Fr. Alfano Vaser... Così umano

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Ormai eccoci a Pasqua, all’aprile. Pasqua è festa sempre lieta; l’aprile sempre giocondo: non per quei motivi che ci parlavano tanto forte in cuore nei verdi anni, ma per quel che simboleggiano e promettono nella realtà. La primavera ci parla di un’altra primavera, che sarà perfettamente radiosa, prospera, festante, duratura, perenne, senza nubi, né tempeste, né fatiche, né preoccupazioni… Pasqua ci promette appunto quel passaggio definitivo dall’esilio alla patria, dalla terra al cielo; ci promette la risurrezione gloriosa dei nostri corpi, e l’eterna felicità. A Sandro, 31-3-1931

Lo scritto alla cognata Anastasia, il 1-6-1935, in occasione del pellegrinaggio che questa ha fatto a Lourdes, sovrabbonda della presenza di Maria:

È stata fortunata d’avere potuto assistere a quelle magnifiche manifestazioni religiose, presiedute dal rappresentante del papa e che si sono effettuate con fervore di paradiso. Quanto è buona e misericordiosa la Madonna di suscitare tanta fede e generosità, in mezzo ad un’umanità pur tanto ingrata e indifferente. È il caso di ripetere che oggidì gli estremi si toccano: la santità vicina all’empietà! 1-6-1935

L’età gli fa volgere lo sguardo verso Dio:

Con gli anni arrivano gli acciacchi, ma sono provvidenziali ci fanno acquistare meriti, ci distaccano da questo povero mondo e ci fanno pensare che abbiamo la bella patria aperta sulle nostre teste, con l’eterna primavera, con la pienezza di vita e con ogni felicità. Dunque la fede ci rende felici quanto si può essere felici quaggiù, con la pace nel cuore, la pace in famiglia e la sicurezza per l’avvenire prossimo e remoto. A Sandro, 20 -12-1937

In piena seconda guerra mondiale scrive à Sandro:

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