Bonsai & Suiseki magazine - Gennaio-Febbraio 2012

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Equilibrio nella forma di un suiseki non vuol dire, infatti, ripetizione di elementi, o massa troppo squadrata o tonda od inscrivibile in un triangolo equilatero: questa sarebbe MONOTONIA, rigidità senza dinamismo. Primo: osservando la bellezza dei particolari della pietra; poi, il naturale collocamento di essi nel suo insieme; infine, l’armonia dell’immagine complessiva, si possono provare le stesse emozioni suscitate dalla contemplazione di uno splendido panorama.

SANMEN NO HOO IL “METODO DELLE TRE SUPERFICI” Sanmen = 3 superfici: Zengo = fronte – retro (Mikaeshi, il retro di un suiseki, Mitsuki, il suo fronte) Sayuu = sinistra – destra, Soko = cima – fondo. Principalmente legata alla classica forma della Toyama-ishi, potete leggerne una esaustiva spiegazione, sulle web-pages di Martin Pauli, articolo riportato in italiano ed inglese, anche sulla home-page AIAS. Noi, qui, ora... divertiamoci ad individuare il “Katte” (“Flusso dire-

zionale implicito di un suiseki, come determinato dalle relative caratteristiche prominenti”) di qualche pietra raccolta e, parzialmente, per voi pulita; onde leggervi ciò che c’è da leggere… goderne, oppure… oppure no. Nell’articolo dell’estate 2009 circa il posizionamento di una pietra nel suiban, ricordo, scrissi: “Se il flusso della pietra (KATTE) scende dal punto di forza, verso il lato opposto, là vi sarà il maggior spazio vuoto (area riposante per la vista)” ...“quell’indispensabile, insopprimibile spazio vuoto, senza il


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