S I N T ES I compendio di
Cultura Economica
n . 4
L u g l i o
A g o s t o
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SINTESI CE economia
T U R I S M O D A I B E N I C U L T U R A L I A L L ’A G R I C O L T U R A
Turismo e Agricoltura sono tra i fattori che maggiormente valorizzano ed identificano il Made in Italy che è in forte crescita in tutto il mondo. L’unione strategica delle politiche agricole e turistiche è già stata messa in atto con successo in altri Paesi del mondo: Per l’Italia è un tema importantissimo avendo un incredibile patrimonio agroalimentare e enogastronomico, che può trasformarsi in un formidabile volano di promozione. Finora il nostro Paese ha lavorato in modo limitato sullo sviluppo del turismo enogastronomico, settore che in questo momento registra aumenti a doppia cifra in tutto il mondo, come confermano i numeri delle più recenti ricerche. E anche l’immagine che gli stranieri hanno dell’Italia, è legata al cibo ancor più di monumenti, moda o design. A confermare l’importante sinergia tra turismo e enogastronomia i dati emersi dal Primo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2108: le piacevoli esperienze enogastronomiche fatte in viaggio spingono il 62% degli italiani intervistati a raccomandare la destinazione a parenti, amici e colleghi e il 61% a ritornare nella destinazione. Inoltre il 63% richiede i viaggi in base ai prodotti e ristoranti presenti nel territorio, il 57% ritiene che scoprire l’enogastronomia locale aiuti a mantenere un ricordo durevole e il 52% acquista prodotti che ha scoperto nel corso del viaggio una volta rientrato a casa. Investire per dotarsi delle conoscenze ed infrastrutture necessarie ad aprirsi al turismo e creare un’offerta esperienziale, sostenibile e rivolta a specifici target. O il sostegno all’adozione delle nuove tecnologie con ricadute in molti ambiti, dal miglioramento dell’esperienza turistica alle modalità di comunicazione innovative. Senza dimenticare gli aspetti dell’educazione per aumentare la consapevolezza dei cittadini sul valore del patrimonio enogastronomico, sui principi di alimentazione sana e sulla sostenibilità, la giusta difesa del Locale quando minacciato dal Globale, al fine di preservare le nostre tipicità e la nostra cucina, e la necessità di limitare lo spreco anche nel settore turistico.
Il turismo enogastronomico può rappresentare la base per uno sviluppo sostenibile del territorio. Può infatti stimolare la nascita di politiche e strategie atte alla difesa delle identità culinarie, rafforzare il processo di crescita e partecipazione della comunità e contribuire a creare nuovi posti di lavoro. Ad oggi molte sono le Nazioni e le Regioni che hanno adottato piani o programmi di sviluppo del turismo enogastronomico. Tra queste la Corea del Sud, con il programma K-Food Road, la Tailandia, la Giamaica, con il Jamaica gastronomy network, la Regione belga delle Fiandre, con il Flanders food manifest, la Regione britannica del Galles, con il piano Food Tourism Action Plan
SINTESI CE economia
G E S T I O N E F I N A N Z I A R I A I N Q U AT T R O M O S S E
Accesso al credito, strumenti finanziari, investimenti, ricerca di partner finanziari: sono tutte operazioni fondamentali per un’azienda, che in un contesto di economia sempre più competitiva diventano ogni giorno più importanti per le piccole e medie imprese. Non a caso è questa la tipologia di imprese che maggiormente lamenta difficoltà nell’accesso al credito ma che, in Italia, è spesso caratterizzata da una gestione finanziaria inadeguata. Quali sono dunque le regole d’oro che un imprenditore può seguire per una corretta pianificazione e gestione degli investimenti per raggiungere gli obiettivi aziendali. Innanzitutto, è utile sottolineare che la gestione finanziaria è una funzione di tale importanza da richiedere un’area apposita che se ne occupi specificamente. Le principali fasi della gestione finanziaria sono quattro,
1. Previsione delle necessità finanziarie Si tratta di una fase particolarmente delicata e complessa. È importante considerare che le difficoltà intervengono soprattutto quando bisogna ragionare sul lungo periodo. Una stima corretta delle necessità finanziarie deve tenere conto delle variabili esterne e di quelle interne, come i piani aziendali. 2. Reperimento risorse Fatta la stima delle necessità, bisogna passare alla fase della ricerca delle risorse finanziarie. L’azienda ha davanti due strade: impiegare capitale proprio, oppure cercare un finanziamento di terzi. L’impiego di capitale proprio può avvenire attraverso l’autofinanziamento, che nella sua accezione più classica si riferisce alla parte di capitale che proviene dalla gestione aziendale (come gli utili a riserva). Oppure attraverso un finanziamento con vincolo di capitale per gli apporti al capitale sociale di impresa. Il finanziamento con capitale di soggetti terzi è invece quello che avviene quando il finanziatore non diventa socio, e sostanzialmente è un creditore (ad esempio, una banca o una finanziaria che concede un prestito). 3. Mezzi raccolti e impiegati L’equilibrio tra mezzi raccolti e mezzi impiegati e loro coordinamento: è una fase strettamente legata alla precedente. L’imprenditore deve scegliere le fonti di finanziamento tenendo conto di diverse variabili. Quelle interne, relative ai programmi di investimento aziendale, e quelle esterne, (variazione tassi, stretta al credito), che possono essere più difficili da prevedere e da quantificare. A seconda dei diversi elementi, bisogna trovare il giusto equilibrio fra capitale proprio (capitale sociale, utili reinvestiti, e così via) e finanziamenti terzi. E in quest’ultimo caso, bisogna scegliere fra finanziamenti a breve-medio o lungo periodo. Un’azienda che svolge molte attività stagionali potrà per esempio ricorrere per questa esigenza a finanziamenti di breve periodo, mentre quando si tratta di pianificare l’acquisto di macchinari può essere più opportuno scegliere un prestito a lungo termine. 4. Controllo Infine, la direzione finanziaria deve costantemente monitorare la situazione, sulla base di quanto pianificato, coordinare programmi e azioni e segnalare eventuali deviazioni.
SINTESI CE marketing
PIANIFICARE IL LANCIO DI UN NUOVO PRODOTTO
Così come conta la prima impressione quando si incontra qualcuno, nello stesso modo un prodotto che entra nel mercato per la prima volta deve mostrarsi subito al meglio. Si può sempre aggiustare il tiro e migliorare con il tempo, ma se si trova subito il modo migliore in cui organizzare il lancio tempo e denaro saranno salvi. A causa della mancanza di preparazione all’incirca il 95% dei nuovi prodotti proposti sul mercato fallisce. Uno degli errori più comuni è non fare le adeguate ricerche di mercato prima di proporre un prodotto. Bisogna infatti essere certi di proporre qualcosa di nuovo o che comunque colmi una mancanza sul mercato in un determinato momento. Se non ci si sente adeguatamente sicuri della novità allora, per lo meno, bisogna puntare ad un prezzo conveniente, che sbaragli la concorrenza da un punto di vista economico. Ma la cosa più importante è avere un target di riferimento che permetta di costruire una campagna marketing mirata. Ed è appunto il marketing il passaggio più importante da curare, il biglietto da visita da consegnare ai propri clienti. Naturalmente deve essere accattivante, ma più di tutto deve sottolineare la novità o i vantaggi di cosa si sta proponendo. Deve essere chiaro il perché si è pensato a quel determinato prodotto. I clienti sono molto esigenti e chiedono novità che abbiano un significato. Se da un lato si deve essere pronti ad un possibile fallimento si deve essere ugualmente pronti ad un grande successo, e quindi essere preparati ad affrontare la richiesta di mercato, non ci si può permettere di non rispondere in maniera repentina. Ogni anno i dirigenti spendono milioni di dollari per creare e lanciare un nuovo prodotto, ma non sempre questo riesce a raggiungere il successo. Innanzitutto si deve distinguere la propria proposta da quelle concorrenti: deve sviluppare un prodotto che la gente desidera davvero, che abbia un valore, che possa attirare l’attenzione. Non importa quanto innovativo ed efficace sia, ma una novità ha bisogno di ottenere l’attenzione per essere venduta bene .Si deve essere bravi a creare un messaggio attinente. Una volta lanciato il prodotto, si deve saper creare un prodotto ricono-
scibile, con un packaging e un’etichetta chiari, in modo tale da far capire immediatamente al consumatore di cosa si tratti. Ogni prodotto ha i suoi svantaggi. È indispensabili saperli identificare prima del lancio dello stesso. Inoltre ci sarà bisogno di una grande reperibilità, cosicché nessuno abbia in seguito difficoltà a comprarlo. I canali di vendita devono essere facilmente raggiungibili, e si può sfruttare l’online.Infine il nuovo prodotto deve esser venduto a un prezzo accettabile, altrimenti verrà scartato da una ampia fetta di potenziali acquirenti.
SINTESI CE human resorces
H R M A N A G E R T R A S F I D E E P R I O R I TA ’
Le innovazioni tecnologiche e le nuove metodologie di lavoro basate su flessibilità e conquista del work-life balance stanno progressivamente entrando a far parte anche del settore delle risorse umane, modificando le esigenze dei lavoratori e le aspettative delle nuove generazioni. Per gli HR manager significa prestare attenzione a nuove necessità e conquistare obiettivi differenti rispetto al passato al fine di attirare, fidelizzare e trattenere i talenti. Quali sono le sfide da affrontare? Quali le priorità su cui investire? In calce una possibile lista delle sei principali sfide da affrontare da parte di chi si occupa di risorse umane: comprendere i nuovi scenari: per i manager delle risorse umane diventa prioritario conoscere esigenze e caratteristiche delle varie generazioni, mettendo in atto politiche ad hoc per far convivere con successo baby
boomer , generazione X e Millennials; creare una cultura del benessere: a cambiare sono anche i benefit aziendali sempre meno concreti e più immateriali, incentrati sulla conquista di salute e benessere. Investire in questo tipo di risorse significa anche limitare il problema dell’assenteismo e riuscire a potenziare i livelli di produttività; promuovere il life-balance: tra le sfide più concrete per un HR manager compare la conquista del life balance da parte dei dipendenti, assecondando le loto necessità personali per aumentarne il livello di engagement; attuare strategie per attrarre e trattenere i talenti: l’attenzione deve essere focalizzata sulla proposta di nuove opportunità professionali e sulla creazione di un ambiente di lavoro sereno come presupposti indispensabili per fidelizzare le migliori risorse presenti in azienda; infondere in azienda l’importanza della fiducia: mostrarsi fiduciosi nei confronti dei dipendenti aiuta a ottenere un posto di lavoro migliore e dipendenti soddisfatti e produttivi. Avere fiducia significa anche limitare il controllo sui tempi e sulle modalità di svolgimento del lavoro. connettere imprese e forza lavoro della gig economy: il settore HR non svolge più una mera funzione di supporto ma diventa determinante per mettere in contatto le imprese con la forza lavoro della gig economy.
SINTESI CE
per una lettura
GESTIRE LE PERSONE GUIDA OPERATIVA
Solo le organizzazioni che dispongono di persone qualificate, capaci, impegnate, possono avere successo. È indubbio che gestire le persone è sempre più difficile. Tutti debbono continuamente adeguarsi, tenersi aggiornati, essere pronti ad affrontare il nuovo. Questo libro si rivolge agli imprenditori, ai manager, ai quadri il cui ruolo include la gestione delle persone, oltre alla soluzione dei problemi operativi - per metterli in condizione di rispondere efficacemente al cambiamento organizzativo e ambientale, e d'acquisire le competenze di people management che occorrono a tale scopo
Rosemary Thomson Editore Franco Angeli
Nelle organizzazioni, gerarchia, procedure e strumenti tradizionali di gestione delle persone appaiono sempre meno adeguati a stimolare motivazione, creatività ed efficacia collettiva, e sempre più all’origine di una dissipazione di energie emotive e progettuali. Dopo una rassegna storica degli studi che hanno indagato la nascita e lo sviluppo della salute organizzativa, gli autori propongono una metodologia di analisi del benessere nelle organizzazioni e di prevenzione dei rischi psicosociali, che consente di attuare una verifica dello “stato di salute” di un’organizzazione e di progettare un piano di interventi finalizzato a migliorare il rapporto personacontesto di lavoro.
LSALUTE ORGANIZZATIVA F. Avallone A. Paplomatas Editore R. Cortina
SINTESI CE
l ’a p p u n t o ANALISI DI MERCATO E PIANIFICAZIONE STRATEGICA NELLE MPMI La flessione dei consumi e la necessità di presidiare i mercati più competitivi impongono PMI e micro-imprese a mettere in atto politiche aziendali mutuate dalle grandi aziende: vediamo le strategie di analisi e pianificazione. Per un’impresa di dimensioni ridotte vuol dire sfruttare le risorse in maniera efficace almeno quanto i propri concorrenti. Per far ciò è necessario finalizzare i propri mezzi verso uno scopo preciso, fissando il percorso da seguire e gli obiettivi da raggiungere. Le strategie A livello teorico la strategia può essere di attacco, di fuga e di adattamento a seconda che l’azienda voglia entrare in un nuovo mercato o aumentare la propria quota di mercato in volume (aumentando le vendite) o in valore (aumentando i ricavi); che voglia uscire da un mercato (ad esempio se lo ritiene poco redditizio, o se con l’avvicinarsi del ritiro in pensione del titolare non ha più interesse ad essere presente sul mercato); o che voglia adattarsi a un mercato che già esiste. Nella pratica le piccole e medie imprese adottano in realtà approcci dinamici, dovendo spesso rivedere e modificare la propria strategia a seconda di fattori quali concorrenza, contingenza economica, fornitori e clienti. Non potranno quindi intraprendere una determinata strategia mantenendola sempre uguale, e senza adattarla costantemente ad altri fattori. Pianificazione aziendale Oltre alla strategia è importante che una MPMI abbia una politica aziendale ben precisa, che si esprime attraverso una mission, una vision e dei valori: se la vision è l’idea che l’imprenditore ha dei propri clienti e dei loro bisogni, la mission rappresenta il modo in cui l’impresa pensa di rispondere a tali bisogni, mentre i valori rappresentano i mezzi attraverso i quali rispondere. Obiettivi Correlata alla nozione di strategia è quella di obiettivo, che rappresenta un traguardo che l’azienda vuole raggiungere. Gli obiettivi devono essere esplicitati ai soggetti interessati e possono essere formulati secondo l’acronimo Smart, ovvero devono essere specifici, devono anche essere realistici e temporali . Come pianificare la strategia La pianificazione di una corretta strategia che sia in grado di perseguire gli obiettivi fissati deve necessariamente partire dall’analisi dell’azienda e dell’ambiente in cui questa si trova a operare. Partendo dal proprio posizionamento l’impresa è in grado di comprendere quali meccanismi implementare per creare valore aggiunto per i consumatori. Quale strategia scegliere Molto utile per valutare il posizionamento strategico della propria impresa è il modello di Porter o modello delle cinque forze competitive, che misura le forze che possono erodere la redditività a lungo termine e ridurre la competitività dell’azienda, e per questa ragione vanno costantemente analizzate e tenute sotto controllo. Le cinque forze sono: concorrenti diretti , fornitori, clienti, potenziali entranti, erogatori di prodotti-servizi sostitutivi. Operatività d’impresa Dall’analisi di questi fattori la micro piccola e media impresa deve elaborare la propria strategia, così da individuare segmenti di mercato omogenei per alcune caratteristiche peculiari e, attraverso la matrice di Ansoff, determinare l’operatività dell’impresa. Il modello in questione associa i prodotti-servizi offerti, che possono essere nuovi o già presenti, al mercato, che a sua volta può essere nuovo o già esistente
Il Genio Italiano libera associazione fondata nel 2014 per promuovere la cultura nell’ambito dell’arte, dei beni culturali, architettonici, storici e artistici, dell’economia, dell’impresa, della finanza, del management, delle scienze cognitive e psicologiche, della creatività individuale e collettiva, con lo scopo di valorizzare il libero pensiero, tutelare le identità culturali, il territorio e le sue risorse, e favorire l’internazionalizzazione delle imprese.
“Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino. ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro” Dag Hammarskjöld
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