MEC 31 - progetto di allestimento museale

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Procedendo con l’analisi, si vede come anche successivamente, in film come “Boccaccio ‘70” (1962) di Fellini, “L’eclisse” (1962) di Antonioni, “Il boom” (1963) di De Sica o “La decima vittima” (1965) di Petri, continui a comparire la Roma fascista. In questi casi, essa si veste però di un abito completamente nuovo, di un abito quasi immateriale, onirico, suggestivo. Interpreta il difficile ruolo di ospite di un sogno e lo assolve con splendida raffinatezza. Ricordando ad esempio “Boccaccio ’70”, dove onirici prelati in abito rosso, suore, prostitute e varia umanità invadono l’Eur, che diventa un memorabile e irreale set diffuso, viene in mente la scena in cui di fronte all’abitazione del protagonista (Antonio) si allestisce il ponteggio con un grande manifesto di Anita Ekberg, che diventerà la sua ossessione. Per la sequenza più surreale (la Ekberg diventa umana assumendo dimensioni fuori scala) Fellini sceglie lo spazio più metafisico: la prospettiva notturna onirica del viale Civiltà del lavoro, con lo sfondo costituito dal Palazzo della Civiltà Italiana.

Boccaccio ‘70,

Federico Fellini, 1962

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