Bibliotecari, custodi di storie

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Maria Lena Barbacovi

Claudio Travaglia

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

bibliotecari custodi dis t o r i e


quaderno n. 1


Coordinamento scientifico del progetto “Bibliotecari. Custodi di storie” Ludovica Danieli Cura redazionale Tiziana Tonini Grafica e impaginazione Roberta Opassi Immagine di copertina Mattia Franceschini Comunicazione Pietro Stella La fotografia di Claudio Travaglia è tratta da Trentino: invito alla biblioteca a cura di Simone Gabrielli Alcione, 1984

Tutti i diritti riservati © Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta degli autori o del proprietario dei diritti.

bibliotecari custodi dis t o r i e Claudio Travaglia

Maria Lena Barbacovi


Claudio Travaglia e i suoi utenti

Ho cominciato con la mia biblioteca a tenermi all’avanguardia... Scegliere il narratore, la persona che mi potesse testimoniare gli albori del Sistema bibliotecario trentino non è stato difficile: il bibliotecario del mio paese, Claudio Travaglia, ha dato volentieri

Ho cominciato con

la sua disponibilità, pur con un certo stupore iniziale. E’ stato il bibliotecario della mia infanzia, quello che ci richiamava quando, da bambini, si chiacchierava a volume troppo alto, quello che ogni tanto si arrabbiava pure, quello che pensavo avesse letto tutto della biblioteca visto che sapeva sempre consigliare questo o quel libro a chi glielo chiedeva. Chissà se devo in parte anche a lui la scelta di questa professione...

Narratore | Claudio Travaglia bibliotecario

Biblioteca pubblica intercomunale di Predaia - Taio

Biografo | Maria Lena Barbacovi bibliotecaria

Biblioteca intercomunale di Mezzocorona, Roveré della Luna, Nave san Rocco

Incontro Claudio in biblioteca a Taio e attendo la sua disponibilità a causa di alcuni intoppi che deve risolvere subito. Ne approfitto per osservare


l’ambiente con occhi diversi: non più come utente che ha bisogno di informazioni ma come biografo che cerca di indagare la persona da intervistare guardando l’organizzazione che ha dato al proprio lavoro e il suo modo di relazionarsi con i collaboratori e l’utenza. L’impressione è quella di un ambiente in fermento, vivace e piacevole. Niente grigiore. Anche se l’attesa è lunga non mi annoio e rifletto. Per l’intervista ci trasferiamo in un ufficio del Comune di Predaia, più tranquillo e adatto.

quel giorno iniziava la scuola Chiedo a Claudio di raccontarmi gli inizi del lavoro. Ricorda la data con precisione perché coincise con l’apertura dell’anno scolastico: “Il 1° ottobre 1980. Iniziava la scuola quel giorno.” Non è stata una vocazione la sua, anzi. La formazione scientifica nei primi anni di attività gli fu quasi d’intralcio e gli impedì di apprezzare fin da subito questa professione. Aveva iniziato ingegneria e aveva fatto il progettista

Il registratore è sul tavolo, la lingua italiana è

di impianti, la sua ambizione era quella di entrare

d’obbligo: il dialetto noneso, concordiamo, si

nel campo della ricerca scientifica, percorso che

deve mettere da parte.

ha dovuto interrompere. “Avevo due possibilità” mi racconta, “avevo vinto un concorso che mi

Maria Lena Barbacovi

permetteva di proseguire la mia carriera dal punto di vista scientifico e poi avevo questa possibilità di gestire la biblioteca e, per motivi familiari, ho scelto quest’ultima”. E aggiunge: “I primi anni ho fatto fatica, poi il lavoro ha cominciato a piacermi”. Conferma che non ha rimpianti ma ribadisce che la sua vocazione non era questa, ma c’è stata


per fortuna “una svolta che mi ha fatto piacere

ancora per certe cose. Anche dalla biblioteca del

questo lavoro. I colleghi lo sanno. Dal 1985 in

Santa Chiara era stato adottato”.

poi quando è cominciato il discorso dei sistemi informativi, dell’informatica di cui sono sempre stato appassionato, ho cominciato con la mia biblioteca a tenermi all’avanguardia. Siamo stati se non la prima, una delle primissime biblioteche ad avere le postazioni Internet per il pubblico, ho fatto decine e decine di corsi di informatica, ho dato un taglio specialistico al patrimonio in alcuni ambiti come le scienze pure… anche se non volevo personalizzare la biblioteca. Ricordo con nostalgia che nel 1986 con Maurizio Bonzanin, collega di Cembra, anche lui appassionato di informatica e di tecnologia, avevamo deciso di costruire un primo programma informatico per la gestione dei prestiti, un programma utilizzato fino al 1992, quando c’è stato l’avvento del Catalogo bibliografico trentino (CBT). Ci si trovava un giorno in settimana; l’abbiamo fatto per circa sei mesi. Questo programma ha funzionato per una decina d’anni e certe biblioteche lo stanno utilizzando

bibliotecario come? Gli spiego che per me l’oggetto che rappresenta bene la professione del bibliotecario è la molla, perché svolgendo io un lavoro prevalentemente di front office devo rispondere alle sollecitazioni dell’utenza in modo puntuale e scattante. Premettendo la necessaria distinzione tra lavoro di front office e quello di back office, entrambi comunque svolti dal bibliotecario unico che non ha collaboratori, mi risponde richiamando l’immagine della morsa per rendere al meglio la situazione di lavoro del bibliotecario responsabile, com’è lui. “Da una parte,” dice “hai gli amministratori a cui molto spesso interessa la struttura esterna cioè la facciata. Poi si dimenticano della biblioteca e mancano anche i 10.000 euro per acquistare i libri. E dall’altra hai l’esigenza di soddisfare l’utenza”. Negli anni Ottanta ricorda che gli utenti avevano


esigenze diverse rispetto a oggi, chiedevano

i tagli di bilancio sconsiderati sulla cultura”. Sa

“un bel libro” e così il bibliotecario faceva da

di un collega che ha dovuto sopportare un taglio

filtro, mentre in seguito le richieste si sono fatte

sul patrimonio del 70%, da 10.000 euro è passato

più specifiche e oggi sono prevalentemente

ad avere a disposizione 3.000 euro per l’acquisto

le novità, le ultime pubblicazioni che il lettore

annuale di libri. Nella revisione della spesa si

cerca. Ne consegue la necessità di un continuo

parla di solito di riduzione dell’1 o 2%, perché

aggiornamento

che

allora un taglio del 70%? “Sarebbe possibile” si

contrasta con le esigenze di bilancio e provoca

chiede “farlo all’ufficio tecnico?” Quando c’era

conflitti tra bibliotecario e amministratore.

il pericolo di un taglio di questo tipo Claudio è

In generale con gli amministratori dei comuni con

sempre riuscito a far recedere l’amministrazione

cui lavora il rapporto è buono, ma capisco che ha

“... anche arrabbiandomi. Io voglio la stessa

dovuto difendere spesso il suo operato.

considerazione degli altri servizi. Il servizio se c’è

Come pubblico dipendente il bibliotecario ha

deve essere mantenuto come tale con i costi che

il compito di gestire bene il rapporto con gli

ha. Ho respinto sempre i tentativi di attacco. Se ci

amministratori e questo secondo Claudio è

sono stati tagli, sono stati sempre in linea con gli

il peggior difetto della professione. “I politici

altri servizi del comune” e sottolinea “la biblioteca

si riempiono la bocca di cultura,” dice “ma

funziona se si impegnano risorse sia per quanto

‘sopportano’ gli operatori culturali. La biblioteca

riguarda l’incremento del patrimonio sia per quanto

è considerata il luogo dove far silenzio, dove

riguarda la gestione del personale”. Avanza anche

ci sono i libri antichi e c’è il sapere. E’ dunque

una proposta per il Sistema bibliotecario trentino,

necessario andare spesso dagli amministratori ‘a

che ha fatto nascere tante biblioteche concedendo

tirare le orecchie’ per essere ascoltati ed evitare

consistenti contributi per le strutture: la Provincia

del

patrimonio

librario


dovrebbe chiedere ai comuni una garanzia di

Su questa operazione Claudio desidera fare

impegno economico adeguato e prolungato per il

una puntualizzazione. Sa che molti colleghi

funzionamento delle nuove biblioteche.

considerano negativamente lo scarto ma si deve tener presente che stiamo parlando di una biblioteca di pubblica lettura. La biblioteca

la biblioteca di taio Chiedo a Claudio di parlarmi della sua biblioteca, della biblioteca di Taio, di quando è nata e del suo sviluppo. E’ stata aperta nel 1974, mi dice, e nei primi sei anni è stata gestita dal maestro Giuseppe Urmacher, che vi lavorava part-time. Dal 1980, quando vinse il concorso, la gestione è passata nelle sue mani. La sede attuale è stata aperta nel 1985: prima era sulla piazza, lì dove oggi c’è la Cassa Rurale. Al tempo il patrimonio era di 4.000 libri e c’erano 150 iscritti al prestito, si facevano 1.000/1.500 prestiti l’anno. E da allora c’è stata una continua crescita. Attualmente la sola sede di Taio fa circa 18.000 prestiti in un anno. Il patrimonio a inventario è sui 37.000 volumi, anche se in realtà ci sono 10.000 volumi in meno perché c’è stato uno scarto.

specialistica o di conservazione ha innanzitutto l’obbligo del documento, della conservazione dell’informazione, altro suo compito poi è quello della divulgazione e dell’informazione. Per la biblioteca di pubblica lettura il concetto va invece ribaltato. Il primo obbligo è l’informazione: non è necessario che le biblioteche di questo tipo possiedano un numero di volumi importante ma che possiedano quei volumi che vengono richiesti, quei volumi nuovi che l’utenza cerca. E’ anche un modo per valorizzare. Certo quando il libro torna dal prestito un po’ rovinato è un bene perché vuol dire che ha fatto la sua storia. E lo scarto è d’obbligo. Anche i libri che non sono classici e che hanno perso interesse in quanto “vecchi” vanno messi da parte, secondo lui, senza patemi d’animo. Così si valorizza


l’esistente: in mezzo a 10 libri vecchi o rovinati

dismisura, ma poter fornire subito l’informazione

o poco interessanti il libro nuovo si perderebbe,

è importante e a questo scopo è giusto anche

invece nella biblioteca di Taio, guardando gli

comprare più copie dello stesso libro, se molto

scaffali, si trovano prevalentemente le ultime

richiesto. Certo anche la prenotazione è un valido

uscite. Lo scaffale di libri vecchi qui non esiste:

strumento.

se non si vuole procedere allo scarto almeno è

Di recente, mi racconta, abbiamo organizzato

d’obbligo richiudere ciò che non è più appetibile

la presentazione del libro Mio fratello rincorre i

in scatoloni, da destinare al magazzino. E la

dinosauri di Giacomo Mazzariol e ne abbiamo

narrativa di cinque anni fa è scartabilissima.

acquistato 8 copie: metà di queste sono distrutte

Claudio ricorda che anni fa in un corso di

da tante volte che sono state prese in mano e

aggiornamento organizzato dall’Ufficio per il

lette. Scartarle è una soddisfazione.

Sistema bibliotecario trentino veniva portato

Gli domando se non sente l’esigenza di una

come

questa

sede nuova per la biblioteca di Taio, con più

operazione, chiamata désherbage cioè diserbo,

spazio per volumi e utenza, magari con uno

è la quotidianità.

spazio dedicato ai bambini un po’ più grande.

E se un utente ci chiede un libro di 20 anni fa?

Ammette che l’esigenza c’è e anche da parecchi

Noi abbiamo il Catalogo bibliografico trentino

anni: per quanto riguarda il patrimonio sarà

con delle biblioteche che hanno l’obbligo di

possibile a breve spostare le parti di pregio, la

mantenere una copia dei documenti.

collezione di architettura e la parte scientifica,

Secondo Claudio la biblioteca non può competere

presso la sede nuova della biblioteca di Coredo,

con una libreria ma può fare molto per avvicinarsi.

di cui Claudio è diventato responsabile dopo la

Non si può pensare di far crescere la biblioteca a

fusione del comune di Taio con altri comuni, che

esempio

la

Francia,

dove


ha dato origine al comune di Predaia. Per quanto

portano grandi soddisfazioni. Certo non sempre

riguarda l’utenza, pesa soprattutto la mancanza

è così, le delusioni ci sono state.

di una sala di lettura: le presenze giornaliere sono

Altro aneddoto meno gratificante riguarda un

di 60/70 persone con punte anche di 100/120,

episodio successo in biblioteca una decina di anni

ma già con sole 20 persone, a causa dell’esiguità

fa. Una mamma ha lasciato i suoi due bimbi di 7 e

dello spazio, la confusione è dappertutto.

2 anni in biblioteca e, chiedendo il permesso, si è

“Lo spazio” ribadisce, “è comunque secondario:

allontanata per un po’. Voleva mettere alla prova

l’importante è il mantenimento del finanziamento

la sua piccola perché imparasse a non sporcarsi

per il funzionamento. Il contenitore è importante,

più. Il risultato è stato che i bibliotecari Patrizia e

ma a me, più della scatola, interessa il contenuto”.

Claudio si sono dovuti arrangiare nel ripulire la biblioteca con secchio e straccio. Quello che si dice “il lavoro nascosto del bibliotecario”.

momenti in biblioteca L’attività di biblioteca è molto varia e chiedo a Claudio di raccontarmi un aneddoto o un

passioni di un bibliotecario

momento particolare.

I libri che sono passati tra le mani di Claudio

Ritorna a parlarmi della presentazione del libro di

sono tantissimi e indago se ha un libro del cuore,

Giacomo Mazzariol, alla quale hanno partecipato

se riconosce nel suo percorso di lettura una

circa 800 persone. E’ stato un successo, un

costante o pensa che ci sia stata un’evoluzione.

momento di grande soddisfazione. Le iniziative

Il processo di Franz Kafka, afferma, è stato il libro

comportano parecchio lavoro per il bibliotecario

che l’ha impressionato di più. Successivamente

e quando hanno un buon riscontro di pubblico

anche Il nome della rosa di Umberto Eco è


stata una lettura molto interessante. Non è però

rosa ad un certo punto ho preso un libro di storia

la narrativa quella che predilige bensì la lettura

e ho approfondito quel periodo storico, poi ho

scientifica, la saggistica di approfondimento nelle

ricominciato a leggere Il nome della rosa e sono

scienze pure. La cosmologia quantistica è la sua

tornato indietro di tre capitoli perché non mi

passione e, grazie al lavoro di bibliotecario, ha

ricordavo più la trama”. Poi prosegue: “L’ipertesto

potuto coltivarla e approfondirla. Il libro preferito

è stato adottato dalla moderna navigazione in

in questo senso è La frontiera.

Internet. E’ difficile che io prenda un libro e lo

Gli domando di paragonare la lettura a

legga fino in fondo. Lo inizio e poi arrivo sempre

un elemento della natura. Per me la prima

a un punto in cui ho bisogno di approfondire dal

associazione è il mare, perché il mare è vacanza,

punto di vista storico o geografico o altro. Questa

è svago così come la lettura e anche perché il

è la tipica lettura dei libri non di narrativa. Certo

mare è in continuo movimento come la lettura,

sotto l’ombrellone va bene il romanzo, anzi negli

che può essere veloce o lenta, alle volte anche

ultimi tempi leggo parecchi libri per ragazzi… per

ripetitiva. Claudio mi dice che il suo modo di

lavoro e per piacere”.

leggere è completamente diverso: “La mia lettura preferita non è sequenziale. Io adoro l’ipertesto. La mia lettura è lettura da ipertesto. A me piace mettermi davanti a un libro poi quando mi pongo un interrogativo interrompo e cerco di dare risposta a questo interrogativo aprendo il computer, spesso dimenticandomi di quel libro. Quando mi sono messo a leggere Il nome della

Nascita del Sistema Bibliotecario trentino e possibili sviluppi Nei primi suoi anni di lavoro ricorda che le biblioteche erano al centro dell’attenzione. L’allora assessore Guido Lorenzi aveva voluto


fortemente il Sistema bibiotecario trentino, voleva

rapporto, è aperta agli incontri con i bibliotecari,

che diventasse il fiore all’occhiello della Provincia.

molto ricettiva e propositiva. L’iniziativa Biblioè,

Aveva investito molto per poterlo portare avanti.

che ha voluto, sostenuto e curato, è un ottimo

C’erano due elementi che semplificavano il lavoro

evento. Con Daniela Dalla Valle, la precedente

del bibliotecario di allora: innanzitutto c’erano

responsabile, ha lavorato molto. Ha fatto parecchi

le risorse. La Provincia finanziava per circa

corsi di formazione con lei, ha iniziato insieme a

l’80% le biblioteche, quindi i comuni in questo

lei a muovere i primi passi in questo ambiente di

non intervenivano granché e l’attività era più

lavoro. La conosceva già quando era responsabile

centralizzata; d’altra parte le esigenze dell’utenza

della biblioteca di letteratura giovanile.

negli anni Ottanta non erano quelle che ci sono

Il Sistema bibliotecario trentino, sottolinea, è

da 10 o anche forse 15 anni a questa parte: con

stato uno dei primissimi sistemi a dotarsi di

il boom dell’informatica della seconda metà degli

un catalogo. Il Catalogo bibliografico trentino

anni Novanta la gente è abituata a volere tutto e

è un’invenzione degli anni Novanta, del 1992.

subito. “Questo è un sistema di evoluzione della

E’ lo strumento principale di informazione del

società nel suo complesso, è la conseguenza

Sistema bibliotecario trentino, ha un patrimonio di

della globalizzazione. I canali d’informazione

informazioni grandissimo con ad oggi 2.000.000

portano a una frenesia informativa che diventa

di titoli. Ora la sua gestione, sia politicamente

difficile da gestire, sia dal punto di vista delle

sia amministrativamente, sta diventando molto

competenze, sia dal punto di vista economico”.

difficile: è necessario intervenire per rispondere

Mi dice di aver conosciuto 4-5 responsabili di

alle sempre maggiori esigenze, per stare al passo

servizio e con essi si è sempre trovato bene. Con

coi tempi. Con Amicus e OLIsuite la gestione del

l’attuale responsabile Sara Guelmi ha un buon

catalogo non sta al passo coi tempi.


lavoro sulle cinque sedi e si pone all’ottavo posto

Il futuro della professione La professione del bibliotecario è tanto cambiata nel corso del tempo e Claudio dichiara di svolgere prevalentemente l’attività di ragioniere: “Se mi chiedi cos’è il CIG lo so, cos’è un’esigibilità lo so, il mercato elettronico lo so. Se mi chiedi l’ultimo bestseller in questo momento mi sfugge. Se mi chiedi il libro per ragazzi più amato adesso, lo stesso. Quando sono al bancone mi rivolgo alle mie collaboratrici, loro sanno senza dubbio rispondere meglio di me. Il senso di colpa che ho io e che hanno anche i miei collaboratori riguarda l’ignoranza nei confronti dell’utenza. E’ evidente che un bibliotecario è considerato un tuttologo e alla domanda: “Com’è ‘sto libro? Di cosa parla?” si vorrebbe sempre rispondere con competenza, ma non è possibile. Il rapporto con il pubblico non è semplice e io ne ho sempre sofferto. Adesso che sono più distante dal pubblico soffro un po’ meno. Devo relazionarmi con le ragioniere ma mi sta bene così”. Mi dice che sono in dieci a svolgere il

come capacità relazionale con il pubblico. Le persone che ha intorno sono tutte innamorate del lavoro e le competenze che hanno sono diverse dalle sue. Spesso dal punto di vista dei libri sono più aggiornate: alcune collaboratrici trascorrono il loro tempo libero leggendo e l’anno scorso hanno letto 200/300 libri per stilare le bibliografie estive per le classi. Aggiunge che hanno costituito un

gruppo whatsapp dove commentano i libri che leggono per poi poterli consigliare all’utenza. Intraprendere la professione del bibliotecario oggi è difficile. Gli chiedo quali consigli sente di poter dare: “La situazione è pesante. C’è gente con laurea che è obbligata ad accettare di tutto e vede questo lavoro, anche se a tempo parziale, anche se con assunzioni precarie tramite cooperative, come una benedizione. Penso che fino agli anni Novanta c’erano possibilità di lavoro più consone alle proprie aspirazioni”. Definisce il lavoro del bibliotecario un lavoro di nicchia, dove non ci sono molte possibilità. I


concorsi pubblici sono un terno al lotto. Certo il lavoro in biblioteca per chi ha una preparazione umanistica è stimolante. Mi congedo ringraziandolo e pensando che questa esperienza di intervistatrice mi ha arricchita professionalmente. Claudio ha affrontato l’intervista con scioltezza ed è stato molto preciso. E’ emersa con chiarezza sia la sua figura professionale, molto sicura, decisa e sempre all’avanguardia, sia la dimensione privata, con la fatica dei primi anni di lavoro, quella del rapporto con l’amministrazione e quella del rapporto con l’utenza, nel lavoro di front office.

Claudio Travaglia

Provincia autonoma di Trento Finito di stampare, ottobre 2018 Stampa Nuove Arti Grafiche - Trento


bibliotecari custodi dis t o r i e

Un narratore e un biografo Un registratore, una penna e le storie di una vita passata tra gli scaffali di una biblioteca. Inizia così Bibliotecari: custodi di storie, l’avventura che raccoglie e racconta vite, passioni, tribolazioni, battaglie, sogni, avventure, episodi e aneddoti che costellano la vita professionale (e non solo) di persone e personaggi mitici come i bibliotecari. La sorpresa di ciascuno di scoprire di essere una narrazione, dopo averne custodite e curate tante, da raccontare. Perché la biblioteca e la

vita che si trascorre tra i libri, tra realtà e narrazione, tra ricerca e rigore, tra fantasia e critica è comunque sempre sorprendente. Un progetto voluto dall’Ufficio provinciale, con la collaborazione della libera Università di Anghiari, che diventa una raccolta di storie personali con gli scaffali della biblioteca a fare da colonna portante, da fil rouge delle molte narrazioni diverse, delle voci dei molti protagonisti, per comporre una storia unitaria e accomunante: il Sistema bibliotecario trentino.

quaderno 1

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