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Colla

«Che cosa facciamo?», chiese allora la prof allargando le braccia e rivolgendosi al resto della classe, «Non possiamo mica lasciarlo qui». Per un attimo AolaMan fu attraversato dallʼidea di Boccione che restava a dormire sul banco del laboratorio dʼinglese, svegliandosi solo al pomeriggio quando non cʼera più nessuno nella scuola. Sorrise al pensiero dellʼespressione sorpresa del compagno. Poi però gli venne in mente uno scherzo che gli parve certamente più divertente, e allora decise che era giunto il momento di offrirsi volontario per il bene della scuola e del suo compagno narcolettico. La professoressa lasciò fare; non si può dire che avallò la cosa, ma certo non si oppose. Del resto si era ormai quasi alla fine dellʼanno scolastico e in quel periodo i professori tendono a concedere qualcosa agli studenti, tollerando le loro goliardate. AolaMan andò alla postazione di comando del laboratorio, infilò la cuffia e accese il microfono, collegandosi solo con Boccione. Guardò i compagni che già ridevano guardando lui e Boccione alternativamente, e pensò fosse il caso di dare il meglio di sé per tirar fuori un bel grido. Prese fiato e poi strillò nel microfono con quanto fiato aveva in gola. «Boccioneeeeeeee!». Contrariamente a quanto tutti si aspettavano, Boccione non fece alcun salto sulla sedia e non morì di spavento, ma con molta semplicità tirò su la testa con la calma di chi è stato svegliato dal canto di un uccellino, si stropicciò gli occhi e, come se non fosse accaduto nulla, si diresse tranquillo verso la classe. Forse, però, era solo un modo per mostrarsi superiore in un momento in cui tutti stavano ridendo di lui. Comunque quella notte, viaggiando verso Parigi nel silenzio pressocché totale del vagone letto, AolaMan e Mascherina non poterono fare a meno di ricordare per la millesima volta quellʼepisodio. Per sorreggere degnamente lʼattacco di riso che li colse, decisero di approfittare ancora dello stato semivegetale del loro amico, presero un tubetto di dentifricio alla menta e gliene spalmarono un poʼ sotto il naso. Guardarono per qualche minuto

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