Abrile Italia

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“atemi„ (colpi), quasi tutto si basava su afferraggi, proiezioni e combattimenti a terra. Un giorno, mi imbattei nella collina di Los Angeles con bambini del quartiere che praticavano karate, e fu inevitabile che sorgesse la eterna discussione: “La mia arte marziale è migliore della tua…. Dopo avere discusso di ciò, senza arrivare a nessun accordo, decidemmo di disputare un combattimento amichevole; ogni volta che provavo ad avvicinarmi al mio avversario, inevitabilmente venivo colpito. Da una sconfitta, si a p p re n d e più che da una vittoria e quella non fu una eccezione, ha cambiato completamente il mio concetto di combattimento ed ho deciso di cambiare arte marziale, non senza prima congedarmi dal mio Istruttore, che mi dimostrò che con l'esperienza, un judoka poteva afferrarti da qualsiasi angolazione e proiettarti con una velocità spaventosa, certamente…, ma come non esistono verità assolute, non esiste l'arte marziale “perfetta„ ed universale per tutti. Non c'è stata nè mai ci sarà semplicemente perché ogni persona possiede attributi fisici diversi ed i suoi propri obiettivi marziali, non sono né migliori né peggiori rispetto ad altri, ma sono semplicemente diversi. Riassumendo, lo Judo non rispondeva alle mie aspettattive e da lì è iniziato il

“Maestro non è colui che insegna qualcosa, ma colui che spinge l'allievo a dare il meglio di sè per scoprire una conoscenza che ha già dentro nella sua anima.” 28

mio viaggio nelle Arti Marziali, un viaggio di quasi quaranta anni di pratica ininterrotta, dei quali, più di venti trascorsi allenandomi in due arti di combattimento diverse, in modo complementare. A parte il fatto che, ovviamente, essendo direttore delle riviste “Dojo” e “Bruce Lee”, non soltanto ho avuto l'occasione di intervistare e conoscere a moltissimi Maestri, ma ho potuto anche allenarmi con molti di loro, grazie agli inviti che ricevevo per assistere a stage e seminari. Per questo motivo ho potuto apprendere e comparare varie ottiche e

scere che ciò che influisce realmente è la tappa di apprendistato nella quale ti trovi. A volte, consiste semplicemente nel trovare una risposta alle tue domande, cosa che non implica che questo rappresenti il meglio, ma semplicemente quello che ti porta ciò di cui hai bisogno in quel momento o se si preferisce, quello che ti ispira, come ha detto Paulo Coelho: “Maestro non è colui che insegna qualcosa, ma colui che spinge l'al-

concetti marziali, arrivando alla conclusione che a volte quello in cui credi meno, è ciò da cui apprendi di più e che quello che più ti è affine e dal quale più ti aspetti è quello che che meno ti insegna. Alla fine scopri che a volte dove cerchi meno, è dove trovi di più. Quante delusioni da Maestri Insigni e quante sorprese da insegnanti sconosciuti? Il Sapere non si accompagna sempre alla notorietà (a volte immeritata), conseguenza magari di una azzeccata campagna di marketing o di essere semplicemente nel luogo giusto al momento giusto, o frutto di una fortuna casuale. Forse in questo non posso essere del tutto imparziale ed equanime come dovrei perché, oggettivamente bisog n a ricono-

lievo a dare il meglio di sè per scoprire una conoscenza che ha già dentro la sua anima”. Non so se avevo queste conoscenze dentro di me, ciò che so è che si procede per tappe: la prima è “fisica” dove apprendi e lavori per manifestare le tue capacità; la seconda è quella della “crescita”, dove apprendi ad insegnare e condividere, e la terza è “la tappa dell'evoluzione” il viaggio interiore dove scopri che c'è qualcosa di più oltre a calci e pugni... Dopo anni di pratica di arti marziali e di sport di contatto, credo di essere arrivato ad una tappa della maturità marziale nella quale posso contribuire o ispirare altri a lavorare, o almeno a fare ricerche su settori nuovi del proprio allenamento. Ho provato nel DVD a non a cadere nell'errore di mostrare come si attacca con un diretto destro o sinistro, così come con qualunque tipo di gancio, perché ritengo che queste tecniche siano conosciute da tutti,


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