Alimenti Funzionali 40 dicembre 2021

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SALUTE E BENESSERE

queste bacche sono elevatissimi (circa 5 volte superiori a quelli del mirtillo e 7 volte rispetto a goji ed açai), poiché questa pianta cresce ad elevata altitudine e in difficili condizioni climatiche. Nonostante l’arbusto raggiunga notevoli dimensioni, è in grado di produrre solo 10 kg di bacche in 7 anni. Data la sua composizione, la principale proprietà è quella antiossidante, quindi contro l’infiammazione e l’invecchiamento cellulare (inflammaging). Ha inoltre effetti d’inibizione naturale delle COX-2, con un’azione simile ai cosiddetti farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS). Le delfinidine possiedono la capacità di attivare l’AMPK, definito “enzima della vita”, poiché responsabile dei processi metabolici nella cellula. L’attivazione di tale enzima promuove la formazione di nuovi mitocondri, facilita lo sviluppo di energia dai grassi (ossidazione), riduce la sintesi del colesterolo, migliora il flusso sanguigno. Esse modulano un fattore di trascrizione (Nrf2): quando esso tracolla, come in molte patologie dell’invecchiamento, si riducono le capacità adattive della cellula e la si espone ad un’infiammazione cronica. Studi recenti dimostrano che il maqui (assunto come estratto standardizzato) ha effetti positivi anche sulla vista, protezione della pelle dal photoaging e azione di rinforzo sui capelli. Agisce sul metabolismo dei carboidrati e svolge un’azione protettiva

per le arterie, contrastando la formazione del colesterolo LDL. Una recente pubblicazione di biologia molecolare ha ipotizzato che il recettore di acidi grassi liberi FFA1 sia coinvolto nell’inibizione da parte della delfinidina dell’assorbimento intestinale del glucosio. La delfinidina dimostra di avere effetti positivi anche sulla SGLT1 e l’assunzione di 2 g di maqui per due volte al giorno ha avuto effetti nella riduzione dell’infiammazione polmonare nei fumatori lievi. Può essere utile nei casi di diarrea per la sua attività antidiarroica e regolatrice della flora intestinale. Grazie all’alta concentrazione di antiossidanti, è molto apprezzato dagli sportivi, quale valido aiuto per combattere l’ossidazione da attività fisica. In Italia questa pianta non cresce: la troviamo come succo, estratto o in polvere. È bene prestare attenzione ai frutti polverizzati senza alcuna garanzia sulla presenza di principio attivo, e preferire il consumo di estratti titolati. L’integrazione dietetica con polifenoli vegetali può essere una strategia vincente nei processi di produzione di ossidazioni e di radicali liberi. Malgrado gli effetti su soggetti sani e patologici siano documentati, sono necessari ulteriori studi per comprendere a pieno i processi biochimici con cui agisce il maqui.

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