BOUN SYUNJU 暮雲春樹 #03 Italian version

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BOUN SYUNJU 暮雲春樹 L’abbraccio dell’arcobaleno libro: Rosetta Savelli arte: Elena Lombardi - Shogoro - Stefano Giglio musica: Corner in bloom 06 Maggio 2019 Unesco - Bologna 07 Maggio 2019 ore 18 Libreria Bocca - Milano

BOUN SYUNJU Numero 03 Primavera 2019


BOUN SYUNJU 暮雲春樹

Boun Syunju è una rivista virtuale, dove i contenuti non si leggono, ma si incontrano.


BOUN SYUNJU 暮雲春樹 Numero #03 primavera 2019

Libro: L’abbraccio dell’arcobaleno -

Rosetta Savelli

Arte: pop-up art exhibition -

Elena Lombardi , Shogoro, Stefano Giglio

Musica: Corner in Bloom -

Leonardo Gatta, Lorenzo Giosa, Francesco Tassinari

Patrocinato da: - Consolato Generale del Giappone a Milano - Fondazione Italia Giappone - UNESCO Bologna Organizzato da: -

Associazione Culturale C13 Venezia Gorogama Osaka Libreria Bocca UNESCO Bologna


“L’abbraccio dell’arcobaleno” Graphic design by Elena Lombardi


BOUN SYUNJU 暮雲春樹 #03

Libro: L’abbraccio dell’arcobaleno

Il racconto narra di una lotta accanita senza fine tra i colori rosso, giallo, verde, azzurro che si conclude con un finale a lieto fine, con un abbraccio collettivo a formare un arcobaleno.

… Era guerra, guerra forte, guerra dura fra i colori. Tutti volevano vincere e nessuno voleva perdere. Più che una guerra vera e propria, fatta di armi, bombe e cacciatorpedinieri era una guerra più subdola e più nascosta, fatta di rivalità, di invidie e di gelosie. ……… Rosetta Savelli


UNESCO Bologna – Palazzo delle Principesse


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Sede UNESCO Bologna Palazzo Torfanini Palazzo rinascimentale Torfanini, l'edificio, costruito da Bartolomeo Torfanini, è un notevole esempio di architettura rinascimentale bolognese. Nel 1544 furono avviati lavori di ampliamento del fabbricato e del portico e Prospero Fontana dipinse la facciata; all'interno fu affrescato un importante ciclo pittorico attribuito a Nicolò dell'Abate e in parte conservato nella Pinacoteca di Bologna. Nel 1732 le Principesse Estensi di Modena, nuove proprietarie del palazzo, incaricarono Alfonso Torreggiani della sua ristrutturazione. È conosciuto anche come il “Palazzo delle Principesse”.


Corner in Bloom - Paragraph


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“Corner in Bloom è un progetto musicale, risultato e sintesi di anni di amicizia tra i suoi componenti: Leo, Lollo Gavo e Tassi, quattro amici che da sempre si incontrano e spesso si risolvono nella musica. Dai raccolti ed intimi angoli di provincia, decidono allora di muoversi più volte in diversi angoli di mondo, per esibirsi e raccontarsi negli spazi pubblici di inediti contesti europei. Le atmosfere degli scenari più intimi si mescolano ai luoghi incontrati lungo il cammino. Ai rumore uditi. Alle persone conosciute. L’angolo in fiore, dunque, è la cornice di senso alla passione costante e condivisa per la musica.” Lorenzo Gatta “Corner in Bloom”



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FOTO 1 – 4 Shogoro – Titolo: A-UN

Tutte le cose in questo mondo fanno coppia.

FOTO 2 Elena Lombardi – Titolo : Equilibri

FOTO 3 Stefano Giglio – Titolo: Lotta



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Elena Lombardi - Equilibri - Galestro



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Stefano Giglio - Lotta - Bucchero e vernici industriali


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L’abbraccio dell’arcobaleno

Lo scorso 6 maggio nella sede del Centro per l’UNESCO di Bologna si è tenuto l’evento “L’abbraccio dell’arcobaleno” con la partecipazione, fra gli altri, del Maestro ceramista Shogoro Nomura, proteso con la propria opera a diffondere la concezione dell’arte non meramente fine a se stessa, ma volta al miglioramento delle relazioni umane. L’incontro cui hanno preso parte anche i ceramisti italiani Stefano Giglio ed Elena Lombardi, è stato allietato dalle musiche dei Corner in Bloom. Interessante è stato il resoconto aggiornato sullo stato della candidatura dei Portici di Bologna a Patrimonio Mondiale dell’Umanità esposto dal Presidente Avv. Bruno Cinanni, intervistato dalla giornalista e scrittrice Rosetta Savelli, la quale ha sapientemente posto gli interrogativi maggiori sull’argomento. Molto piacevole anche l’illustrazione, da parte dell’Arch. Nicoletta Gandolfi, degli aspetti architettonici che caratterizzano i Portici bolognesi. A tutti gli artisti intervenuti ed alla Dott.ssa Rosetta Savelli è stato consegnato un attestato da parte del Centro per l’Unesco di Bologna per il tramite del proprio Presidente, il quale ha ringraziato gli ospiti per la sensibilità mostrata in ordine alla tematica della candidatura dei Portici. Infine, per omaggiare la cultura nipponica in generale, che ha esercitato il suo influsso su importanti esponenti della letteratura italiana del 900’ come Saba, Quasimodo, D’Annunzio, è stata data lettura a due poesie, opera della sottoscritta, relative a tematiche naturalistiche ed emozionali, care alla cultura del Sol Levante. La prima delle due poesie, dal titolo “Ciclicità”, celebra il risveglio della natura dopo la pausa invernale. La seconda, dal titolo “Nera è la notte”, tratta la tematica dell’immigrazione e del traffico di esseri umani con le gravissime conseguenze sotto il profilo umanitario.

Avv. Doriana De Simone per il Centro per l’UNESCO Bologna

Font: www.unesco.bo.it


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Incontro tra Italia e Giappone per la Candidatura Unesco dei portici di Bologna. Si è svolto qualche giorno fa presso il Centro Unesco di Bologna una serata culturale tra Italia e Giappone alla presenza del presidente del Centro Unesco Avv. Bruno Cinanni con famosi ceramisti, Stefano Giglio, Elena Lombardi e Shogoro Nomura nominati dal presidente come testimonial della candidatura dei Portici di Bologna. Vi è stata anche Rosetta Savelli, scrittice e blogger che ha letto una sua fiaba vincitrice del 6 premio letterario per fiabe inedite dal titolo “Una fiaba azzurro Ceno”. Infine la serata è stata accompagnata dalla Band forlivese “ Corner in Bloom” di giovani talentuosi : Leonardo Gatta, Lorenzo Giosa, Francesco Tassinari, Lorenzo Gavelli, Tommaso Stanghellini e Giulio Donati. Vi è stato al centro un incontro, si è parlato anche dei portici e della loro candidatura. Se ne riporta brevemente la storia. Bologna è la città più porticata al mondo. Nel centro storico, i portici misurano in totale quasi quaranta chilometri, se si aggiungono anche quelli fuori dal centro si arriva complessivamente ad una lunghezza di strutture porticate di circa 53 km. A Bologna ci sono portici unici, a partire da quello di San Luca, che con i suoi quasi quattro chilometri di è il più lungo del mondo. Da studi recenti sembra che la prima testimonianza di questo straordinario patrimonio architettonico risalga all’anno 1041 a causa dell’Univers Bologna che attirava in città moltissimi studenti e accademici, oltre all' incremento della popolazione dovuto all’immigrazione dalle campagne vicine. Nascono come abuso edilizio poi regolamentato fin dalla fine del 1200. Le abitazioni ampliarono i piani superiori con la creazione di sporti in legno sorretti dada mensole dette“beccadelli”. Con il passare del tempo, gli sporti aumentarono in grandezza, per cui fu necessario costruire colonne di sostegno dal basso L’ingegnosità del portico ebbe da subito una triplice valenza. Oltre all’aumento di cubatura delle residenze, costituiva un riparo per la popolazione dalle intemperie e un luogo di passaggio e di ritrovo, di scambio di merci e quindi commerciale , oltre ad avere una forte valenza estetica e caratterizzante.


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I primi portici erano in materiale ligneo e ad oggi ne rimangono alcuni tra cui Casa Isolani, in strada Maggiore, risalente al XIII secolo, insieme all’elegante Casa Grassi in via Marsala e a Casa Rampionesi, in via del Carro. Nato durante l’Alto medioevo come un vero e proprio abuso edilizio ai danni della comunità e riconosciuto come una proiezione arbitraria della proprietà privata nello spazio pubblico della strada, il portico bolognese trovò una sorprendente rivincita alla fine del XIII secolo, quando venne così apprezzato per le sue qualità utilitarie e formali, che gli statuti cittadini lo resero obbligatorio, a partire dal 1288, per qualsiasi nuova costruzione. Fu stabilito comunque che l’uso del portico fosse pubblico, pur essendo realizzato da privati su spazio privato. Questa normativa, a distanza di oltre 700 anni, è ancora vigente Da allora in avanti il portico si diffuse in modo capillare lungo il tracciato delle nuove strade, rendendo inconfondibile il paesaggio urbano di Bologna nei secoli successivi. Mentre nella maggior parte delle città italiane, dopo il Trecento, assistiamo dapprima a un declino, poi alla progressiva scomparsa del portico dalla scena urbana , Bologna fa una scelta in senso opposto. I numerosissimi portici non mancarono di dimostrare la loro utilità sotto molteplici aspetti: rendevano abitabili i pianterreni umidi, offrivano un riparo asciutto ai viandanti che vi transitavano, e sebbene al comune fosse garantito l’uso pubblico del suolo ove sorgevano, la manutenzione di ogni portico rimaneva pur sempre a carico dei proprietari, in quanto parte integrante dello stabile. Fra i tanti portici di Bologna si possono inoltre distinguere quelli medievali da quelli rinascimentali, ed entrambe le categorie hanno ovviamente un elevatissimo valore storico e culturale. Tra quelli medievali più importanti (realizzati in legno) c’è il portico di Casa Isolani in Strada Maggiore, costruito attorno al 1250, che rappresenta uno dei pochi esempi di costruzioni civili bolognesi del XIII secolo rimaste intatte. Altri esempi meno illustri di portici medievali sono quelli di Palazzo Grassi, in via Marsala, e quello di Palazzo Reggiani. Tra i portici rinascimentali invece, il cui numero è sicuramente maggiore, si possono invece citare il portico laterale della basilica di San Giacomo Maggiore in via Zamboni, il palazzo Bolognini, le case Beccadelli in piazza Santo Stefano ed il portico detto “dei bastardini” in via d’Azeglio, nome che deriva dall’orfanotrofio che ivi ebbe sede fino al 1797.


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Nella seconda metà del XVI fanno inoltre la loro comparsa i portici-loggia, splendide vie porticate tra le quali si possono citare quella che sostiene e nasconde la chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano, il loggiato del Palazzo ddl Monte in via Galliera, il portico del Pavaglione, il portico degli Alemanni (il più antico di Bologna costruito fuori dalle mura cittadine, nonché il secondo più lungo in assoluto dopo quello che conduce al Santuario di San Luca), il portico di San Luca ,il più lungo della città) La candidatura a patrimonio UNESCO Il dossier di candidatura è quasi ultimato e sarà proposto al Ministero per i Beni Culturali nel prossimo settembre. Sono stati effettuati sopralluoghi in città per perfezionare la selezione dei tratti di portico che faranno parte della candidatura Non potendo candidare tutto il centro storico, perchè ve ne sono già troppi in Italia, si sono dovuti scegliere 12 tratti, e precisamente: via Santa Caterina, via Santo Stefano e Palazzo della Mercanzia, le vie Galliera e Manzoni; Strada Maggiore, il portico del Pavaglione e piazza Maggiore, il Baraccano, San Luca, via Zamboni, il portico della Certosa, piazza Cavour e via Farini, il portico dell’ex Forno del Pane (quello del Mambo) e il treno della Barca. La consegna definitiva del dossier è prevista per febbraio 2020 e nell'autunno dello stesso anno, seguirà la visita degli ispettori. Infine, a febbraio 2021, la città avrà il responso. Il lavoro di studio e promozione del progetto è iniziato nel 2006, e ora i tempi sono maturi per sottoporre la candidatura alla fase finale di valutazione. Le candidature avanzate dall’Italia sono valutate con particolare severità, essendo il Paese con il maggior numero di siti UNESCO al mondo (54). La lista è sempre più selettiva, per ottenere un bilanciamento tra i siti europei ed extraeuropei. Tra i 10 criteri per l’inclusione dei beni nella lista del Patrimonio si sta anche lavorando sulla definizione di “Eccezionale Valore Universale”, dettato dalla presenza pervasiva dei portici in tutta la città, sia in centro storico che in periferia, dalla legislazione secolare, dallo stato di conservazione e dal loro uso quotidiano. Inoltre costituiscono valore unico le antiche origini architettoniche, a partire dalle antiche civiltà occidentali (greca e romana). Infine l’aspetto sociale: dal Medioevo a oggi i portici rappresentano il luogo dell’integrazione per eccellenza, dove gli spazi civili e religiosi, le abitazioni private, appartenenti a tutti i ceti sociali, sono perfettamente integrati.

Nicoletta Gandolfi

Font: www.unesco.bo.it



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La storica Libreria Bocca apre a Torino nel 1775 coi fratelli Giovanni Antonio Sebastiano e Secondo Bocca, nativi di Asti. Oggi la Bocca è forse la più antica azienda libraria rimasta in attività. Cinque sono state le sedi della libreria in passato: Parigi, Firenze, Roma, Torino e Milano, l’unica sopravvissuta. Le sorti dell’azienda per lungo tempo hanno seguito quelle dell’Italia, i Bocca stampavano per Casa Savoia. La cultura nazionale ha un grande debito nei confronti della casa editrice che annovera tra i suoi autori Gioberti, Pellico, Previati, Segantini, Nietzsche, Kierkegaard, Freud. La libreria grazie a Giorgio Lodetti è diventata un luogo di incontro per artisti. Negli ultimi anni si sono soffermati: Yamamoto koji, Renato Volpini, Günter Pusch Shuhei, Matsuyama, Oki Izumi, Massimo Bollani.



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Elena Lombardi - Equilibri - Galestro



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Stefano Giglio - Lotta - Bucchero e vernici industriali



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Shogoro もし、もう一度生まれ変わることがあったら 母さん…あなたの子供に生まれて…いいよね? でも、そううまくいかない世の中だから… いま言っとく…生んでくれて…ありがとう…

先立つ者よ…私が生きている限りあなたたちは死ねない 私とともに生きていて歳をとっているのだ 生きて側にいれば… …こうしたのではないか…あぁ言ったのではないか…と 私の現実(うつつ)と妄想(まぼろし)で…共に生きているのだ 行ったり来たり…あなたたちと共に生きているのだ

当たり前のように…他人のために生きられる人がいる 金のためでなく…人のために そこに希望がある 勇気と誇りがある


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わたしには常にあなたが必要でした 今でもいつだってあなたはわたしのお手本なのです 何故ならあなたはわたしを見捨てないでしょうから 師匠…きっとあなたは…気づいてないのでしょうね わたしは良い弟子だったのですよ あるいは… それすらもあなたの計画の一部だったのかもしれませんがね

名前を呼んでもらえないということは なによりつらいことなのです 存在する意味があったのだろうか 私には価値があるのだろうか なにかを得ただろうか…誰かを好きになっただろうか 何かに必死になれただろうか…と…不安になるとき 誰かに名前を呼ばれたいと…こころからおもうのです



BOUN SYUNJU 暮雲春樹 ISSUE #03

大阪

ヴェネツィア

-ミラノ 2019 年 05 月 07 日