Dmc 3 2016

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prezzato come rinnovatore dei temi biblici, è anche conosciuto per la qualità delle sue raffigurazioni del mondo popolare. Il suo occhio coglie la vita, con le debolezze e le miserie quotidiane. Sulla sua scia i figli. Le sette opere di misericordia è di Pieter Brueghel il Giovane, che ha ripercorso il successo paterno con opere come la Danza nuziale all’aperto e La trappola per gli uccelli, e Jan Brueghel il Vecchio, detto anche “dei Velluti”, per la sua perfezione pittorica. Tra i discendenti, Abraham Brueghel è specializzato nelle nature morte, come la Grande natura morta di frutta in un paesaggio, mentre di Marten van Cleve, tra i più attenti al lavoro del capostipite, è presente la straordinaria serie del Matrimonio contadino. La Natura, che sovrasta l’uomo, spesso succube della sua potenza, assume il ruolo di vera protagonista della storia umana e viene rappresentata con una cura nel dettaglio, una ricchezza e una bellezza compositiva mai vista prima. Il percorso è anche l’occasione di vivere un’esperienza giocosa e interattiva, che mette in contatto lo spettatore con i soggetti della Natura o gli permette di sbirciare tra i protagonisti delle nozze contadine. La mostra è aperta sino al 19 febbraio 2017, ed è un’ottima occasione per approfittare di conoscere meglio una città, Torino, che ha tante cose da offrire.

Pavia

Pavia continua a proporre mostre interessanti e a sottolineare quanto la cultura valga nella comunicazione della propria immagine Prima mostra d’autunno a Pavia, Guttuso. La forza delle cose, ha nel titolo un elemento importante, evocativo, che invita a visitare l’esposizione. Le parole “forza” e “cose” sembrano acquisire, proprio dal venire accostate, una maggiore pregnanza, e del resto tale espressione è più che

mai appropriata per la straordinaria forza espressiva e la potenza cromatica, che animano gli oggetti delle tele di Renato Guttuso, i quali ne diventano i protagonisti indiscussi. La mostra, ospitata alle Scuderie del Castello visconteo fino al 18 dicembre, propone infatti un aspetto particolare e meno conosciuto di uno degli artisti più noti del Novecento italiano. Le nature morte costituiscono, dalla fine degli anni Trenta, una componente essenziale della produzione di Guttuso e un punto di riferimento per i pittori della sua generazione. Prospettiva di fascino L’esposizione, oltre 50 dipinti, scelti dai curatori, Fabio Carapezza Guttuso, figlio adottivo del pittore e Susanna Zatti, intende offrire al pubblico una prospettiva inedita e di fascino sul percorso artistico del maestro siciliano. Natura con drappo rosso del 1942 è il capolavoro che testimonia l’impegno dell’artista per la drammatica condizione imposta dalla dittatura e dalla guerra; nel dopoguerra, in Finestra si nota l’interesse per il postcubismo di Picasso, una fase più meditativa negli anni Sessanta, mentre nei Settanta-Ottanta, la continua ricerca del reale dà vita a dipinti come Cimitero di macchine (1978), Teschio e cravatte, Bucranio, mandibola e pescecane,(1984). L’esposizione è arricchita da una serie di fotografie, in parte inedite, dagli Archivi Guttuso, che permettono di approfondire la vita dell’artista e le sue amicizie e collaborazioni con, scrittori come Moravia e Vittorini, scultori, come Manzù e Moore, poeti, come Pasolini e Neruda, registi, come De Sica e Visconti, musicisti come Nono. Spiace però che il percorso non preveda nessuna opera, che indichi il suo perenne impegno politico e sociale, dal quale non si può prescindere parlando di Guttuso.

Dipinti di Guttuso


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