Annuario 2013

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l 'Annuario 2013

primo sole colorano di rosa la bella parete Nord dell’Uja, dove corrono classiche vie alpinistiche, come la Rosenkrantz e la Dionisi. In meno di un’ora siamo al passo dell’Ometto, sotto al quale pascolavano alcuni begli stambecchi. Al passo tira un’arietta frizzante, ci leghiamo e attacchiamo la cresta. Sono stati cancellati i bolli rossi che indicavano la via, che comunque in molti tratti è logica, solo in alcuni si perde un po’ ed è facile cacciarsi nei guai se non si conosce il percorso, specie in caso di scarsa visibilità. Per fortuna oggi non corriamo il rischio, il mare di nubi rimane in basso e questo venticello fresco tiene pulita la montagna. La prima parte di cresta è solo in parte “arrampicatoria”, rocce rotte e qualche passaggio di II°, mai troppo esposta. Procediamo di conserva, ed io salgo per ora con gli scarponi, ben tranquillo a metà corda tra Romano ed Elisabetta.. Dopo il primo salto ed un tratto orizzontale in cui si cammina, la cresta si raddrizza nuovamente, e si arriva al tratto più impegnativo. Visto che le ho portate pure io, mi metto le scarpette, ma senza calzini (ahi

ahi ahi che freddo!) , e tolgo pure i guanti per avere più sensibilità (freddo al quadrato!). Si attraversa un canale piuttosto esposto, è uno dei tre tiri successivi che faremo in sicurezza, per il resto tutto il percorso di cresta si può fare in conserva, più o meno protetta. Il traverso su placca, in effetti, è già “interessante”. Poi si sale verticalmente su roccia magnifica e ben appigliata, quindi rocce rotte ed altri bei tratti di arrampicata divertentissima che non supera mai il III°, anche nei tratti più verticali. Fa solo un po’ freddo a salire scalzi, ma non ne posso fare a meno, visto che le scarpette con le calze era impossibile indossarle (aaah le manie del climber di acquistare scarpette con due numeri in meno….) Penso che si potrebbe salire tranquillamente in scarponi, ma visto che le mie Wild Climb le avevo portate, tanto valeva metterle, no? La maggior parte della cresta è dietro di noi, qualche vecchio bollo al minio mezzo sbiadito indica la via qua e là, ormai vedo il sole che mi illumina il viso e capisco che siamo in vetta. La pendenza si abbatte di colpo, pochi pas-

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