PAESAGGI VISTI DAL TRENO. Un viaggio sulla Reggio-Ciano

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La fotografia ripetuta Se il paesaggio non è un oggetto, anche la fotografia nel quale fissiamo lo stato di quel paesaggio in quel determinato istante, non può essere considerata tale. Il pezzo di carta sulla quale viene stampata l’immagine diventa un documento dal quale, attraverso una lettura profonda, si possono ottenere un’infinità di informazioni, spesso interdisciplinari. Se la fotografia è storica, è possibile leggere il passato quando si confronta con la situazione attuale è possibile fare delle comparazioni e sviluppare considerazioni sui cambiamenti avvenuti nell’arco temporale intercorso tra i due scatti. Quindi la fotografia ripetuta diventa una tecnica di grande supporto per chi si occupa di territorio, sia per la ricerca territoriale vera e propria sia per analisi da utilizzarsi nella pianificazione territoriale. Per capire meglio cosa significa fotografia comparata riporto quanto scritto dal geostorico Antonio Canovi nel presentare recentemente una mia mostra fotografica: gli scatti comparati di Fabrizio Frignani, geografo, fungono da segnavia per chi, aduso ad orientarsi nei paesaggi geostorici, prova sofferenza crescente dinanzi a una contemporaneità dominata dalla indistinzione virtuale. Prendere uno scatto del passato, riprenderlo con uno scatto dell’oggi. L’operazione è concettualmente semplice, ma intrensicamente rivoluzionaria: consente di apprendere all’occhio, organo preposto a misurare lo spazio, il sentimento del tempo. Sono fotografie, queste che rappresentano il posto dell’uomo nel mondo, mentre ne raccontano la caducità. L’esito che se ne trae è vertiginoso: quel medesimo luogo a cui stiamo guardando appare -nel volgere di pochi decenni- incomparabilmente altro. Stupore, nostalgia, disorientamento, anche rabbia: sono sentimenti che questi scatti provocano in noi. Ecco, la fotografia ripetuta andrebbe proposta a grandi e piccini alla stregua di un esercizio didattico, per riappaesarsi -alla lettera, ricreare l’identità-paese- e così trovare il proprio posto per abitare il mondo. Questo sguardo ci consente di smontare dalla consueta postazione veicolare -gommata o virtuale- e, memori della nostra identità bipede, di reinfilare le scarpe, quindi ritrovare il passo da esploratore in questo tempo presente.42 Diversi sono i punti toccati in questa presentazione che danno un senso importante e significativo alla fotografia ripetuta, ma in due punti trovo che Canovi prova ad esplorare questa metodologia operativa con un occhio diverso, distanziandola da un semplice scatto fotografico che si riassume in un gioco di luce e tempo. Il primo punto è quello in cui affida all’occhio, organo dedicato alla percezione dello spazio, un qualcosa di molto profondo con il sentimento del tempo, andando così a raccogliere 42  Antonio Canovi Geostorico, presentazione mostra fotografica dal titolo, Dal Po a quota 1000, acque e Bonifica tra passato e presente, la fotografia comparata, una realtà documentaria per lo studio dei mutamenti del paesaggio rurale, circuito OFF Fotografia Europea, Reggio Emilia 2014.

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