L'Africa dimenticata

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che non cambierà nulla, io ti rimando a casa. Ti faccio anche un piacere, che cosa stai facendo là? Quindi, se c’è un senso oggi nell’aiutare l’Africa, è nel fare questa parte di lotta qui da voi su queste questioni che sono centrali: il debito, i farmaci, la privatizzazione dell’acqua. In paesi dove piove otto mesi su dodici, se privatizzi l’acqua, hai ammazzato milioni di persone. È quello che sta succedendo oggi. La Leonesse des Eaux, una compagnia francese, sta comprando tutte le fonti d’acqua nell’Africa Occidentale. La voglia di liberté, egalité, fraternitè! Niente da dire sul discorso dell’inquietudine, il mistero dell’Africa che sta lì e forse rimarrà sempre, perché io stesso li ritrovo in Africa ogni volta che ci torno, pur essendo io un Africano nato e cresciuto in Africa fino all’età di 19 anni. Non so nemmeno perché mi hanno mandato in Europa, non avevo mai pensato di arrivare a 45 anni a mangiare spaghetti! Non sono potuto tornare perché il paese è in guerra. Però ecco, questa idea di ritrovare qualcosa di primordiale. È sbagliato dire primitivo o selvaggio, però sicuramente c’è qualcosa di primordiale, di arcaico nel senso proprio di “archè”, principio, fondamento, inizio. Ed è un sentimento fortissimo. Dopo di che c’è anche quel mal d’Africa così alla “matriciana”, quello di Licia Colò, tanto per intenderci! Questa multiculturalità semplicistica di Licia Colò dove la cultura dell’altro rimane sempre e comunque un folklore ad uso e costume degli Occidentali. Brava ragazza e si presenta pure bene, Dio la benedica. Però sta facendo un’intercultura alla matriciana, la cultura dell’altro piegata ad elementi folkloristici, residuali ad uso e consumo degli Occidentali. E a lunga scadenza, non so se è bene o un male. A volte dico che è meglio non fare multicultura piuttosto che farla mala, perché lascia delle cose profonde. Sono cose che dico anche a lei, anche lei lo sa. Importante, secondo me, è il richiamo all’essenzialità. Un invito che faccio sempre agli Europei e a tutti è il ritorno all’essenzialità, fare lo sforzo di sottrarre buona parte della nostra vita alla logica del profitto e del dare/ricevere. Chiunque riesce a fare questo ne trae giovamento. E non dovete riscoprire questo in Africa, fa parte della vostra cultura. Leggete Erich Fromm, “Avere o essere”, un libro eccezionale. È una scelta importante se io voglio vivere secondo la modalità dell’essere o secondo la modalità dell’avere. Cambia molto. Tutta la televisione sempre spingerci verso la modalità dell’avere. Invece dobbiamo ribellarci. Quando Zanotelli dice che oggi la vera idolatria da combattere è quella dei supermercati, dice una cosa molto vera e anche molto profetica. La società europea tornerà secondo me ad essere felice quando cesserà di credere che il benessere inteso come cumulo quantitativo di

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