Tradere - Per le immortali Vie dello Yoga

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La Spiritualità senza lacci Nella religiosità, nella spiritualità ma anche nell’esoterismo generale viene a mancare una certa chiarezza riguardo all’uso di certi termini quali ad esempio il significato del termine “ intelletto”. L’esoterismo, specialmente, viene affrontato da molti ricercatori con gli errori e le lacune prodotti dalla modernità, ovvero dall’istruzione moderna. La parola “intelletto” viene usata correntemente ed associata agli intellettuali, a quel genere di persone che nel senso moderno, detta parola, fa pensare come dediti alla filosofia speculativa, o simili, e alle loro possibili attività, ma lontano da ogni “senso del sacro”. L’intelletto nell’esoterismo, nel senso tradizionale della parola, è quello che corrisponde in sanscrito a “buddhi”, il cui vero significato l’Occidente ha dimenticato. L’intelletto (buddhi), nell’uomo che ha avviato il proprio risveglio, è quella facoltà in grado di percepire la realtà trascendente ma che agli inizi del processo sperimenterà soltanto quelle chiamate “intuizioni intellettuali”, cioè i primi bagliori del preludio dell’intellezione. L’intelletto (buddhi) del ricercatore, una volta acceso dal primo contatto con l’ineffabilità dello Spirito, procederà con i propri passi su una strada maestra. Il ricercatore, divenuto esoterico, deve riunire tutti i suoi sforzi nella preziosa gemma della “Pietra Filosofale” ed essere cosciente di esistere (in quanto Anima) sia nel mondo relativo sia nel mondo assoluto. Quale esoterico egli ha incontrato il “segno” inequivocabile che l’Essere Divino dimora in lui, anche se ancora, umanamente, lo rappresenta in modo imperfetto. Ma quell’Essere Divino in lui, che egli sente, lo incita a realizzare che “Parte e Tutto sono UNO”. L’esoterico scopre che ogni Anima può ricevere la Rivelazione, ma ognuna in modo differente secondo la condizione di ego-corpo-personaggio karmico in cui si trova. Il risveglio dell’intelletto (buddhi) nelle sue volute superiori diviene fondamentale. L’esoterico si è reso conto da molto tempo ormai che la tradizione esterna (essoterica) finisce per distruggere quanto invece dovrebbe costruire. Tutte le religioni nel presentare il divino, ognuna a suo modo, lo fanno tra l’Assoluto e gli inizi della relatività. L’Assoluto non può che essere UNO, INFINITO, ETERNO, IMMUTABILE. Le religioni esprimono il Creatore e la creazione come l’inizio di una dualità. Così espresse, il Creatore e il creato, si fanno percepire nella relatività. Il Creatore e il creato si trovano sempre, invece, a livello divino e a fare la reale differenza è il livello di percezione attivata, cioè il livello di risveglio della coscienza raggiunto dal ricercatoresadhaka. I metodi delle religioni aiutano a conoscere il divino che rappresenta già l’inizio della relatività e non aiutano ad utilizzare il livello di sensibilità risvegliata per percepire, nel relativo, che il Creatore e il creato sono UNO, che non c’è e “non può esserci un secondo” eternamente. Le religioni essoteriche, nei metodi adottati, non tengono conto dei diversi livelli di coscienza (e quindi di percezione) dei fedeli; c’è anzi la tendenza a mantenere un livello di coscienza di gregge. Gli esoterismi invece si preoccupano del risveglio completo del potenziale umano di ogni singolo individuo, finché un giorno potrà manifestarsi il momento glorioso della connessione fra tutte le coscienze risvegliate, fenomeno-evento ben diverso della coscienza di gregge. Quel giorno sarà la ripresa delle Origini per un Nuovo Mondo. La Tradizione esoterica invece, ammantata di silenzio, anche se lentamente, costruisce. Un giorno, infatti, gli sforzi di tutti gli autentici esoterici onoreranno quell’ordine divino già stabilito nell’Universo e, alla presenza di una compiuta armonia universale la vera “Tradizione” tornerà a governare, ripristinando il Regno di Dio sulla Terra, allora l’Età d’Oro sarà arrivata davvero di nuovo. Ma prima di quel tempo dovrà lievitare di molto la coscienza esoterica nel mondo. 13


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