economia
Una nuova casa
per il consorzio industriale di Vibo di Giusy Staropoli Calafati
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opo quarantacinque anni dalla costituzione, il Consorzio Industriale di Vibo Valentia cambia la sua sede. Scacco di palazzi. Dal cuore della città Vibonese, il Consorzio, si trasferisce nella Zona Industriale di Porto Salvo. Scacco matto per le marinate. Dopo oltre un quarantennio, le aziende che abitano la zona industriale di Vibo mare, si trovano il palazzo del consorzio al loro canto. Un palazzo fatto non di sole nuove infrastrutture, ma anche di gente che opera e coopera, con e per le aziende vibonesi. A Porto Salvo, nell’area Industriale, a collaudare ufficialmente, la nuova casa del consorzio industriale, un gran nume-
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numero 2 - 2015
ro di uomini e donne che a Vibo abitano e lavorano. Tra questi: imprenditori, operai, politici e autorità. Significativa e rigenerante, confortante nell’animo, la presenza di Sua eccellenza Monsignor Luigi Renzo, al quale è toccato il taglio del nastro. Un vescovo che invoca lavoro, assieme alla sua comunità, per il suo popolo, con un gesto semplice ma significativo. Una speranza nel rinnovamento, lo schieramento della chiesa da parte del lavoro e dei lavoratori. Da parte dell’impresa che
il lavoro lo crea e produce. Una Chiesa che svolge un ruolo importante e determinato, anche nelle battaglie umane che caratterizzano l’impresa. Il direttore del Consorzio Industriale, Gianni Staglianò, apre la tavola rotonda che si è tenuta nella sala convegni della nuova sede, con un’affermazione chiara, senza retorica, ma carica di senso d’appartenenza: “La Calabria non è la Cenerentola d’Italia”. Da qui un susseguirsi di voci e interventi, dai quali sono emersi pensieri e