Segno n. 1 - 2011

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una “pars costruens” che la Settimana sociale ha rilanciato con proposte precise sul lavoro, la legge di cittadinanza agli immigrati, un fisco “family friendly”, un federalismo che non si risolva in una miriade di microstatalismi, sulla legalità e le mafie, sulla finanza e i capitali, sull’evasione fiscale. Ma hanno anche detto che solo la politica può affrontare i problemi. La società civile è uno stimolo, ma tale resta. È stato escluso un nuovo partito dei cattolici e ogni nostalgia per una stagione passata. Ma è anche stato detto che una nuova generazione di politici cattolici non si improvvisa e che ci vuole tempo. Eppure nessun tempo sarà sufficiente se non si riprende l’impegno dell’educazione alla politica dal basso, cioè dalle parrocchie e dalle associazioni. E la prima educazione possibile è convincersi che i cattolici che fanno politica non vanno tenuti lontano dalle chiese e dagli oratori perché creano divisioni nella comunità cristiana ora che l’unità politica dei cattolici non c’è più. L’Azione cattolica ha dimostrato di non aver paura dei politici, né delle polemiche, né dei pareri diversi e, poche settimane dopo l’appuntamento di Reggio Calabria, ha riunito amministratori locali vicini all’associazione per un confronto franco È l’unica via: se si ama la politica si come pochi se ne amano anche i politici, quindi li si corregge, se è il caso, quindi si dà loro sono visti in questi una mano, quindi li si ascolta, anche anni. È l’unica via: se si ama la politica si se a volte può essere drammatico amano anche i politie sconveniente per alcuni ci, quindi li si corregge, se è il caso, quindi si dà loro una mano, quindi li si ascolta, anche se a volte può essere drammatico e sconveniente per alcuni. Una nuova classe politica nasce così, con la vicinanza, la confidenza, la fiducia, la franchezza e la correzione a chi in politica ci

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sta. Altrimenti si riempiono pagine e titoli di proclami, affascinanti certo, ma alla fine sterili. Non sarà facilissimo convincersi che questa è una via e che non si tratta di inventare niente di nuovo. Negli anni passati non c’è stata grande fiducia per i laici cristiani, per il loro impegno, secondo i criteri del Concilio, anche in politica. Tuttavia per molti tra i laici è andato bene così e si sono ritirati nella riserva, che sembrava più protetta, della società civile, lasciando che la politica alla fine si sfasciasse con il grave rischio di sfasciare il paese. Ora l’inquietudine alla vista della sorte tragica che sta toccando al paese ha scosso menti e coscienze. La Settimana sociale di Reggio Calabria ha dimostrato che i cattolici non ci stanno alla distruzione sistematica e programmata della tradizione politica dell’Italia e della sua Costituzione. Il rigore morale, il giudizio culturale, la competenza, la passione civile non sono uno scudo dietro cui proteggersi, come qualche volta in passato è accaduto. Ma sono una sfida da lanciare e da praticare. E forse questa è oggi la g vera alternativa. ■


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