Bibliotecari, custodi di storie

Page 1

EDOARDO TOMASI Giorgia Filagrana

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

bibliotecari custodi dis t o r i e


quaderno n. 6


Coordinamento scientifico del progetto “Bibliotecari. Custodi di storie” Ludovica Danieli Cura redazionale Tiziana Tonini Grafica e impaginazione Roberta Opassi Immagine di copertina Mattia Franceschini Comunicazione Pietro Stella

La fotografia è gentilmente concessa da Edoardo Tomasi

Tutti i diritti riservati © Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta degli autori o del proprietario dei diritti.

bibliotecari custodi dis t o r i e EDOARDO TOMASI Giorgia Filagrana


Edoardo Tomasi

Con un percorso abbastanza insolito La storia di Edoardo Tomasi è quella di un bibliotecario arrivato alla professione quasi per caso, con un percorso abbastanza insolito quanto curioso.

Un percorso insolito

Nato a Rovereto nel 1956, termina il liceo classico nel 1975 e, in attesa della chiamata militare, cerca e trova varie occupazioni stagionali che spaziano in vari ambiti lavorativi, coltivando nel contempo i suoi interessi culturali. Grande appassionato di storia, fin da ragazzo comincia a costruirsi una discreta raccolta di testi selezionati che “cataloga� con un sistema tutto suo. Accanto ai libri, colleziona (e ascolta) pure i dischi di musica

Narratore | Edoardo Tomasi bibliotecario Biblioteca comunale di Mori

Biografo | Giorgia Filagrana bibliotecaria

Euro&Promos FM s.p.a.

leggera, altra sua passione che nel 1976 lo porta a tentare un provino per disk jockey a Radio Star,


una delle radio libere allora esistenti in città e,

Ricordo che mi consegnò la mia prima tessera

qualche mese dopo, a essere tra i fondatori di

della biblioteca, gialla, e che segnava i libri

una nuova emittente, Radio Gamma Rovereto che

presi in prestito, su uno schedario. Il bancone mi

il 19 gennaio 1977 manda in onda la sua prima

sembrava altissimo e lui... severissimo.

trasmissione ufficiale.

Ricordo anche le prime incursioni mie e di mio cugino, avidi e precoci lettori, tra gli scaffali degli

A seguito di alcuni concorsi, Edoardo viene

adulti, quando ormai i libri per bambini non ci

assegnato

bastavano più, con buona pace di Edoardo che ci

al

specificatamente

settore

delle

nell’ufficio

biblioteche, che

stava

teneva sempre e comunque sott’occhio.

sviluppando a Trento il Catalogo Bibliografico Trentino (CBT), istituito nel 1981 con apposita

Quando mi è stato chiesto di scegliere un

legge provinciale. Lì comincia a specializzarsi

bibliotecario da intervistare, ho pensato subito a

nelle materie biblioteconomiche, diventando

lui e alla mia tessera gialla, dimenticata chissà

catalogatore prima ed istruttore di catalogatori

dove, ormai, e al mondo straordinario che mi ha

poi. Ma è solo qualche anno dopo che approda

aperto davanti quel giorno, consegnandomela.

finalmente alla biblioteca di Mori dove, oltre alla

Molti anni dopo ci siamo trovati a essere colleghi

normale attività di bibliotecario, si dedica anche

e se questo è accaduto, un po’, credo, lo devo

a ricerche di storia locale, pubblicazioni e mostre.

anche al bibliotecario di Mori, che ha saputo

Ed è lì che l’ho incontrato per la prima volta,

lasciare spazio a quei due ragazzetti curiosi e

quand’ero ancora una bambina, entrando un po’

impertinenti che si aggiravano tra gli scaffali a

timorosa in biblioteca.

caccia di libri.


Il primo bibliotecario non si scorda mai ed è un onore e un privilegio per me, oggi, potervi raccontare un po’ di lui.

In quel momento, stava cambiando un’epoca Sono responsabile della Biblioteca comunale di Mori dal febbraio del 1988, quindi sono già trascorsi trent’anni, ma alle spalle avevo quasi cinque anni passati a Trento nell’Assessorato provinciale alla cultura e prima ancora diverse altre esperienze lavorative a tempo determinato nel settore privato (artigianato, industria e commercio) a Rovereto, mia città natale. Dunque non ero proprio un neofita, in quanto dal 1983 al 1987 ho potuto conoscere molti bibliotecari e bibliotecarie, alcune realtà specifiche e soprattutto prendere confidenza con l’asse portante del nostro sistema bibliotecario,

Giorgia Filagrana

ossia il Catalogo Bibliografico Trentino (CBT). Nel 1977 mi ero iscritto al concorso per titoli ed esami bandito dalla PAT per la copertura di due posti di “Segretario, 6° livello funzionale-retributivo, ruolo speciale dei beni culturali, indirizzo generale”, riuscendo a entrare nella graduatoria degli idonei.


Purtroppo, proprio quando stava per arrivare il

18 agosto 1981 n. 16 - e fui accolto bene dai nuovi

mio turno di chiamata, la graduatoria decadde

colleghi, nonostante conoscessi poco o nulla di

e dovetti attendere il concorso successivo per

biblioteconomia e materie affini.

ritentare. Anche in quella occasione superai

I miei superiori mi chiesero di studiare e

esami scritti e orali, piazzandomi tra i primi otto.

imparare alla perfezione le Regole Italiane

Era un periodo in cui l’Assessorato alla cultura

di

era in forte espansione e, dunque, c’era bisogno

internazionali

di potenziare la pianta organica: nell’estate 1983

(ISBD), di saper utilizzare il Soggettario e di

toccò finalmente a me essere chiamato a firmare

conoscere la classificazione Dewey: col tempo

il contratto e poi, trascorso il periodo di prova,

mi specializzai nella catalogazione e nel controllo

fare la promessa solenne assieme ad altri nuovi

e/o manutenzione e/o normalizzazione delle

assunti nei vari uffici della Provincia.

voci immesse negli archivi del CBT tramite il

Mi ero sposato l’anno prima, trasferendomi a

programma DOBIS-LIBIS. Il mio ufficio produsse

Mori e fu una bella fortuna entrare a far parte dei

dei manuali specifici per i catalogatori e curò la

dipendenti a tempo indeterminato.

pubblicazione di alcuni cataloghi tematici di cui

Presi servizio il 4 agosto 1983, tuttavia,

seguii l’impaginazione. Tra i miei strumenti di

contrariamente alle mie aspettative, non fui

lavoro, i fascicoli della BNI, i principali repertori

assegnato al settore dei beni storico-artistici ma a

stranieri, il NUC, le AACR2 e le RAK, con frequenti

quello dei beni librari, più precisamente all’Ufficio

confronti (telefonici) con i catalogatori della

che gestiva il CBT, allora diretto da Luisa Pedrini.

Biblioteca Nazionale di Firenze.

Trovai un ambiente molto stimolante - il Catalogo

La Provincia stava iniziando ad applicare

era stato istituito da poco con Legge Provinciale

l’automazione alle biblioteche del territorio. In

Catalogazione di

(RICA)

e

catalogazione

gli

standard

bibliografica


pratica, il Catalogo Bibliografico Trentino l’ho

diffusione delle biblioteche pubbliche in tutto il

visto quasi nascere. Sono tra i primi quattro

Trentino. Suo braccio destro era Claudio Chiasera,

o cinque dipendenti provinciali che ci hanno

Dirigente

lavorato stabilmente seguendone tutti gli sviluppi

preparato e capace, fine tessitore dell’impianto

successivi fino al 1987 e questo è, per me, un

legislativo e normativo su cui si reggeva l’intero

motivo d’orgoglio, perché in quel momento

progetto del Sistema Bibliotecario Trentino. I

stava cambiando un’epoca. Fu un periodo

loro uffici e la segreteria erano al secondo piano

particolarmente intenso quanto appagante, denso

mentre al terzo c’erano i funzionari preposti alla

di tante opportunità di crescita professionale che

tutela e salvaguardia dei beni architettonici. Al

mi sono state utili e di cui sono ancora grato alla

piano terra, in una grande sala si tennero per

Provincia e ai colleghi dell’ufficio.

anni le animate riunioni tra i colleghi d’ufficio,

Oltre a Luisa Pedrini, lavoravo a stretto contatto

i tecnici di Informatica trentina e i direttori delle

con il futuro direttore della Biblioteca comunale

maggiori biblioteche trentine per stabilire delle

di Trento, Fabrizio Leonardelli, assieme a diverse

regole comuni da seguire nella catalogazione e

altre persone con le quali avrei poi condiviso quasi

inserimento dati in CBT.

dell’Assessorato,

funzionario

molto

cinque anni di lavoro a Trento. La mia scrivania era al primo piano di un luminoso ufficio nel palazzo

Ricordo che nell’autunno del 1983 i bibliotecari

all’angolo tra via delle Orfane e via Roma a Trento,

trentini furono invitati a partecipare a un corso

al civico n. 50, nel settore della pubblica lettura.

d’aggiornamento, organizzato dall’Assessorato,

Quella era la sede dell’Assessorato provinciale

a Candriai: fu una splendida occasione per

alla cultura, il cui primo artefice è stato Guido

conoscere molti futuri colleghi e capire un po’

Lorenzi, convinto sostenitore della capillare

meglio il loro mondo. A questo incontro ne


seguirono diversi altri, tutti utili per verificare lo

catalogatori che per informatici. Venne costituita

stato dell’arte e condividere i problemi che l’intera

una specifica commissione di studio che riuscì

categoria doveva affrontare sul lavoro.

a trovare un compromesso accettabile, anche alla

se per la descrizione puntuale delle peculiarità

realizzazione di un catalogo unico provinciale

di incunaboli, cinquecentine et similia si dovette

delle biblioteche, aveva però bisogno di una rete

ricorrere al classico catalogo a stampa e non ai

informatica estesa e di attrezzature elettroniche

tabulati di Informatica trentina.

adatte,

quanto

A questo proposito, ricordo che seguii, sotto la

fondamentali che la Provincia stava mettendo in

supervisione di Luisa Pedrini e del collega Fabrizio

campo gradatamente con notevole spiegamento

Leonardelli, l’inserimento in CBT dell’intero

di mezzi. In attesa di completare questa fase,

patrimonio dell’allora Biblioteca specializzata in

l’Ufficio dove lavoravo testava le varie funzioni

biblioteconomia, creata e istituita per facilitare

del DOBIS-LIBIS, individuando delle criticità

l’aggiornamento professionale dei bibliotecari.

e cercando di risolverle, chiedendo ai tecnici

Era ubicata proprio nella sede dell’Assessorato

informatici di effettuare in tempi brevi le modifiche

provinciale in via Roma.

fattibili e programmare quelle più complesse. Tra

Mi occupavo anche degli acquisti, degli

gli ostacoli maggiori ci furono quelli derivanti dalla

abbonamenti e dei prestiti di quella biblioteca,

difficoltà di normalizzare (e ridurre drasticamente

prevista dalla Legge Provinciale 26 agosto

per motivi di spazio) il campo delle note di copia

1977 n. 17 e concretamente realizzata a partire

nella schedatura dei periodici e dei fondi storici

dal 1981. Una volta completato l’inserimento di

posseduti dalle biblioteche specialistiche, che

un lotto di circa 2.500 opere monografiche, nel

costituirono un severo banco di prova sia per

1987 venne prodotto il catalogo a stampa, primo

L’intuizione

di

Pio

elementi

Chiusole,

relativa

imprescindibili


“Catalogo Bibliografico

schedine creò scontento tra qualche bibliotecario

Trentino. Monografie” che sarebbe proseguita per

“purista” che non gradiva il modo di trasferire sul

qualche anno, fintanto che non si fosse conclusa

classico cartoncino le informazioni bibliografiche,

la fase del collegamento informatico di tutte le

oppure il tipo di cartoncino, il formato leggermente

biblioteche trentine.

diverso da quelle del suo schedario, il fatto che

Si tenga conto che all’epoca non esistevano

nel classificato vi fossero sia le schedine con la

affatto i collegamenti informatici nemmeno tra i

notazione dell’11. edizione Dewey relativa alle

vari Comuni, per cui anche le biblioteche erano

biblioteche di pubblica lettura che la 19. per

isolate sia tra loro che da Trento. I cataloghi

quelle specialistiche, e così via. Per facilitare il

prodotti dal nostro ufficio servivano come repertori

compito dei tecnici, mi ero inventato una formula

autorevoli e dunque affidabili per “copiare” le

per calcolare esattamente quando tagliare le

schedine bibliografiche, uniformandole a quelle

schedine, nel classico formato internazionale,

del Sistema che andava costituendosi.

con foro centrale, prodotte in modulo continuo,

Successivamente si rese necessario fornire alle

senza sprechi nel tabulato. Avevo scritto tutto in

biblioteche collegate e che stavano riversando

una paginetta e l’avevo consegnata a Informatica

il loro patrimonio in CBT, oltre alle attrezzature

trentina. I tecnici rimasero stupiti perché, in effetti,

informatiche, i set di schedine bibliografiche

era proprio quello che serviva loro.

numero della collana

relative alle copie inserite, differenziate tra quelle del catalogo per autori (con intestazione principale

C’è un’altra cosa curiosa, che mi valse – anni

e secondarie), per soggetti, per classificazione

dopo – un encomio da parte della Direttrice

e topografico. Dato che si trattava di una

dell’Ufficio per il Sistema bibliotecario, Danela

personalizzazione del programma, la stampa delle

Dalla Valle: all’epoca ogni biblioteca doveva


stampare da sé, con la stampante METO, le

bibliotecari e seguire l’addestramento delle

etichette autoadesive per la segnatura e i codici a

catalogatrici e dei catalogatori delle cooperative

barre, mediante appositi rotoli forniti dalla PAT. Con

esterne che avevano ottenuto l’incarico di

il sistema classico, ogniqualvolta si stampavano

implementare la banca dati del CBT riversando

le etichette, l’ultima della serie doveva essere

i record bibliografici del notevole patrimonio

buttata via, perché era quella della segnatura e il

librario conservato nelle biblioteche del Trentino.

bordo inferiore veniva troncato troppo per poterla

Il DOBIS-LIBIS consentiva di memorizzare

utilizzare. Proposi semplicemente di invertire

determinate operazioni ripetitive mediante le

l’ordine di stampa, tenendo alla fine quella col

concatenazioni di comandi, soluzione ottimale

codice a barre, e, tra tutte le biblioteche, avremmo

per chi, come me, aveva anche l’onere di tenere

risparmiato un sacco di etichette, come in effetti

“puliti” gli archivi del sistema: un lavoro oscuro

avvenne fintanto che usammo quel sistema.

che richiedeva molta attenzione.

Era una soluzione banale, ma nessuno ci aveva

Col passare del tempo si rese necessario

pensato prima di me. La pratica, almeno per una

aggiornare la versione dell’applicativo e io

volta, aveva vinto sull’informatica.

seguii tutte le delicate fasi della migrazione dati. Il travaso doveva essere graduale e verificato

Tra le mie mansioni c’era pure quella di controllare

passo passo per evitare di perdere dati e buttare

l’esito stampa sia delle schedine che dei cataloghi

a mare anni di lavoro.

cartacei ottenuti applicando specifici filtri ai fondi immessi. Dopo avere appreso tutte le funzioni

Fu in quel periodo pionieristico che conobbi

della catalogazione elettronica, mi fu affidato il

penso tutti o quasi i bibliotecari e le bibliotecarie

compito di istruire i colleghi di altri uffici, alcuni

della nostra provincia e non solo: dato che


il Trentino stava precorrendo i tempi, era

si stavano rivelando particolarmente pesanti per

necessario rivolgersi a degli esperti nel settore

me) in quanto il Comune di Mori, ove abitavo fin

dell’informatizzazione delle biblioteche. Ricordo

dal 1982, aveva bandito un concorso pubblico

che tra i referenti più autorevoli e assidui c’erano

per titoli ed esami per la copertura di un posto di

giovani laureati di talento quali Mauro Guerrini e

bibliotecario. Grazie alla preparazione maturata

Francesco Dell’Orso dell’Università di Perugia,

in Provincia, mi fu abbastanza agevole superare

che pure adottava il DOBIS-LIBIS.

le prove scritte, in particolare quella della

Guerrini in particolare fu prezioso consulente

schedatura che, all’epoca, in concorsi simili,

di Fabrizio Leonardelli e Alessandro Osele

costituiva lo spauracchio per molti concorrenti non

nella prima traduzione “trentina” del Sistema di

ferrati in materia. Anche la prova orale andò bene

classificazione decimale Dewey. Era necessario

e mi classificai primo in graduatoria, vincendo il

infatti dotare tutti i bibliotecari di uno strumento

concorso nell’ottobre 1987.

affidabile e condiviso per classificare i volumi.

Tra la nomina ufficiale e l’effettivo inizio del lavoro

Il passaggio alla 19. edizione integrale aveva

di bibliotecario, passarono alcuni mesi che mi

dato il via a quel lavoro certosino che sarebbe

furono utili per pianificare con calma alcuni

poi sfociato nella pubblicazione nota a tutti i

interventi che reputavo essenziali, dato che la

catalogatori trentini, che battezzai d’istinto “il

biblioteca era rimasta senza direttore per oltre

canarino” per via del vistoso colore giallo della

un anno e dunque bisognava rimboccarsi le

copertina.

maniche.

Dopo qualche anno, si presentò l’occasione di

Sono a Mori, come dicevo, dal febbraio 1988 e

avvicinarmi a casa (con l’arrivo di un figlio, la

anche da qui ho assistito a molti cambiamenti

vita da pendolare e la lontananza dalla famiglia

nella nostra professione. All’inizio si registravano


i prestiti manualmente, non c’era l’automazione,

Mario Peghini, vulcanico bibliotecario e ottimo

le schedine bibliografiche venivano battute a

organizzatore di attività legate alla promozione

macchina, in più copie, e, soprattutto, si perdeva

della lettura, e io che arrivavo buon ultimo a Mori.

moltissimo tempo a ordinare lo schedario

Fummo scelti, da parte della Provincia, per

cartaceo. In effetti, quando l’automazione ci

testare l’automazione del catalogo ed estendere

ha tolto questo peso di dosso, siamo stati tutti

il servizio anche al di fuori della città di Trento,

contenti. Conservo ancora lo schedario a cassetti

dove le biblioteche maggiori (la Comunale, quelle

come traccia di questo passato scomodo ma

dell’Istituto Trentino di cultura e l’Universitaria)

interessante che però, effettivamente, non ha più

erano già in rete tra loro. Era di fondamentale

ragion d’essere.

importanza collegare l’altra grande biblioteca pubblica, la Civica di Rovereto, che comunque

Nella bassa Vallagarina, nei comuni che in passato

si stava attrezzando per riversare in CBT i dati

facevano parte dei “Quattro Vicariati” (ossia Ala,

bibliografici dei suoi fondi più significativi, mentre

Avio, Brentonico e Mori) ci sono stati momenti di

la biblioteca comunale di Ala si era mossa in

confronto e collaborazione tra colleghi, anche

anticipo e nel 1988 poteva disporre anche di

se non si poteva ancora parlare di un vero e

un catalogo cartaceo in due volumi contenente

proprio sistema bibliotecario locale. All’epoca a

tutte le monografie del suo Fondo trentino,

dirigere la biblioteca di ciascun comune c’erano,

grazie al lavoro affidato alle prime Cooperative

ad Ala Paolo Mondini, che è stato anche il nostro

di servizio. Era giunto il momento di fare il salto

primo presidente dell’AIB, nella sezione rinata,

di qualità e collegare fisicamente quelle grosse

a Brentonico Vincenzo Passerini, che poi ha

realtà assieme ad altre biblioteche poste lungo

intrapreso una brillante carriera politica, ad Avio

l’asse dell’Adige. Il collegamento era assicurato


da un ingombrante e delicato cavo telefonico dedicato (“point to point” ci dicevano i tecnici che ci seguivano e che spesso dovevamo chiamare per riparare le interruzioni e/o i guasti alla linea). Il 28 febbraio 1990 la biblioteca di Mori, previa adozione di apposita convenzione, entrò a far parte del ristretto gruppo di quelle collegate al CBT e io, per via dei miei trascorsi di catalogatore a Trento, fui immediatamente abilitato non solo all’aggiunta copie ma anche alla schedatura di pubblicazioni non presenti. Nel giro di pochi giorni il collegamento venne esteso anche ad altre biblioteche limitrofe per poi raggiungere gradatamente tutte le biblioteche della provincia. Dall’11 marzo 1992 la biblioteca di Mori iniziò a effettuare il servizio di prestito interbibliotecario che precedette di quasi 3 anni quello di prestito automatizzato. Possiamo dire, quindi, che la storia del CBT passa anche dalle nostre parti.

Il primo ricordo della Biblioteca di Mori Ricordo l’emozione di entrare nella sala maggiore della Biblioteca di Mori, che ha un impatto visivo notevole, molto scenografico e che all’epoca era molto più spoglia, perché i libri erano un terzo di quelli che ci sono adesso. E l’ansia di non poter più contare su un’équipe, com’era, appunto, a Trento, dove c’erano un ufficio, un capo ufficio, un intero sistema che mi “tutelava” e mi diceva cosa fare. Qui ero io in prima persona a dover impostare tutto il lavoro, pur non avendo molta esperienza diretta in tal senso. In Assessorato avevo imparato molta teoria che ora dovevo mettere in pratica, davanti a un pubblico che ancora non conoscevo ma che probabilmente si aspettava molto da me. A Mori avevo anche la responsabilità di rimpiazzare Lanfranco Cis, il mio “storico” predecessore, che aveva lasciato la biblioteca più di un anno prima per occuparsi d’altro. Era rimasta in servizio solo la sua assistente, Rosanna Passerini, che aveva


garantito sì l’apertura al pubblico però, dovendo

controllo scheda-libro che mi diede modo di

seguire anche e soprattutto la programmazione

conoscere bene il patrimonio di cui disponevo ed

teatrale dell’Assessorato comunale, non la si

evidenziò subito delle problematiche da risolvere

poteva considerare impiegata a tempo pieno

urgentemente. Prima di travasare in CBT i dati

in biblioteca. A Rosanna, andata in pensione

bibliografici delle varie sezioni, era prioritario

qualche anno dopo, successe la giovane Fabiola

garantire il servizio all’utenza, che per fortuna

Matassoni che rimase a Mori dal settembre 1994

stava aumentando sensibilmente di mese in

all’aprile 1998, per poi passare alla Biblioteca

mese. Il pubblico chiedeva un po’ di tutto, e io

Civica di Rovereto. Dal maggio 1998 al 30

che pensavo di sapermi destreggiare abbastanza

ottobre 2015 ho avuto come preziosa assistente

bene tra i libri, fui subito spiazzato da un ragazzino

bibliotecaria Maria Emanuela Andreolli, impiegata

delle elementari che mi fece una domanda su un

comunale precedentemente addetta al protocollo

determinato argomento, di cui non sapevo nulla

e all’archivio, il che le ha facilitato il compito di

e sul quale non esisteva letteratura al riguardo,

imparare un nuovo mestiere. Per molti anni è stata

almeno tra i testi che avevo in sede. Mi resi subito

al mio fianco, garantendo continuità e qualità del

conto delle difficoltà insite nel nostro lavoro front-

servizio al pubblico, svolgendo il suo lavoro con

office, lavoro che richiede una grande elasticità

grande passione e professionalità. Col primo

mentale per riuscire a trovare le informazioni

novembre 2015 ha maturato il diritto di andare

avvalendosi di tutte le fonti possibili. È una ricerca

in pensione e da allora, purtroppo, sto ancora

fatta per tentativi e di triangolazioni, e in questo

aspettando chi la sostituisca.

aiuta moltissimo la memoria, perché non c’è

Tornando al mio esordio lavorativo qui a Mori, già

computer che possa sostituire la memoria umana,

nel mese di marzo 1988 intrapresi un accurato

almeno per ora.


E a proposito di memoria: proprio in quegli anni

nella nostra collana “Neroverde”, fu possibile

mi si presentò l’occasione di acquisire per la

riallacciare contatti con la città di Lugo di

comunità delle importanti testimonianze del

Romagna, legata a Mori per via di un episodio

passato quali, ad esempio, una parte molto

di grande solidarietà post bellica avvenuto nel

consistente (oltre 24.000 lastre in vetro e migliaia

1919. Un benemerito gruppo di donne emiliane

di negativi) dell’archivio fotografico di un noto

e romagnole coordinate, da Giulia Montanari, si

professionista locale, Ruggero Parziani attivo a

era presa a cuore la situazione dei profughi della

Mori dal 1927 al 1983 e, tempo dopo, un lotto di

Vallagarina, riuscendo a portare un aiuto concreto

circa 250 monografie provenienti dal primo nucleo

alla popolazione stremata da anni di esilio: a Mori

della Biblioteca popolare, presente in borgata a

avevano installato un’attrezzata mensa, passata

partire da fine Ottocento e spazzata via dai tragici

alla storia come “cucina economica città di Lugo”.

eventi conseguenti allo scoppio della prima

Col tempo questo ricordo si era affievolito, ma non

guerra mondiale. Su questa specifica sezione,

del tutto, tanto che ancora oggi i rapporti con gli

l’amico e collega roveretano Claudio Antonelli ha

amici di Lugo sono ottimi.

pubblicato nel 1991 un interessante contributo intitolato Dalla Biblioteca popolare alla Biblioteca

comunale: brevi note sulla storia bibliotecaria

Un altro ricordo emozionante

della borgata di Mori, una vera e propria chicca

Alcuni anni fa dal protocollo mi inoltrarono una

cui tengo particolarmente in quanto non sono

lettera inizialmente indirizzata al Sindaco di

molte le comunità trentine che possono vantare

Ronzo-Chienis e poi girata per competenza a

una propria “storia bibliotecaria” a stampa.

quello di Mori. Era scritta da un alpino in congedo,

Grazie agli studi che via via venivano pubblicati

il dottor Antonio Respighi, socio e consigliere del


Gruppo ANA di Abbiategrasso, il quale chiedeva

lastra in ferro battuto collocata nel cimitero

informazioni per cercare di rintracciare eventuali

del paese nativo. Nello stesso cimitero, il 6

parenti di un giovane militare caduto in Russia

novembre 2010, avvenne la cerimonia ufficiale

durante la seconda guerra mondiale. Respighi era

della riconsegna del piastrino alla presenza di

venuto in possesso del piastrino di riconoscimento

autorità civili e militari. In quel caso la biblioteca

di Riccardo Armani, nato a Pannone nel 1922

aveva fatto la sua parte per condurre a buon fine

e desiderava restituirlo ai familiari, qualora ve

la ricerca.

ne fossero ancora in vita. Con l’aiuto dell’Ufficio anagrafe e delle ricerche mirate effettuate, mi fu possibile risalire velocemente alla famiglia del

Parole per dirsi ...

soldato, dato per disperso fin dal 1942. Fu per

“Siate aperti o, perlomeno, socchiusi”. Me la

me una grande emozione dare questa notizia ai

sono inventata ancora ai tempi del ginnasio,

familiari: molte altre giovani vite spezzate dalla

però siccome sono un convinto praticante del

guerra, disperse in lande desolate, giacevano

“disordine metodico”, cito Paul Claudel: “L’ordine

ancora lontano da casa, senza il conforto di una

è il piacere della ragione e dell’intelligenza ma

tomba. I resti di Riccardo chissà dov’erano sepolti,

il disordine è la delizia dell’immaginazione”.

ma almeno il suo piastrino sarebbe tornato nelle

Aggiungo quanto scrisse Marcello Marchesi,

mani dei suoi cari che ormai disperavano di avere

famoso umorista italiano del secolo scorso:

sue notizie. Il più commosso era l’anziano fratello

“Niente è più ordinato del vuoto”, così mi metto il

del caduto, Luigino, abile fabbro-maniscalco che

cuore in pace e mi autoassolvo.

in memoria del fratello e di altri tre compaesani

Se da una parte il bibliotecario deve essere

dispersi in Russia aveva realizzato un’artistica

preciso e metodico sul lavoro, consentitegli di


avere degli spazi “incolti”, quelli dove depositare

culturale. Fino a qualche tempo fa, era scontato

(temporaneamente) materiale grezzo da trattare /

che la biblioteca fosse testimone privilegiata della

valutare / selezionare in seguito, o forse mai. Che

storia locale e che, di conseguenza, il bibliotecario

mondo sarebbe se tutto fosse perfettamente in

dovesse essere un esperto in tal senso, ma penso

ordine? Un’utopia o una noia mortale?

che oggi ci venga chiesto molto più di questo.

Propendo per la seconda.

Forniamo un servizio – gratuito – che spazia un

E, ultima cosa, consiglierei a tutti coloro che si

po’ in tutti gli ambiti e spesso siamo il primo punto

rivolgono a una bibliotecaria o a un bibliotecario

di incontro per persone straniere che cercano

di non iniziare mai il discorso con “Non è per caso

informazioni o che vogliono integrarsi nella nostra

che ...”: è un modo, secondo me, sbagliato di

comunità.

approcciarsi, perché in biblioteca per caso non

Per i colleghi più giovani sembrerà assurdo, ma

c’è (o non dovrebbe esserci) nulla, o quasi.

ancora negli anni Ottanta / Novanta, i catalogatori litigavano di brutto per la scelta di un’intestazione

Il bibliotecario? Un mediatore culturale Difficile dare una risposta netta e definitiva del ruolo del bibliotecario. Nel corso degli anni, la nostra professione si è dovuta adattare per seguire i cambiamenti epocali della società in cui viviamo. Di certo mi sento più un catalogatore e un tecnico dell’informazione che un generico animatore

principale, o per la punteggiatura in un’area ISBD, o anche per il formato delle schedine. Oggi

le

questioni

tecniche

sono

passate

decisamente in secondo piano e temo che le pubbliche amministrazioni preferiscano avere degli abili “prototipatori Consip”, funzionari cioè particolarmente esperti nel destreggiarsi tra ordini diretti e richieste d’offerta sul Mercato elettronico, piuttosto che bibliotecari in senso stretto.


Dalla mia pluriennale esperienza nel settore, mi

una classe di studenti della scuola dell’obbligo,

spiace constatare che si dia sempre maggiore

cerco sempre di dimostrare l’importanza di

importanza alle procedure più che al risultato,

saper utilizzare correttamente più di una fonte

lasciando in subordine il servizio in sé. Ritengo

per le loro ricerche. Prima di accendere il

però che non esista una delibera tanto perfetta

computer e navigare (o meglio, vagabondare

da sostituirsi alla soddisfazione dell’utente, che

alla cieca) in rete, li invito ad aprire la “vecchia”

dev’essere invece il nostro obiettivo primario.

enciclopedia: è un semplice esercizio che quasi

Va comunque dato atto alla nostra associazione

sempre evidenzia, nei cosiddetti “nativi digitali”,

di categoria più rappresentativa ed autorevole -

una preoccupante difficoltà nel procedere alla

ossia l’AIB, di cui faccio parte fin dal 1989 - di

consultazione manuale di un repertorio cartaceo.

essere sempre molto attenta e tempestiva nella

In uno dei corsi d’aggiornamento che l’Ufficio per

difesa della nostra professionalità ogniqualvolta in

il Sistema Bibliotecario Trentino ha organizzato

Italia è stata messa in discussione.

alcuni anni fa, l’esperto di turno ci mise in guardia,

Secondo me, il bibliotecario rimane soprattutto

affermando che tutto ciò che i motori di ricerca

un mediatore culturale, cioè una persona che si

principali ti permettono di trovare inserendo un

deve porre tra chi ha un’istanza o un problema da

qualsiasi termine di ricerca, è solamente l’uno

risolvere e la massa di informazioni che ci sono

per cento di quello che realmente esiste nel web.

a disposizione. In questi ultimi tempi, l’offerta è

Dopo di che, è chiaro che il computer ci dà dei

esplosa in maniera esagerata “grazie” a quanto si

risultati in un nanosecondo, mentre noi “umani”,

trova sul web e il “fai da te”, che molti continuano

per fare quelle elaborazioni mentali necessarie

a perseguire con internet, porta a volte a risultati

per arrivare a un risultato attendibile, impieghiamo

deleteri. Quando capita in visita alla biblioteca

molto più tempo.


Il bello del nostro lavoro Ogni giorno è un giorno diverso dagli altri, riceviamo le richieste più disparate, assurde alle volte, ma il rapporto e il contatto col pubblico, a mio avviso, costituiscono delle occasioni molto gratificanti. Ci si mette in gioco tutte le volte che un utente si presenta al banco informazioni per una richiesta; pur consapevoli dei nostri limiti, sappiamo di poter contare, qualora servisse, anche sull’aiuto di altri colleghi che, di solito, sono ben generosi nel dare una mano. Chi lavora in biblioteca ha la rara fortuna di poter conoscere gli utenti fin da bambini e seguirli anno per anno nella loro crescita, non solo corporea. Siamo riconoscibili per il ruolo che rivestiamo ed è gratificante quando sia grandi che piccoli ti salutano per strada con un sorriso. E c’è qualcuno che torna a ringraziare dell’aiuto dato anni prima per una ricerca scolastica, oppure, da adulto, ammette che il rimprovero ricevuto da ragazzino in biblioteca per un comportamento non adeguato, era corretto e del tutto giustificato.

E poi, quello che mi piace è che ogni tanto riesco anche a liberare la mia creatività. Quando mi è stato possibile, oltre a impostare la grafica e seguire l’impaginazione di tutte le nostre edizioni, ho introdotto delle novità nei rapporti col pubblico, realizzando ad esempio dei gadget o mettendo a disposizione degli utenti collezionisti gli spazi della biblioteca. Per esempio, alla fine degli anni Novanta, ho convinto un concittadino, grandissimo appassionato ed esperto di stufe antiche, ad esporre per la prima volta in biblioteca alcuni pezzi significativi della sua insolita collezione. Inizialmente non era proprio entusiasta della cosa, ma vista la curiosità suscitata tra i numerosi visitatori della mostra, da allora è diventato ospite fisso in varie feste locali e molte persone, grazie alle sue indicazioni, hanno imparato ad apprezzare e conoscere meglio le caratteristiche più nascoste di quel tipo di manufatto. Più recentemente ho coinvolto un giovane illustratore, Emanuele Benetti, nostro utente fin da quando frequentava l’asilo, a disegnare la sequenza di


immagini in un manualetto per bambini. Volevo

Jones dell’epoca.

spiegare alcune semplici regole da seguire

Era una storia affascinante, ma purtroppo di

in biblioteca, prendendo lo spunto dalle dieci

quel volume non conoscevo né titolo né autore,

classi Dewey, donde il titolo Prima delle classi

in quanto erano state strappate (chissà da chi?)

(Dewey), una pubblicazione che ha ottenuto un

sia la copertina che il frontespizio: per di più l’ho

discreto successo e che ci è stata richiesta da

anche smarrito durante un trasloco, per cui è

molte biblioteche italiane. Un mio sogno è quello

impresa ardua sapere che libro fosse. Questo è

di poter garantire sempre un servizio al passo

rimasto il mio “incubo”, un libro che ho letto da

coi tempi, con risorse e personale adeguati,

ragazzino ma di cui ignorerò per sempre l’autore

indipendentemente da chi regge le sorti politiche

e il titolo.

del Comune e gestisce il bilancio.

Invece, il libro vero, quello che effettivamente ancora conservo con molta cura e affetto, è quello acquistato da mio padre, quando

Il libro del cuore Se devo fare una scelta, devo andare molto a ritroso. E ce ne sono due o tre. Del primo posso dire che me lo passò un cugino quando avevo circa otto anni e ricordo che lo lessi in un baleno, letteralmente lo divorai. Parlava di un favoloso tesoro, nascosto dai Templari, cui davano la caccia sia una banda di ragazzini che un misterioso personaggio, una specie di Indiana

avevo dieci o dodici anni. Io sono sempre stato appassionato di storia e di castelli trentini per cui al mio compleanno mi regalò quel magnifico volume di Aldo Gorfer intitolato Guida dei castelli

del Trentino. Costava una cifra eppure lo prese lo stesso, sapendo che mi avrebbe fatto felice. Nella mia biblioteca personale è sempre affiancato da un altro libro per me fondamentale: Romanità e

medioevo nella Vallagarina scritto dal preside


Valentino Chiocchetti e da Pio Chiusole, ex

centinaia di anni e di cui s’erano perse le tracce.

direttore della Civica di Rovereto, pubblicato da

Io sapevo che Chiocchetti e Chiusole nel loro

Manfrini nel 1965. Un volume che ho letto e riletto

libro propendevano per una soluzione precisa e

più volte da ragazzo, affascinandomi a tal punto

quando lo feci presente al preside rimase stupito

che da grande avrei voluto fare l’archeologo.

nel vedere con quanta attenzione avessi letto quel

Quando ero ancora studente al Ginnasio, mi

testo. E sono immensamente grato a Pio Chiusole

iscrissi entusiasticamente al Centro studi lagarini,

per il suo fondamentale aiuto nel segnalarmi i testi

un’associazione di volontari che faceva capo al

utili per approfondire le materie previste nel primo

Museo Civico di Rovereto. In estate partecipavo

concorso pubblico cui partecipai in vita mia e che

con un gruppo di coetanei alle campagne di scavo

mi ha poi portato, sia pure in seconda battuta, a

nelle zone archeologiche sui monti circostanti

occuparmi di biblioteche.

la città, dormendo in tenda per avere più tempo da dedicare alla ricerca di cocci e selci lavorate. Avevamo la fortuna di avere, tra i nostri maestri, proprio il professor Chiocchetti e quando, alla fine della giornata, dopo cena, ci si radunava attorno al fuoco del campeggio, era bello seguire le discussioni tra il preside e il suo allievo (e nostro caposquadra) Adriano Rigotti su questioni controverse, quali ad esempio il tracciato della Via Claudia Augusta Padana oppure l’ubicazione della misteriosa Sarnis, una località abitata per

“Un cacciatore di testi” Da giovane ero un gran lettore: ho frequentato più le librerie che le biblioteche pubbliche, in quanto preferivo acquistare i libri che mi interessavano piuttosto che prenderli a prestito. Oggi, come penso succeda ad altri colleghi, mi limito a spiluccare più che a leggere con calma un testo dall’inizio alla fine. Il nostro lavoro consiste nel cercare i libri migliori


e/o più adatti per il pubblico e proporre anche

fintanto che non riesco a ottenere quanto cerco.

quelli che non siano proprio di classifica. Quindi

Li prendo per sfinimento...

si spulciano i cataloghi specializzati, si seguono

In genere, da lettore, preferisco la saggistica:

determinati filoni (in questo caso internet può

tra i miei argomenti di studio e ricerca, ai primi

tornare utile per effettuare delle verifiche “al volo”,

posti metto senz’altro il conte di Cagliostro, un

ma lo reputo sempre un concorrente non del tutto

personaggio enigmatico quanto affascinante,

affidabile), però leggere un libro è un piacere che

vissuto nel Settecento e che dimorò per qualche

mi posso permettere solo quando sono in ferie

tempo anche a Rovereto. Una sorta di reportage

o quando, appunto, ho tempo sufficiente. Poi la

del suo soggiorno roveretano fu scritto in latino

mia lettura è tuttora condizionata dal fatto che per

da Clementino Vannetti e pubblicato nel gennaio

anni mi sono occupato della correzione di bozze

1789 da una bottega tipografica che aveva sede

delle pubblicazioni curate dalla biblioteca e

proprio a Mori. Nel ricostruire la storia e gli annali

dunque l’occhio cade sempre, involontariamente,

tipografici di quella tipografia - la più antica dei

sui refusi, gli errori, le imperfezioni grafiche, ecc.

Quattro Vicariati - mi sono appassionato alle

Mi definirei un “cacciatore di testi”, nel senso che

vicende del Cagliostro, tanto da curare la ristampa

mi impegno molto nel cercare e procurare libri

anastatica del memoriale del Vannetti, passato

di difficile reperibilità, quelli a scarsa tiratura o

alla storia col titolo di “vangelo di Cagliostro”

pubblicati a spese dell’Autore o fuori commercio,

e cominciando a raccogliere tutto quanto è

purché

con

stato pubblicato sul “sedicente” conte. Impresa

la mission della biblioteca. I miei colleghi

titanica dato che una recente bibliografia elenca

sanno benissimo che quando “punto” una loro

oltre 1.400 titoli stampati a partire da quando

pubblicazione di quel genere non mollo la presa

era ancora in vita fino ai nostri giorni. Nella mia

ovviamente

abbiano

attinenza


biblioteca personale ho raggiunto e superato

di classe del liceo: uno era il City Manager del

i 220 titoli, alcuni dei quali non compresi nella

Comune di Rovereto, nonché attuale Sindaco

bibliografia sopra citata, segno dunque che la

di Nomi, Rinaldo Maffei, e Patrizia Belli, addetta

ricerca non può dirsi conclusa e forse non lo sarà

stampa del Comune. Tra gli ospiti c’era anche

mai.

l’allora direttore della Biblioteca del Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck, Martin Bitschnau: non lo conoscevo di persona

Un momento di grande soddisfazione Ce ne sono diversi, per fortuna, e sono quelli che consentono di guardare con un po’ più di ottimismo al futuro. Ne ricordo uno in particolare, perché coincise con un grande evento per la nostra Comunità -

nostra intesa come Trentino - ma che ha

incidentalmente colpito anche la mia realtà. Era il novembre del 2002, quando si inaugurò in pompa magna la nuova sede della Biblioteca civica di Rovereto. Grande cerimonia, personaggi eccellenti e un’occasione che mi ha permesso, tra l’altro, di rincontrare due miei ex compagni

anche se la biblioteca di Mori, a partire dal 1992, aveva aderito entusiasticamente a un appello che egli stesso aveva lanciato sui quotidiani trentini, chiedendo alle istituzioni culturali dei territori che componevano l’ex Impero austro-ungarico, di aiutarlo a reperire il materiale pubblicato di recente per mantenere vive le apposite sezioni della biblioteca enipontana. Mori lo prese subito come un impegno serio e da non disattendere. Da allora c’è stata una corrispondenza continua e costante: tuttora inviamo in maniera sistematica al Tiroler le nostre pubblicazioni e quelle riguardanti il nostro territorio e i colleghi di Innsbruck fanno altrettanto con le loro. Per questo motivo, la biblioteca di Mori possiede uno specifico fondo


bibliografico piuttosto interessante e, direi, unico

di nulla” o “Un esperto è una persona che, evitando tutti

in Trentino, frutto del pluriennale scambio col

i piccoli errori, punta dritto alla catastrofe”.

Tiroler Landesmuseum.

C’è invece una citazione che mi piace riportare, quella di un grande bibliotecario francese, Michel Melot, che

A Rovereto c’era anche il collega austriaco

ha pubblicato un libro nel 2004, edito in Italia l’anno

Alexander Guano, nostro prezioso interlocutore

successivo da Bonnard, con il titolo La saggezza del

ad Innsbruck, il quale mi presentò a Bitschnau.

bibliotecario. Il libro inizia così “ Perché sarebbe saggio,

Egli, con mia grande sorpresa, mostrò subito di

il bibliotecario? Perché il bibliotecario sa che non sarà

ricordarsi di me, della biblioteca di Mori e delle

mai sapiente, poiché quando apre un libro, tutti gli altri

pubblicazioni

molto

restano chiusi. E sa bene, il bibliotecario che non aprirà

dell’aiuto recato loro. Io, devo essere sincero, fui

mai tutti i libri. Il bibliotecario ama i libri come il marinaio

molto orgoglioso del fatto che il direttore di una

ama il mare. Un marinaio non è necessariamente un

biblioteca così prestigiosa apprezzasse quanto

bravo nuotatore ma sa navigare e sa che non è a nuoto

fatto dalla piccola biblioteca di Mori. Così, la festa

che si va più lontano. L’oceano del sapere, che inebria

della Biblioteca civica di Rovereto, divenne un po’

tutti i sapienti, rende umile il bibliotecario”.

anche la mia.

E se vogliamo chiudere con leggerezza il discorso,

inviate,

ringraziandomi

tiro in ballo l’ineffabile Ramon Gomez de la Serna, che

Allora chi è un bibliotecario? Certamente non è un esperto tipo quello citato da Arthur Bloch - diventato celebre per la legge di Murphy - “Un esperto è una persona che sa sempre di più su sempre meno, fino a sapere tutto

sentenzia da par suo: “Il mare vede soltanto viaggiare, lui non ha mai viaggiato”. Una volta, la biblioteca serviva come punto di riferimento per le ricerche, magari partendo da zero.


Ci si affidava quasi esclusivamente, volenti o

però so che ha la copertina rossa…”, oppure gli

nolenti, all’abilità e competenza del bibliotecario

strafalcioni divertenti, per cui devi sapere che “Il

e ai testi disponibili in sede. Adesso, grazie al

serpente della neve” e “Il buio oltre le seppie” non

prestito interbibliotecario e a MLOL, la scelta è

esistono.

molto più ampia: con l’avanzare della tecnologia, anche i ragazzini arrivano al banco informazioni mostrandoti, sul loro cellulare ultramoderno, la foto della copertina del libro di cui hanno bisogno, senza sapere che, più della foto, potevano fare loro stessi una ricerca nel Catalogo Bibliografico Trentino e sapere se il libro c’è, in che sezione si trova, se è in prestito o meno. Certo che l’utenza attuale è molto più smaliziata: spesso pensa di saperne più di te e, alle volte, è anche vero, perché abbiamo di fronte dei nativi digitali abilissimi nel navigare in rete, ma non sempre dimostrano altrettanta abilità e capacità critica nella scelta delle fonti. Rispetto al passato, le richieste oggi sono abbastanza precise, ma resistono tuttavia le domande generiche, tipo: “Vorrei qualcosa da leggere, mi hanno consigliato un libro recente, non ricordo né autore né titolo

Un messaggio ai giovani bibliotecari È un lavoro dove non si può dormire sugli allori, bisogna essere sempre un passo avanti. Sarà necessario aprirsi al mondo, sapere più lingue straniere, raccogliere le sfide della società che sta mutando sotto i nostri occhi, attribuire il giusto valore alla tecnologia, conoscerla quel tanto che basta per non diventarne schiavi, non perdere mai l’aggancio con la realtà e il pubblico che è e sarà sempre il nostro interlocutore privilegiato e primo giudice del nostro operato. Difendete la vostra professionalità e siate i primi a tenerla aggiornata. La collaborazione tra colleghi è di fondamentale importanza, cercate


di estenderla il più possibile, sostenete la nostra

è difficile farlo ma, anche se i puristi non saranno

Associazione di categoria, l’AIB.

d’accordo, siamo “solo” dei mediatori e non

Mutuando una frase tratta dal libro L’isola delle

possiamo essere tuttologi sempre e comunque.

mappe perdute di Miles Harvey (Rizzoli, 2001)

Dopotutto, fare delle scelte fa parte del nostro

ritengo i bibliotecari non semplicemente degli

lavoro.

“eroici guardiani dei libri” ma piuttosto “i guardiani del sapere”, anche del loro territorio e prodotto in quel territorio. Non abbiate timore a conservare e raccogliere un po’ tutto quello che, magari, oggi è considerato effimero o poco significativo ma domani cercherete o verranno a cercare altre persone. Mi rendo conto che la mia è una versione un po’ passatista e, naturalmente, da vecchio bibliotecario quale sono, però ritengo che verranno a chiedere informazioni proprio su questo, dato che non tutto si troverà in internet. Bisogna infine avere ben presente il senso del limite, perché in alcuni casi, ci vengono poste delle

domande che sono fini a sé stesse e

che possono tranquillamente rimanere senza risposta. Ci si deve dare delle priorità: alle volte

Edoardo Tomasi


Provincia autonoma di Trento Finito di stampare, ottobre 2018 Stampa Nuove Arti Grafiche - Trento


bibliotecari custodi dis t o r i e

Un narratore e un biografo Un registratore, una penna e le storie di una vita passata tra gli scaffali di una biblioteca. Inizia così Bibliotecari: custodi di storie, l’avventura che raccoglie e racconta vite, passioni, tribolazioni, battaglie, sogni, avventure, episodi e aneddoti che costellano la vita professionale (e non solo) di persone e personaggi mitici come i bibliotecari. La sorpresa di ciascuno di scoprire di essere una narrazione, dopo averne custodite e curate tante, da raccontare. Perché la biblioteca e la

vita che si trascorre tra i libri, tra realtà e narrazione, tra ricerca e rigore, tra fantasia e critica è comunque sempre sorprendente. Un progetto voluto dall’Ufficio provinciale, con la collaborazione della libera Università di Anghiari, che diventa una raccolta di storie personali con gli scaffali della biblioteca a fare da colonna portante, da fil rouge delle molte narrazioni diverse, delle voci dei molti protagonisti, per comporre una storia unitaria e accomunante: il Sistema bibliotecario trentino.

quaderno 6

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.