato ai problemi dell’università italiana, vorrei ora stringere l’attenzione su Padova. Per fare una valutazione dell’università patavina, mi concentrerò sulla capacità dei neolaureati di trovare un occupazione a sei mesi dal conseguimento della laurea, col fine di valutare la capacità di

www.conaltrimezzi.com


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.