ALEA News - 2015 2 1 0

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ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985

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editoriale

Alea News, Luglio 2015

di Maurizio Beraldo Non siamo tutti nativi digitali, però ci rendiamo conto di dover affrontare una realtà sempre più pervasa da questi sistemi, realtà che ci tocca prima di tutto come singoli, perché abbiamo ora a disposizione informazioni in tempo reale, possibilità di effettuare operazioni on line, dagli acquisti di beni alla prenotazione di un ristorante, o un “passaggio” in auto con il contestato Uber. E le aziende ? Il nuovo contesto porta alla modifica della struttura organizzativa: le attività legate al Web non sono più di competenza della funzione IT ma nascono nuove figure all‟interno delle aziende per governare nuovi modelli di business. Questi concetti sono delineati in un articolo che pubblichiamo della Fondazione Università Ca’ Foscari, un esempio di come l‟università si inserisce nelle dinamiche delle aziende di fronte ai cambiamenti richiesti da nuovi modelli di business. La rubrica Imprese nuove riporta, anche in questo numero, le iniziative di alcuni incubatori di start up, dirette alla formazione dei neo imprenditori e a promuovere la collaborazione libero-professionale.

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Sommario Dagli ecosistemi digitali, alla stampa 3D: l’Ateneo veneziano si candida a motore del futuro con il DIGITAL ENTERPRISE LAB, di Angela Marigo, Project Manager Digital Enterprise Lab

Imprese nuove Così virtuale, così reale, di Leo Brattoli, AREA Science Park, Trieste Innovation Academy: i neo imprenditori vanno a scuola di business, di Davide Modena, Trentino Sviluppo Quando la condivisione diventa la base di un nuovo stile lavorativo: a Friuli Innovazione nasce Area Co-working per i professionisti italiani e stranieri, di Giulia Gortan, Friuli Innovazione E’ l’ora degli orologi in legno, di Astrid Brunetti, Heiko Schoberwalter, Anna Preißler, TIS innovation park Una giovane realtà approdata a BIC Incubatori FVG S.p.A ed in crescita: PSG s.r.l, da BIC Incubatori FVG S.p.A L’agricoltura è sempre più digitale, di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino

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Dagli ecosistemi digitali, alla stampa 3D: l‟Ateneo veneziano si candida a motore del futuro con il DIGITAL ENTERPRISE LAB di Angela Marigo, Project Manager Digital Enterprise Lab

Stiamo entrando nella terza era dell‟Enterprise IT. Dopo il primo periodo dell‟ “IT Craftsmanship”, fondato su capabilities quasi artigianali, passando per la fase dell‟ “IT Industrialization”, focalizzata su Servizi IT di elevata qualità, - spiega il Prof. Giovanni Vaia, docente di Global Sourcing ed Economia Aziendale al Dipartimento di Management di Ca‟ Foscari - si è arrivati all‟uso delle nuove tecnologie per l‟abilitazione dei nuovi business model, ad una nuova cultura e a nuovi modelli organizzativi attraverso l‟utilizzo di devices mobili, social media, dati destrutturati e multimediali, internet delle cose, in una parola il “Digital”. E il Digital Business richiede nuove professionalità e nuove competenze basate su un approccio interdisciplinare che permetta di rispondere con una strategia corretta alle sfide di business, derivanti da un mondo diffusamente digitale. La parola d‟ordine, insomma, è contaminazione tra ICT, business strategy e marketing planning. E‟ in questo contesto che nasce il Workshop Executive DIGITAL ENTERPRISE LAB: non è un corso di formazione, non è un seminario, è un percorso di sviluppo manageriale, un laboratorio in senso proprio, volto alla formazione di figure professionali ad alto potenziale: deputy manager della funzione aziendale ICT o di funzioni finalizzate all‟abilitazione dei nuovi business model digitali, che intendono confrontarsi su temi di frontiera e innovazione al fine di acquisire conoscenze e competenze di orientamento strategico e manageriale, oggi considerate trasversali rispetto alle diverse funzioni aziendali. Non basta più avere in azienda degli “esperti” in Innovation Technology. È ormai tempo di riconoscere le competenze che stanno dietro a quelle figure un po‟ ibride

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Alea News, Luglio 2015 che possiamo chiamare Chief Digital Officer, Chief Marketing Technologist piuttosto che Digital Business Model Designer. Il percorso, iniziato il 9-10 gennaio 2015, composto di sei moduli di due giornate consecutive ciascuno in formula weekend, per un totale di 12 giornate, si è concluso il 24 giugno scorso con la presentazione dei progetti realizzati in team nell'ambito di un "Digital Innovation Contest" finalizzati alla creazione di un nuovo oceano blu: un progetto teso a innovare, creare, trasformare un modello di business attraverso il digitale.

“TIR” è il progetto vincitore: una soluzione che “trasforma ogni viaggio in un‟opportunità di trasporto merce tra privati”, ideata da Carlo Centofanti e Igor Marcolongo di InfoCert SpA, e da Francesco Dalan di Lago SpA. Il Workshop Executive fa parte, però, di un disegno più ampio. Il Digital Enterprise Lab (DEL), non è solo un percorso di sviluppo manageriale, è un laboratorio di sperimentazione, ricerca e formazione sul digitale a 360 gradi, che attraverso attività di ricerca, didattica ed eventi, punta a contribuire alla crescita delle competenze digitali del paese e a facilitare l‟introduzione degli strumenti digitali all‟interno delle imprese italiane. Il DEL supporta infatti studenti, imprese ed enti pubblici nei processi di valorizzazione delle nuove tecnologie digitali, stimolando processi di innovazione attraverso lo sviluppo di percorsi formativi e offrendo la possibilità di sperimentare gli strumenti a supporto del business aziendale. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.

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Alea News, Luglio 2015 Il DEL fonda la propria attività sulla seguente Vision: “Creare una Visione Digitale in ogni Impresa Italiana e nel nostro Sistema Paese”, che si traduce nella seguente Mission: “Accompagnare le Imprese e le Organizzazioni nei loro processi di Digital Transformation”. Il DEL è guidato dal Prof. Vaia e ha sede presso la Fondazione Università Ca’ Foscari, la quale supporta il progetto provvedendo alla sua gestione amministrativa. Il DEL si è dotato di un regolamento e si è strutturato in un Comitato di Gestione ed un Comitato Strategico, all‟interno del quale vi è una rappresentanza di imprese della domanda e dell‟offerta, associazioni, media, agenzie, imprenditoria e accademia. Il DEL ha inoltre attivato una serie di partnership con le principali associazioni ed aziende del settore, che intende implementare nel corso del 2015. In corso di perfezionamento sono anche alcuni accordi con la Pubblica Amministrazione. Ha inoltre avviato collaborazioni con università straniere, tra le prime la University of Maryland ed il suo Center for Digital Innovation, Technology, and Strategy (DIGITS). Il DEL raggiunge una community di centinaia di professionals ed esperti che gravitano intorno al mondo dell‟Information Technology e non solo; raggiunge anche PMI, studenti, neo-laureati, giovani in età scolare, insieme ad insegnanti e genitori, cittadini in senso ampio e la Pubblica Amministrazione, tramite diverse iniziative con l‟obiettivo di trasmettere loro il valore della digitalizzazione.

Il DEL opera attraverso tre Direttrici Strategiche - Digital Awareness, Digital Competencies, Digital Projects - alle quali corrispondono tre principali Aree di Intervento – Events, Education and Research. Events. Tramite l‟organizzazione di eventi, conferenze ed attività di comunicazione, il DEL intende contribuire alla Digital Awareness su più livelli, dalla sensibilizzazione del pubblico più ampio, alla disseminazione dei risultati della ricerca accademica e delle best practice aziendali. Ne è un esempio la partecipazione annuale alla Notte Europea della Ricerca – Venetonight (la

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Alea News, Luglio 2015 prossima edizione si terrà il 25 settembre p.v.) e la partecipazione alla Digital Week, un evento innovativo e trasversale, con cadenza biennale, che unisce persone, istituzioni e aziende per esplorare le trasformazioni indotte dalle tecnologie digitali nei vari ambiti della società, dell‟economia e della cultura, prevista nella sua terza edizione nella primavera 2016. Education. Attraverso lo sviluppo di percorsi formativi e offrendo la possibilità di sperimentare gli strumenti a supporto del business aziendale, il DEL intende stimolare processi di innovazione e contribuire allo sviluppo delle Digital Competencies. Tra le attività di maggior successo, oltre al Workshop Executive DEL, troviamo un percorso rivolto a giovani neolaureati – l‟Academy in Digital Innovation & CRM - finalizzato alla trasformazione di giovani e brillanti neolaureati in professionisti propensi all'innovazione digitale al servizio della crescita delle aziende. I ragazzi usciti dall‟Academy, grazie al supporto di Modis Italia, divisione specializzata del gruppo Adecco, stanno già muovendo i primi passi nel mondo del lavoro: l‟obiettivo del placement per la maggior parte di loro è già stato raggiunto. Research. Attraverso attività di ricerca scientifica e ricerca-azione che utilizza strumenti e metodi sia qualitativi che quantitativi, come case study, focus group, tavoli di lavoro, survey, il DEL intende dar vita a numerosi Digital Projects di approfondimento sui temi più svariati del Digitale. E‟ finalmente possibile annunciare l‟imminente inaugurazione del DEL FabLab, laboratorio di stampa 3D, che verrà attivato grazie ai fondi stanziati dalla Regione Veneto nell'ambito dell'Agenda Digital del Veneto. Il laboratorio si troverà al Campus Economico di San Giobbe, a Cannaregio, a pochi minuti a piedi da Venezia S. Lucia. L‟obiettivo del DEL FabLab è quello di diffondere la conoscenza delle tecnologie di produzione digitale e favorire l’innovazione nel tessuto universitario, economico e produttivo del Nord-Est e della società civile. Il DEL FabLab è un progetto democratico e sociale dove far incontrare diverse community specializzate dal design ai prodotti, contribuendo alla diffusione del Made in Italy in tutto il mondo, e alla ripresa del vantaggio competitivo del Nord-Est. www.unive.it/del

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Così virtuale, così reale I mock-up digitali sono di grande utilità nella progettazione industriale, grazie al rendering real-time frutto del ricalcolo istantaneo di decine di geometrie 3D complesse al secondo. L’esperienza di Arsenal. di Leo Brattoli, leo.brattoli@area.trieste.it

Durante lo sviluppo di un progetto complesso, è sempre più frequente che l'industria delle costruzioni faccia ricorso a rendering statici o animati con lo scopo principale di mostrare anteprime alla committenza. Ciò facilita di certo la visualizzazione delle soluzioni da adottare ma non è di per sé di aiuto per i progettisti, ai quali serve verificare, soprattutto in fase di sviluppo, aspetti molto più legati alle funzionalità del progetto (dinamica, ergonomia, manutenzione, sicurezza) che alla sua estetica. Per questa ragione, quando possibile, si ricorre a modelli fisici in scala reale o ridotta (mock-up) completi di parte delle funzionalità previste. Si tratta generalmente di modelli costosi, che richiedono inevitabili aggiornamenti e la cui realizzazione richiede tempi che spesso allungano la durata del lavoro. In questo scenario, i mock-up digitali (DMU) vengono incontro alle esigenze di una progettazione efficace, grazie alla potenza delle attuali graphic processor unit (GPU), sviluppate soprattutto per il ricco mercato dei videogiochi ma che hanno notevoli potenzialità di utilizzo anche per applicazioni tecniche. Il fattore fondamentale è costituito dal rendering real-time, cioè la possibilità di produrre immagini, anche stereoscopiche, ottenute dal ricalcolo istantaneo di decine di geometrie 3D complesse al secondo, in grado di restituire sequenze fluide come un video. Ciò si traduce, per esempio, nella possibilità di variare rapidamente il punto di vista della geometria 3D, dando l‟impressione all'osservatore di muoversi liberamente nell'ambiente virtuale. Aggiungendo a ciò altre funzionalità, come modelli matematici e software di controllo e d'interfaccia, si possono costruire DMU che virtualizzano in toto il progetto, con tutte le sue forme e funzioni.

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Alea News, Luglio 2015 Per essere un ausilio efficace alla progettazione, il processo di realizzazione del digital mock-up deve essere velocissimo, così come gli aggiornamenti della sua configurazione devono essere sincroni con gli sviluppi del progetto, acquisendo input diretti dai formati CAD professionali presenti sul mercato. In sostanza, con il DMU un team di progettazione può effettuare design review avendo davanti la rappresentazione virtuale del progetto nel suo stato di avanzamento più aggiornato, usufruendo in pratica di un vero simulatore, che assume molte funzionalità e caratteristiche del prodotto (interfaccia uomo-macchina, ergonomia, sicurezza, usabilità, accessibilità, manutenibilità ecc.), ad esclusione della sua materialità (ad es. qualità strutturali o termiche). L‟applicazione può essere controllata tramite interfacce virtuali, ad esempio tablet, ma anche fisiche, come pannelli di comando identici a quelli previsti nella realtà operativa.

PROXIMA drillship (Courtesy of Fincantieri) Un proprio spazio nel mondo del digital mock-up se lo è ritagliato negli ultimi quindici anni Arsenal, società che sviluppa software per la simulazione. “La geometria del modello 3D può essere molto complessa – spiega Pietro Miceu, responsabile di Arsenal in AREA Science Park - arrivando anche a diversi di milioni di triangoli, che sono l‟elemento base della rappresentazione 3D. E‟ questo ad esempio il caso della modellizzazione di una nave per l'offshore al quale stiamo lavorando per Fincantieri”.

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Alea News, Luglio 2015 L‟obiettivo della simulazione deve essere sempre quello di garantire un rendering real-time fluido, in cui la libera manipolazione del modello virtuale, la possibilità di identificarne le parti, smontarle e rimontarle, sono fattori strategici per un efficace design review. Gli utilizzatori dovranno essere messi nelle condizioni di esaminare l‟oggetto da ogni angolo visuale, di procedere all‟eliminazione di un componente oppure alla sua sostituzione immediata con uno alternativo. Se poi il progetto prevede movimenti di parti e meccanismi azionati da motori e comandi elettronici, il digital mock-up deve poterli replicare e consentirne il controllo completo. Per questo deve avere in sé tutte le funzionalità dinamiche, implementate nel software come logica o modello matematico. “E' di fondamentale importanza anche la dimensione con cui viene percepito il modello virtuale – sottolinea Miceu -. Se il modello viene visto in scala 1:1, tutta l'attenzione dell'osservatore può essere dedicata all'analisi dell'oggetto su una molteplicità di aspetti quali ergonomia, accessibilità, manutenzione ecc.. Modellini in scala, o peggio immagini stampate e rendering, per essere rapportati alla realtà obbligano ad uno sforzo d'immaginazione che impedisce molto spesso di valutare tutti gli aspetti in modo oggettivo. Infine, la caratteristica che completa il realismo della percezione è la visione stereoscopica, che aggiunge alla simulazione il senso della profondità, „di solido‟ del modello virtuale”. Quanto questo sia un aspetto cruciale lo rivela anche l‟esperienza avuta qualche tempo fa da Arsenal con un cliente che necessitava di un progetto di architettura presentato al cliente in digital mock-up per un locale di ristorazione. L'architetto aveva progettato una soluzione interpretando i desideri, alquanto originali, dei proprietari, marito e moglie. Una volta giunta nel laboratorio in Area Science Park, la coppia fu invitata a indossare degli occhialini 3D, trovandosi così immersa nel ristorante virtuale percepito nella sua dimensione reale, nel quale ci si poteva muovere esaminando gli spazi da qualunque punto di vista. Si scatenò una discussione accesa tra marito e moglie, che si sentivano già operativi in quell'ambiente, come fosse reale: uno trovava problematico il transito dalla dispensa alla cucina, l'altra criticava la tortuosità del percorso dei camerieri, e così via. “La lite fu reale e il progetto venne bocciato – commenta divertito Miceu – ma, superato il momento di delusione, l'architetto ammise che quella del digital mock-up era stata un'ottima idea, che aveva evitato probabilmente più gravi dispiaceri futuri...”.

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Quando la condivisione diventa la base di un nuovo stile lavorativo: a Friuli Innovazione nasce Area Co-working per i professionisti italiani e stranieri di Giulia Gortan, giulia.gortan@friulinnovazione. it

Circa un decennio fa Brad Neuberg, programmatore informatico di San Francisco, ha rivoluzionato il modo di lavorare di molti freelance mettendo in piedi il primo co-working, un luogo dove degli sconosciuti condividono temporaneamente uno spazio di lavoro, entrando così in contatto con altri professionisti e potenzialmente avviando nuove e inaspettate collaborazioni. La filosofia che sta alla base di questo stile lavorativo, rilanciato recentemente a Udine da Friuli Innovazione con AREA CO-WORKING come completamento delle modalità per accedere al Parco Scientifico e Tecnologico di Udine, attrae liberi professionisti, “homeworkers” e aspiranti startupper che cercano una soluzione al potenziale isolamento in cui possono incombere lavorando da casa, mantenendo al contempo la propria autonomia professionale. L‟ubicazione di AREA CO-WORKING di Friuli Innovazione, vicina al centro di Udine ma nel verde di un parco di 80mila metri e nelle immediate vicinanze dall‟autostrada A23, lo rende particolarmente fruibile anche per i professionisti di altre regioni italiane o dei paesi limitrofi - Austria, Slovenia e Croazia - che possono approfittarne per incontrare clienti e prospect o nuovi partner in un ambiente attrezzato e professionale. Dopo “Hat Factory”, la vecchia fabbrica di cappelli adibita da Neuberg a ufficio condiviso, nel giro di pochi anni il co-working è un fenomeno che si è diffuso in tutto il mondo, vedendo nascere solo in Italia circa 300 spazi che si differenziano nello stile, numero di postazioni, regole di accesso e altri dettagli, ma che condividono tutti l‟assunto di base di un luogo dove sconosciuti si ritrovano per lavorare, per pochi giorni o alcune settimane, pagando per il tempo effettivamente utilizzato.

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Alea News, Luglio 2015 Molto amato dai più giovani per la sua economicità e flessibilità, questo modo di lavorare sta interessando sempre di più anche imprenditori che si stanno reinventando, perché permette di unire le competenze maturate nel corso degli anni con la freschezza delle nuove generazioni. Una combinazione che mette in contatto esperienze complementari, consente di ampliare il proprio network e vivere una fase di transizione che spesso può guidare verso l‟autoimprenditorialità o alla generazione di nuove opportunità di business. Con AREA CO-WORKING Friuli Innovazione intende creare una comunità di professionisti e creativi di tutti i settori che interagisca anche con le imprese innovative ubicate al Parco e con la rete di ricercatori e startupper che frequentano l‟incubatore certificato Techno Seed, generando una contaminazione virtuosa.

Pensare dunque che il co-working sia soltanto la condivisione di uno spazio fisico è riduttivo. Il suo valore aggiunto sta appunto nella possibilità di creare all‟interno di uno spazio-ufficio una rete di competenze a cui attingere nello sviluppo e crescita del proprio business. “La missione principale di Friuli Innovazione è proprio fare rete – spiega il direttore Fabio Feruglio – quindi abbiamo deciso di dare una risposta anche a coloro che necessitano di avere una sede temporanea dove lavorare, incontrare clienti o partner ed interagire con noi e le imprese del Parco. Questa nuova offerta rende ancora più ampia la rosa di soluzioni che il Parco propone al territorio, dimostrando il nostro intento nel proseguire con la qualificazione di azioni a sostegno dello sviluppo dell’occupazione locale e E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.

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Alea News, Luglio 2015 dell’internazionalizzazione, mettendo in campo strumenti concreti per favorire l’arrivo di professionisti anche da fuori regione.” Sono diversi gli imprenditori del territorio che hanno già colto questa nuova occasione. Professionisti con una visione orientata alla condivisione che hanno capito come sia importante fare rete per raggiungere nuovi target e nuovi mercati. Le caratteristiche distintive del co-working di Friuli Innovazione sono, oltre all‟ubicazione al centro di 80mila metri quadri di verde in un edificio Casa Clima Classe A, la semplicità e flessibilità di utilizzo. Le 8 postazioni uso ufficio dotate di wi-fi, la zona relax e la sala riunioni sono accessibili H24, sette giorni su sette. Per prenotare una scrivania è sufficiente inviare un‟email a segreteria@friulinnovazione.it ed entro 24 ore il co-worker potrà ritirare il proprio badge nominativo e prendere possesso dell‟ufficio temporaneo, ad un costo di 10 euro al giorno o di 120 euro al mese, chiavi in mano. Tutte le informazioni www.friulinnovazione.it/coworking

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Innovation Academy: i neo imprenditori vanno a scuola di business Prosegue fino a dicembre il percorso organizzato da Trentino Sviluppo e Stein Lab di Davide Modena, davide.modena@trentinosvilu ppo.it

L‟anno scolastico si è appena concluso, ma non per le startup che “tornano sui banchi di scuola” per affinare il proprio stile imprenditoriale ed acquisire competenze specialistiche indispensabili a rafforzare l‟attività d‟impresa. E‟ partita infatti la seconda edizione di Innovation Academy, il percorso formativo progettato da Trentino Sviluppo in collaborazione con Stein Lab, il Laboratorio di strategia, imprenditorialità e innovazione del Dipartimento di Economia e Management dell‟Università degli Studi di Trento. Il programma prevede percorsi di studio organizzati a moduli, con lezioni tenute da docenti universitari e specialisti nei vari ambiti. Una proposta gratuita per le startup ospitate negli spazi di “pre-incubazione” di Progetto Manifattura e Polo Meccatronica, è offerta a condizioni di favore per le aziende dei BIC o di altri incubatori privati ma è aperta a costi contenuti anche alla partecipazione di altre iniziative imprenditoriali non solo trentine. Analisi e studio delle reti di commercializzazione e vendita, pianificazione finanziaria, redazione di contratti con fornitori e clienti, forme e regole del credito, strategie di marketing e comunicazione, strumenti per proteggere la proprietà intellettuale (marchi, brevetti), accenni di controllo di gestione e imposte, il rapporto con gli investitori. Sono queste le materie di studio previste da Innovation Academy. Ad insegnarle sarà un team di qualificati docenti universitari e tutor specialistici, che si soffermeranno sia sui concetti generali sia sulle competenze più strettamente tecnico–specialistiche orientate alla gestione d‟impresa. Nell‟offerta formativa particolare attenzione verrà dedicata a quel particolare stile, proprio dell‟imprenditore, che miscela in dosi ideali propensione al rischio, capacità tecnica, creatività individuale e dei collaboratori.

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Una trentina gli iscritti ai primi moduli, partiti a fine maggio, nei quali si sono approfondite le nozioni di diritto commerciale e d‟impresa, si è imparato a leggere un bilancio, a conoscere i principi di pianificazione e di controllo gestione. Si è anche parlato di pianificazione strategica ed economico–finanziaria, di posizionamento di prezzo e canali di vendita, di marketing e presenza nel mondo digitale.

A settembre (iscrizioni entro il 24 agosto) si parlerà di “Percorsi di innovazione” con Alessandro Rossi, “Finanza d‟impresa” con Giacomo Manzana, “Strategie di marketing” con Eugenio Lo Maglio, “Marchi e brevetti” con Paolo Guarda, “Project management” con Loris Gaio, ed “Elevator‟s Pitch” con Augusto Coppola. Dal 5 novembre al 10 dicembre (iscrizioni entro il 29 settembre) si terranno inoltre dei corsi specialistici riservati agli ambiti meccatronica e green.

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Il programma completo dell‟Innovation Academy 2015 è disponibile sul portale trentinsviluppo.it (http://bit.ly/1EfXLJD) dove è anche possibile iscriversi online.

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E‟ l‟ora degli orologi in legno “START UP!” Il concorso di business planning: HOLBA convince i giurati.

di Astrid Brunetti, Heiko Schoberwalter, Anna Preißler TIS innovation park astrid.brunetti@tis.bz.it

Il team HOLBA dei giovani imprenditori Anna Kröll, Oliver Leitner e Armin Silginer è il vincitore del concorso di business planning START UP!”. Il premio da parte del pubblico di START UP! se lo è aggiudicato ieri sera il Team As Cosmeceutic Labor della giovane imprenditrice Anna Pellicari. Attraverso un pitch di tre minuti entrambi i team sono riusciti a convincere la giuria e il pubblico con le loro idee imprenditoriali e business plan. Il concorso di business planning START UP! è stato avviato dal Gruppo dei Giovani Imprenditori di Assoimprenditori Alto Adige e dal TIS innovation park. Sono stati conferiti premi per un ammontare totale di 53.000 euro.

In totale sono sei i partecipanti arrivati in finale al concorso START UP!. L‟ultimo passo nella competizione per aggiudicarsi il premio per il miglior business plan dell‟anno consisteva in un pitch dalla durata tre minuti – quindi una breve E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.

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Alea News, Luglio 2015 presentazione, con la quale i team in gara dovevano convincere delle proprie idee imprenditoriali i nove giurati e i circa 100 spettatori presenti in sala al TIS. Il team migliore è stato HOLBA è riuscito a illustrare al meglio – secondo il parere dei giurati – i vantaggi del suo prodotto, attraverso la sua coinvolgente presentazione. Il team “HOLBA southtyrolean watch design“ vuole portare sul mercato orologi da polso in legno e metallo; un prodotto che affascina non solo grazie al suo design esclusivo e personalizzabile, bensì anche grazie al fatto che vengono prodotti in collaborazione con fornitori altoatesini e a partire da materie prime locali. Il pubblico presente nella sala plenaria del TIS innovation park ha preferito, attraverso il live- voting elettronico, l‟idea della As Cosmeceutic Labor presentata dalla giovane imprenditrice Sara Pellicari. Si tratta di una gamma di prodotti cosmetici per pelli sensibili allergici a partire da materia prima locale.

Il secondo posto del concorso se l„è assicurato Armin Oberhollenzer con la sua azienda Leaos, che vuole portare sul mercato una bicicletta alimentata ad energia solare da produrre in serie. Il terzo posto è andato a Marius Bauer, Lukas Bürgstaller e Alex Corazzaridel team Documee: i tre neoimprenditori hanno sviluppato un software che funziona da interfaccia per collegare diversi servizi web. «I business plan dei sei finalisti erano stati elaborati molto bene» spiega Thomas Moriggl, Presidente del Gruppo dei Giovani Imprenditori di Assoimprenditori Alto Adige. «Ma alla fine sono state le brevi presentazioni dei finalisti a fare la differenza decisiva. Una cosa è mettere per iscritto un‟idea imprenditoriale strategicamente ben pensata; totalmente differente è invece convincere un pubblico di 100 persone in soli tre minuti e vendere la propria idea» conclude Moriggl. E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore.

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Alea News, Luglio 2015 Il Presidente del TIS Nikolaus Tribus si è mostrato molto soddisfatto dell‟intero sviluppo del concorso di business planning. Circa 90 team si sono iscritti con le loro idee al concorso, e più di 30 hanno consegnato il proprio business plan completo «Con queste cifre possiamo essere molto soddisfatti al TIS e in Alto Adige» conclude Tribus. Il Presidente della Provincia Arno Kompatscher ha ricordato nel suo discorso che il concorso di business planning ha permesso a tutti i partecipanti, e non solo ai vincitori, di ottenere un valore aggiunto. «Penso che soprattutto i coaching durante lo svolgimento del concorso aiutano le aspiranti imprese a riordinare e sviluppare nel modo giusto le proprie idee. Secondo me è proprio questo il vero valore aggiunto del concorso» conclude il Presidente della Provincia. HOLBA, il vincitore ufficiale di START UP!, ora può godersi due anni di insediamento nell‟Incubatore del TIS innovation park, dei buoni dal valore di 10.000 euro del TIS innovation park e dalla Banca di Trento e Bolzano destinati alla fase iniziale della creazione dell‟impresa, e ancora: un buono dal valore di massimo 3.000 euro per la fornitura di gas e luce da parte di aew, e servizi assicurativi da parte di ITAS dal valore di 2.500 euro. Ma non è finita qui: il vincitore avrà a disposizione anche un servizio di consulenza dal valore di 1.500 Euro da parte del Bureau Plattner e un voucher per la formazione da parte della WIFI della Camera di commercio di Bolzano dal valore di 600 euro. Il concorso di business planning START UP! è un‟iniziativa del Gruppo dei Giovani Imprenditori di Assoimprenditori Alto Adige e del TIS innovation park con il gentile sostegno di Provincia Autonoma di Bolzano (Ripartizione per l‟Innovazione, Ricerca, Sviluppo e Cooperative), Camera di commercio di Bolzano - servizio Creazione d'impresa e WIFI, Libera Università di Bolzano – Facoltà delle scienze dell‟economia, Banca di Trento e Bolzano, ITAS Assicurazioni, aew, Bureau Plattner, Dolomiten.

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Alea News, Luglio 2015 Vincitori START UP!

Giurati

Coaches

Punteggio dalla giuria:

Alfred Aberer, Camera di commercio di Bolzano (rappresentato durante la premiazione da Irmgard Lantschner) - Dietmar Blasbichler, ITAS Assicurazioni - Franco dall'Armellina, Banca di Trento e Bolzano (rappresentato durante la premiazione da Federico Bison) - Armin Hilpold, Bureau Plattner - Hubert Hofer, TIS innovation park Christian Krapf, Gruppo dei Giovani Imprenditori di Assoimprenditori Alto Adige - Flora Kröss, EWO Andrea Lanzingher, aew Alessandro Narduzzo, Libera Università di Bolzano

Fernando Armellini Johannes Brunner, TIS Luigi Cavaliere, TIS Michaela Egebrecht, TIS Alexander Fritzi, ITAS Assicurazioni - Thomas Gemasser, Bureau Plattner - Jürgen Hafner, Pronorm Stefan Jäger - Claudio Manfrini - Gisella Novelli Florian Pichler, Hemime Ulrich Raffeiner, Pronorm Daniel Reiterer, TIS Bettina Schmid, TIS Sabine Schnarf, TIS Stefano Seppi, TIS - Alois Spitaler, A-Solutions Manfred Trienbacher – Walter Weissensteiner, TIS - Marion Zelger, Business Lex

Primo posto: HOLBA, Anna Kröll, Oliver Leitner e Armin Silginer,, orologi da polso in legno e metallo Secondo posto: Leaos, Armin Oberhollenzer, bicicletta alimentata a energia solare Terzo posto: Team, Vertreter, Produkt Documee, Marius Bauer, Lukas Bürgstaller e Alex Corazzari, interfaccia software Quarto posto: LEGIOINSTITUTE, Bernhard Pircher, Mark Raffeiner e Denis Tavella, marchio di qualità per l’acqua potabile Quinto posto: As Cosmeceutic Labor, Sara Pellicari , prodotti di cosmesi Sesto posto: Snow & Efficiency, Florian Profanter e il suo team, servizi per i comprensori sciistici

Premio dal Pubblico: As Cosmeceutic Labor, Sara Pellicari , prodotti di cosmesi

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Alea News, Luglio 2015

Una giovane realtà approdata a BIC Incubatori FVG S.p.A ed in crescita: PSG S.r.l Ufficio Relazioni Esterne info@incubatori.fvg.it

La più grande soddisfazione per chi svolge attività di incubazione è di vedere in pochissimo tempo un business plan ed idea imprenditoriale concretizzarsi in una società che cresce sia in termini di fatturato che di personale assunto. Particolare soddisfazione, per un incubatore, porta un„iniziativa imprenditoriale promossa da giovani e questo è il caso di PSG S.r.l. (www.psgrl.it). La società infatti viene fondata alla fine 2012 da 3 soci coetanei che, a soli 24 anni, decidono di mettersi in proprio dando vita a PSG come società di consulenza nello sviluppo e progettazione di schemi elettrici e cablaggio. Nel 2013 decidono di stabilire la propria sede operativa in BIC Incubatori FVG S.p.A e, a poco più di 1 anno di permanenza nell‟incubatore, lo sviluppo dell‟azienda e la conseguente esigenza di spazi più ampi, li vede “costretti” ad ampliare la sede operativa raddoppiando lo spazio a disposizione. Se parte del business della PSG è riconducibile all‟impiantistica elettrica civile fonte di confronto e di implementazione delle conoscenze da mettere a disposizione del cliente - il settore che ha visto una particolare trend di crescita è quello dell‟automazione navale. I tre soci, prima di fondare la PSG, avevano già esperienza pratica e teorica nell‟automazione navale, e ora, con la propria società, con capitale interamente italiano e con sede a Trieste, offrono al cliente un servizio di affiancamento continuo per arrivare alla massima ottimizzazione delle sue risorse e colmano il vuoto di mercato nel settore dell‟automazione navale presente sul territorio, confrontandosi anche con un mercato globale. La scelta di insediarsi al BIC è stata anche dettata dal fatto di poter qui cogliere la possibilità di confrontarsi con altre aziende operanti nel settore e di creare con esse nuove sinergie Fin da subito la PSG ha avuto un riscontro positivo di mercato grazie ai propri designer - giovani e motivati – che garantiscono duttilità di pensiero, prezzo concorrenziale e alti standard qualitativi.

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Alea News, Luglio 2015 La proficua attività nel settore navale ha gettato le basi per creare - in particolare - una forte sinergia tra PSG e un‟azienda leader mondiale nella produzione di grandi motori marini e generativi.

Nel corso del 2014 la PSG ha fornito quasi 10.000 ore di consulenze suddivise tra progetti hardware, progetti software e test; l‟esperienza maturata ha indotto i clienti a richiedere la partecipazione attiva di PSG nei continui processi di miglioramento dell‟automazione. L‟ obiettivo è continuare a crescere mantenendo gli alti standard qualitativi con una costante attenzione alle esigenze del cliente e all‟innovazione continua. Allo scopo di aumentare efficacia ed efficenza dei propri processi, la PSG si sta dotando di una certificazione di qualità UNI EN ISO 9001, ad imparziale ed esterna garanzia degli alti standard qualitativi della consulenza offerta. In conclusione, pare che le premesse per realizzare la mission della PSG S.r.l., ovvero di Non accontentarsi di soddisfare le aspettative del cliente, ma di superarle, creando valore aggiunto per poter crescere assieme con vicendevole profitto, ci siano tutte.

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Alea News, Luglio 2015

L‟agricoltura è sempre più digitale di Alessandro Tibaldeschi, ale@agenziapressplay.it

Tecniche innovative per misurare l‟intensità della pioggia, risoluzioni delle criticità in ambito idrogeologico, analisi da remoto di parametri ambientali in campo agricolo e viticolo. Ma anche controllo di ambienti di conservazione e stoccaggio di alimenti e monitoraggio delle emissioni odorigene. Sono alcune delle soluzioni che diverse startup incubate presso I3P, l'Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, hanno sviluppato per rispondere alle problematiche attuali ed emergenti in campo ambientale e agricolo. Dalla Xylella, il batterio che sta uccidendo gli ulivi del Salento, alla moria delle api causata da pesticidi e parassiti, è sempre più impellente in agricoltura l'esigenza di monitorare in tempo reale lo stato di salute di piante e colture. E non solo. Anche i parametri ambientali e idrogeologici sono fondamentali per il successo di un raccolto e la sicurezza delle persone. Ma se fino a qualche anno fa i controlli potevano essere garantiti solo dall'uomo, oggi arrivano in aiuto le nuove tecnologie per rendere più smart ed efficienti queste operazioni. “La filiera agroalimentare - ha sottolineato Marco Cantamessa, presidente di I3P - è un ambito in grande trasformazione, nel quale la costante ricerca di valore aggiunto porta a una domanda di soluzioni e tecnologie molto eterogenee tra loro”. Una sintesi di questo quadro è stata offerta dall'evento “Soluzioni innovative per il monitoraggio ambientale e l'agricoltura” che si è svolto lo scorso 14 Aprile a Torino. Nel corso dell'appuntamento è stato possibile toccare con mano le innovazioni grazie ad un‟area espositiva allestita dalle startup che hanno ideato i prodotti: Waterview, Resolving, iXem, Microla, Evolvea e ItalianID.

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Alea News, Luglio 2015 Waterview nasce per sviluppare il sistema SmartRain, una tecnica innovativa basata sull‟elaborazione delle immagini che permette di misurare a costi accessibili l‟intensità delle precipitazioni piovose. La sua applicazione in ambito agricolo permette di facilitare il controllo e la gestione dell'acqua e i trattamenti delle piante, fattori chiave per il successo del raccolto. Resolving, startup specializzata in ambito idrogeologico, fornisce servizi specialistici per la risoluzione delle problematiche connesse con la progettazione e la realizzazione di opere in sotterraneo (gallerie, caverne, condotte, miniere) in condizioni difficili e per la gestione e risoluzione delle criticità connesse con la stabilità dei pendii naturali e fronti minerari. iXem è un sistema di rilevamento che permette di effettuare da remoto sia l‟analisi di parametri ambientali, sia un‟analisi visiva in campo agricolo. Tramite l‟impiego di sensori e telecamere wireless, un agronomo potrà consultare in tempo reale e da remoto lo stato delle proprie piante analizzando diversi parametri. Già applicata in campo viticolo, la tecnologia verrà sperimentata anche nella coltivazione degli ulivi e all‟interno dei frutteti. Microla ha invece sviluppato il sistema di monitoraggio GMCA (Gas Monitoring for Controlled Atmophere) per il controllo remoto delle aree di stoccaggio dei prodotti ortofrutticoli. Questa tecnologia è una soluzione ideale per ambienti commerciali ed industriali dediti alla trasformazione degli alimenti ed allo stoccaggio degli stessi. Un'altra innovazione è targata Evolvea, startup che ha sviluppato CROMoS, un sistema per il monitoraggio delle emissioni odorigene che consente di misurare in continuo l‟impatto creato da impianti che generano cattivi odori. CROMoS, basato su una rete di sensori off-grid, è facilmente installabile senza impattare sulla normale attività lavorativa delle aziende.

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Alea News, Luglio 2015

ItaliaID, infine, ha presentato Italcheck, sistema internazionale di certificazione e tracciabilità per riconoscere l'autenticità del Made in Italy tramite l'utilizzo di una smart utility in grado di leggere il codice o il Qrcode del prodotto. Un sistema per tracciare la produzione attraverso l'etichetta e dare la possibilità al consumatore di verificare attraverso lo smartphone la provenienza sicura del prodotto.

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