Beesness - Chef Daniel Canzian

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maggio\giugno 2018

L’ITALIA CHE FA L’ITALIA

Nasce nel 2017 da un’idea dello storico ideatore di Panini Durini, Stefano Saturnino, Amministratore Delegato del Gruppo (che nel cappello include quindi Pizzium, Panini Durini e Marghe), Nanni Arbellini e Ilaria Puddu. Parliamo di questo interessante format con con Stefano Saturnino socio fondatore del brand. Una domanda mi viene spontanea: c’era bisogno di lanciare in Italia un nuovo format di Pizzeria? In che cosa vi differenziate dalle altre catene e il cliente che cosa si aspetta da voi? Non esiste in Italia una vera catena di Food Retail che rappresenti la semplicità della Pizza Napoletana. In effetti riteniamo che ci sia bisogno di una catena di questo tipo che garantisca quelli che descriviamo come i nostri capisaldi in tutta Italia e non solo. Per Pizzium la pizza è una cosa semplice, non gourmet. Ci differenziamo portando la Pizza Napoletana in un giro d’Italia, con ricette classiche e pizze che chiamiamo “regionali”, i cui ingredienti sono ispirati alle ricette delle singole regioni. Il cliente si aspetta un’atmosfera partenopea a 360°, dall’arredamento alla pizza classica con cornicione a 2 cm, dalla colonna sonora all’atmosfera cordiale del servizio. All’interno delle vostre pizzerie, che esperienza fate provare al cliente (possibilità di personalizzazione degli ingredienti, utilizzo di una vostra app per ordinare la pizza, etc.)? Stiamo lavorando molto sull’esperienza che prova il cliente entrando in un locale Pizzium. Vogliamo che si senta in un’atmosfera accogliente e a 360° partenopea, con lo stesso servizio cordiale, professionale e con una certa affabilità. Vogliamo ampliare l’offerta nel menù proprio per accomodare le esigenze dei clienti, stiamo studiando nuovi fornitori per i nostri prodotti, che si contraddistinguono per essere tutti IGP e DOP. È vero che le nostre pizze “regionali”

sono di ispirazione locale – la “Lazio” ad esempio è una reinterpretazione libera della pasta alla Carbonara (uovo pecorino e guanciale) – ma vogliamo che l’enfasi sull’Italia sia ancora più forte. Non viviamo senza la nostra colonna sonora, che tutti canticchiano perché si tratta di musica popolare. La cura del dettaglio, dalla dispensa all’olio al lampadario da antica trattoria è essenziale. Le stoviglie sono dipinte a mano. Come miglioreremo? Vogliamo fidelizzare meglio il cliente. La nostra Pizzium Card permette non solo di ottenere ad un certo punto pizze gratis, ma vogliamo creare una vera e propria gamma di prodotti che si possono ottenere accumulando punti, dalle t-shirt, al cd con la nostra playlist fino alle tazzine di caffè in ceramica personalizzate. Vogliamo gestire meglio l’attesa e in ogni locale abbiamo una persona alla porta che offre a chi attende un “casatiello” o qualcosa di particolare: stiamo studiando il modo di rendere questo processo più tecnologico. E ancora, far forza sul concetto della pizza come “cosa semplice” andando controtendenza sulla pizza gourmet. Quando vi deciderete a lanciare un’operazione di franchising, come recluterete i futuri imprenditori che dovranno aprire un locale con il vostro marchio? Cercate già dei pizzaioli, oppure persone che non hanno mai lavorato in questo ambito, perché gli insegnate voi il “mestiere”? Per il momento ogni pizzeria è in gestione diretta da parte di Pizzium. Dovessimo considerare il franchising ci muoveremo ov viamente mantenendo i nostri canoni di qualità, considerando in primis operazioni di Master Franchising che coprano un territorio abbastanza ampio. Che qualità secondo voi deve avere e dimostrare un potenziale affiliato? Una volta che l’affiliato ha aperto un punto vendita, come viene gestita la sua formazione? Partecipa a dei vostri corsi di formazione sull’impasto e

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