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MARTEDÌ 31 maggio 2011

calabria

ora

C O S E N Z A

Così la sinistra si è suicidata Tra il modello Reggio e il modello S. Giovanni molti non hanno votato Duemilacentoventotto voti sono adesso si ritrova con un pugno di momancati a Enzo Paolini per mettere a sche in mano. Conoscendo Oliverio, segno la clamorosa “remuntada” su proverà a fare buon viso a cattivo gioMario Occhiuto (6,6%). Gli aficiona- co, ma le responsabilità rimangono dos dell’avvocato-rugbysta avevano tutte e non sarà facile scaricarle su alfatto un po’ di conti e ci credevano tri. Il presidente della Provincia e i perché sommando il 15% di Perugini al primo turno al 3 di Alessandra suoi uomini negli ultimi giorni di La Valle, sarebbe arrivato pratica- campagna elettorale hanno provato mente a ridosso del rivale. Il resto in tutti i modi a far leva sulla storia di avrebbe dovuto farlo il senso di re- Cosenza, sulle sue origini, su persosponsabilità delle donne e degli uo- naggi come Gullo, Mancini, Misasi e Martorelli per provare a mettere un mini di sinistra. Non è bastato. Nel quartier generale di Paolini si argine alle divisioni e puntare ugualmente alla vittoria. grida al tradimento Ma come si fa a per il “gran rifiuto” Fallimentare non tenere conto del di Nicola Adamo e il blitz notturno gioco al massacro dei suoi “fedelissiche hanno fatto? mi”, compreso il sedi Oliverio per Avranno anche avunatore Franco Brufar convergere to le loro ragioni per no, artefice dell’ultiil Pd su Paolini scaricare Perugini mo apparentamenma sono andati in to dell’Api con Occhiuto. Ma è chiaro che non può es- delirio d’onnipotenza pensando che sere solo questo il motivo della i cosentini potessero far vincere Paosconfitta. La divisione del centrosini- lini al secondo turno. Pensare di evistra ha radici più profonde e in que- tare le primarie per calare dall’alto sti ultimi 15 giorni si è cercato soltan- un personaggio che di sinistra ha reto di salvare il salvabile ma era chia- almente molto poco, è stato un suiciro a tutti che sarebbe stata una “mis- dio. Completato, e su questo non ci piove, dalle patetiche resistenze che sione impossibile”. Il vero responsabile politico della altri hanno fatto sul nome di un sinsconfitta del centrosinistra a Cosen- daco uscente come Perugini che seza è certamente il presidente della condo loro a Cosenza era diventato Provincia nonché dirigente di spicco impopolare per il suo immobilismo, del Pd Mario Oliverio, che ha trama- la sua cattiva amministrazione e la to nell’ombra per caldeggiare la can- sua totale dipendenza da “big” come didatura di Enzo Paolini – non certo Adamo, Ambrogio, Santo e Bruno. I tentativi di ricucire lo strappo souomo del Pd – contando soprattutto sulle sue “entrature” in Sel e in Idv, e no miseramente naufragati. I “Riche-

lieu” di Oliverio hanno beccato solo improperi e porte sbattute in faccia. Sergio Aquino, che in consiglio comunale faceva l’opposizione a Mancini insieme al fratello del nuovo sindaco, pur seguendo da lontano la campagna elettorale, non ha potuto fare a meno di affermare che «chi ha fatto di tutto per spaccare il Pd adesso non ha il diritto politico di dire agli altri quello che dovrebbero fare. E non è nelle condizioni di lanciare appelli contro la destra». Già, la destra. I professionisti della politica, quelli che hanno sempre la verità in tasca, hanno pensato di “conquistare” gli incerti con il solito ritornello, con il solito fantomatico pericolo della destra. Ma qual era in questo caso la destra? Quella dell’arroganza politica? Quella del tradimento dei propri compagni di partito? Quella degli accordi sotterranei? O quella dei “boia chi molla”, come pure qualcuno ha avuto il coraggio di identificarla? Mario Oliverio, Mario Maiolo, Carlo Guccione, Maria Lucente, Giuseppe Mazzuca, Enzo Paolini e Mimmo Frammartino avrebbero dovuto cospargersi realmente il capo di cenere e non provare a vincere agitando lo spauracchio dei “fascisti”. Ma credono davvero che i cosentini di sinistra abbiano perso di colpo la memoria? Nel 1993 Giacomo Mancini vinse le elezioni con il 90% degli esponenti del Msi di allora. Eppure qualcuno esaltò l’operazione definendola di “ingegneria politica”. E adesso ci si

Guccione e Paolini meraviglia che la destra abbia vinto senza il vecchio Mancini? Finanche il nipote, fiutata l’aria, ha capito che sarebbe stato meglio fare il “salto della quaglia”… E così donne e uomini di sinistra hanno valutato che o il reggino Scopelliti o il sangiovannese Oliverio (che pure tante volte hanno votato liberamente) hanno un’idea di democrazia molto lontana dalla loro e hanno deciso di disimpegnarsi, sia al primo che al secondo turno. Gli si può dar torto? Ma non solo: tanti altri hanno messo giustamente in evidenza che una parte del Pd è stata completa-

mente assente dall’attività a favore del candidato ufficiale del partito e un’altra è andata addirittura a candidarsi nelle liste di un avversario. Possibile che a Roma non se ne siano resi conto? Hanno candidato esponenti importanti della corrente di Oliverio e Guccione, addirittura dirigenti del Pd nelle liste di Paolini per togliere voti al Pd ufficiale. Oliverio e Guccione sono scesi in campo solo per dire che avrebbero appoggiato Paolini al ballottaggio. E prima dov’erano? In vacanza? Certo che no… E avrebbero partecipato a una eventuale conferenza stampa per appoggiare Perugini al ballottaggio? Certo che no… La fotografia finale di questo disastro è tutta nelle parole di un uomo di sinistra come Franco D’Ambrosio, allibito davanti a quanto è accaduto: «Tutti ci stimiamo e ci vogliamo bene tuttavia ci diamo legnate da orbi. Parliamo di dirittura morale e di lealtà: ti do un pugno in faccia, però ti voglio bene… Non sei un uomo libero, però ti stimo… Perugini è un galantuomo, ma ora votiamo Paolini e giù, una bella coltellata nella schiena. Bene, bravi, bis. Ci hanno detto di credere negli ideali e ci abbiamo creduto ed ora ci fanno dialetticamente accoltellare, ma sempre con amicizia e stima!». Ecco, questa è diventata la sinistra cosentina. Continuiamo così, facciamoci del male… GABRIELE CARCHIDI cosenza@calabriaora.it

Il nuovo consiglio comunale MAGGIORANZA 19 SEGGI Udc 5 seggi: Antonio Ruffolo, Carmine Vizza Raffaele Cesario, Davide Bruno, Andrea Falbo Pdl 4 seggi: Katya Gentile, Lino Di Nardo Massimo Lo Gullo, Carmine Manna Popolari e liberali 3 seggi: Luca Morrone Roberto Bartolomeo, Francesco De Cicco Scopelliti presidente 3 seggi: Carmelo Salerno Giovanni Quintieri, Pino Carotenuto Occhiuto sindaco 3 seggi: Pierluigi Caputo Massimo Commodaro, Claudio Nigro I Moderati 1 seggio: Giuseppe Spadafora

Giuseppe Spadafora I moderati

Giuseppe Mazzuca Cosenza Domani

Maria Lucente Cosenza Domani

Cataldo Savastano Autonomia e diritti

Giovanni Cipparrone Sinistra ecologia libertà

Domenico Frammartino Italia dei valori

Roberto Sacco Uniti per Paolini sindaco

Giovanni Perri Giovine Cosenza

Fabio Falcone Alleanza per l’Italia

Enzo Paolini Candidato sindaco

Salvatore Perugini Candidato sindaco

Sergio Nucci Candidato sindaco

OPPOSIZIONE 13 SEGGI Cosenza domani 2 seggi: Giuseppe Mazzuca, Maria Lucente Autonomia e diritti 1 seggio: Cataldo Savastano Sel 1 seggio: Giovanni Cipparrone Idv 1 seggio: Mimmo Frammartino Uniti per Paolini sindaco 1 seggio: Roberto Sacco Giovine Cosenza 1 seggio: Giovanni Perri Pd 2 seggi: Marco Ambrogio, Luigi Sante Formoso Api 1 seggio: Fabio Falcone Candidati sidanco: Enzo Paolini, Salvatore Perugini e Sergio Nucci

Marco Ambrogio Partito democratico

Luigi Sante Formoso Partito democratico


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