Dispensa di Storia Economica Pt 1 di 2 edizione A.A. 2014/2015 A cura di: Alberto Cudoni
Mario Moschetta
Daniela Costa
Matteo Sturla
Francesco Di Santo
Francesca Verna
Francesco Maria Fama
Tommaso Vitiello
Umberto Lobina
Giulia Ragazzi
CAPITOLO 3 CRESCITA E TRASFORMAZIONE DELLE ECONOMIE I. LA MISURAZIONE DELLA CRESCITA ECONOMICA MODERNA Per crescita economica moderna s’intende l’incremento della quantità di beni prodotta da un paese. E’ calcolabile come somma del valore aggiunto da ciascuno stadio di lavorazione dei beni. Per valore aggiunto s’intende la differenza tra il valore di un bene finito e venduto ed i costi d’acquisto degli input, ovvero la somma dei costi dei fattori produttivi (salari per il lavoro, interessi per il capitale e rendite per la terra). Indicatore canonico della crescita economica è il PIL (prodotto interno lordo) che presenta però degli svantaggi: 1) non tiene conto dei divari regionali all’interno dei vari paesi; 2) non tiene conto delle esternalità provocate dalla crescita. Il PIL pro capite è invece utilizzato per misurare il livello di sviluppo. Ha però dei limiti: è infatti una misura unilaterale inadeguata a restituire il grado di benessere. Un indicatore dello sviluppo più accurato è lo Human Development Index (HDI), che considera un insieme di indicatori: - PIL pro capite; - Aspettative di vita alla nascita; - Scolarizzazione. Quando si confronta il livello di sviluppo di paesi diversi, di solito si usa una medesima valuta (dollaro americano) e l’effettivo potere d’acquisto (Purchasing Power Parity, PPP). La PPP indica la quantità di beni e servizi acquistabili in diversi paesi con una determinata quantità di dollari. Ciò perché un’identica somma di danaro rappresenta un potere d’acquisto chiaramente maggiore nei paesi più arretrati rispetto ai paesi
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