Calabria Economia - n.4 2012

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Opportunità pratiche e immediate per creare sviluppo

sottovalutare la portata e l’importanza strategica che un più consistente consumo interno avrebbe per risollevare le sorti, oggi ancora più depresse, di una realtà scarsamente sviluppata. La debolissima propensione al consumo, in ambito regionale, di prodotti agroalimentari e artigianali calabresi, tocca tutti i settori della società: le singole famiglie, il sistema della ristorazione, la ricettività turistica, gli uffici. Qualcosa abbiamo smosso, ma si potrebbe fare tanto di più e con risultati sorprendenti, peraltro rispetto ai modestissimi investimenti necessari per metter su un circuito davvero positivo e duraturo. Imprese e lavoro. La Calabria con la radicata tradizione di assistenzialismo e di parassitismo, di identificazione del lavoro con il “posto fisso” o con l’impiego pubblico, e se vogliamo anche la sua diffusa connotazione clientelare, stenta a comprendere quanta strada positiva si potrebbe percorrere innescando il processo virtuoso del consumo interno. Se famiglie, ristoratori, albergatori, uffici che offrono servizi e che quindi mobilitano molte persone, iniziassero tutti assieme a privilegiare, ove possibile, il prodotto agroalimentare e artigianale calabrese, le nostre aziende trarrebbero benefici immediati, e così l’indotto (intermediazioni commerciali, trasporti, ecc.). Le maggiori risorse finanziarie che affluirebbero nelle casse dei nostri imprenditori (molto spesso, si ricordi, parliamo di ditte individuali o a conduzione familiare, o di piccole aziende con pochi addetti) salvaguarderebbe dalla crisi, e talora anche dalla chiusura, una miriade di realtà produttive, consoliderrebbe i posti di lavoro esistenti, sarebbe in grado di promuovere nuova occupazione. La questione non è solo economica, pertanto, ma anche sociale e civile, e persino democratica, in quanto un tessuto economio più robusto è meno soggetto alle aggressioni della criminalità e diventa anche più consapevole dei propri diritti e doveri, iniziando così a far evolvere il proprio rapporto con la politica verso modelli europei. Cultura, tradizioni, identità. L’essere una colonia non pregiudica solo i livelli del pil e del reddito pro capite, ma cancella anche storia, tradizioni, identità. “Consuma e Spendi Calabrese” ha anche l’effetto di stimolare la difesa del territorio sotto tutti i profili possibili: natura, ambiente, valori, culture. Una Calabria, quindi, non spogliata della sua anima, ma al contrario capace di ritrovare proprio nel suo dna le ragioni di una rinascita sempre auspicata ma sempre inutilmente attesa. I Giovani e il Lavoro. “Consuma e Spendi Calabrese” è oggi ancora più attuale. Finalmente un numero maggiore di famiglie e di individui comprende che l’occasione di trovare un lavoro è sempre meno riconducibile a una risposta di tipo

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pubblico e sempre più risolvibile in ambito privato. La strada da perseguire è chiara: concentrarsi e investire su ciò che si ha e su tutti quei comparti che, anche grazie al contesto climaticamente favoreole in cui viviamo, ha serie prospettive di crescita. Agroalimentare, enogastronomia e artigianato possono diventare i pilastri dell’economia calabrese. Una visione liberale. “Consuma e Spendi Calabrese” ha avuto il pregio, tra l’altro, di affronatre il tema dello sviluppo e dell’occupazione in un’ottica liberale. Basta con i lamenti contro Roma e contro l’Ue, basta con il pianto continuo sul destino cinico e baro, basta con le scuse (carenze infrastrutturali, insufficienza del sistema creditizio, ecc. ecc.). Per carità, non che queste gravi emergenze non esistano, ma in attesa che il mondo politico sia in grado di affrontarle e di risolverle (siete speranzosi?) occorre rimboccarsi le maniche e fare ciò che si può. L’ottica liberale affida prima di tutto al consumatore, al singolo cittadino che mangia in un ristorante o che fa la spesa al supermercato, un ruolo decisivo. Un ruolo che non richiede bandi o leggi, che non infrange le regole della libera concorrenza, che è immediatamente efficace. Il turismo, l’altra miniera. “Consuma e Spendi Calabrese” crede fermamente che la Calabria potrebbe vivere di turismo collegato all’agroalimentare, all’enogastronomia, all’artigianato di qualità, all’immenso patrimonio culturale, storico, artistico, archeologico di cui disponiamo. Inseriamo in questo positivo calderone anche una buona parte di mare e di montagne non ancora contaminati o devastati dalla cementificazione selvaggia, e la ricetta per lo sviluppo è pronta. Se il sistema Calabria (famiglie, ristorazione, ricettività alberghiera, servizi) riuscisse finalmente a promuovere e valorizzare al massimo le nostre produzioni agroalimentari e artigianali, l’offerta turistica compirebbe un enorme salto in avanti, diventerebbe più accattivante, acquisirebbe valore aggiunto. I segnali positivi. “Consuma e Spendi Calabrese” non è in cerca di primati o di medaglie. Né i furbetti o i meschini di turno hanno minimamente scalfito la forza di un’idea per molti aspetti rivoluzionaria, ma che è di tutti, e solo se sarà patrimonio condiviso potrà generare gli effetti sperati. Peraltro, occorre anche ricordare che in maniera diffusa esistono, in Calabria, molti esempi positivi che vanno nella direzione che abbiamo appena delineato. Esistono ristoratori, albergatori e anche operatori commerciali che, anche seguendo percorsi autonomi, hanno dato prova di sapere esaltare il territorio. Facciamo l’ultimo passo: creiamo il sistema! In ogni caso sappiate: non ci sono altre strade e chi le propone mente sapendo di mentire. •

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