espresso.03.02.2012

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n. 6 - 9 febbraio 2012

Scienze IL CHECK-UP DEGLI OCEANI

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CHIRURGIA ESTETICA

Biodiversità

Piante di salvezza COLLOQUIO CON ILKKA HANSKI

Le piante hanno un’intelligenza? Parrebbe proprio di sì, a giudicare dal titolo dell’Evolution Day (in programma al Museo di storia naturale di Milano dal 10 al 12 febbraio). Come sia possibile lo abbiamo chiesto al finlandese Ilkka Hanski, probabilmente il più grande ecologo vivente, tra i relatori dell’evento milanese.

Terra. E questa soglia dipende dalle condizioni ambientali».

Le piante sono davvero intelligenti?

In che senso?

«Noi umani tendiamo a definire l’intelligenza a nostra immagine e somiglianza, e questo fa sì che la distanza fra noi e gli altri esseri appaia incolmabile. In realtà tutti gli organismi, essendo un prodotto dell’evoluzione, sono “intelligenti”, almeno nel senso che essi sono stati capaci di adattarsi al loro ambiente».

«La riduzione della biodiversità riguarda anche i microbi: batteri, virus, protozoi. Ma la ricchezza, equilibrio e diversità delle popolazioni di microrganismi nell’intestino, sulla pelle e nel tratto respiratorio sono essenziali per far funzionare correttamente il sistema immunitario. Chi vive in contesti urbani densamente abitati e poveri di spazi naturali si è dovuto adattare a un ambiente microbico più povero che porta a una sregolazione delle difese immunitarie e al prevalere dell’infiammazione cronica, sorgente di allergie e altre malattie più gravi». Luca Carral

La paura è quella di essere oggi nel pieno di una sesta estinzione di massa. Vero?

«Durante le cinque estinzioni di massa del passato (l’ultima è stata nel Cretaceo 65 milioni di anni fa, quando si sono estinti anche i dinosauri) è scomparso almeno il 50 per cento delle specie viventi. Non è possibile confrontare quelle estinzioni con quella attuale, la nostra, la prima provocata dall’uomo, che è molto più lenta: è cominciata alcune decine di migliaia di anni fa con la scomparsa della megafauna in molti continenti, e da allora non ha fatto che accelerare».

Con conseguenze dirette sull’uomo?

«Molteplici: dal cibo all’agricoltura, dall’economia alla salute. Pensiamo che la riduzione di biodiversità sia responsabile (insieme all’inquinamento) della crescita esponenziale di molte malattie».

Foto: T. Vanhatalo

Che rischi comporta una riduzione così marcata della biodiversità?

«Il nostro benessere complessivo dipende totalmente dall’ambiente: dall’acqua e dall’aria pulite, dal suolo fertile, da quantità sufficienti di cibo. La perdita di biodiversità è un campanello d’allarme particolarmente importante del degrado ambientale. Non prestarvi attenzione può esporci a rischi altissimi, poiché ci porta a un punto di non ritorno. Per ogni specie esiste una soglia di estinzione, oltre la quale prima o poi sparirà dalla faccia della

L’ECOLOGO ILKKA HANSKI

Leggere

Christine senza ricordi DI BRUNO ARPAIA Ogni mattina Christine si sveglia sentendosi una ragazza di vent’anni. In realtà, ne ha 47, ma non lo ricorda. Non ricorda nemmeno la stanza in cui si trova e neppure l’uomo che dorme accanto a lei. Dopo un non meglio precisato “incidente”, ha perso infatti sia la memoria a lungo termine, sia la capacità di formare nuovi ricordi: ogni volta che si addormenta, deve ricominciare da capo, deve imparare di nuovo chi è, deve accettare ciò che Ben, suo marito, le racconta, deve scoprire se ha avuto figli, che lavoro faceva, chi erano le sue amiche. È dura: «Non è vita. È pura sopravvivenza, saltare da un momento all’altro senza avere la minima idea del passato e nessun progetto per il futuro». Certo, Ben è premuroso; ma perché le nasconde che ha avuto un figlio, o che “prima” ha pubblicato un romanzo? Lo fa solo per non rinnovare la sua sofferenza? O c’è qualcosa che Christine non riesce ad afferrare? È in questo gorgo che l’esordiente S. J. Watson intrappola il lettore di “Non ti addormentare” (Piemme, Milano, 2012, pagg. 420, euro 19), che, a partire da fatti minuti e quotidiani, esplora le profondità del nostro cervello, demolisce il fragile concetto di identità. Perché la storia di Christine diventa anche la nostra. Ogni mattina, quando lei si sveglia, siamo anche noi in attesa della telefonata del dottor Nash, che l’ha spinta a tenere un diario segreto e che le ricorda di averlo scritto. E ogni mattina reimpariamo con Christine la sua stessa vita, ci poniamo le sue stesse domande, in una tensione crescente da thriller scientifico e psicologico di grande qualità. lE ’ spresso | 87


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