Cadillac 20b - Post2 [ottobre 2019]

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respirare un po’ e godersi la vista. Si era chiuso la porta del terrazzo alle spalle e aveva tagliato fuori le risate e i complimenti. Davanti a sé però non era riuscito a trovare nulla che valesse la pena di essere ammirato. In quella zona erano cresciuti a dismisura dei grattaceli enormi. Dove poteva esserci il mare c’era solo cemento e vetro. Quello che adesso la natura gli aveva messo davanti agli occhi ora non si poteva paragonare a nulla di ciò cui era abituato in città. La strada era stretta e costeggiata dalla montagna. Dal lato esterno, in alcuni punti, alberi giganteschi offuscavano il cielo e la strada si cospargeva di punti di luce. Poi, come d’incanto, gli alberi lasciavano lo spazio a una distesa d’infinito. Sembrava che tutto ciò che era stato costruito dall’uomo avesse meno importanza di quella che gli esseri umani erano abituati a dargli. Anche la strada, messa lì per tagliare in due la montagna, sembrava uno scarabocchio se paragonata alla vegetazione rigogliosa. Suo padre avrebbe apprezzato quei posti: quelle strade sarebbero state perfette per testare delle sospensioni. Camminava da mezz’ora. Certi tratti davano l’impressione di non finire mai. Lunghe e ripide salite al termine delle quali era costretto a fermarsi. Piegato in avanti con le mani appoggiate alle ginocchia per riprendere fiato. Si asciugava il sudore con un fazzoletto ormai inservibile. Poi, dopo qualche istante di pausa, ascoltando il cinguettio di un uccello nascosto tra i rami, si decideva a ripartire. Il cellulare continuava a non prendere. Dopo circa un’ora l’arrampicata diede i suoi frutti. Da una curva comparve uno spiazzo e su quello spiazzo qualcuno aveva costruito un edificio. Si trattava di una di quelle vecchie stazioni postali dalla facciata liscia e piena

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