Ouroboros n.1/2013

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mella un diverso animale, tra cui un serpente. Infine con lo stemma civico di Cammarata e con l’uomo con serpente di Monreale (con la differenza che il Genio palermitano non lotta contro il serpente nemico, ma lo abbraccia), ecc. Sempre Del Giudice (Cit. in La Monica) dice che il “serpe” è “per gli Egizi il geroglifico dei quattro Elementi”; attribuito al Genio come tale e come “pegno di favorevole Natura” raffigura la “perpetuità della gloria”. La simbologia del serpente ha diversi significati: terra e acqua, fertilità, rinascita e rinnovamento, e poi prudenza, è l’antagonista del sole, portatore di conoscenza associata alla forza fisica. L’archetipo del serpente nutrito dal Genio può dunque rappresentare rinnovamento e trasformazione creativa, oltre che essere segno di di commistione con gli stranieri, che nella storia della città furono fonte di commerci e fusioni culturali. Il serpente è stato spesso attribuito agli eroi come simbolo della loro im-

mortalità, essi sono dunque partecipi del ciclo del vivente (si pensi all’Ouroboros). Oltre al serpente, gli altri attributi del Genio sono la corona, il cane e lo scettro; gli ultimi due compaiono per la prima volta con il Genio di Villa Giulia e poi nel mosaico della Cappella Palatina. Sia il serpente che la corona, lo scettro e il cane sono attributi di Asclepio. Il Genio della fontana di Villa Giulia risale alla fine del XVIII secolo. Nel 1778 il Senato palermitano incaricò Ignazio Marabitti di scolpire una statua del Genio “con quei geroglifici ed emblemi ad essa corrispondenti” (i geroglifici sono esoterici; emblemi sono invece essoterici, Cfr. La Monica, 2010.) Gli emblemi presenti nella statua divulgano il significato le pubbliche virtù della città: - la prudenza (il serpente); - la regalità (l’aquila) - la fedeltà (il cane). I significati esoterici (geroglifici) sono invece meno manifesti ed espressi dalla presenza di due soli simboli: - la triscele con l’incisione Panormitan; - il Genio. La triscele ed il Genio simboleggiano il principio femminile e maschile dalla cui unione nasce l’alchemica congiunzione dei contrari. Il Genio è dunque un simbolo civico alchemico che “sembra” contrapporsi a quello “cristiano” di Santa Rosalia (prima di S. Rosalia, il monte Pellegrino fu luogo di culto di Demetra, ma questa è un’altra storia... o forse è la stessa). Tale contrapposizione in realtà non esiste poiché entrambi i “numi tutelari” della città hanno radici “misteriche” (dal greco antico mystes, iniziato e dunque esoterico) presenti da tempi remoti e testimoniate da numerosissime tracce nei simboli (geroglifici) che da secoli circondano i suoi abitanti e che ne costituiscono la radice culturale.

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