Macba, Richard Meier • Architypes n. 1

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Hoffman House, East Hampton 1967-69 destra Westbeth, New York 1967 di fianco House in Old Westbury, Old Westbury, New York 1969

01. la vita, le opere , la poetica

Saltzman House, a East Hampton, 1967-69

macba

.9 un ponte sospeso che collega la piccola guesthouse alla casa principale, mentre il secondo, serve i livelli superiori e sorge diagonalmente rispetto al centro della casa, fungendo da collegamento tra pubblico e privato. È da riconoscere, in questa come in altre residenze realizzate in seguito, l’influsso degli esercizi di stile sui “nove quadrati” di John Hejduk, al fianco del quale Meier insegnerà dal ‘62 al ‘73 presso la Cooper Union di New York. Tra queste abitazioni anche la Hoffman House, ad East Hampton, New York (1967-1969). La Hoffman House ha spazialità complessa e dinamica, racchiusa in una involucro discreto e, a differenza delle case precedenti, non interagisce con il paesaggio, bensì è rivolta verso l’interno, verso il privato. La pianta è costituita da due doppi quadrati: uno ortogonale e uno ruotato di 45° relativo all’ingresso. Si generano così due spazi tra loro collegati, uno di forma rettangolare parallelo alla strada e l’altro disposto in diagonale. La parete verso la strada è opaca, per garantire riservatezza allo spazio vitale del traffico. Ad ovest è disposto il camino, dalla forma indipendente ed estratto dalla volumetria della casa. In tutti gli edifici residenziali di Meier si respira un conflitto latente tra la tendenza alla scultoreità intesa in senso fortemente figurativo e la preoccupazione per il lineare considerato essenziale. Il massimo della dissonanza tra rettilineo e curvilineo, tra scultoreo ed essenzionale, si ha nel progetto della Pound Ridge House e nella Smith House, mentre si risolve parzialmente nelle successive Douglas House e Chappaqua House. Nel 1967 lavorerà alla conversione dei vecchi Bell Telephon Laboratories del Greenwich Village di Manhattan in alloggi per artisti (1200 persone in 383 unità abitative), il Westbeth. Il complesso è concepito come un sistema integrato, un luogo per una comunità autosufficiente che avrebbe fornito ai residenti non solo spazi loft in cui vivere e lavorare, ma anche spazi comuni come galleria, ambienti per teatro, cinema, fotografia, danza e studi. Le caratteristice che colpiscono


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