Storie di emigrazione da Torrazzo

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572 Carnet de chantier avec tableau de compte dell’Impresa Anselmino. Allevard - Francia

non c’era più, e non si poteva più andare avanti. Invece la Società di San Giulio continuò sempre e rimane ancora il clou dell’estate per tutti gli operai, ora non sono più muratori. E abbiamo anche avuto un gruppo di soci che hanno voluto, nel settantacinquesimo della festa di San Giulio, fare lo stendardo, che è ancora là. E in mezzo c’è il timbro che avevano già allora: le due mani in mano, l’unione. Perché per loro era l’unione; e lo scopo era anche un aiuto fraterno: difatti nel libretto dicono di aiutare quelli che sono i poveri, dicono di aiutare cioè i soci meno abbienti, le vedove, i ragazzi. Era un mutuo soccorso. Ecco, continua ancora adesso così. Però, arrivati alla guerra del ‘15-‘18, si sconvolse tutto: molti dei nostri emigranti sono stati richiamati, e abbiamo pagato caro il nostro contributo alla guerra, con dieci morti. Quando gli uomini ritornarono, dopo la guerra, il ritmo dell’emigrazione si affievolì: non poterono più andare come prima in Francia, perché le leggi fasciste pretendevano di avere dei contratti vidimati da tutte le autorità francesi, e davano molto raramente il benestare per il passaporto. Poi avvenne un altro fatto: che il franco perse di valore di fronte alla lira, per cui non conveniva più mandare i franchi in Italia, come facevano prima. E allora cosa fecero quelli che erano a posto con il lavoro? Richiamarono le famiglie. E qui c’è il brutto sintomo dello svuotamento di Torrazzo. Mi diceva Don Anselmino: “Nel 1927 dalla mia classe sono andati via un terzo degli alunni richiamati dai genitori in Francia”. E da allora, purtroppo, non si è più colmato questo vuoto. Arrivò poi la Grande Guerra, che sconvolse tutto. E qui, chi era in Francia continuò a lavorare, a essere benvoluto anche dai francesi, perché si sono poi rimessi a lavorare in diverse attività, non più solo con l’edilizia, i tempi cambiavano. E dopo la seconda guerra mondiale, ecco ritornano i nostri emigranti e trovano a Torrazzo l’acqua, la fogna, le strade asfaltate e riaprono le loro case e se le riordinano, molto bene. Per cui ad agosto tutte le case di Torrazzo sono aperte. Quali erano le tradizioni importanti di un tempo? La tradizione principale è sempre stata la festa d’agosto. E quella era sempre stata preparata molto bene da tutti. Una volta alla vigilia non c’erano i mortaretti e le fusette, ma si faceva la canvarola in piazza. Si bruciavano i canapoli, chi li aveva. Ma quando non ne avevano, tutti i ragazzi Achille Anselmino, fratello di Isabella. Francia - 1918


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