Mi rischio tutto! Premio Alfredo Rampi - E-book

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boscaglia. Di rientro a casa, mamma gli confidò teneramente di essere incinta. Lui le carezzò il ventre sorridendo: “È femmina! In questa vita piena di rischi, sarà come una cerbiatta, sempre pronta a correre, veloce! Un grande poeta italiano le ha dedicato una lirica… Si chiamerà Dunja.” Il nostro borgo contava poche centinaia di case, in legno e pietra, con un piccolo muretto di cinta a chiudere il giardinetto e legna accatastata in fondo al cortile. Come pegno d’amore gli uomini dipingevano i muri esterni con colori vivaci, scelti dalle future spose. Il colore rimaneva lo stesso fino a quando un’altra famiglia ci andava ad abitare. Samir viveva nel villaggio sulla sponda opposta del Tirek. Il mormorio delle sue acque cullava l’abitato, riecheggiando tra le viuzze di ardesia, quando la notte solitaria calava. Tra le sobrie casette di legno, convivevano piccole botteghe di artigiani. Intagliavano il legno e, come per magia, creavano posate e altre suppellettili! Le donne, se non impegnate al pascolo o nei campi, tessevano tappeti multicolori, da rivendere al mercato. I due borghi erano collegati da uno splendido ponte in muratura. Come un mostro marino a undici gobbe, si snodava sulle acque cristalline, chiudendosi sulla vista dei borghi, appollaiati a ridosso delle sue spalle. È lì che lo incontrai la prima volta. Accompagnato il padre di buon mattino al mercato, s’affrettava a raggiungere la scuola. I suoi compagni lo seguivano 57


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