Beesness Marzo-Aprile Speciale Fashion

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marzo\aprile 2019 da godere in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. La struttura, immersa nel verde delle valli umbre, risale ai primi del ‘300 ed è stata restaurata seguendo i canoni della bioarchitettura e della bio edilizia, divenendo così un luogo dove rigenerarsi, ritrovando il contatto con se stessi, con la natura e, in definitiva, con l’essenziale. L’Eremitoè tra i primi hotel “Digital Detox” d’Italia. La cucina dell’hotel è a vocazione vegetariana e vegana e dà spazio a ortaggi e piante aromatiche coltivate nell’orto della struttura e rinvia alle tradizioni culinarie umbre e, in particolare, a quelle dei borghi nati intorno ai monasteri nel corso dei secoli. Qui trovano ampio spazio frutta e verdura locali e di stagione, oltre a pane e pasta fatta in casa. In inverno si mangia nel refettorio davanti al camino in pietra, nella bella stagione invece ci si accomoda sotto al pergolato in giardino da cui si può lasciar correre lo sguardo sulla riserva naturale circostante. Posta Zirm Hotel Il Posta Zirm Hotel di Corvara (postazirm.com; tel. 0471 836175) è uno storico albergo dell’Alta Val Badia aperto nel 1908 come stazione di posta da Franz Kostner proprio alle spalle del primo impianto di sci dell’area (il Col Alt da cui si può intraprendere, sci ai piedi, il tour del Sellaronda). Oggi l’hotel è gestito dalla quarta generazione di Kostner, i fratelli Franz e Silvia che, già dal 2012 hanno introdotto nella struttura un menù a cinque portate totalmente vegano e che varia di giorno in giorno su base quindicinale studiata dallo chef Edgar Pescollderung. Prodotti genuini, locali e sostenibili sono il mantra perseguito in cucina. I menù si sposano con l’offerta dei programmi detox e benessere proposti negli oltre 950 metri quadrati della wellness farm dell’hotel.

Posta Zirm Hotel di Corvara - © www.postazirm.com

Hotel Ermitage Bel Air Medical Hotel Cura, prevenzione e vacanza convivono all’Ermitage Bel Air Hotel (ermitageterme.it; tel. 049 8668111), una storica struttura nell’area termale euganea gestita, ormai da quattro generazioni, dalla famiglia Maggia. L’hotel offre ai propri ospiti benessere e relax attraverso cure termali e trattamenti di remise en forme. E l’alimentazione è ritenuta una “medicina” indispensabile per qualsiasi programma di recupero e di prevenzione. I menù sono studiati dallo chef Michel Bruseghin che ritiene

fondamentale la scelta di fornitori locali alla base del progetto “Natura Viva”. Un progetto, quest’ultimo, che nasce con l’obiettivo di poter contare in ogni momento dell’anno su prodotti stagionali buoni, naturali e biologici. Agriturismo Ritorno alla Natura Ritorno alla Natura è un piccolo agriturismo a conduzione famigliare di Recanati (ritornoallanatura.bio; tel. 347.6192506) con una vocazione vegana e grandi ideali. Già nella scelta del nome, l’agriturismo sottolinea la scelta di un’ospitalità rispettosa dell’ambiente, degli animali e della salute dell’uomo. La struttura si caratterizza per una cucina biologica e salutista che privilegia l’autoproduzione, i prodotti locali, biologici e di stagione. La struttura è la base ideale per esplorare il vicino “colle dell’infinito” di Giacomo Leopardi e celebrare i duecento anni dalla composizione del testo, Loreto o le spiagge della Riviera del Conero.

QUANDO ANCHE IL VINO È VEGAN Gli ultimi saloni ad alta gradazione non hanno lasciato dubbi: il vino vegan è tutt’altro che una moda passeggera. Per essere vegan chianti, lambrusco e primitivo devono essere prodotti senza alcun tipo di derivato di origine animale (come, ad esempio, l’albumina d’uovo, la caseina e i caseinati, l’ovoalbumina e il lisozima da uovo). Non tutti, in effetti, sanno che nella produzione del vino oltre all’uva, possono essere utilizzati coadiuvanti tecnologici di origine animale per favorire il processo desiderato prima di essere eliminati dal prodotto finito. L’albumina d’uovo, la caseina e i caseinati, la colla d’ossa e la colla di pesce, ad esempio, sono utilizzati come chiarificanti, per rendere limpidi i vini. Non solo, l’etichetta vegana dovrebbe attribuirsi solo laddove non vi sia nella produzione alcun sfruttamento animale e l’attività sia svolta all’insegna della sostenibilità. Nel vuoto normativo tuttavia la definizione di vino vegano deve per ora sottostare alle sole norme in materia di etichettatura ovvero veridicità, oggettività e non ingannevolezza, pur essendo nate certificazioni da parte di terzi come “Qualità Vegetariana Vegan” del gruppo Csqa-Valoritalia con Associazione Vegetariani Italiani. Nel frattempo, tra i principali produttori di vitivinicoli vegan Bio Bank segnala: La Cantina Aldeno (cantinaaldeno.com) produce vini biologici dal 2010 e vegan dal 2013 con la certificazione Icea. La proposta veggie spazia su tutti i migliori Doc del Trentino: Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Gewuerztraminer, Lagrein, Merlot, Moscato Giallo, Pinot Grigio, Pinot Nero e Trentino Rosso. Perlage (perlagewines.com) produce vini biologici dal 1985, grazie alla conversione all’agricoltura bio di uno dei vigneti più antichi della cantina veneta, il Riva Moretta, biodinamici dal 2004 e vegan dal 2014. Perlage propone in versione vegan il Prosecco Doc Treviso Extra Dry Sgàjo e il Prosecco Doc Treviso Brut Zharpi. La Selva (laselva-bio.it) sin dalle sue origini la cantina produce all’insegna del bio e della sostenibilità, a partire dal 2010, i vini della cantina maremmana sono anche vegani. L’azienda agricola toscana investe sulla varietà d’uva autoctone come il Sangiovese, il Ciliegiolo, il Vermentino, il Malvasia Nero e il Pugnitello.

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