Internos marzo 2012 (n° 32)

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Aspettando l’estate e l’alpinistica nel cuore del Monte Rosa

Breithorn, storia di una conquista Piero Sassi

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ella storia dell’alpinismo, conclusasi la grande epopea del Monte Bianco, seguì un certo periodo di stasi: quasi una sorta di ripensamento e valutazione degli accadimenti dovuti all’infrangersi di tutti i grandi tabù legati fino ad allora a questi luoghi così isolati dai territori circostanti, avvolti da misteri e leggende di ogni tipo, fino ad essere ritenuti sedi di presenze maligne. Tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, il seme della curiosità, unito al desiderio di emulare il coraggio e l’intraprendenza di H. B. de Saussure, spinse gli spiriti irrequieti a guardarsi intorno per cercare altri obiettivi degni di interesse. Da Torino e da Milano nelle giornate serene si vedeva il versante Sud del Monte Rosa, già notato e descritto in parecchie relazioni di viaggio anche molto antiche. Lo stesso Leonardo da Vinci lo pose da sfondo in alcuni ritratti eseguiti durante il suo soggiorno a Milano. Non poteva, quindi, che essere il Monte Rosa la meta di questi spiriti inquieti.

23-24 giugno 2012 Escursione alpinistica al

Breithorn Occidentale (4.165 mt.)

Per informazioni è possibile rivolgersi a:

Paolo Fontana 333.3306244 Alberto Fangareggi 335.6417639

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Dopo qualche tentativo malcombinato, Pietro Giordani, medico di Alagna, raggiunse nel 1801 un’importante punta dell’acrocoro, oggi nota come Punta Giordani. Nel 1817, fu la volta del Dr. Parrot. Nel 1819, J. N. Vincent raggiunse la famosa Piramide Vincent. Arrivò poi la Punta Zumstein, vinta da J. Zumstein, un piemontese che la salì in compagnia di Vincent sempre nel 1819. Il Breithorn fu salito per la prima volta nel 1813 (siamo quindi in vista del bicentenario) dal francese Henry Maynard, del quale non si ebbe più alcuna notizia. Nel 1821, arriva Sir John Harscel con un amico ed una guida di Chamonix Joseph Marie Couttet. Il gruppo è ospite del curato di Zermatt, col quale ebbe modo di lamentarsi per l’indesiderata compagnia di milioni di “parassiti”. Nel 1830, Lord Minto organizzò un’altra ripetizione. Fu una vera svolta tecnica, in quanto la salita venne concepita secondo un approccio del tutto rivoluzionario: per la prima volta si utilizzò il sistema della cordata.

A sinistra: Il Breithorn e il Piccolo Cervino dal Colle del Teodulo. Illustrazione pittorica inserita nella guida “Italian Valleys”, redatta dal reverendo S. W. King e pubblicata a Londra nel 1858 A destra in alto: Foto da it.wikipedia.org A destra in basso: Foto di Antonio Giani (summitpost.org)

Internos - Marzo 2012


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