Rapporto immigrazione in Trentino 2016

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impronte, il trattenimento delle persone, le precarie condizioni di accoglienza, impedisse di svolgere le attività di protezione per cui si erano mobilitate. Possiamo dunque parlare di un panico europeo di fronte ai rifugiati, e di un tentativo sempre più esplicito di sottrarsi agli obblighi di tutela dei diritti umani che sono sempre stati esibiti come un vessillo della civiltà europea. Due equivoci sono al contempo causa ed effetto del panico. Il primo è il legame tra rifugiati e terrorismo. I responsabili degli attentati sono nati e soprattutto cresciuti in Europa, ma di fronte agli attacchi i governi annunciano immediatamente la chiusura delle frontiere. Mostrano di credere che le minacce vengano dall’esterno, o forse intendono far vedere all’opinione pubblica che fanno qualcosa per difendere i rispettivi paesi dalle minacce terroriste. Il secondo equivoco è la confusione tra immigrati e rifugiati già considerata in precedenza, che ha effetti insieme enfatizzanti e distorsivi.

6. Il Migration Compact del governo italiano Il governo italiano ha successivamente ripreso l’iniziativa in Europa sull’argomento, presentando un progetto, nelle intenzioni ambizioso anche se nei dettagli ancora molto vago, il Migration Compact. Il progetto ha il merito di rilanciare la cooperazione internazionale, e quindi l’impegno europeo in favore dello sviluppo del Sud del mondo. Il suo limite è quello di subordinarla a un intento preciso e orientato nella direzione del senso comune: esternalizzare i controlli, accogliere chi ne ha il diritto al di fuori dell’Europa, preservare l’Unione da scomodi obblighi umanitari, evitando i deplorevoli rimbalzi dei profughi all’interno dell’UE. Non per nulla, il modello a cui il testo s’ispira è quello dell’accordo con la Turchia. Il testo infatti inizia parlando di un’Europa posta di fronte a fenomeni migratori “crescenti” e “senza precedenti”. Al contrario, le migrazioni nell’UE sono nel complesso stazionarie, intorno ai 53 milioni di persone, compresi circa 20 milioni di migranti interni all’UE, su circa 500 milioni di abitanti (Idos, 2016). È aumentato soltanto il contingente molto più modesto ma ingombrante dei richiedenti asilo (raddoppiati, da 627.780 domande nel 2014 a 1.321.600 nel 2015, di cui circa il 40% ricevute dalla Germania), comunque non molti in realtà rispetto ai numeri già ricordati di Turchia, Libano, Giordania. In media l’UE accoglie 5 rifugiati ogni 1.000 abitanti, contro i 183 del Libano, i 64 della Giordania, i 32 della Turchia. Malgrado questo esordio, il Migration Compact assume una posizione più aperta rispetto all’Agenda Europea del 2015 su un punto importante: l’apertura a nuovi ingressi legali in Europa anche per motivi di lavoro, in modo da offrire un’alternativa credibile agli ingressi illegali. Il punto è cruciale se si vuole davvero evitare che gli aspiranti lavoratori tentino di farsi ammettere infosociale 49

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