MAURIZIO BONZANIN Guendalina Gonzo
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
bibliotecari custodi dis t o r i e
quaderno n. 5
Coordinamento scientifico del progetto “Bibliotecari. Custodi di storie” Ludovica Danieli Cura redazionale Tiziana Tonini Grafica e impaginazione Roberta Opassi Immagine di copertina Mattia Franceschini Comunicazione Pietro Stella La fotografia è gentilmente concessa da Maurizio Bonzanin
Tutti i diritti riservati © Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta degli autori o del proprietario dei diritti.
bibliotecari custodi dis t o r i e MAURIZIO BONZANIN
Guendalina Gonzo
Maurizio Bonzanin
bibliotecario lo è divenTato quasi per caso, senza premeditazione ... Maurizio Bonzanin mi accoglie nella sua biblioteca
bibliotEcario per caso
a Cembra. Sono emozionata ancora prima di ascoltare la sua storia – e durante la nostra chiacchierata lo sarei stata ancora di più – perché è tanti anni che è bibliotecario, mentre io sono una giovinetta che è da sempre affascinata da questa professione. Come mi dirà, bibliotecario lo è diventato quasi per caso, senza premeditazione, pur avendo da sempre una grande passione per i libri e la lettura. Probabilmente ai suoi inizi non avrebbe mai
Narratore | Maurizio Bonzanin bibliotecario Biblioteca comunale di Cembra
Biografo | Guendalina Gonzo
Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino
pensato di assistere ai cambiamenti e agli eventi di cui è stato testimone; e ne ha visti tanti di cambiamenti nei quasi quarant’anni in
cui ha vissuto, costruito e amato la biblioteca. Certamente è stato supportato nel suo lavoro da molti, ma anche e soprattutto dalla sua passione che, inutile dirlo, traspare abbondantemente mentre parliamo e mentre ricorda il suo percorso. Ecco quindi la sua storia e sullo sfondo, ovviamente, quella della biblioteca di CembraLisignago.
Ragioniere-bibliotecario Mi chiamo Maurizio Bonzanin e di professione sono bibliotecario. Non
ho
scelto
volutamente
di
diventarlo.
All’epoca, nel 1978, avevo appena conseguito la maturità tecnica commerciale e passai un anno a ciondolare a Milano, a fare “gazzarra” con gli amici. Non mi ero preso un anno sabbatico, mi ero iscritto a farmacia, ma, visto l’andazzo, a un certo punto prevalse l’onestà e mi dissi: “Non è la mia strada”. Il mio ritorno a Trento coincise con l’uscita di un bando di concorso per ragionierebibliotecario a Cembra. Sì, in Trentino c’erano alcune di queste figure, i ragionieri-bibliotecari.
Guendalina Gonzo
Ricordo Stefan, mio collega di Lavarone, che ha tenuto duro fin quasi alla fine: praticamente è andato in pensione come ragioniere-bibliotecario! Per la felicità di mio padre, vinsi il concorso e mi ritrovai per due anni a gestire conti e cultura. Ben presto iniziarono le difficoltà e mancava il tempo necessario a seguire bene entrambi gli
incarichi. La ragioneria era esplosa: da due libri mastri e un faldone di fatture, si cominciava ad avere un armadio di cartelle, registri, mandati di pagamento e altre scartoffie e divenne francamente insostenibile occupare entrambe le posizioni lavorative. Inoltre la biblioteca iniziava a riprendersi dalla situazione disastrosa in cui si trovava a causa delle vicende giudiziarie degli anni precedenti. Avevo venti ore per gestire la biblioteca e sedici ore per la ragioneria e obiettivamente non ci si stava dentro. Ricordo che c’era anche qualche consigliere comunale che, riferendosi ai due lavori, diceva in dialetto classico: “Così no va ben gnent”. E a chi mi chiedeva se mi sentivo offeso, rispondevo che quel consigliere aveva ragione. Se ti manca il tempo, le cose non possono funzionare bene. Per farla breve, mi chiesero di scegliere uno dei due lavori. Ho titubato un po’, poi ho scelto per il meglio optando per la biblioteca
I primi anni della biblioteca di Cembra e la nascita del Sistema bibliotecario trentino Nei primi anni di apertura della biblioteca di Cembra ricordo che vari strati della popolazione avevano un atteggiamento piuttosto critico e si interrogavano su costi e benefici di una tale struttura. Poi si è capito che era utile per i ragazzi, per fare i compiti, le ricerche scolastiche. Nelle ore d’apertura, più ridotte che oggi, si aveva una media di quasi ottanta persone. A studiare venivano ragazzi di tutte le età, perché a quei tempi mancava internet e le costose enciclopedie erano gettonatissime. Venivano anche le casalinghe, soprattutto per i romanzetti rosa. Gli uomini invece non si vedevano per nulla. Era quindi frequentata, questo sì, però c’era sempre un po’ troppo disinteresse; sostanzialmente era tollerata perché era utile: i ragazzi ci andavano perché gli serviva, ma a livello di struttura era sentita un po’ come estranea, calata dall’alto.
In effetti le biblioteche trentine erano nate per
abbattuta sulla biblioteca quando scoppiò il caso
decisione
dell’enciclopedia sessuale Mondadori.
dell’allora
Assessore
alla
cultura
Guido Lorenzi che aveva disseminato le prime biblioteche in tutte le valli trentine, strategicamente disposte sul territorio, in modo da costituire una rete provinciale di biblioteche. I Comuni avevano come unico onere la messa a disposizione dei locali e la Provincia pagava tutto il resto, bibliotecari compresi. Nei primi anni ’70 del XX secolo, i bibliotecari non erano dei dipendenti fissi ma tale funzione veniva spesso ricoperta da insegnanti che, a fine anno, percepivano un’indennità assolutamente inadeguata rispetto alle ore di lavoro svolte. Credo che i bibliotecari, o meglio, gli insegnanti-bibliotecari dell’epoca, fossero per la maggior parte volontari, che lo facevano per passione. A Cembra, dal 1971 al 1976, il ruolo di bibliotecaria venne ricoperto con competenza e passione da un’insegnante. Ma la competenza e la passione non poterono evitare la tempesta che si sarebbe
Lo scandalo dell’enciclopedia sessuale Nell’aprile 1976, quando la biblioteca stava cominciando a conquistarsi un proprio spazio nella realtà culturale locale, accadde che a scuola una maestra scoprì che una bambina aveva fatto dei disegnini con marcate connotazioni sessuali. Nei disegni si vedevano due, un maschio e una femmina, che si baciavano, si innamoravano, con una figura femminile che rimaneva incinta. Il disegnino venne considerato osceno da una maestra che si spaventò per le conseguenze che tale scoperta poteva provocare: un mese prima infatti, suo marito, un direttore didattico, aveva mandato sotto processo un’altra insegnante di Mezzolombardo, addirittura catechista, per dei disegnini (forse un pochino più espliciti) su
argomenti come il matrimonio e il divorzio. Era
enciclopedia su tutto il territorio nazionale.
evidente che avrebbe dovuto perseguire anche
A livello locale successe il finimondo: il paese era
sua moglie con lo stesso rigore.
letteralmente spaccato. A livello provinciale ci
Ovviamente la maestra, nell’intento di “alleggerire”
furono prese di posizione di tutti i tipi, schierati sia
la sua posizione, cercò di capire come mai la
di qua che di là: dalle associazioni dei genitori che
bambina avesse fatto quei disegni. Saltò fuori che
appoggiavano la maestra, il direttore didattico e il
in biblioteca era arrivata l’enciclopedia sessuale
procuratore ai sindacati dei partiti di sinistra che
della Mondadori, in cinque volumi ciascuno
appoggiavano la posizione dei bibliotecari e del
studiato per diverse fasce d’età.
sindaco.
I protagonisti dello scandalo e del processo
Nel mezzo c’era il silenzio assordante della
furono il funzionario del servizio biblioteche della
Provincia che, praticamente, aveva lasciato da
Provincia che aveva scelto, acquistato e mandato
solo il funzionario. L’Assessore Guido Lorenzi,
alle biblioteche l’enciclopedia, il Sindaco di
esponente democristiano, cattolico, era in
Cembra, che aveva firmato la bolla di consegna
fortissimo imbarazzo. Lo stesso partito era in
dell’opera, la bibliotecaria titolare che l’aveva
imbarazzo. Per assurdo, era meno imbarazzata
esposta sugli scaffali e sui tavoli. Infine anche il
la Curia che non sposò in toto la tesi dell’accusa
marito di quest’ultima, il secondo bibliotecario che
e rimase un po’ distaccata. Addirittura, lo stesso
la sostituiva quando mancava, che aveva lasciato
parroco di Cembra, in una riunione in teatro sulla
pure lui l’enciclopedia a disposizione del pubblico.
faccenda, disse: “No, guardate che in gennaio
Il procuratore della Repubblica mandò sotto
si comincia con le lezioni sessuali con i ragazzi
processo
famosa
a scuola”. Insomma, in molti avevano capito che
“banda dei quattro”. Poi fece sequestrare questa
il tema andava affrontato e con un approccio
per
direttissima
l’ancora
molto più corretto che non quello di un processo
insegnante dal continuare a svolgere il lavoro
e che nessuno aveva avuto intenzione di far
in biblioteca, dicendo che non poteva avere
male a dei bambini. I bambini erano quattro e li
un secondo impiego. Il punto era che lei non
fecero testimoniare per l’accusa. Li interrogarono
aveva nessun rapporto di dipendenza: riceveva
alla presenza dei genitori, di uno psicologo
un’indennità ed era volontaria. C’erano decine di
e di un’assistente sociale. Poveri bambini! A
casi di questo genere in Provincia, però hanno
mio parere erano dei bambini spaventati e
scritto soltanto a lei. Era diventata un capro
traumatizzati per la situazione. Oggi ci sarebbero
espiatorio e dovette interrompere il lavoro come
più attenzione e più tatto in queste cose.
bibliotecaria.
Nel dicembre 1976 la “banda dei quattro” fu
La sorte dei libri sequestrati seguì invece strade
assolta con formula piena, perché il fatto non
diverse. Per i primi due volumi dell’Enciclopedia,
sussisteva. Ci fu un appello nel febbraio del
ci fu un’appendice al Tribunale di Verona dove
1980 ma il procuratore rinunciò all’accusa e la
la Mondadori aveva lo stabilimento. Il caso
storia si disse conclusa, anche se alla base delle
venne chiuso ma in modo francamente confuso:
motivazioni della sentenza non ci fu mai l’idea
a tutt’oggi non ho ancora capito se a essere
che la libertà di espressione e informazione
sequestrati fossero soltanto i due libri di Cembra,
venisse prima di tutto. Avevano solo detto che la
le cui copie originali sono ancora depositate
pubblicazione poteva essere oscena, questo sì,
presso il tribunale di Trento o tutte le copie in
ma non si trattava di pornografia.
Italia. I volumi, anche i primi due, erano ancora
Tuttavia, nonostante la sentenza di assoluzione,
disponibili in molte biblioteche del Trentino, mai
il Provveditorato di Trento diffidò la bibliotecaria-
sequestrati. La sentenza era assurda! Avevano
sequestrato fisicamente solo i primi due volumi, che poi ho potuto riacquistare senza problemi! Quando me ne sono accorto ho chiesto il dissequestro degli altri tre libri che mi sono stati restituiti ma in tempi biblici. Anche questi però erano scritti! Quando ho visto che avevano appunti e note processuali, ho chiesto al mio Sindaco il da farsi: dal momento che i libri sono un bene demaniale, chi li danneggia, a rigore di legge, dovrebbe pagare una multa. Ma il Sindaco mi disse: “Lascia perdere!”. La questione era ormai chiusa. In archivio, a Cembra, sono tuttora conservati i tre volumi con gli appunti, scritti a penna, del procuratore della Repubblica, a quei tempi inquisitore nel processo per direttissima ai due bibliotecari. I libri in questione, ora sì, conciati come sono con tutti gli appunti processuali, son dei libri osceni.
Risollevare una biblioteca in ginocchio Mentre facevo il militare, un anno prima di iniziare a Cembra, dicevo: “Quando torno, ho un bel lavoro”. Questo è il primo ricordo che ho legato al mio lavoro in biblioteca. Noi scherziamo, però già all’epoca c’erano problemi di occupazione, ma da quel punto di vista ho fatto una naja tranquillissima. Effettivamente è stato così, anche se poi mi son fatto una gavetta di quelle super, perché quando sono arrivato mi è stato subito chiaro il concetto di “biblioteca in ginocchio”. In ginocchio perché, guardando le cifre degli iscritti al prestito, prima delle tristi vicende giudiziarie, nel 1975, gli iscritti al prestito erano 313, tre anni dopo erano scesi a 166. Da subito mi chiesi cosa fare per rilanciare il servizio e incrementare l’utenza e per prima cosa cercai di capire a cosa era interessata la gente. Riportare la gente in biblioteca era la priorità e in questa fase iniziammo a operare anche attraverso
iniziative che non c’entravano assolutamente nulla con la promozione della lettura. La biblioteca era un vero centro sociale dove si organizzava un po’ di tutto, dove si cercava di attirare soprattutto i giovani, i bambini. Ma come si fa ad attirare i bambini? Si attirano le mamme! Per coinvolgerle ho iniziato a organizzare corsi di ginnastica. Mi ritrovavo anche 150 donne che venivano, con i loro bambini, a iscriversi ai corsi di ginnastica e piano piano, ma molto piano, hanno incominciato a capire che la biblioteca non era un luogo di perdizione ma poteva essere una struttura utile, a servizio della comunità. Con pazienza abbiamo ricostruito un tessuto di utenza accettabile. Questo è stato un po’ l’imprinting iniziale della nuova biblioteca. C’è voluto del tempo: sembra facile, però non lo è stato. Se ogni anno puoi dire di avere 15-20 utenti in più, non è poco. Guadagnare utenti stabili per una piccola biblioteca, in generale, è faticoso. Bisogna mantenerli e bisogna anche offrire dei servizi.
A volte mi sembrava di avere il dono dell’ubiquità, anzi ero uno e trino: ero in biblioteca, in Comune e impegnato in altre attività. Nel corso degli anni, a forza di traslochi, ero diventato come i “Facchini Verdi” e i motivi dei traslochi erano i più vari: ristrutturazione del municipio, restauro della sede per far spazio ad altri servizi essenziali, etc. Ho i libri più ventilati del Trentino e sono diventato anche un esperto nell’arte di occupare al meglio gli spazi. E a proposito di spazi, una delle mie più grandi soddisfazioni nel progettare l’attuale sede della biblioteca è l’aver realizzato una sala dedicata ai bambini più piccoli, fino ai 6-7 anni. Da quando l’ho creata e ho iniziato a curare particolarmente gli acquisti in quel settore la presenza di mamme e anche papà con bimbi al seguito, asili e scuole è cresciuta tantissimo e il 35% dei miei prestiti è di volumi della “sezione bambini”.
Il bibliotecario Quando penso alla professione, immagino il bibliotecario come un mix tutto fare, un robot da cucina. Abbiamo sperimentato veramente di tutto, quindi anche cose che non c’entravano assolutamente nulla con la promozione del libro e della biblioteca. Ci sono colleghi che hanno un’idea della biblioteca come luogo nel quale si fa esclusivamente promozione della lettura e tutto quello che ci ruota intorno. E’ una posizione che per molti aspetti condivido, ma che deve fare i conti con una serie di esigenze concrete che il territorio esprime e che impongono alle amministrazioni comunali di offrire servizi e attività di tipo culturale e ricreativo che trovano nella biblioteca l’ufficio più affine e attrezzato dal punto di organizzativo. Non possiamo nasconderci che la biblioteca ha dei costi che agli occhi di molti amministratori si giustificano solo con un’ampia varietà di servizi erogati. E poi siamo onesti, a molti bibliotecari
questa situazione piace. E’ più faticosa, ma
far capire sia le potenzialità dello strumento,
piace. Con il tempo devo dire che la nostra
sia i pericoli connessi all’uso incontrollato della
professionalità è cresciuta molto e abbiamo
rete da parte di figli e nipoti. È solo un esempio,
imparato a collaborare tra di noi mettendo la
peraltro già sperimentato da altri colleghi, ma è
nostra esperienza al servizio di tutti. L’esempio
un’iniziativa utile, perché c’è molta ignoranza e
più
sottovalutazione dei rischi che si corrono.
rappresentativo di questa collaborazione è
“ScegliLibro” concorso arrivato alla terza edizione
Ovviamente in questo si è anche aiutati dai vari
nel 2016. Il fatto di lavorare insieme, discutendo
Assessori alla cultura, da gruppi di persone i
e organizzando la manifestazione fin nei più
cui interessi gravitano attorno alla biblioteca o
piccoli dettagli mi ha fatto scoprire colleghi
comunque che la supportano o partecipano
straordinariamente preparati e disponibili e mi ha
abbastanza
fatto scoprire il piacere di lavorare insieme.
che vengono proposte. Perché c’è sempre
costantemente
alle
iniziative
uno zoccolo duro di utenti che partecipa e ci Quello del bibliotecario è un ruolo propositivo:
sprona. Noi bibliotecari siamo dei tuttologi, nella
è quello di promuovere, ma anche di ascoltare
maggior parte, dobbiamo sapere un po’ di tutto.
le esigenze della popolazione - quelle riferite al
Questo perché dobbiamo saperci orientare
proprio settore di intervento, chiaramente - e di
immediatamente quando un’utente ci chiede
cercare poi di tradurle in iniziative da proporre.
qualcosa di strano e di astruso. Negli ultimi
Per fare un esempio al passo col nostro tempo,
anni, con l’avvento di internet, le richieste che ci
dovremmo attrezzarci per organizzare un corso
vengono fatte a livello di ricerche sono davvero
per genitori e nonni allo scopo di insegnare loro
più complesse perché sono quelle che gli utenti
come usare l’i-pad, il telefonino e internet, per
normalmente non riescono a fare da soli.
Richieste strane venivano anche una volta, non
Siamo un po’ tuttologi anche per questo motivo.
solo oggi! Ricordo dei ragazzi che venivano a
Oggi internet aiuta tantissimo in questa tuttologia,
fare una ricerca sul ferro da stiro e mi dicevo:
perché, ovviamente dobbiamo imparare anche
“Accidenti, che bell’argomento...”, ma poi trovare
ad avere la faccia di bronzo... dire, quando ci
qualcosa diventava molto difficile. Poi, dei ragazzi
vengono a chiedere qualcosa di cui non capiamo
che facevano gli studi da estetista dovevano fare
assolutamente nulla: “Aspetta un attimo che
una ricerca sulla barba e ricordo con orgoglio di
faccio una ricerca sul catalogo” e in realtà stiamo
aver trovato un librino sulla barba. Ma era difficile
andato su google per capire cosa accidenti ci
soprattutto perché non c’era internet!
hanno chiesto. Insomma ce la caviamo anche
Ogni tanto saltavano fuori delle perle come delle
così!
terribili bibliografie redatte da insegnanti che
Lo svantaggio dell’essere bibliotecario è quello
prendevano pari pari quelle proposte al loro figlio,
di svolgere una professione troppo coinvolgente.
studente alle superiori e le riportavano ai loro
Ricordo mia moglie che in più di un’occasione mi
alunni di prima media: per cui ti ritrovavi Joyce
diceva: “’Scolta, te gai anca na casa...”. C’erano
consigliato per la prima media! Una volta credo
degli anni in cui, tenendo conto degli straordinari,
di aver telefonato anche al dirigente scolastico
facevo 14 mesi di lavoro, con estati molto “calde”.
dicendogli: “Senta! Intervenga, perché non è
Ovviamente l’esperienza aiuta tantissimo a non
possibile che i ragazzi si impicchino con delle
preoccuparsi di tante cose, perché conosci
bibliografie così difficili”. Insomma, bisogna
comunque la tempistica, sai quando è il momento
dar loro delle letture adatte alla loro età, non
di agire veramente e non perdere tempo, sei
selezionate per ragazzi di tre-quattro anni più
addentro e quindi riesci a svolgere gli stessi lavori
vecchi!
che facevi anni prima con meno ansia e con
meno perdita di tempo. Ma all’inizio l’esperienza
interessano alla gente questi spettacoli?”. Era un
mancava e quindi arrivavi a casa con il pensiero
po’ come l’opera lirica che facevano in televisione
di quello che ci sarebbe stato da fare il giorno
a ogni piè sospinto perché, quando facevano i
dopo e tua moglie, la tua compagna, in famiglia
sondaggi, alla domanda “Cosa ti piacerebbe
insomma, si accorgevano subito che avevi la testa
sentire in televisione?” le persone rispondevano:
persa in altre cose. E poi avevi la preoccupazione
“Ah, mi piace l’opera lirica”, perché avevano
che le tue iniziative riuscissero bene. Ricordo
paura di fare la figura degli ignoranti o poco
ancora con orrore la volta in cui il soprano Margit
colti. Quindi, in realtà quando hanno capito che
Spirk e la sua orchestra erano venuti a Cembra
alla gente piaceva magari di più Nilla Pizzi che
per esibirsi. L’evento lo avevamo pubblicizzato
cantava, hanno cambiato i palinsesti!
benissimo: avevamo stampato gli inviti, le locandine, c’era il passaparola - non esistevano ancora sms e internet -. Morale della favola: in teatro credo ci fosse... una persona?!? E arriva la Rai. Chiaramente sono occasioni in cui vorresti diventare piccolo piccolo e non esistere. Il TG regionale era iniziato proprio con un “giornalista padreterno” che dava la notiziona che allo spettacolo di Cembra non c’era nessuno. Mi ero anche arrabbiato perché a un certo punto ho detto: “Oh! Ragioniamo su due fronti! Non c’era la gente, ma vediamola anche in un altro senso:
Il rapporto con i libri Fare il bibliotecario è un lavoro bellissimo e invidiatissimo. Sento quasi tutti i giorni qualcuno che mi chiede come si fa a diventare bibliotecario e dico sempre che ci si deve fare un mazzo così! Certo per le persone a cui piace leggere, stare in mezzo ai libri è il massimo. Ma non riusciamo a leggerli tutti! Io ho iniziato a leggere che avevo praticamente 11 anni. Ho fatto le elementari veramente a
fatica. In prima media ero un autentico somaro.
e che rimane sempre un autore che amo perché
Mi hanno ritirato da scuola in febbraio perché
legato alla mia giovinezza.
avevo la peritonite e sono rimasto a casa fino a
Ho sempre avuto il pallino dei gialli, ma anche
settembre e ho dovuto ripetere l’anno. Cosa è
della fantascienza perché mi piaceva e mi piace
successo in quel periodo di ritiro? Praticamente
guardare al domani, al futuro. La trilogia della
è come mi avessero tolto il tappo. Abitavo a
fondazione di Asimov e gli altri suoi libri, sono
Trento, in via Dordi, dietro il Duomo, in un posto
romanzi che dovrebbero leggere tutti. Sono letture
stupendo. In via Calepina, vicino “al lavaman del
simpatiche, ma probabilmente un po’ anomale
sindaco”, c’era il “Lucin” dove facevano cornici
rispetto alle solite che i bibliotecari consigliano.
ma vendevano anche libri di seconda mano. Ho
Comunque leggo di tutto.
iniziato ad andare a comprare pacchi di libri usati,
Nella vita alla fine ti dici: “Cosa mi sono perso?”.
di tutti i tipi. È li che mi è nata la passione per
Per cui finisci per leggere anche libri romantici,
i libri. Leggevo non dico un libro al giorno, ma
sorprendendo tutti. Per anni non ho degnato di uno
ogni due. Quindi ho letto tantissimo. Dopodiché
sguardo le storie famigliari, dense di romanticismo
quando avevo esaurito i libri che avevano lí,
e problemi familiari. Poi però mi sono ritrovato a
perché ovviamente non è che continuavano
leggerli con attenzione, inizialmente con poca
a cambiare, ho iniziato a bazzicare in libreria.
convinzione, per poi dire: “Questo libro è scritto
Andavo al Monauni, di fronte al cinema Vittoria:
davvero bene. Racconta una storia che fila, con
aveva una sezione di remainders, libri economici
un capo e una coda”. Vediamo cos’altro c’è.
e cercavo proprio quelli che mi mancavano, soprattutto gialli e thriller… Non parlo di quelli di
Bisogna sdoganare anche altri tipi di letture,
Conan Doyle, che già avevo e ho tutt’ora a casa,
quelle leggere: un po’ come le famose scienziate
che per trascorrere un momento di svago assoluto
la Sanchéz o Carrisi, per dire, piuttosto che
leggevano i romanzi Harmony. Erano scienziate e
spaccarmi la testa! Non è che un bibliotecario sia
capivano perfettamente di leggere una montagna
una persona diversa dagli altri, anche lui ha le sue
di fesserie stampate, ma erano letture “sotto la
passioni.
pianta” fatte per non pensare ad altro, che credo abbiano la loro importanza. La gente cerca
Ai ragazzini in biblioteca poi spiego cos’è il libro.
un modo per distrarsi da un mondo pieno di
Ne porto uno ancora avvolto nel cellophane e dico
problematiche pesanti e si chiede: “Ma perché
“Ragazzi adesso vi faccio vedere come si fa ad
devo prendermi a martellate con dei saggi che
apprezzare un libro”. Si apprezza già scartandolo
mi fanno venire il mal di stomaco?” e pensando
dalla pellicola, nel pregustare la voglia di leggerlo.
che in televisione vedi tantissime trasmissioni
Dopodiché lo si apre e si comincia a sentire il
di intrattenimento, di politica o che trattano temi
frusciare delle pagine, magari ancora un po’
sociali per le quali non ti sognerai mai di dire:
incollate, un po’ impaccate; si assapora il profumo
“Oh, meno male che l’han fatta”. Siamo portati
della colla: è quello delle librerie del mio tempo.
al pessimismo, quindi la gente vuole evadere,
A questo punto si sono già attivati una serie di
e anche nelle biblioteche le persone cercano
sensi che permettono di godere il libro, molto di
questa evasione. Vedo che ci sono tantissimi
più. Durante questa dimostrazione i ragazzi mi
utenti, anche laureati, che vogliono assolutamente
guardano stupiti e anche affascinati perché per
solo svagarsi con letture tranquille.
loro è un’esperienza sensoriale assolutamente
Anche io potrei barare dicendo che leggo e che
inaspettata.
mi piace moltissimo un qualche autore tosto, pesantissimo. Ma alla fine preferisco leggermi
La biblioteca come punto di incontro ... oggi come ieri Se dovessi scegliere una parte del corpo umano assocerei la biblioteca alle gambe. Identificarla come cervello sarebbe troppo facile, la immagino invece come le gambe che fanno camminare e crescere la comunità. Luogo di cultura, di libri, ma anche e soprattutto luogo e punto di incontro e aggregazione. Mi ricordo ancora che negli anni ‘80 esistevano le fonoteche nelle biblioteche, perché la musica era qualcosa che attirava l’attenzione ma all’epoca
però ogni tanto ci arrabbiavamo perché gli utenti facevano il diavolo a quattro. Mi ricordo ancora di aver sbattuto fuori dalla biblioteca 30 ragazzi in un colpo solo. Mica una volta, eh! “Ragazzi, la fonoteca chiude. Fuori tutti!”. Chiaramente i ragazzi quando sono assieme fanno branco, per cui mi son ritrovato persino le poltroncine - che erano di materiale abbastanza leggero - anche sopra gli armadi. A quel punto ti dicevi: “No, ragazzi! Fare i buffoni fino a un certo punto va bene, perché fa parte della vostra età…”, ma era pur sempre una biblioteca!
ce ne era poca, non come oggi che c’è musica dappertutto. Qui a Cembra avevamo la fonoteca musicassette. Aveva 15 poltroncine fornite di
La biblioteca con la comunità e l’utenza
cubi dove mettevamo le postazioni, i comandi.
Ci sono tre tipi di rapporti che contribuiscono
Ritrovavo regolarmente 30 persone, se non di più,
a mantenere attiva e a rendere migliore una
accalcate nella fonoteca. Era diventata un po’ la
biblioteca: il rapporto con la comunità e l’utenza,
discoteca del posto! A quei tempi eravamo buoni
il rapporto con i colleghi e il rapporto con
come il pane come categoria, perlomeno io,
l’amministrazione.
con due postazioni per i dischi e una per le
Come certamente si sarà capito leggendo sin
“Vieni spessissimo”; “Vara, c’ho qui l’ultima novità,
qui, creare e saper mantenere un buon rapporto
l’ho tenuta per te”.
con la comunità e l’utenza è basilare. Quello tra
Ricordo con affetto alcune delle mie vecchiette,
bibliotecario e utenza è un rapporto simbiotico. È
utenti affezionate e molto simpatiche. Avevano
l’utente che, andando in biblioteca, crea il lavoro
sessanta o settant’anni, molto colte perché
e il bibliotecario, da parte sua, deve saper offrire
leggevano tantissimo e io praticamente le
il miglior servizio possibile, cercando di aderire
arruolavo dicendo loro: “Adesso ti do questo
alle esigenze di ognuno. Per mantenere un buon
libro che è una novità. Mi dici com’è? Così poi lo
rapporto bisogna avere una pazienza infinita,
consiglio anche agli altri”. Erano così prese dal
ma soprattutto occorre avere rispetto per tutti gli
loro ruolo che veramente poi ti venivano a dire:
utenti, anche per il lettore che chiede il libro più
“Guarda, questo è bello, questo non è bello,
scadente. Se tu, bibliotecario, rispetti un utente,
questo qua fallo leggere a questo, a quell’altro, a
lui rispetta te.
quest’altro!” Erano davvero contente perché davi
Inoltre il bibliotecario deve saper consigliare o
loro un ruolo e importanza alla loro lettura.
re-indirizzare, per far rispondere al meglio alla
Ho un bel ricordo anche dei bambini piccoli, che
richiesta della singola persona. Un trattamento
vorrebbero leggere sempre e mi fanno tenerezza
a parte lo meritano gli utenti affezionati. L’utente
quando si disperano perché devono restituire un
affezionato lo si coccola sempre, deve sentire che
libro che gli piaciuto tantissimo.
presti attenzione alle sue esigenze proponendo novità ad hoc, in modo da coltivare e far crescere
Ecco, tutti questi sono semplici gesti di attenzione,
il rapporto di fiducia: “Guarda che te l’ho tenuto
ma che sia dal punto di vista individuale/umano,
apposta perché tanto so che tu sei puntuale”;
sia da quello lavorativo, ripagano tantissimo.
bibliotecari trentini con contatti quotidiani anche
Il rapporto con i colleghi Anche il rapporto con gli altri colleghi bibliotecari è importante e alcune attività sono state fondamentali per farci crescere come gruppo. Per decenni, infatti, i bibliotecari sono rimasti isolati nelle loro torri dorate, unità isolate. C’è
sempre
stata
collaborazione
dove
in videoconferenza. Il vedersi in faccia, quando si parla è importantissimo perché aiuta a costruire una rete di relazioni che ti portano a migliorare complessivamente
il
servizio,
con
ricadute
positive anche sul sistema bibliotecario trentino.
le
biblioteche erano molto vicine. Qui in Val di Cembra invece erano disperse: quella di Giovo
Il rapporto con l’amministrazione
ha 10-15 anni e l’altra più vicina era Lavis a 15 km
È necessario avere un rapporto molto stretto
di distanza, ma con necessità diverse, problemi
con i colleghi che si occupano degli altri settori
diversi. C’era quindi anche una difficoltà di
amministrativi per agevolare il lavoro. Le esigenze
confronto in partenza. In altri luoghi come in Val
dei bibliotecari sono molteplici: dal trovare
di Fassa il confronto e il dialogo era più semplice:
velocemente indirizzi all’ufficio anagrafe, alla
le biblioteche di Moena, Vigo e Canazei avevano
necessità di operai per dei lavori nella biblioteca,
e hanno le stesse dimensioni e la stessa tipologia
passando dall’ufficio tecnico. Bisogna rapportarsi
di utenti, quindi la similarità aiutava e aiuta la
con la contabilità e quindi con l’ufficio ragioneria,
crescita reciproca.
e poi con la segreteria per le spedizioni. È quindi importante avere dei buonissimi rapporti con i
Per quello che mi riguarda - ma ho sentito pareri
colleghi degli altri uffici amministrativi.
analoghi da altri colleghi -, negli ultimi anni
Fondamentale è anche collaborare con gli
sono cresciute moltissimo le collaborazioni tra i
amministratori che devono credere nella biblioteca
e in quello che fai. Ma ci deve essere assoluta
domanda: “Ma qual è il vostro mansionario?” noi
trasparenza, un collegamento diretto, lavorare di
rispondiamo con una pappardella terrificante! E ci
concerto informando su ciò che si fa prima che
sentiamo replicare: “Ma fate tutte ‘ste cose voi?”.
sia fatto, anche se a volte si rischia di essere
Dall’esterno l’immagine del lavoro in biblioteca
troppo pedanti.
è diversa da quello che poi effettivamente vai a
La biblioteca è fatta anche dagli amministratori:
fare. La frase che si sente un po’ dappertutto è:
se la supportano, se la sostengono e la
“Vabbè, per dar for libri i è boni tuti”. Ma come ho
riconoscono come struttura utile, se la finanziano.
già scritto, c’è molto, molto altro.
Se questi soggetti - bibliotecari e componenti dell’amministrazione - collaborano, si va in un’unica
Vorrei quindi dare dei consigli ai futuri giovani
direzione e le cose funzionano. Se qualcuno rema
bibliotecari. Non prendetevi troppo sul serio.
contro o è poco convinto, dicendoti ad esempio:
Non burocratizzate troppo il lavoro, anche se
“Va benissimo tutto quello che fai” anche se non è
le regole vanno rispettate altrimenti la struttura
vero, in quel caso non si migliora. Noi bibliotecari
non funziona. Mettetevi sempre e comunque
non siamo perfetti e anche noi abbiamo bisogno
in discussione. Date spazio alle vostre idee,
di supporto e di consigli.
ma ascoltate tantissimo tutti gli input esterni. Sollecitate la collaborazione con le associazioni e non abbiate paura di sporcarvi le mani con
Ai futuri giovani bibliotecari Qualcuno chiede: “Ma hai mai visto un bibliotecario andare in galera?” E io gli rispondo: “I miei predecessori hanno rischiato di finirci”. Alla
attività che non sono esattamente in linea con la promozione del libro e della biblioteca. In ultimo, state attenti a non diventare troppo intellettuali, nel senso di vivere avulsi dalla realtà. Mi ricordo
che una biblioteca vicina aveva praticamente tutto il catalogo Guanda. Alla gente del paese quei titoli interessavano molto poco, mentre per gli studenti universitari di Trento erano utilissimi. Aderire meglio alle esigenze dell’utenza con acquisti diversi, sarebbe stata la scelta più corretta. Dovete quindi ricordarvi che il vostro ruolo come bibliotecari è quello di servire in un contesto integrato e quindi dovrete acquistare titoli adeguati allo standard della vostra comunità, senza tuttavia scadere nell’impoverimento e senza trasformare la biblioteca in qualcosa che risponda solo alle vostre personali esigenze e gusti letterari.
Maurizio Bonzanin
Provincia autonoma di Trento Finito di stampare, ottobre 2018 Stampa Nuove Arti Grafiche - Trento
bibliotecari custodi dis t o r i e
Un narratore e un biografo Un registratore, una penna e le storie di una vita passata tra gli scaffali di una biblioteca. Inizia così Bibliotecari: custodi di storie, l’avventura che raccoglie e racconta vite, passioni, tribolazioni, battaglie, sogni, avventure, episodi e aneddoti che costellano la vita professionale (e non solo) di persone e personaggi mitici come i bibliotecari. La sorpresa di ciascuno di scoprire di essere una narrazione, dopo averne custodite e curate tante, da raccontare. Perché la biblioteca e la
vita che si trascorre tra i libri, tra realtà e narrazione, tra ricerca e rigore, tra fantasia e critica è comunque sempre sorprendente. Un progetto voluto dall’Ufficio provinciale, con la collaborazione della libera Università di Anghiari, che diventa una raccolta di storie personali con gli scaffali della biblioteca a fare da colonna portante, da fil rouge delle molte narrazioni diverse, delle voci dei molti protagonisti, per comporre una storia unitaria e accomunante: il Sistema bibliotecario trentino.
quaderno 5
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO