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›› POLITICA
Polemica de L’Altra Casalnuovo contro una delibera approvata in Consiglio
E’ di nuovo scontro sull’edilizia Il vice Sindaco Andrea Orefice: Vogliamo mettere in sicurezza alcune zone, lasciando fuori la camorra. Ma c’è chi teme una nuova colata di cemento incontrollata nel centro della città, dopo quelle degli anni scorsi di Marina Greco na delibera che riguarda l’edilizia casalnuovese genera polemiche e diatribe. E non potrebbe essere diversamente in un comune in cui l’abusivismo edilizio ha dilagato nei decenni a cavallo tra il ventesimo e il ventunesimo secolo. A scatenare la polemica è stata una delibera votata in Consiglio comunale con la quale si consente alle imprese edili di abbattere e di ricostruire gli edifici antichi del vecchio centro di Casalnuovo e delle frazioni di Casarea, Licignano e Tavernanova per realizzare nuovi appartamenti e locali commerciali. In pratica, la delibera spinge la ristrutturazione edilizia con possibilità di demolizione e ricostruzione nelle Zone “A” della Città di Casalnuovo. Questa delibera, oggetto della diatriba, contiene al suo interno un esplicito riferimento alle modalità di esecuzione dei lavori che dovranno essere svolti seguendo “i crismi della legalità e nel segno dell’anticamorra”, riportando le dichiarazioni del vice Sindaco, con delega all’urbanistica, Andrea Orefice. Cosa c’è allora che non va? Qual è l’oggetto della contesa? In pratica i militanti de “L’altra Casalnuovo Sinistra Unita” considerano questa decisione l’ennesima speculazione edilizia, “una nuova colata di cemento che aumenterà vani e popolazione” e hanno chiesto l’intervento del prefetto Francesco Musolino, del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, presidente della neonata Città Metropolitana, e del presidente facente funzione della Provincia, Antonio Pentangelo. Chiedono un loro intervento in qualità di “rappresentanti degli Enti detentori della potestà urbanistica sovraordinata e di raccordo e armonizzazione dei vari strumenti di governo del territorio”. Il fulcro delle loro dichiarazioni e azioni sta nella convinzione che la delibera autorizzi una procedura che potrebbe facilmente comportare la modifica del 25% del volume residenziale (usufruendo anche di un esonero dei costi di costruzione) in una zona del Comune già piena di abitazioni ma quasi priva di servizi. “La modifica porterà nei fatti a uno sfora-
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mento di tutti i parametri urbanistici esistenti in una città già satura, vittima di un’espansione urbanistica eccezionale, cui è seguita un’altrettanta esplosione demografica, che ha portato la Città ad essere un agglomerato urbano disorganico e parcellizzato, dove i servizi sono ridotti all’osso e la vivibilità sociale e ambientale risulta estremamente compromessa. Tutto ciò avviene a ridosso delle elezioni comunali e con le procedure di approvazione del PUC che non potrà più intervenire in maniera organica e omogenea nel ridisegno della città bisognosa di spazi e servizi, non certamente di un ulteriore aggravio urbanistico". Ciò che appare grave agli occhi dei rappresentanti de L’Altra Casalnuovo è che tutto potrà avvenire senza dover passare attraverso l’approvazione di organi sovraordinati. Una norma del testo unico sull’edilizia darebbe, infatti, la possibilità ai privati di poter agire firmando una semplice convenzione con il Comune. La Giunta comunale, dal canto suo, ritiene che la decisione punti esclusivamente alla riqualificazione dei rioni più centrali ma degradati, senza alcuna speculazione. “E una scelta equilibrata, che migliorerà il territorio per vari motivi: è trasparente, consentirà la riqualificazione del tessuto edilizio del centro storico, oggi fatiscente, e garantirà ogni forma di controllo stabilendo che ogni intervento debba essere attentamente vagliato
dall’ufficio tecnico e che per i fabbricati più antichi o di valore architettonico debba essere acquisito il parere della Soprintendenza. Inoltre abbiamo introdotto clausole di legalità nella convenzione che dovrà essere sottoscritta dal richiedente in modo da tenere fuori la camorra dalle opportunità economiche che si verranno a creare” ha detto il vice sindaco, Orefice. A confermare le parole del vice Sindaco anche un comunicato stampa diffuso dall’ente in cui si evidenzia il “Sì alle ristrutturazioni nel centro storico, ma non per le imprese in odore di camorra”. Nel comunicato si legge che “la finalità della delibera è quella di rimuovere gli ostacoli burocratici al reale risanamento del tessuto edilizio della parte più degradata della città che, negli ultimi anni, è stata interessata da numerosi episodi di crolli di edifici pericolanti. E, proprio per prevenire il rischio che, insieme a fabbricati fatiscenti, possano essere trasformati anche edifici con valore storico o architettonico, il Consiglio ha stabilito che tutti gli interventi debbano essere assentiti esclusivamente con Permesso di Costruire e che per i fabbricati più antichi debba in ogni caso essere acquisito il parere della Soprintendenza”. “La proposta firmata dal vicesindaco Andrea Orefice e approvata dal Consiglio prevede, inoltre, che per potere ottenere l’autorizzazione edilizia il richiedente debba impegnarsi non solo a praticare prezzi di vendita e canoni di locazione calmierati, ma anche a denunciare alle Autorità competenti eventuali tentativi di estorsione” continua il comunicato, aggiungendo che “prima del rilascio del permesso l’Ufficio Tecnico dovrà inoltre richiedere alla Prefettura le informazioni antimafia sul conto sia dei richiedenti che della ditta incaricata dei lavori e nessuna autorizzazione potrà essere rilasciata in caso di informazioni negative. Si tratta di una sorta di protocollo di legalità mutuato dagli appalti pubblici, che non ha precedenti nel settore della edilizia, ma che nel Comune di Casalnuovo viene già applicato in virtù di una circolare emanata dallo stesso Assessore Orefice all’inizio del mandato” conclude la nota diramata dall’Amministrazione comunale.
Anno XXI - numero 360 - Sabato 6 dicembre 2014