Casablanca n.32

Page 36

Librino – liberano il quartiere armati di scope impianti elettrici ed idrici, caldaie e via discorrendo). LA BUONA NOTIZIA È CHE NON È PIÙ COSÌ

Nell’aprile del 2012, la squadra di rugby del quartiere, i Briganti di Librino, nati all’interno del centro sociale “Iqbal Masih”, insieme ad un comitato spontaneo che ha preso il nome di Comitato Campo San Teodoro, ha Liberato la struttura. Un centinaio di persone armate di scope e rastrelli ha intrapreso quel giorno un lungo percorso di recupero, fatto in completa autonomia, che ha portato alla (ri)apertura della struttura. In verità i briganti avevano da tempo intavolato un confronto con le amministrazioni cittadine che in questi anni si sono avvicendate a gestire la cosa pubblica. L’anno prima erano state consegnate 7.000 firme di cittadini che chiedevano al comune di Catania di trovare delle soluzioni per aprire l’impianto. Stanchi di sentire le solite litanie, i Liberatori hanno deciso di “mettersi in proprio”. In un anno e mezzo si sono avvicendati cantieri per recuperare parti dell’impianto, feste, concerti, manifestazioni sportive anche di rilevanza nazionale, mentre nel frattempo quello che era un pascolo per le pecore si trasformava lentamente in campo da rugby. Per la gioia e con il contributo dei piccoli rugbisti del quartiere, circa 150 ragazzini, che spie-

trando, strappando erbe, rifacendo muretti pian piano si riappropriavano della struttura pubblica e soprattutto la rendevano disponibile al quartiere proprio per l’uso per la quale era stata progettata e pagata con i nostri soldi: fare sport.

Ma sport popolare, ci tengono a precisare i briganti: popolare perché la partecipazione alle attività rugbistiche è assolutamente gratuita. “Virennu facennu” – vedendo facendo –, come amano dire questi improbabili Liberatori, l’impianto è così resuscitato. Nel marzo del 2013 è stato omologato dalla

LE BRIGANTESSE: IL RUGBY È COME FARE LA MAGLIA… Le Brigantesse sono una squadra di rugby femminile nata quest’anno a Catania all’interno della società “I Briganti di Librino”. L’idea di far nascere una squadra senior femminile si colloca nel progetto più ampio della nostra società che promuove attraverso il rugby l’inclusione e l’integrazione sociale. In tale prospettiva bambine, ragazzine ed adulte non potevano certo fare eccezione. È facile che qualcuno un po’ meravigliato quando dici che giochi a rugby ti chieda “come mai?” oppure ti dica “ah! allora devo spaventarmi!”. Ma proprio per andare al di là di certi stereotipi quello che mi interessa è aprire uno scorcio di senso attraverso l’esperienza delle giocatrici, perciò per scrivere questo articolo ho pensato di usare le parole di alcune delle Brigantesse chiedendo alle mie compagne di descrivermi la loro esperienza quando sono in campo. Ammetto che sono rimasta abbastanza colpita da come le parole di ragazze che si allenano da così poco tempo descrivessero in maniera così precisa e con metafore azzeccate lo spirito di questo sport. C’è chi per esempio descrive le sensazioni che prova quando gioca come “l'esplosione di un istinto primordiale che si traduce in muscoli, forza, sudore, ma in cui ha la meglio l'intelletto, il cuore e la mano della compagna che si tende a ricevere il pallone, o la sua spalla pronta a difendere te e l'obiettivo comune“, oppure chi fin da subito si accosta a questo sport sentendo il gruppo come fonte di sostegno e accoglimento, come un “tessuto” di cui però si è anche le artefici, “... quel che mi piace di questo sport, infatti, è il gioco di squadra, l'andare oltre ad una visione del singolo, fine a se stessa; in campo, infatti, ho la sensazione che noi tutte giocatrici siamo come dei fili di una maglia che si intreccia e si modella di volta in volta sempre di più, con la convinzione di diventare un unico tessuto saldo e resistente”. Le parole delle mie compagne, non lo nascondo, oltre a farmi ricordare come mai tanto tempo fa mi sono innamorata di questo sport, credo diano un senso a quel lavoro di inclusione e integrazione sociale che come Briganti e Brigantesse stiamo facendo: un lavoro di “tessitura” sociale che nessuno vuole più fare e che invece è indispensabile fare, rendendo tutti consapevoli e responsabili della propria parte. Marinzia Sciuto – responsabile Brigantesse di Librino Chi volesse “fare un po’ di maglia” con noi ci trova il martedì e il Casablanca 36 S. Teodoro di Librino. giovedì alle 20 al Campo


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.