Ticino Business

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Attualita` di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

Costosa… come una lettera alla Posta

400 350 300 250 200 150 100 50 0

Fonte: WIK-Consult (2010)

Italia

Austria

Francia

Olanda

Regno Unito

Svezia

Svizzera

Volume d’invii pro capite (2008)

Lettere e pacchi: due segmenti, due mercati e due prestazioni Recentemente il regolatore postale (Postreg) ha evidenziato le lacune che attualmente contraddistinguono il mercato degli operatori postali in Svizzera. Nel rapporto si sottolinea l’insoddisfazione dei clienti – soprattutto quelli commerciali – in particolare in relazione al rapporto prezzo-prestazioni. Nel mirino sono soprattutto i prezzi eccessivi dei segmenti sui quali La Posta detiene il monopolio. PostReg scrive: “Considerato come il 44,3% delle lettere spedite in Svizzera pesino meno di 20 grammi, il prezzo di questa categoria è particolarmente significativo”. Nel confronto europeo, la tariffa praticata in Svizzera per questa categoria di invii è tra le più elevate. Soltanto i clienti della posta norvegese, danese, belga e finlandese devono sborsare di più. Per quanto concerne il settore dei pacchi, PostReg osserva che “l’apertura del mercato ha un effetto positivo per i clienti. L’analisi ha mostrato che la clientela può approfittare delle diverse offerte e che le proposte degli operatori privati costituiscono una buona alternativa a quelle della Posta”. Questo si riflette anche nella soddisfazione dei consumatori. Risulta tuttavia importante garantire che La Posta non finanzi trasversalmente i propri servizi grazie ai risultati ottenuti nei settori in cui detiene il monopolio. In Europa, circa il 95% del volume delle lettere dipendono dai settori aperti alla concorrenza, mentre in Svizzera questa percentuale è solo del 24%. Nel 2010 La Posta ha nuovamente ottenuto un eccellente risultato nel settore del servizio di base – dove la Posta detiene il monopolio – con 665 milioni di franchi. Tenuto conto di questi eccellenti risultati, la situazione è chiara: anche se il Parlamento si è lasciato sfuggire un’occasione nel dicembre 2010, occorre aprire il mercato e abolire le disparità di trattamento tra la Posta e gli operatori privati. E sfatare una volta per tutte il luogo comune per il quale una maggiore concorrenza equivalga ad un servizio pubblico inferiore. Germania

La domanda che con una certa regolarità si ripropone negli ambienti economici è sempre la stessa. Per quale motivo la Svizzera, che nel confronto internazionale si caratterizza per un’economia liberale e innovativa, non è al passo con i tempi per quanto riguarda la liberalizzazione del mercato postale? Tempi dettati da praticamente tutti gli altri Paesi europei dove la liberalizzazione è in atto da tempo – in alcuni casi da diversi anni: ad esempio in Svezia (1994), in Gran Bretagna (2006), in Germania (2008), o in Olanda. La risposta è da ricercare in ambito politico, le conseguenze però toccano direttamente il consumatore svizzero. Oltre alla tendenza che da diverso tempo si sta delineando, contraddistinta da un costante aumento dei prezzi e dalla soppressione di numerosi posti di lavoro – oltre 10'000 – , emergono negli ultimi anni altri elementi che non permettono di tracciare un bilancio soddisfacente dell’operato della Posta svizzera. Questo sebbene i cittadini svizzeri continuino a detenere – in barba a tutti i nuovi mezzi di comunicazione – il primato mondiale di spedizioni di invii pro capite.

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