CREUZA DE MA: strategia di rigenerazione degli spazi pubblici e processi partecipativi

Page 87

Crêuza de mä

La questione famigliare Uno dei problemi maggiori che si rileva nella città è rappresentato dalla “parcellizzazione familiare”, fenomeno strettamente connesso con la fragilità demografica descritta e che approfondiremo ulteriormente. Esistono vari aspetti che concorrono a questa fragilità e tendenza di una presenza familiare sempre più ridotta che non riesce quindi più a rappresentare un luogo valido per l’infanzia e che accresce le problematiche sociali, già particolarmente acute a Genova. Abbiamo parlato della diminuzione della natalità dovuta ad un aumento della povertà generalizzata e al fenomeno dei matrimoni sempre più posticipati, oltre al cambiamento del ruolo della donna in famiglia ed all’aumento di separazioni e divorzi, il cui tasso risulta essere il più elevato a livello nazionale. Aumentano le coppie senza figli, le famiglie monogenitoriali e le famiglie anziane, soprattutto dei “single” anziani. Vi è poi la propensione, in una società sempre più incerta e ricca di difficoltà e poche possibilità per i giovani, a restare per un tempo prolungato in famiglia, dalla quale si è molto spesso pienamente dipendenti. É questo un fenomeno generalizzato in Italia, ma che si riscontra con grande intensità anche a Genova, dove si concentrano molte problematiche sociali. Queste condizioni familiari, e più in generale di solitudine percepita dalle persone del nostro tempo, producono disagi che non possono essere sottovalutati, sugli adulti, ma soprattutto sui giovani, vittime più sensibili del contesto che le circonda. Si riscontra a Genova, tra i giovani e gli adolescenti, un forte “disagio psichico che porta ad un grande uso di psicofarmaci anche in età precoce1”. Questa parte di popolazione, per sua natura fragile, vive con maggiore difficoltà e problematicità la solitudine dei nostri giorni; se a questa comune condizione la presenza di una famiglia con difficoltà o assenza per motivi lavorativi, spesso esclusa da rete di amicizie o parentali, possiamo meglio comprendere la natura di questo disagio. Un disagio che accomuna fortemente anche l’altra parte di popolazione sensibile, gli anziani, anch’essi sempre più abbandonati, anche per una progressiva assenza dello stato assistenziale. Altro elemento importante da non dimenticare riguarda

170

il cambiamento del ruolo della donna nella società odierna, ma ancora più in quella genovese, dove il livello di istruzione e di occupazione femminile è notevolmente aumentato. Questo ovviamente crea variabili di tipo strutturali all’interno del nucleo familiare, riguardanti la cura dei figli, della casa, i tempi e l’organizzazione della vita. In questo contesto anche gli adulti risultano poco tutelati, come nel caso dei divorzi o delle famiglie monogenitoriali che giungono spesso a sfiorare la soglia di povertà o a scendere al di sotto di essa, con tutti i problemi che ne conseguono. Se a tutto ciò si aggiunge nuovamente la crisi del “welfare” e quindi lo scarso aiuto da parte del pubblico, queste categorie vengono sovraccaricate di oneri aggiuntivi che aumentano la situazione già critica vissuta all’interno del nucleo familiare e nel contesto quotidiano generale.

3. Sampierdarena e società

una rapida crescita

stranieri residenti per classi di età* +66anni anni +66 2,8% 2,8% 46-66anni anni 46-65 24,7% 24,7%

0-25anni anni 0-25 31,5% 31,5%

26-45anni anni 26-45 43,8% 43,8%

totale residenti per classi di età*

totale residenti per classi di età* totale abitanti totale abitanti stranieri residenti al 2012:al 20,4% stranieri residenti 2012: 20,4% stranieri residenti 2001: 2,9% stranieri residenti al 2001:al 2,9%

Tendenze demografiche odierne Come abbiamo visto, il caso demografico genovese nasce dall’intreccio della storia demografica, economica e sociale della città ed è caratterizzato in particolare dai flussi di persone che giungono sul suo territorio, di origini differenti nella storia, ma sempre importantissimi per il mantenimento (fino al periodo di crisi) di un indice positivo della popolazione. Gli aumenti negli ultimi due secoli sono infatti principalmente dovuti proprio alla presenza immigrata. E come si è detto, è il 1966 che decreta un’inversione di tendenza ed un decremento della popolazione; a riprova di quanto affermato, questa data coincide con un saldo migratorio negativo, dovuto alla crisi della città industriale. Nel 1968 si verifica anche un saldo negativo naturale: la somma di questi due deficit provoca il crollo verticale della demografia genovese. Gli anni ‘90 cominciano a registrare dei cambiamenti; ricominciano le immigrazioni e il deficit si riduce. Saranno solo gli anni 2000 a segnare un ritorno di saldi migratori positivi. Si verifica anche un aumento delle nascite, dovuto soprattutto alle unioni tra stranieri, fra italiane e stranieri e fra italiani e straniere (+20% l’incidenza dei nati da almeno un genitore straniero). Successiva alla possente immigrazione proveniente dal

stranieri residenti per classi di età*

una rapida crescita

+65anni anni 46-65 25% 24,7%

0-25anni anni 0-24 21,3% 31,5%

45-64anni anni 26-45 28,2% 43,8%

26-45anni anni 25-44 25,5% 43,8%

*al 31.12.2012

sud Italia dopo il secondo conflitto mondiale, si verifica l’inizio di quella straniera, principalmente proveniente dai paesi del nord-africa, che registra presenze per la maggioranza maschili (soprattutto maghrebina e senegalese). Dalla metà degli anni ‘90, si ha un forte flusso di persone provenienti dall’America latina; nel 1999 è la comunità ecuadoriana ad essere la più numerosa. A fine 2008 i residenti ecuadoriani sono 14.788 (con un incremento del 385,2%). Tra le presenze immigrate prevale quella femminile, che è quadruplicata. La comunità ecuadoriana rappresenta il 34,6% dell’intera presenza straniera a Genova. Comunità albanese: 4531, 2518 maschi e 2013 femmine. +312,3% rispetto al 2000 Comunità marocchina: 3324: 2270 uomini e 1054 donne. +56,2% Comunità romena: 2723: 1234 uomini e 1489 donne. Tra 2000 e 2008 decuplicano la presenza. Comunità peruviana: 2344: 928 uomini e 1416 donne. +

75,8%. Comunità senegalese: 1121: 971 maschi e 150 femmine. Solo 21 unità in più rispetto al 2000. Comunità ucraina: passano da 72 unità del 2000 a 1044 del 2008. Comunità del Bangladesh: 2000-2008-> da 30 a 596 Si riscontra un’ampia presenza femminile nelle comunità latinoamericane, asiatiche (tranne Sri Lanka e Bangladesh), ucraine, russe e meno nettamente romene. Mentre la maggiore presenza maschile è riconoscibile nelle comunità africane dello Sri Lanka, quelle del Bangladesh e quelle albanesi. Vi è un sostanziale equilibrio tra maschie e femmine nella comunità cinese. Dai grafici riportati è possibile notare come sia evoluto il fenomeno migratorio e come si sia modificata la distribuzione sul territorio cittadino. La presenza immigrata rimane comunque alta nel centro storico, nonostante si registri una diminuzione a favore di

171


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.